Sasuke
… Grazie
Una ragazza dai
capelli rosa corre per le strade di Konoha senza guardare dove sta
andando.
La
memoria
la guida nella giusta direzione mentre i ricordi si impossessano della
sua
mente.
Pioveva
e le
sue lacrime si mischiavano alle gocce che cadevano dal cielo.
Una
mano
stretta sul cuore e lo sguardo perso nel vuoto mentre quello che per
lei
rappresentava l’amore oltrepassava la sua figura e le dava
definitivamente le
spalle senza rispondere alla sua dichiarazione.
Ora
sono
passati sei anni e lui è
di nuovo
dove è lei, è di nuovo a Konoha, è di
nuovo in balia delle scelte del destino.
Improvvisamente smette di
correre.
Una figura dalla zazzera
bionda le si para
davanti.
Naruto
le
sorride e nota subito che l’espressione della giovane non
appartiene alla sua
stessa realtà.
Nemmeno
lei
sa cosa prova, il ragazzo lo può solo immaginare.
“io
te l’ho riportato
Sakura-chan, ora lui ti sta
aspettando” dice con il suo solito sorriso.
Lei
vuole
bene a Naruto e sa che lui vuole bene a lei.
Per
un
attimo torna alla realtà e gli rivolge uno sguardo di
infinita dolcezza.
Prima
di
correre via le riempie il cuore di forza e calore con
un’ultima frase
“buona
fortuna, Sakura-chan”
Un
ragazzo biondo esce sorridente da un
palazzo importante.
Cammina
distratto
mentre ripensa alla missione che ha portato a termine.
Suo
fratello è di nuovo con
lui, è di nuovo
con loro, è di nuovo a Konoha.
Si
siede su
un’altalena e osserva i bambini dell’accademia che
giocano. Due o tre di loro
lo riconoscono e gli saltano al collo. Poi li saluta con la solita
espressione
vivace e si dirige verso il ristorante di ramen.
Non
teme il
giudizio a cui lui sarà
sottoposto, è
sicuro che il verdetto decreterà la sua innocenza,
perché lui è innocente.
Poi
una
figura rosa in movimento si scaglia quasi addosso a lui.
È
Sakura.
Sorride.
La
guarda in
volto e capisce che lei non è sicura quanto lui, ha paura
che qualcosa vada
storto.
Sa
che l’amica
non è forte quanto lui e può solo immaginare le
emozioni confuse che si
mescolano dentro di lei: amarezza per il suo
addio, gioia per il suo ritorno,
incertezza
per il futuro, speranza in un domani di sole.
Lui
vuole
bene a Sakura e sa che lei vuole bene a lui.
La
cosa più
spontanea che gli viene da dire la dice “io te l’ho
riportato, ora lui ti sta
aspettando”.
Vede
che la
sua sincerità l’ha colpita, per un attimo la sua
attenzione è tutta per lui.
Non
occorrono
parole per esprimere quello che già entrambi sanno.
Lo sguardo dolce di lei lo
ripaga di tutti gli
anni di fatica che ha affrontato per riportarlo
a Konoha.
Le
passa
accanto e le dice la cosa più vera che sente nel profondo di
sé stesso “buona
fortuna, Sakura chan” poi corre nella direzione opposta alla
sua.
Non
prova
risentimento né amarezza, solo gioia, perché ora
Sakura smetterà di soffrire e Sasuke
potrà cominciare a permettersi di
amarla.
E anche questo gli fa
affiorare un sorriso sul
volto, perché anche di questo né è
assolutamente certo.
Un ragazzo moro
aspetta che una giuria di uomini giusti decida del suo futuro.
Sul
viso
ostenta la solita sicurezza, la solita sfacciataggine, la solita
indifferenza. Non
è preoccupato di cosa gli accadrà. Non
può deciderlo lui.
In
fondo non
ha mai deciso niente della sua vita.
Fin
da
quando era un bambino gli eventi avevano pianificato la strada che
avrebbe
dovuto percorrere.
Prima aveva dovuto
rinunciare alla sua
famiglia.
Poi
aveva
dovuto odiare il suo unico fratello di sangue, credendolo un carnefice.
