Chocolat, mon amour! di ShunLi (/viewuser.php?uid=11154)
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Come tutti i
sabati pomeriggio, dopo una giornata di lavoro che ti fa desiderare di
non andarci più e un mal di testa terribile, mi recai al
supermercato. A volte la trovo una stimolante passeggiata nell'anonimo,
una separazione della realtà netta e vera, dimenticandomi a
volte dei problemi che mi affliggono, come i genitori che litigano
sempre, una segretaria pigra e un lavoro di manager che non mi
gratifica per nulla.
Di
solito vado dove non mi conosce nessuno, anche se incontro
inevitabilmente qualche collega d'ufficio. Uomini noiosi che si vantano
del loro ego e della loro strabiliante abilità di manager.
Nessuno
di loro sa cosa vuol dire lavorare nel management.
E
per loro spendere qualche euro per la spesa non è nulla,
tanto hanno sempre un bigliettone da cento nelle tasche delle loro
giacche e dei loro pantaloni. Al contrario di me, che mentre parlo con
la cassiera di turno, sembra che lo faccia apposta a svuotarmi il
portafogli.
Eppure
alla fine non compro nulla di dispendioso.
Lo
shampoo alla vaniglia che adoro, una bottiglia di vino, il necessario
per la cura di sè, alcuni cibi surgelati, qualche
ingrediente fresco da cucinare nella settimana... Ok, sono una
contraddizione, ma alla fine il mio unico vizio è la
cioccolata. E i libri.
Sono
un connubio divino, che il mio ex ha saputo sopportare con eleganza.
Dopodichè ha posto un ultimatum: o il sesso con lui o le
serate come una vecchia bacucca. Indovinate cosa ho scelto?
Comunque
sia, l'unica cioccolata che mi piace la vende un minimarket piuttosto
lontano da casa mia. E' una soddisfazione andare una volta al mese per
fare la scorta necessaria alla mia sopravvivenza. Ma quel giorno, c'era
una sola tavoletta. La prendo in mano sconfortata. Rimiro la carta
rossa e blu che la avvolge, ne sento la consistenza, l'odore che si
percepisce appena te la metti sotto al naso. Le prime volte gli
impiegati mi guardavano come se fossi pazza. Ma poi ci hanno fatto
l'abitudine.
Mi
avvicino alla cassa e domando alla piccola cassiera (che sembra
nascondersi in quell'immenso banco scuro) se arriverà la mia
cioccolata.
"Ma
certo! Ma ti consiglio di venire qualche giorno prima."
"E
perchè mai?"
"Perchè
c'è qualche altro goloso che fa una consistente scorta di
quella cioccolata."
Sconvolta,
o meglio sorpresa, pago ed esco.
Rientrando
in macchina mi viene da pensare. Non è possibile che ci sia
qualcun'altro che sappia dell'esistenza di questa cioccolata. E dire
che mi ero documentata pure su internet per verificare la percentuale
di vendita rispetto alle barrette più famose. E quella che
tenevo in mano non era di certo tra le preferite.
Mi
ripromisi che la prossima scorta l'avrei fatta a metà
settimana: non poteva finire in mano ad altri, chi era costui o costei
che mi rubava la cioccolata?
Si,
sono infantile come i bambini.
Misi
in moto e tornai a casa.
Purtroppo,
quell'unica barra di cioccolata, non riuscì a placare la mia
voglia e a riempire i miei pomeriggi fra i libri. Era sconfortante
sapere che, anche se aprivo il mobiletto della dispensa, non ne avrei
trovata altra. Mica ero nel mondo di Willy Wonka, non sarebbe apparsa
da sola.
Quindi,
quando arrivò il fatidico giorno, ritornai al minimarket.
Inforcai
gli occhiali, aspettando non so cosa, e guardai dentro. C'era un via
vai di gente considerevole, in effetti il minimarket aveva prezzi
convenienti su tutto.
Scesi
dalla macchina e mi avviai al reparto. La cioccolata c'era. Mi
risollevai non poco. Non voglio esagerare, ma era il mio amore nei
giorni freddi e solitari.
Mi
abbassai e riempì il cestino in modo spropositato, fino a
quando non apparve un altra mano, che afferrava la cioccolata che avevo
in mano. Mi voltai per vedere chi era il/la blasfemo/a.
Rimasi
incantata: capelli castani, occhi verdi, occhiali da intellettuale,
bello da togliere il fiato. Il mio cuore inaridito rifiorì
di fronte a quella vista. Chi era quell'adoratore di cioccolata
sconosciuta a mezzo mondo?
"Oh
scusami, non te la volevo rubare. Ma visto che ti sei riempita il
cestino pensavo avessi finito..." Disse con voce sensuale. Nei primi
cinque secondi non reagì granchè.
"Ah,
ecco... Io... Si, veramente, ho finito..." Balbettai, imbarazzata.
Cavolo,
ma perchè compro tanta cioccolata?
Poi
mi accorsi che me la stava porgendo.
"Sei
sicura? Guarda che sono pronto a rinunciarci."
Riuscì
stentamente a formulare una frase.
"Non
ti preoccupare. Ho fatto il pieno. Goditi la tua cioccolata."
-Goditi
la tua cioccolata?!? Ma che cazzo dici, Francine?- Pensai.
"Grazie.
Anche tu." E se ne andò.
-ODDIO!!!
Solo io riesco a fare queste figure di merda?!- Ripensai.
Una
volta tornata a casa, odiai quella cioccolata. Sapevo che era un
pretesto per non prendermela con me stessa, ma divorata dalla vergogna,
mangiai tre barrette, una dietro l'altra.
Chissà
quale impressione gli avevo dato o che cosa aveva pensato di brutto nei
miei confronti.
Nelle
settimane successive, non lo rividi più. Era logico pensare
che, preferiva evitarmi, anche se non avevo fatto nulla. E io mi
autolesionavo lo stesso, rivederlo forse mi avrebbe dato più
sollievo della cioccolata. Era la prima volta che la pensavo
così.
"Allora
ti piace proprio quella cioccolata. E io che pensavo fosse una mania,
la tua, riempire il cestino sino all'orlo."
Disse,
con quella voce sensuale e allo stesso tempo curiosa.
Quando
lo vidi, nel suo viso c'era come un espressione di...
Felicità.
"Hai
ragione, la mia è una mania. Ma è anche la
cioccolata più buona che si possa trovare in giro."
"Ma
se ha un nome impronunciabile!" Disse ridendo, la mia controparte
maschile golosa.
"Pure
tu hai un nome impronunciabile?" Lo provocai.
"Dipende
dal tuo." Rispose a tono.
Sorrisi.
Quel giochino era divertente.
"Io
sono Francine." E gli porsi la mano.
"Io
sono Leo." Lui me la strinse.
E da
allora non ci siamo più divisi.
E'
così raro incontrare persone che condividano la tua stessa
passione, anche se serviva ad uno scopo puramente illusorio... Ah, e
soprattutto se la incontri in un minimarket.
Ogni
tanto io e Leo facciamo la spesa in quel minimarket, ma solo
perchè si diverte a prendermi in giro. Per la
quantità immane di cioccolata che compro ogni
mese. Ma stavolta è la quantità necessaria per
due persone.
OWARI
Ho
ritrovato questo racconto tra le fic originali conservate con gelosia
in un raccoglitore, e l'ho scritta per EFP rivedendola un pochino.
L'avevo scritta per un concorso su un giornale di cucina, e non venne
mai pubblicata, che delusione ç__ç
Ma
ora spero che voi possiate apprezzarla, e inoltre... Viva la cioccolata
v_V
Ja
ne by Shunny!
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