L’Amore
bussa sempre prima di entrare.
E’
mattina: in un appartamento illuminato solo da poche tabouret dalla
luce calda, un uomo si sveglia di colpo. Da una breve occhiata alla
radio sveglia che gli indica l’orario corrente.
“Le... 11.30? Fantastico: al lavoro si chiederanno il
perché è assente proprio il loro capo.”
Constatò ironicamente, mentre con un colpo di reni si mise a
sedere sul letto. Portò la propria mano fra i suoi capelli,
scuotendoli leggermente: da tempo ormai faceva un sogno ricorrente. Non
ricordava nemmeno più quanto fosse passato... eppure nella
sua mente, era così nitido il ricordo di lei. Il suo
sorriso, i suoi capelli, il suo rossetto, il suo profumo... era per lui
tutto questo, qualcosa di nuovo e terribilmente eccitante.
Ma ciò che di lei lo stregava, era senza dubbio il suo
sguardo: tutto passava in secondo piano quando lui si fermava a
contemplare le sue sfaccettature, che davano l’impressione
che ella avesse un fuoco dentro di sé, uno di quelli che non
si spengono mai, alimentati solo dalla passione e
dall’ostinazione che Faith metteva in qualsiasi cosa che
svolgeva. No, non era matto: stava parlando proprio di Faith, la
cacciatrice in carica, bella e dal passato oscuro. Erano ormai passati
due anni dall’ultima volta che l’aveva vista:
doveva avere all’incirca 24 anni.
“Però... come passa il tempo”
si ritrovò a pensare, mentre si alzava cauto dal letto. Per
lui il tempo non aveva valore, gli anni volavano quasi come i minuti.
Eppure eccolo lì, lui, sempre intatto e sempre pronto ad
aiutare chi ne aveva bisogno. Non aveva saputo niente di Faith. Era
l’unica di cui non conoscesse la direzione e la residenza
dopo la distruzione di Sunnydale. Buffy era a Roma, fidanzata con un
vampiro. La cosa non gli piaceva affatto: dopotutto, Buffy è
stata il suo primo amore. E vederla nelle braccia di qualche altra
creatura notturna, non lo rallegrava affatto. Ma rispettava, o meglio
dire, tollerava la sua scelta. Dawn era andata con Giles a Londra:
doveva, anzi, voleva diventare una osservatrice e un seminario a Londra
avrebbe potuto solo giovarla. Ma il suo pensiero tornò a
lei, Faith: tutto ciò, lo fece sentire un po’ in
colpa: lui, per lei, era stato un po’ come un padre, un vero
e proprio sostegno morale. Ma dopo che lei gli aveva salvato
disperatamente la vita, i contatti si erano dispersi. A questo Angel
aveva pensato per parecchio tempo. Solo dopo una lunga e accurata
riflessione, decise di chiedere come rintracciare Faith ad una persona.
“So che me ne pentirò”
pensò scoraggiato, intanto che si infilava il giaccone di
pelle nero. Dopo ciò, fece un lungo e profondo respiro, come
se ciò potesse dargli forza e uscì rapidamente
dal suo appartamento.
Continua... "
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