Il
solo
sentimento che gli era concesso far vivere in lui era la vendetta.
Poi
una luce
aveva spezzato il buio, Sakura e Naruto erano entrati nella sua vita.
Il
destino
era imprevedibile. Una sua svista gli aveva permesso di scoprire il
significato
dell’amicizia e dell’amore, ma era solo
all’inizio del viaggio.
Con
crudeltà
aveva dovuto separarsi dalle persone che amava, aveva dovuto guardarli
soffrire
mentre cercavano di riportarlo a casa un migliaio di volte, ignari che
lui non
li poteva seguire, per quanto lo avesse
intensamente desiderato.
La
vendetta
guidava i suoi passi e lo faceva secondo uno scopo premeditato.
Itachi aveva fatto in modo
che lui volesse
ucciderlo, il suo piano era disegnato nei più minimi
dettagli.
Fino
all’ultima
esalazione di vita avrebbe dovuto crederlo un nemico.
Solo
dopo la
sua morte Sasuke avrebbe potuto sapere che la brama di vendetta tanto
agoniata
era solo un sentimento indotto, falso, immessogli dentro da un
meccanismo più
grande di lui.
Aveva
camminato
sul filo lasciato dal fato per troppo tempo, si era sentito un
burattino del
destino troppo a lungo e aveva agito, spinto dalla voglia di poterli
riabbracciare, forse, un giorno lontano.
Eppure ora seduto
lì, ad aspettare,non potè
fare a meno di avvertire
per l’ennesima
volta la sensazione che qualcosa più grande di lui tramasse
la rete del suo
futuro.
Tutto
ciò
che voleva era di nuovo un posto da
chiamare casa, un fratello con cui confrontarsi e ridere, una ragazza a
cui
poter rivelare finalmente i suoi sentimenti, un padre a cui chiedere
consiglio.
Nella
sua
mente, ogni volta che sentiva questa voglia di amore, prima di
respingerla in
un angolo buio del suo cuore, apparivano tre figure,
un’immagine fugace
luminosa come il sole, argentea come la notte e rosea come la
primavera.
Quella
era la sua casa.
Per
la prima
volta si rivolse al destino chiamandolo in prima persona e pregandolo
affinché non
gli venisse ancora negata.
Sakura raggiunge l’edificio
in cui si stanno decidendo le
sorti di Sasuke Uchiha.
Si ferma a riprendere fiato ma dalla
porta centrale vede
uscire una figura dai lineamenti familiari.
Il respiro adesso le manca del tutto.
Lui porta una divisa blu, al collo un
copri fronte luccicante,
sul volto un sorriso che non ha mai
visto prima ma che le basta per capire che è finito tutto.
Sasuke si ferma davanti a lei.
“adesso posso restare qui,
con te” afferma sicuro.
Lei sgrana gli occhi.
Lacrime di gioia le solcano il viso.
Lacrime simili a quelle di quel
giorno lontano ma dal sapore
molto diverso.
Allora
gli aveva confessato
che lo amava, che avrebbe fatto di tutto per lui, che si sarebbe messa
a urlare
se se ne fosse andato, che desiderava restasse
con lei.
“ora sono io
l’artefice del mio futuro. E sono certo di
volerlo costruire insieme a te”
Poche parole. Concise. Dirette.
Lapidarie. Dopotutto lui era
fatto così.
Sakura lo abbraccia e avverte le mani
di lui stringersi
dietro la sua schiena. Poi prima di perdersi in un bacio che aspetta da
anni
sussurra
“Sasuke …
grazie”
Grazie è
l’ultima parola che le ha rivolto prima del suo
addio.
Grazie è l’unica
parola che le suonava nella mente da sei
anni, accanto alla sua immagine che si allontanava.
Grazie è la prima parola
con cui vuole ricordare il suo
ritorno.
Perché
l’immagine del suo ritorno è l’unica
cosa che vuole
ricordare per il resto della sua vita.
Note:
ehehe, questo è un regalo
per dubhe93, come promesso ^^
ringrazio tutti coloro che leggeranno
e manderò dieci euro a
chi lascia una recensione (ovviamente quelli del monopoli ^^)
spero vi sia piaciuta!!
Baci
♥ marti
♥
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