Edward è il manifesto della più assoluta e profonda mancanza
di fede, è l’essere più scientifico e matematico di questo mondo, tanto che è
stato espresso più di un dubbio circa la sua componente umana piuttosto che
quella robotica. Non crede nelle fate, nel destino, nella predestinazione, in
un qualche forma di entità superiore tale da poter decidere e comandare le
sorti umane, in generale in tutte quelle cazzate romantiche che, al contrario,
suo fratello ama tanto. Edward sostiene sempre che abbia lasciato un pezzo di
cervello nella pancia della mamma.
Però, stamattina, Edward Elric si è svegliato
particolarmente rincoglionito. Sarà
stata la notte di sesso selvaggio, il Sole meraviglioso fuori dalla finestra,
la lunga dormita senza interruzioni, il fatto che oggi sia domenica e quindi
non vedrà la faccia da culo di Mustang – forse una somma di tutti questi
fattori, o solo uno in particolare, o nessuno; non importa, fatto sta che oggi,
mentre guarda Al, la sua testa viene invasa dal miele e un sorriso ebete gli si
apre in faccia e quasi lo invade. Ogni più piccolo particolare di suo fratello
è perfetto: i capelli lucidi e fini, le sopracciglia distese, la pelle liscia e
morbida, il collo chiaro – oh, oddio, è davvero perfetto, perfetto, perfettissimo.
Scrolla le spalle di Al con delicatezza, e va in brodo di
giuggiole quando il suo fratellino si stropiccia gli occhietti e si stiracchia
come un micino.
“Mh, niisan…?”,
mormora con voce impastata di sonno, e sembra davvero piccolissimo. Edward
impazzisce per quanto sia carino.
“Oh, niiiiiiiichaaaaan…”
Lo abbraccia fortissimo e lo bacia con trasporto, come se
fosse un bacio d’addio, uno di quelli dei film d’amore.
“Siamo proprio nati per incontrarci ed amarci…”,
gli sussurra all’orecchio con voce profonda e tremendamente romantica.
A questo punto, la prassi sarebbe che Al, oramai sciolto
anche lui in un budino innamorato, cominci a lacrimare dalla commozione per
quelle parole che non avrebbe mai creduto di sentir uscire dalla bocca di suo
fratello, quel modo di parlare che Edward ha sempre schernito ed odiato, poi lo
stringa forte, cantilenando “Anch’io anch’io anch’io…”
all’infinito – e forse ci sarebbe scappata un’altra sessione di sesso estremo,
va.
Invece, Al si limita a guardarlo con un odio lacerante –
sarà stata la notte di sesso selvaggio che non gli è particolarmente piaciuta,
considerando che Edward quando si convince di fare qualcosa nessuno è mai
riuscito ad impedirgli di farlo, e i vari “Niisan, queste manette mi fanno
male!”, “Niisan, p-potevi prepararmi, è una settimana che non facciamo nulla…” “Niisan, no, davvero, il vibratore non lo voglio,
no no no, mettilo giù,
mettilo giù ho detto!!” non sono serviti ad un bel nulla, sarà che questo gli
ha provocato un mal di schiena, un mal di testa e un odio verso il mondo non
indifferente, sarà che suo fratello lo ha usato come cuscino – mentre dorme, Ed
si muove molto, e ha ben pensato di piantarli un gomito nelle costole per stare
più comodo, per poi levarlo dopo varie lamentele ma per poi abbracciarlo come un
cuscino ma con una stretta che avrebbe usato per spaccare la schiena ad un
homunculus, sarà che tutto questo insieme di fastidiosissimi eventi gli ha
provocato più di un incubo e lo ha fatto dormire un totale di due ore e mezzo.
Sarà la somma di questi eventi, di uno o di nessuno, ma sentire Edward che,
candido come un fiore, innocente come un bambino, col viso fresco come se
avesse dormito tre giorni di fila coi sogni più belli, gli sussurra frasi che
trova solamente imbecilli, gli fa girare pesantemente i coglioni.
“Grazie al cazzo, niisan, siamo fratelli, proprio grazie al
cazzo!!”