why not
Why
Not?
Ti voglio consolare
- Non capisco
perché siamo venuti qui. -
- Mh? Non dirmi che non ti
piace! -
- Beh... -
- Kiba! -
Hanabi Hyuuga
alzò la
mano e diede un pugno al povero Inuzuka, mettendoci tanta di quella
forza da spedirlo contro il muro alle loro spalle, violenta.
- Ahia! Ma sei
impazzita?-
sbottò il moro, massaggiandosi la spalla colpita. La
fissò di traverso, non sapendo bene come fare per evitare
quello
spiacevole inconveniente.
Accortasi dello
sguardo di lui, Hanabi disse: - Kiba-chan, perché
non ammetti di aver paura? -
Sta scherzando, vero?!
- Paura? Ti ricordo che sono un ottimo sportivo. Pensi forse che quello
possa spaventarmi? Illusa. - rispose, cercando di nascondere il
disappunto.
Hanabi lo prese per
mano. - Allora vieni con me. -
Kiba
arrossì lievemente e
si lasciò trascinare dalla corvina, ignorando le lunghe
occhiate
lanciate da Hinata e Naruto, fermi a pochi metri da loro.
Strinse gli occhi
per trucidare
l'Uzumaki che, con un sorriso estremamente malizioso, lo incitava con
la mano ad andare con Hanabi.
Indispettito, si
voltò
giusto in tempo per vedere l'enorme pista davanti a loro;
deglutì sommessamente, pensando che forse avrebbe fatto
meglio a
non accettare l'invito di Hinata. D'altronde,
come avrebbe potuto rifiutare qualcosa proprio a lei che, dolce, aveva
pensato - sotto suggerimento di Shino, e questo era tutto dire
-
immediatamente a lui?
Tornò a guardare la
pista, triste: era di ghiaccio, ghiaccio su cui la gente scivolava come
nulla fosse, trasportata dalla musica diffusa per tutta la sala;
ospitava all'incirca
un centinaio di
persone, dai
bambini agli anziani, e tutti sembravano felici di essere lì
per
le feste: che modo migliore di passare la sera della Vigilia c'era?
Che allegria... 'Sto posto non
mi piace per niente. Sarebbe più divertente un funerale...,
pensò Kiba, nervoso. Beh,
certo che Hanabi poteva scegliere altro, invece guarda che mi tocca
fare...
Non lo aveva mai
detto a nessuno, però... Non sapeva decisamente pattinare
sul ghiaccio, era un'operazione impossibile.
Uno come lui era
fatto per i
grandi spazi: prati verdi, foreste rigogliose, spiagge calde e assolate
dove non correvi certo il rischio di finire col sedere per terra!
- Hanabi, non ti
piacerebbe
vedere gli spettacoli sul ghiaccio che danno nell'altra sala...? -
suggerì Kiba, cercando di spingerla via con la mano ancora
libera.
Sorpresa, la Hyuuga
scosse il capo. - No, voglio pattinare! -
- Sei proprio
incontentabile! -
- Io sarei
incontentabile? Tu
non vuoi mai fare ciò che piace a me! Ogni volta finiamo
sempre
per fare le cose più noiose! -
- Sai
com'è... Io sono grande e non mi piacciono i giochi da
bambini. - mugugnò il moro, arrabbiato.
Colpita da quelle
parole, Hanabi
gli voltò le spalle e, cercando di trattenere le lacrime,
sibilò: - Allora faresti meglio ad andartene. -
Kiba la
fissò allibito. Come...?
Sbaglio o sta piangendo? Cazzo.
- Hanabi... -
Prima che potesse
dire altro, la
giovane corse verso il banco dove davano i pattini, lasciandolo solo in
mezzo a tutta quella gente che, ridendo e scherzando,
parlava delle
acrobazie che avrebbe fatto una volta in pista.
Kiba si
guardò furiosamente i piedi, mentre le parole fredde di
Hanabi gli risuonavano continue nel cervello.
