"Non mi ha detto come vivere:
ha semplicemente vissuto
e ha lasciato che lo
osservassi."
Clarence
Budington Kelland
Quando tuo padre muore.
Si, quando tuo padre muore e la frase finisce.
Perchè dopo non c'è niente, quando tuo padre
muore.
Il dolore che lui aveva provato, quando suo padre era morto, era di
gran lunga maggiore a quello che aveva provato quando a morire era
stata sua madre, seriamente.
Forse perchè il conflitto che c'era con suo padre aveva
portato
a nuove dimensioni, forse l'amore tra padre e figlio maschio
è
veramente una cosa a sè. Diversa da quello che
può
esserci tra un padre e una figlia.
E' una cosa bellissima, un filo legato al polso che sai che
c'è,
ma non riesci a vederlo. Lo senti, lo percepisci, tira quando litigate,
ti solletica quando ti prende in giro, fa male quando non
c'è.
Bello, non c'è altro aggettivo.
Ma quando tuo padre muore, niente.
Non lo senti, non lo percepisci, non ti solletica, non ti fa male.
Il nulla.
Il vuoto.
Niente, nessuna lacrima, nessun pensiero, vuoto, nero. E' un limite. La
morte di tuo padre diventa
un limite.
Che non lo capisci fino a quando qualcuno non ti ricorda che sono tre
cazzo di giorni che non mangi, tre cazzo di giorni che non parli. Tre
cazzo di giorni che provi ad aggrapparti a qualcosa, qualsiasi cosa,
per piangere. Perchè non ci credi. E se non ci credi non
piangi.
Se non piangi gli altri commentano a modo loro.
Che figlio degenere, eh?, un figlio che non piange per il padre morto.
Che tristezza, mh?
E voi che cazzo ne sapete di quello che significa? Eh?! Cosa ne sapete
di quel filo che non c'è?
Non c'è!
E il pensiero che ieri era lì, anche se non lo vedevi, ti fa
impazzire.
Quando tuo padre muore.
Quando lo vedi che è morto, che non si muove, e se lo tocchi
è freddo come il marmo, più freddo del marmo,
fottutamente immobile. Lo vedi no? E' morto. Non respira, non
respirerà mai più e se ora tu volessi, che so,
piegargli
il braccio, dovresti farlo con entrambe le mani e glielo romperesti.
Crack. [il primo pensiero che hai è che quello non
è tuo
padre], morto.
E tutto sembra normale, sapete? Il mondo non ha smesso di girare, gli
alberi sono ancora in piedi, la montagna non è crollata e il
vento è quello di ieri. E i tuoi amici ti parlano, nessuno ti ascolta.
Perchè quello che dici non lo sentono, non lo vogliono
sentire,
quindi smetti di parlarne, torni normale perchè lo
spettacolo
deve continuare.
Torna tutto come prima, è come se tuo padre non fosse morto
su un tetto. Come se non fosse morto affatto.
[gli alberi sono ancora in piedi però tu li vedi
più
grandi perchè sei diventato così piccolo in
così
poco tempo] e la montagna non è crollata per la forza del
vento.
Quando tuo padre muore.
[è come camminare a gattoni ancora una volta...]
Tutto termina.
E poi ricomincia.
[... senza di Lui che ti tiene le mani].
N/A
Ti vengono a dire spesso che per scrivere di determinati argomenti li
devi aver provati, per questo scrivere questa shot su Asuma e Sarutobi
mi è costato, mi tremano le mani anche adesso.
Un po' ci tenevo a scrivere qualcosa su Asuma, perchè
è
l'unico personaggio per il quale ho pianto. Non volevo scrivere di lui
in questo modo (e questa shot è da molto che marcisce nel
mio
pc), perchè è OOC e quello che avete letto sopra
è
assolutamente autobiografico, ma credo che quando si perde una persona
importante, che non deve per forza essere uno dei genitori, si prova
tutti un po' la stessa cosa; quindi mi sono permessa e non credo che
scriverò ancora su una cosa del genere, quindi potete stare
tranquilli.
A me non piace, credo di odiarla quindi non vi dirò che
'spero
vi sia piaciuta', ma spero che non vi faccia rabbia, perchè
lettore arrabbiato, è meglio star lontani.
Angela.
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