La punizione

di Dragana
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LA PUNIZIONE

 

Seduto sul suo scuro trono a Dargaard Keep, Lord Soth avrebbe sospirato, se solo avesse avuto un corpo per poterlo fare.

Quasi sperava che ne arrivasse un altro, di quei baldanzosi cavalierini assetati di gloria o di denaro; non duravano mai molto, ma almeno rappresentavano un diversivo. Non un gran diversivo, certo; in trecento anni i simboli sulle armature erano sempre i medesimi, i discorsi sembravano tutti scritti dalla stessa persona, e le urla terrorizzate dei morenti avevano sempre lo stesso suono. Non che si aspettasse, che so, una donna bellissima che cavalcava un drago; ma per l’Abisso, si diceva, un po’ di fantasia.

Era consapevole di avere colpe immense, rimorsi e rimpianti con cui fare i conti. Non tentava di sfuggirvi. Non sapeva neppure se gli era concesso sfuggirvi; lo sa perfino un kender che, per quanto lontano si possa andare, non si andrà mai troppo lontani da se stessi. Eppure, fermo restando il suo dolore e pentimento senza fine, avrebbe voluto ancora qualcosa di insignificante che desse un barlume di senso alla sua vita, qualcosa che gli potesse dare l’impressione di sentir battere di nuovo un cuore che non c’era più, che gli facesse venire voglia di andarsene dalla sua rocca devastata dal fuoco; qualsiasi cosa, una voce, una battaglia, una missione stupida. Sì, o una donna, magari quella che arriva col drago, maledetto stolto, si diceva.

Non sarebbe arrivato niente, per lui. Non avrebbe mai rivolto suppliche agli dèi, non per sentirsi opporre uno sprezzante rifiuto, o peggio, un devastante silenzio; non avrebbero certamente ascoltato lui, che aveva avuto una parte così rilevante nello spingere gli uomini ad abbandonarli. Lord Soth sapeva di dover scontare fino in fondo la sua pena.

E sapeva, in fondo, di meritarla, quella punizione terribile.

Trecento anni, notte dopo notte, a sentire sempre la stessa canzone. E quelle maledette banshee cantavano malissimo.

 

 

 

 

Note: Scritta dopo aver preso d’impulso in libreria “I draghi dei signori dei cieli”; perché nel bene o nel male la saga di “Dragonlance” è stata un primo amore, e il primo amore non si scorda mai!





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