Quella maledetta
ragazzina pensa
che io debba per forza fare quello che dice lei! Ma scherziamo?,
pensò l'Inuzuka, sedendosi su una delle tante panche davanti
alla pista di pattinaggio.
Cercò
con gli occhi Hinata e Naruto e li vide sul ghiaccio.
Naruto
insegnava
goffamente alla Hyuuga a stare in piedi sui pattini, anche se i
risultati erano scarsi: Hinata stava sempre per cadere e solo le mani
forti del biondo riuscivano ad impedirle di finire a terra.
Non
posso
sentirmi in colpa per il mio comportamento... Sarebbe stupido... E poi
se l'è cercata! Anche se... No, Kiba, non ci pensare, non...
Merda.
Quello era il 24
dicembre.
Il giorno della
Vigilia.
Il compleanno della
madre di Hanabi, maledizione.
Digrignò
i denti,
cercando di ragionare, ma l'unica cosa che gli venne in mente fu che si
sarebbe suicidato se avesse seguito l'istinto.
E cosa gli diceva
l'istinto?
***
Con la mano si
tenne alla parete
e posò un primo passo sulla lastra fredda e scivolosa che
aveva
sotto i piedi, arrabbiata.
Trovava impossibile
il
comportamento di quell'Inuzuka e avrebbe preferito cento volte la
presenza di Neji o del suo stesso padre, Hiashi.
Invece era stata
costretta a passare quel giorno con lui.
- Uffa. -
sussurrò la ragazza, una volta sulla pista.
Quel cagnaccio! Sempre il
solito... Ma l'educazione dove l'ha lasciata, in Alaska?!,
si chiese, osservando di sfuggita la figura immobile di Kiba, ferma
dall'altra parte della sala.
Arrabbiata, lo
studiò
quel tanto che bastava a capire che la stava osservando: era
imbronciato - con sommo piacere di Hanabi - e la fissava in cagnesco.
Ecco...
Cagnaccio cocciuto, arrivista e maleducato!
Incrociò
le braccia al
petto, scoccò un'occhiataccia al ragazzo e gli
voltò le
spalle, iniziando a pattinare.
Pattinava per
cercare di distrarsi, pattinava per non cedere alle lacrime.
Di carattere era
sempre stata forte, allegra e vivace; intristirsi non era nelle sue
abitudini. Intristirsi
per un ragazzo non
era proprio nelle sue abitudini.
Una
Hyuuga,
figlia mia, deve sempre tenere testa alle avversità; non
piange,
non si lamenta. Va avanti, e così anche tu dovrai fare: non
abbatterti mai, perché nelle tue vene scorre il nostro
sangue.
Si diede la spinta
con il piede
sinistro, poi col destro e via, veloce in mezzo alle altre persone, gli
occhi che si chiudevano di tanto in tanto, la musica ritmata che la
guidava e spingeva ad andar sempre più veloce, sempre
più
forte degli altri.
Le piaceva
pattinare, sua madre le aveva insegnato a farlo poco prima di morire. Aveva solo cinque anni
quando successe.
Una lacrima
silenziosa le scese lungo la guancia nivea e calda, per poi sparire
appena sotto il mento.
Non amava piangere.
No.
- Hanabi, aiuto! -
Sussultò,
e quando vide
la figura di Kiba Inuzuka avvicinarsi a grande velocità,
strabuzzò gli occhi per la sorpresa.
Si
scostò di poco e lo
afferrò per il cappuccio del giubbotto, così da
fermarlo... Ed evitargli gran brutti incidenti.
Lui la prese
immediatamente per le spalle, spingendola a sé.
- Ki-kiba, ma
cos...? -
- Non ti muovere o
cado,
stupida! - esclamò l'Inuzuka con voce atona, mentre le dita
affondavano nella schiena della Hyuuga, tremanti.
Hanabi
posò la testa
contro il petto del ragazzo e, mentre vi affondava, non poté
trattenersi dallo scoppiare in una sonora risata.
Quel ragazzo era
davvero strano.
