Prompt nuovissimo, di frettissima>< La
frase, questa volta, era "Stare con lei era l'inferno; ma in fondo
all'inferno c'era un cielo blu..." e ci ho dovuto pensare un po' prima di
arrivare a qualcosa che fosse anche solo vagamente soddisfacente. E quindi...
beh, ciò che ne è venuto fuori è questo, non ha molto senso, è troppo corta e ci
sono un sacco di cose non dette. Però stasera va un po' così, vi prego di
perdornarmi ><
Buona lettura!
-Watanuki! Porta anche del sakè insieme agli stuzzichini!-
Decisamente non era quello che Kimihiro Watanuki, sedici anni, sognava per il
suo San Valentino. Un pomeriggio con la sua Himawari-chan, magari mano nella
mano, davanti a una tazza di te o ai suoi splendidi cioccolatini con diversi
ripieni, fatti apposta per l'occasione.
Invece era rinchiuso lì, nel negozio di quella pazza, a servire stuzzichini e
bevande a uno strano ospite arrivato poco prima di lui. Non sembrava un cliente,
anzi, sembrava addirittura conoscere Yuuko da una vita, il che era terrificante
visto che, secondo lui, Yuuko aveva come minimo trecento anni. Era solo
capricciosa come una bambina e fastidiosa come una zecca ma, per il resto, era
convinto fosse molto vecchia. Matura, si rettificò da solo. Se quella donna
l'avesse sentito definirla "vecchia" come minimo gli avrebbe aumentato le ore di
lavoro, facendogli spolverare interi magazzini nascosti chissà dove in quella
casa enorme.
Quando entrò nel salottino reggendo il vassoio col sakè, l'aria che si
respirava era talmente pesante da poterla tagliare con un coltello. L'uomo, con
un sorrisino divertito sulle labbra, si stava sistemando gli occhiali mentre
Yuuko aveva le labbra stirate in una smorfia che non prometteva nulla di buono.
Assolutamente nulla di buono.
Dopo aver poggiato bottiglia e tazzine sul tavolo, accennò ad andarsene,
prima di incappare nell'ira della donna, quando la voce dell'uomo, calma e
profonda, raggiunse le sue orecchie carezzandogli il timpano. Si girò
sbigottito, chiedendosi come fosse possibile per una voce fare un simile
effetto, quando incontrò lo sguardo letteralmente furioso di Yuuko che si
rivolgeva all'ospite.
-Reed, smettila di Affascinarlo! Eri qui per parlare con me, no? Quindi basta
giochetti!-
-Ah, Yuuko... è così tanto che
non ci incontriamo, come puoi trattare così una vecchia conoscenza?-
-Non sei una "vecchia conoscenza", solo un vecchio mago con il gusto di
ficcare il naso negli affaracci altrui.
Watanuki, a quel piccolo scambio di battute in cui faticava leggermente a
riconoscere la strega che aveva per capo, ebbe un piccolo flash che sembrò
rischiarare una vecchia discussione fatta con Yuuko, a proposito di un mago e un
oggetto che avevano costruito insieme...
-Lei... è il signor Clow Reed?
Lui si girò, un sorrisetto accomodante in viso.
-Hai un'ottima memoria. Scommetto che ciò che hai sentito da Yuuko non era
molto lusinghiero...
Yuuko si limitò a girarsi verso il tavolino e a versarsi un bicchierino di
sakè, borbottando qualcosa che assomigliava tantissimo a "ficcanaso".
-Quindi tu sei il famoso Watanuki-kun. Ho sentito molto parlare di te. E non
solo dagli spiriti con cui sembri fare amicizia molto spesso.
A uno sguardo interrogativo, Yuuko sospirò qualcosa tipo "Amewarashi".
Decisamente, il sakè e Clow Reed-san le facevano perdere la voce, avrebbe
dovuto invitarlo più spesso.
Poi l'uomo si alzò, spolverandosi i pantaloni sovrappensiero.
-e' stato un piacere conoscerti, Watanuki-kun. Ora devo andare. Mi
raccomando, prenditi cura di Yuuko, lei da sola sembra non saperlo fare.-
La donna gli rivolse uno sguardo sprezzante prima che uscisse. Poi, come una
nuvola davanti al sole che si sposta, Yuuko tornò a essere quella di sembra.
Capricciosa, volubile, insomma, insopportabile. Però, dopotutto...
-Watanuki-kun! Li ho trovati in cucina! Li hai fatti per me? Grazie!
Con un urletto di giubilo, la strega cominciò a mangiare i
cioccolatini che aveva preparato con tanto amore per Himawari-chan.
Il ragazzo se ne andò sbattendo la porta, pensando che vivere con lei era un
vero inferno, e, anche se dicono che in fondo all'inferno il cielo era blu,
beh... lui ancora non l'aveva trovato!
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