Seconda fanfiction, in questo caso Flashfic, dedicata al meme di San
Valentino. Stavolta la traccia era un dialogo (in neretto), e, tadah!, cambio
fandom xD Giusto perché mi voglio tanto bene, cambierò fandom per ogni fic xD
Spero di sembrare meno pazza di quel che sembro ma, ehi, chissene.
Enjoy^^
Doveva essere una giornata qualunque all'Horitsuba Gakuen.
Ecco, appunto. Doveva.
Ma già dopo aver varcato il cancello si accorse che qualcosa non andava:
c'erano una gran quantità di coppiette in cortile. Tendenzialmente non succedeva
quasi mai, o comunque molto spesso erano riuniti in gruppetti. Quel giorno
invece erano tutti in giro per due, alcuni anche mano nella mano. Si annusava
il profumo di melassa a un chilometro di distanza. E quando vide di sfuggita
un pacchettino colorato passare da una mano all'altra, capì in che dannato guaio
si stava cacciando.
Era San Valentino.
E lui era fregato.
Voleva una giornata tranquilla? Beh, non l'avrebbe avuta. Scommetteva che in
quell'esatto istante il Fato gli stesse ridendo in faccia.
Purtroppo cercare di passare inosservato, per lui, era come dire a Fai di
smettere di affibbiargli tutti quei nomiglioli stupidi. Assolutamente
impossibile.
Non era nemmeno arrivato all'ingresso della scuola che già aveva adocchiato
ben tre gruppetti diversi di ragazzine adoranti che lo spiavano da dietro gli
angoli, gli armadietti, le pareti! Si sentiva braccato.
Quella sarebbe stata una giornata infernale, prese un respiro e si preparò a
buttarsi nella mischia.
Arrivato fuori dalla sala insegnanti, si fece avanti la prima.
-Kurogane-sensei, ecco io...
L'uomo sospirò, rassegnato. A quanto pareva non poteva proprio evitarlo.
-Mi spiace, ma non posso accettare regali dagli studenti. E poi a me non
piace il cioccolato.-
Lasciando la ragazza completamente senza parole, entrò nell'aula senza più
guardarla, chiudendosi la porta alle spalle lentamente.
-Kuropin, hai sempre così tanto tatto!-
Kurogane chiuse gli occhi prendendo un grosso respiro. Certe volte Fai era
davvero ingestibile e aveva la vaga idea che quello fosse uno di quei giorni.
Sembrava addirittura brillare più del solito. E visto che già normalmente
sembrava luccicare come poche cose al mondo, quella mattina si sprecava
proprio...
-Smettila di affibbiarmi tutti quei nomignoli, te l'ho già detto.-
L'uomo si avvicinò saltellando. I suoi capelli erano più biondi del solito o
era solo un'illusione ottica?
-Oh, andiamo Kuropippi. Non essere così intrattabile già di prima mattina.
Continuando così seminerai una sequela di cuori infranti solo durante la
mattinata.
Kurogane si limitò a sbuffare, infastidito. Non era colpa sua se il suo
aspetto arcigno non sembrava affatto allontanare quelle ragazzine.
In quel preciso istante si ritrovò Fai esattamente di fronte, le sue braccia
intorno al proprio collo e il suo sorriso (troppo brillante) vicinissimo
al proprio viso.
-Buon san Valentino!-
L'uomo sgranò gli occhi, fissandolo con uno sguardo a metà tra il disgustato
e lo sconvolto.
-Sul serio, a volte mi domando cos'hai dentro la testa.- brontolò nel
suo orecchio.
Fai si limitò ad allargare il sorriso, mettendo in mostra la metà dei denti
che aveva in bocca. Sul serio, quella mattina era assolutamente ingestibile.
-Il diencefalo e il telencefalo, composto dai due emisferi cerebrali. Queste
tre parti, insieme, compongono il cervello.-
Kurogane si limitò a passarsi una mano sugli occhi, cercando di non guardare
quanto Fai, in quel momento, fosse estremamente convinto di quello che stava
dicendo.
Quando si parlava di morte del romanticismo... Di sicuro erano accoppiati
bene.
-Forza, andiamo. Stanno per cominciare le lezioni.-
Prima di uscire, Fai lo salutò con una mano, sorridendo come solo lui poteva
fare.
-E mi raccomando, Kuropon. Non fare troppe vittime!-
Kurogane si chiuse la porta alle spalle pensando che, ogni anno, era sempre
la stessa, maledetta storia.
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