Il peccato profuma di cioccolato
Nota: Il racconto è basato sul film Chocolat. In realtà nasce per partecipare al p0rnfest @ fanfic
italia
ma poi, non so perchè, si è trasformata in una
cosa fluffosa e pucciosa! Perciò astenersi diabetici e
cultori dell'angst!
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma sono dei rispettivi
autori. La storia è scritta senza scopo di lucro.
Il
peccato profuma di cioccolato
Lo sguardo del sindaco continua ad
indugiare fastidiosamente sull’involto che Caroline gli ha
posato sulla scrivania quella mattina.
- Te li manda Vianne: dice che sono i
tuoi preferiti.
Gli ha comunicato con uno dei suoi sorrisi eterei. Paul continua a
scrivere, imperterrito. Lo sa, sa cosa c’è dentro
e odia Vianne che non perde occasione per provocarlo. Perché
la proprietaria della chocolaterie conosce il suo punto debole e si
è messa in testa di “aiutarlo a superare quel suo
piccolo dilemma che gli impedisce di essere felice”,
così gli ha sussurrato una volta e spera che capitoli prima
o poi. Gli occhi dardeggiano, Paul posa la penna e una mano comincia la
lenta traversata verso il vassoietto di cioccolatini. Goccioline di
sudore gli imperlano la fronte. Un discreto bussare alla porta lo fa
sobbalzare e l’uomo ritira la mano con espressione colpevole.
Caroline entra con un fascio di carte in mano.
- Sindaco, ci sarebbero da firmare
queste ordinanze.
Si ferma accanto alla scrivania e aspira l’aria che sa di
cioccolato. Paul osserva incantato una vena blu che risalta sulla pelle
trasparente della gola, si domanda se anche la pelle dei suoi seni sia
così sottile e bianca. Un fremito del ventre lo avverte di
essersi incamminato su un terreno pericoloso. Si schiarisce la voce
rumorosamente. Caroline, intanto, ha afferrato il tagliacarte e lo
avvicina al nastro che racchiude l’involto. La carta che
scricchiola richiama l’attenzione di Paul.
- Cosa fai?
Domanda burbero, con una nota stridula nella voce. Caroline si ferma un
po’ sorpresa.
- Pensavo volessi aprirli.
Si giustifica. Paul si dà mentalmente dell’idiota
e si sforza di sorridere.
- Aspetta, faccio io.
Aggiunge più pacato sfilandole di mano il tagliacarte e
rimane turbato quando le sue dita sfiorano quelle tiepide e morbide di
Caroline. Lei solleva le spalle in un piccolo gesto di resa. Paul non
può fare a meno di notare come il vestito scuro le metta in
risalto le clavicole e la piccola fossetta alla base della gola. Si
ferma incantato a fissarla e solo la voce di Caroline che lo richiama
alla realtà riesce a spezzare quella malia.
- Ti senti bene?
Preoccupata.
- Ma certo, certo!
Risponde Paul riprendendo il controllo su di sé e sfoggiando
il tono energico che gli è abituale. La verità
è che quando Caroline gli gira intorno Paul non si sente
più sicuro di niente. Perché ama il modo che ha
di inclinare il capo quando gli parla e come si sistema i capelli con
una lieve carezza e adora il suo sorriso lieve e le labbra e gli occhi,
ma soprattutto, che Dio lo perdoni, perché la desidera con
un’intensità da fargli male. Scarta i cioccolatini
e il loro profumo si spande ulteriormente nell’aria, Caroline
osserva le piccole cupolette di cioccolato sormontate da una puntina
più chiara.
- Sembrano buonissimi, come si chiamano?
Paul vorrebbe sprofondare, farfuglia qualcosa ma quando la donna gli fa
cenno di non aver capito è costretto a rivelare il nome:
- Capezzoli di Venere.
Maledicendo dentro di sé Vianne. Quando Caroline fa per
assaggiarne uno sussulta. Non può staccare gli occhi dai
suoi denti che spezzano il guscio croccante, la lingua che lecca via
una piccola goccia di cremoso ripieno dal labbro inferiore. Paul non
riesce a sopportare oltre quella tensione, balza in piedi non sapendo
come altro contenere la smania che si è impadronita di lui.
Caroline gli porge un cioccolatino:
- Provane uno: sono deliziosi!
E in quel momento Paul si sente estremamente vicino a comprendere come
dovesse essersi sentito Adamo davanti a quella maledetta mela.
Deglutisce, Caroline gli sorride, invitante, per un momento la immagina
ricoperta solo di minuscole foglie. No, ora sa esattamente cosa ha
provato Adamo in quel momento: allunga la mano e si carica del suo
fardello di peccato. Ed è delizioso e voluttuoso e sa di
promesse e desiderio. Paul chiude gli occhi, appagato: è
così dolce arrendersi alla tentazione dopo che a lungo si
è lottato contro di essa!
- Hai uno sbaffo di cioccolato qui.
Caroline allunga una mano verso le sue labbra, con il pollice accarezza
lievemente un angolo dei baffi. E’ un gesto così
affettuoso, così intimo che Paul freme e si domanda quando
siano arrivati a quel punto. Senza pensarci trattiene la mano della
donna e bacia lievemente il palmo. Caroline sospira e sorride, con un
passo si avvicina a lui e gli cinge le spalle con l’altro
braccio. Le sue labbra sono così invitanti, rosse come
piccoli frutti maturi che Paul non può fare a meno di
baciarla e i loro respiri si confondono in un solo sospiro. Quando si
staccano è stupito, non c’è nessun
abisso che si è aperto sotto i suoi piedi.
- Oh, Caroline, io…
Ma lei gli blocca le labbra con una mano:
- Pensavo non ti saresti mai deciso,
Paul!
Sorridono entrambi e di nuovo tornano a baciarsi come se non fossero
mai sazi l’uno dell’altro e Paul per un folle
momento desidera avere le branchie così da non doversi mai
allontanare da quelle labbra neanche per il breve momento di un respiro.
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