Capitolo 1: Shared Pain
La separazione dalle Divine, il rifiuto delle Popolari, la
madre inspiegabilmente in prigione, ed ora quelle due intruse che la
minacciavano... quella opprimente sensazione di abbandono e di
solitudine che le stringeva il cuore.
Antonella si accasciò su un'anonima panchina, sicura che,
come avesse alzato dito, si sarebbe ritrovata dietro l'insopportabile
matrigna a dettare ordini.
Infilò le mani in tasca e tenne lo sguardo basso. I capelli
sciolti davanti al volto ondeggiavano mossi dal vento debole del tardo
pomeriggio.
Si sentiva così assurdamente sola. Anche prima si sentiva
sola, ed aveva imparato a sbrigarsela da sola e a tenere sempre il viso
alto. Stavolta, però... era veramente troppo sola.
E, come se non bastasse, quell'odiosa di Babi aveva messo gli
occhi su Bruno. Sul SUO Bruno.
L'unico ragazzo che, dopo la storia con Nicolas, le avesse fatto
veramente girare la testa. E che era sempre stato suo, in fondo...
malgrado lui fosse stato con una delle sue più care amiche.
Anzi, era proprio questo il motivo per cui aveva covato e stava ancora
covando quel possessivo sentimento.
Le parole di Babi le risuonavano ancora nelle orecchie.
"Dato che è stato il tuo ragazzo, mi divertirò
ancora di più a conquistarlo."
Roba che dovette trattenersi per non prenderla - nuovamente - a ceffoni.
E il discorso di Bruno di poco prima, in cui le aveva chiaramente detto
di non essere più innamorata di lei... Il suo sorriso
incorniciato dai lunghi capelli biondo scuro era stato molto eloquente,
attendeva una dichiarazione che però non era avvenuta, e si
era spento, così com'era sorto.
Ed ora lì, accasciata su quella panchina, ripensava a quei
pochi istanti in cui aveva creduto che lui le stesse per dire
ciò che lei aveva immaginato.
Erano stati i momenti più belli della sua vita.
...
"Forse, se avessi te, non avrei più bisogno di nulla..."
Il sussurro fu attutito dal suono dei passi pesanti e strisciati
provenienti dal vialetto.
Chi era? Non voleva vedere nessuno.
E soprattutto non voleva che nessuno la vedesse in quello stato. Non
aveva bisogno della pietà degli altri.
La ragazza alzò lievemente il viso solo quando questi
rallentarono davanti a lei.
"Antonella? Sei tu?"
Riabbassò la testa, come ad ovviare la risposta.
Era Guido, depresso come al solito - lo si capiva dal movimento
strascicato dei piedi e dalla faccia. Si domandò cosa
potesse ridurre in quella maniera la famosa Antonella-the-best.
Si sedette, in silenzio e senza far rumore, e prese a fissare un punto
vuoto di fronte a sè.
Condivisero così quel loro dolore, diverso ma simile per
certi versi.
La sua solitudine ed impotenza di fronte ad una donna pericolosa che
aveva sua madre in pugno, la sua impotenza ed il senso di colpa per
aver distrutto involontariamente la vita della persona più
importante della sua vita.
Entrambi erano impotenti, abbattuti e sconfitti.
Nessuno dei due parlava. Ma, in quel silenzio, si facevano compagnia, e
si sentivano per qualche debole istante e qualche indescrivibile motivo
meno soli.
Tamara, che stava raggiungendo Viny in officina, li vide da lontano.
Le sembravano Antonella e Bruno, ad intuito, ma, man mano che si
avvicinava, riconobbe l'inconfondibile naso appuntito di Guido.
"Cosa ci fanno quei due insieme?!.."
Sicuramente era l'ennesimo tentativo di quella vipera per fare del male
a Giusy. Proprio ora che lei l'aveva perdonato - certo, non erano
tornati insieme, ma c'era ancora una vaghissima possibilità
- Antonella aveva tutta l'intenzione di ostacolarli.
"Non hai le prove?" bofonchiò flebilmente la ragazza,
accorgendosi solo dopo che la voce rotta e rauca le aveva fatto
pronunciare solo qualche sillaba sconnessa.
"Eh?" domandò Guido di rimando, stranito. Anto si
schiarì la voce "Non hai le prove col gruppo?"
Lui emise un qualcosa che sembrava l'incrocio tra un sospiro e uno
sbuffo. "Niente amici, niente prove"
"Già... idem" Guido dovette sforzarsi per interpretare i
sussurri della giovane. Sembrava che parlasse solo per sè.
"Sei rimasta da sola?" "Sola... contro il mondo intero"
Detta così sembrava un'enfasi. Solo Antonella sapeva che era
la verità.
Guido alzò le spalle. "Beh, non voglio mettere il dito nella
piaga, ma con tutte le cattiverie che hai fatto era prevedibile che
prima o poi ne avresti pagato"
Ecco... sempre la solita storia. Continuava a ripeterglielo chiunque.
Era colpa sua, le stavano tornando indietro tutte le "cattiverie" che
aveva fatto.
Cominciava a stufarsi che nessuno la capisse.
Si limitò a voltarsi dall'altra parte, mentre l'ira saliva,
senza la forza di alzarsi, scappare o urlare.
"Io almeno non ho ferito a morte la persona che amo" disse rudemente, a
denti stretti, bruciando di rabbia.
Guido la guardò, scioccato da quanta
insensibilità potesse racchiudersi in una sola persona.
Balbettò qualcosa, esterrefatto, poi prontamente
ribattè "Sei sicura?" e se ne andò.
Antonella non lo guardò mentre si allontanava a passi
pesanti.
Ripensò alle parole di Bruno.
"Quando uno si scotta, cerca di non bruciarsi più, per non
essere ancora ferito"
Le rivenne in mente il suo sguardo, quando stavano insieme, quando era
felice ed innamorato, illuso dai suoi gelidi progetti, a quanto era
diverso da quel gelido sguardo, quando le aveva detto queste parole...
Riflettè... Forse... forse Guido non aveva tutti i torti...
Nd1Pinguinella:
Ho scelto come setting del primo capitolo la puntata di ieri sera
trasmessa su DisneyChannel (27/01) poichè sono rimasta molto
colpita dalla rientrata in scena di Bruno (cosa che, sinceramente,
aspettavo con molta ansia!!)
Essendo un'accanita
sostenitrice di Antonella (è un personaggio meraviglioso,
ricco di personalità) questa fanfic sarà
incentrata su di lei.
Fatemi sapere cosa ne
pensate! ;)
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