***
- Ehi,
perchè ridi? Non
è divertente. - mormorò Kiba, stringendola
automaticamente a sé, stranito: era la prima volta che la
sentiva ridere.
Hanabi
alzò il viso e lo guardò, dispettosa. - Si che lo
è. -
-
Vabbè... - distolse lo sguardo, ed ebbe la vaga impressione
che la stanza si fosse fatta bollente. O era solo la sua
immaginazione?
Mah.
- Kiba, dimmi: tu
non sai
pattinare. - disse la corvina, mentre lo scrutava con occhi
insolitamente caldi, e non più con la consueta freddezza,
quel
calore freddo
che tanto si
accostava all'inverno.
Alzò le
spalle, l'Inuzuka. - E' vero, non so stare sul ghiaccio. Contenta? -
borbottò, irritato.
Ammettere quella
sua debolezza - da sempre nascosta per imbarazzo - non faceva altro che
complicargli le cose.
Sperava solo che
Naruto non lo venisse mai a sapere.
Sarebbe stata la
fine.
- Sì! -
rise Hanabi.
Kiba
rabbrividì nel
sentire la voce calda e allegra della ragazza, e solo in quel momento
si accorse che erano abbracciati.
Il suo istinto non
gli aveva detto di fare anche questo. Oddio,
adesso cosa cazzo sta...? No, non posso perdere così la
calma... E' assurdo!
- Kiba,
c'è qualcosa che
non va? - gli domandò Hanabi, notando la faccia
tutta
rossa dell'Inuzuka che, in ogni modo possibile, cercava di non
guardarla. - Cagnaccio? -
Kiba
spalancò la bocca. - Come mi hai chiamato?! -
L'esclamazione di
Kiba venne sentita da tutti.
Proprio tutti.
***
Naruto scivolò, sbattendo il mento sulla lastra di ghiaccio,
mentre Hinata si copriva gli occhi con le mani per non guardare.
- Na-naruto...! -
- Sto... Bene! -
mugugnò
il biondo, cercando di mettersi in piedi. - Non ti preoccupare
Hinata-chan! Io sono di metal... -
Cadde a terra.
Di nuovo.
Ma perché sto cadendo
ancora? Povero me..., pensò Naruto, dando una
craniata al pavimento ghiacciato.
Aveva deciso che
sarebbe stata
una bella serata, ma vedere Kiba e Hanabi - avvistati da Hinata appena
qualche secondo prima - litigare come due matti... Beh, non
era stata certo la
sua fortuna.
Insomma, perché doveva essere lui a far smettere il
litigio?!
Avrebbe preferito andare a mangiare una bella ciotola di ramen invece
di fare
una figura come quella che stava facendo!
Fissò la
sua compagna,
domandandosi se la lezione che le aveva impartito era servita, e giunse
alla conclusione che... Sì, aveva imparato a pattinare... Ma
era
lui, adesso,
quello che non
sapeva più stare in piedi.
Hinata si
chinò sul povero Uzumaki, rossa. - T-ti aiuto ad alzarti...
V-vuoi? - domandò, rossa.
Naruto
guardò intensamente quegli occhi lilla che lo cercavano, poi
Kiba e Hanabi. Oggi
è la Vigilia... Uffa. - Hinata-chan...? -
- Cosa
c'è? -
L'afferrò
per la manica
della felpa e la baciò senza esitazioni, deciso: lento,
dolce,
durò poco più di trenta secondi
perché, come il
ragazzo sospettava, Hinata si staccò,
intontita, e...
- Hinata-chan! -
Naruto la sostenne prima che cadesse a terra. - Cavolo! -
La ragazza,
completamente rossa e con un sorriso soddisfatto, era priva di sensi,
causa il troppo imbarazzo.
Non
pensavo che sarebbe svenuta veramente! Però! Aveva ragione
quel cretino di Kiba!
***
- Non sono un
cagnaccio! Ma come ti permetti? Acida! -
- Cosa sarei io?!
