L'amore
non è terreno: è divino.
Alejandro
la guardò negli occhi, indagando in profondità.
In quel momento gli
sembrò di rivivere un film, le diapositive scorrevano come
una
carrellata di immagini, sequenza dopo sequenza. Eléna era la
donna
della sua vita, l'angelo – o forse il diavolo, a giudicare
dal
carattere parecchio peperino – che l'aveva condannato ad
eterno
amore.
Si
era lasciato travolgere dalla sua astuta bellezza, dagli occhi
incantatori, sicuramente non poteva negare un certo piacere quando
custodiva le sue forme all'interno della sua mente, trovandosi a
provare un brivido felino – lo sentiva scorrere lungo la
colonna
vertebrale in modo turbolento.
«Mi
stai fissando da parecchio, Alejandro»
Disse
lei, sorridendo di malizia.
Quando
Eléna gli sorrideva in quel modo, sapeva già dove
voleva andare a
parare: improvvisamente i passi morirono, le due figure
s'avvicinarono, talmente tanto da sentire i sospiri dell'uno e
dell'altra... si trovarono a confonderli, tanto erano simili.
Sicuramente
la vita di Zorro era piena di sorprese inaspettate, di attimi
perfetti interrotti, di sacrifici e rinunce... ma anche di
soddisfazioni, dopotutto. La sorpresa più imprevedibile che
il
destino gli avesse fatto, il caso voleva che fosse lei. Tenace,
astuta, grintosa: Eléna gli aveva fatto perdere il senno, da
quel
giorno non era più riuscito a ragionar di mente ma solamente
di
cuore. Lo stesso organo che adesso agiva di proprio impulso,
prendendo direttive azzardate verso il corpo della moglie, privandola
delle sue vesti abituali e facendola gemere con piccoli baci timbrati
sul collo.
La
mano di quest'ultima andava armoniosamente a infilarsi tra i suoi
capelli, l'altra invece impattava contro il suo corpo, muovendosi in
modo sistematico, conoscendone ogni particolare. La luna rischiarava
solo con un pallido spicchio la stanza matrimoniale: quel che bastava
per permettere ai due di sorridersi l'un l'altro, in modo da
dimenticare i vecchi dissapori o i litigi inutili e godere di
quell'attimo di assoluta pace e quiete.
Gli
sguardi non giocavano, non accennavano nessuna malizia: vigeva uno
strano sentimento tra i due, un'affinità speciale che solo
due
amanti potrebbero capire. Ma loro erano questo ed altro: amanti,
fidanzati, coniugi, genitori, amici, compagni di un destino
ineluttabile.
Eléna
sapeva che gli sarebbe rimasta sempre accanto, qualunque cosa fosse
accaduta in futuro; senza di lui era come lo spicchio lunare che
adesso sembrava ritrarsi, come a voler lasciare la giusta
intimità
ai due. Senza Alejandro era incompleta, un involucro privo della sua
sostanza, una sola parte del tutto. Avendolo accanto ritrovava la
serenità, un sentimento divino e terreno al tempo stesso
occupava il
suo essere, corpo e anima. Cercava negli occhi di suo marito una
terrena risposta che
giustificasse quanto meno il loro imprevedibile destino, ma, con
rammarico, dovette ricredersi: riusciva a leggervi solamente una
sfumatura divina.
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