Sei un sacco di pulci ambulante, ecco cosa! -
Kiba strinse i
pugni. - Ah, no! Non puoi accusarmi di questo! E' Akamaru che ha le
pulci, non io! -
Portandosi le
braccia al petto
Hanabi voltò la testa, stizzita. - Beh, non è
questo il
punto. Io ti ho fatto solo una domanda. E tu non mi hai risposto.
Avanti! -
Ma porca...!,
- Non ti riguarda! - borbottò ostinatamente, cercando di
dimenticare i suoi pensieri poco casti... Perché erano poco
casti su Hanabi Hyuuga! Su di lei!
Come aveva fatto a
pensare certe
cose su quella piccola asociale? C'erano ragazze migliori di lei,
più belle e carine che, lo avrebbe detto anche Naruto - con
un
po' d'incoraggiamento e qualche minaccia -, avrebbero certamente
soddisfatto le sue aspettative!
Tornò a
guardare Hanabi, critico.
Quella ragazza non
poteva certo essere ciò che lo attraeva di più.
Era praticamente assurdo!
- Cos'hai da
guardare? - Hanabi
gli lanciò un'occhiataccia, improvvisamente rossa. - Allora?
Vuoi rispondermi, Inuzuka? -
- Perché
stai arrossendo?
- si lasciò sfuggire Kiba, curioso. - Ti piace essere
guardata
da me, eh? - commentò strafottente, e Hanabi
diventò
quasi viola per la rabbia.
- Tu non hai il
benché minimo tatto! Sei un animale! - sbottò la
ragazza.
Alzò la
mano e, prima che l'Inuzuka potesse rendersene conto, gli diede uno
scappellotto.
Si
massaggiò la testa. Maledetta
ragazzina... Sapevo che non dovevo seguire l'istinto! Questo mi fa
pensare che dovrei farmi sempre gli affari miei. Sempre,
pensò Kiba, dolorante.
- Ti odio, ti odio
e ti odio!
Devi avere rispetto, chiaro? Soprattutto oggi, insensibile! S-sei
insensibile... - balbettò improvvisamente Hanabi, scuotendo
il
capo.
Abbassò
la mano,
stralunato, e guardò a bocca aperta quella che aveva sempre
considerato la ragazza più fredda del mondo, quella sempre
assente e senza sentimenti, senza allegria... Piangere
davanti a lui.
Non sapeva che
dire, non gli era
mai capitato di consolare qualcuno: Hinata non piangeva mai, e se lo
faceva si premurava di nasconderlo; Shino era la freddezza fatta a
persona, calmo e razionale; Naruto non si abbatteva tanto facilmente,
anzi: combatteva e trovava una soluzione a tutto.
Non aveva mai
consolato un amico, già.
Non ve n'era mai
stato il bisogno, nemmeno con sua sorella.
E adesso, davanti a
lui, una
ragazza piangeva disperatamente, debole dopo tutte le battaglie
affrontate da sola con sé stessa.
Tuttavia, sentiva
che forse lei avrebbe voluto - perché no? - qualcuno che la
consolasse... Anche solo con una parola.
- Scusa. -
Hanabi
sussultò fra le
lacrime, alzò il capo e incrociò gli occhi scuri
di Kiba,
che con le mani in tasca guardava imbarazzato la spessa lastra di
ghiaccio sotto di loro, come perso fra le numerose sfumature che la
particolareggiavano, rendendola brillante e viva - ma mai quanto
l'espressione attraente e di ritrosia che si era dipinta sul suo viso.
- Scusami, Hanabi.
Mi sono
comportato male. Oggi so che è il compleanno di tua madre.
Lo
so. Scusami. - lo sentì mugugnare sottovoce, ancora
più
rosso.
Kiba
Inuzuka che mi chiede scusa...
- Se vuoi... E se
ne sono capace anche io... Potremmo continuare a pattinare... Eh? -
...
e che mi propone, di sua iniziativa, di... Pattinare?
Rimasero in
silenzio - attorno a
loro continuavano gli schiamazzi dei bambini e degli adulti,
accompagnati dalla musica natalizia -, e fu in quel momento che la voce
fastidiosa ed
esultante di Naruto Uzumaki li riportò alla
realtà.
- Aiuto! Hinata
è
svenuta! Che ne dite di andare a mangiare un po' di ramen al chiosco
qui davanti? Secondo me, con una bella porzione bollente, Hinata si
riprenderebbe. -
- Io sono
d'accordo. Hanabi? - Kiba affondò di più le mani
nelle tasche, e la cercò con gli occhi.
Annuì
col capo, pensierosa.
Seguirono un Naruto
esultante -
fra le braccia teneva la povera Hinata che, inspiegabilmente,
balbettava nel sonno cose senza senso - e uscirono dalla pista.
Kiba aveva faticato
ad uscire
dalla pista ma, con un po' di buona volontà e qualche
imprecazione ai danni di Shino Aburame - che c'entrava in quella
storia... eccome se c'entrava! - riuscì a rifugiarsi sano e
salvo sul pavimento in marmo e caldo all'esterno della sala di
pattinaggio.
Si
liberò dei pattini -
per poco non uccise Naruto nel lanciarli via - e scattò in
piedi
con le sue beneamate scarpe da ginnastica.
Fuori aveva
cominciato a
nevicare, e quando Kiba respirò l'aria fredda dell'inverno,
si
rese conto che questa somigliava incredibilmente ad Hanabi.
L'Inverno era
splendido, gli piaceva giocare a palle di neve, aspettare che
arrivassero le feste natalizie...
Si voltò
un secondo verso
l'edificio alle sue spalle - coperto oramai da un lieve strato di
candida neve - e alzò le spalle, insofferente.
Un conto era la
neve e
quell'aria di malinconia che dava... Ma sentirsi costretto a pattinare
su una cosa come quella e in uno spazio secondo lui ristretto... Era
insopportabile.
L'inverno aveva
qualcosa che una pista scivolosa non avrebbe mai avuto... La
libertà di essere poetica e divertente!
Addio
ghiaccio! Kiba Inuzuka è di nuovo libero... Già
che ci
sono, andrò ad ammazzare qualcuno di mia conoscenza...,
si disse l'Inuzuka, sadico, tornando a pensare a Shino.
- Kiba...? -
Si
voltò, ritrovandosi davanti una Hanabi alquanto imbarazzata,
stretta nel suo piumino rosso.
Sospirò,
attento, e produsse una nuvoletta di vapore col suo respiro.
Carino. -
Cosa vuoi? -
- Grazie. -
soffiò semplicemente lei, arrossendo completamente. - Grazie
per... Le tue parole. Grazie. -
E senza dire altro,
gli diede un
bacio sulla guancia. Velocemente, e prima che Kiba capisse cosa fosse
successo, si allontanò per raggiungere Naruto e sua sorella.
Ma... Ma... L-lei... Ha...,
deglutì, confuso. Mi
ha... - ... baciato. - sussurrò il ragazzo,
tastandosi la guancia, imbambolato.
- Kiba, muoviti, il
ramen ci aspetta! -
Con un sorriso da
ebete stampato
in faccia, l'Inuzuka seguì la piccola Hanabi, chiedendosi
perché non l'avesse consolata prima.
- Kiba, sembri un animale
quando mangi! -
- Non è vero! -
- Sì, invece! -
- Ammazzati, Hyuuga. -
- KIBA! -
- Ahi! -
Adesso ne capiva il motivo.
::
The End ::
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Note
Autrice:
E arrivai Terza al Winter
Contest u.u Bene, siamo a posto xD ringrazio Pazza_io
per aver giudicato la mia e le altre storie!^^ è stata molto
gentile!*.*
Inoltre vi consiglio di andare a leggere le storie delle altre
partecipanti: x Saretta x,
Rinalamisteriosa
e Mayumi_san.
Sono davvero molto brave! (e le storie stupende! *.*).
Commenti? xD No? Ok u_u
Kiss,
.: Angel Ecate :.
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