"Nella mia
stanza... Andiamo nella mia stanza."
Eh si, non poteva
più negarlo a se stesso, o perlomeno, prendersi in giro.
Da tempo Zoro gli
piaceva.
Ma non si era mai
avvicinato perchè lui correva dietro alle ragazze, lui
moriva per le ragazze... O forse era il suo stupido orgoglio?
Stupido marimo, in
ogni caso era tutta colpa sua.
La stanza del
biondino distava un bel pò dalla cucina, ma questo non
impedì ai due di scambiarsi effusioni.
Zoro
iniziò a baciarlo con foga, unendo il suo respiro con quello
del biondo. Le mani di quest'ultimo risalirono indecise sulla schiena
del marimo, alzandogli di poco la maglia.
Zoro sorrise
soddisfatto. Era quello che desiderava e per una volta, erano in due a
volere la medesima cosa.
Una volta arrivati
alla camera di Sanji, quest'ultimo la richiuse con un piede,
calciandola forte.
Zoro
tirò a sè il biondo, accarezzando il suo viso e i
suoi capelli, tantissimi fili d'oro morbidi e piacevoli al tatto. Altri
baci si susseguirono in una guerra in cui nessuno dei due avrebbe vinto.
"Ah, mh.." Sanji
boccheggiò in cerca d'aria, mentre il marimo lo spogliava.
Ogni suo gesto era terribilmente eccitante, gli faceva girare la testa.
Ad un certo punto,
qualcosa cambiò.
Pareva che Zoro
gli stesse strappando la camicia di dosso, dato che alcuni bottoni
saltarono via dall'indumento, finendo sul pavimento. Sanji sudava
febbrilmente, i suoi biondi capelli spettinati erano imperlati di
sudore. Continuò ad ansimare e si ritrovò
sdraiato sul materasso.
Il viso eccitato
del cuoco era una goduria.
Sentì
le braccia di Sanji allacciarsi al suo collo, mentre gli sfilava piano
i pantaloni.
Per tutta risposta
il biondo afferrò con foga la fascia che avvolgeva l'addome
dello spadaccino e gliela sfilò con un colpo secco,
abbandonandola poco dopo dove capitava.
Come erano
arrivati a questo? Si chiese il cuoco. Lo faceva apposta a farlo
ansimare a quel modo? Perchè? La sua testa non si chiedeva
altro.
"Perchè?"
Il pensiero si tramutò in domanda. Zoro inizialmente lo
ignorò, e solo al terzo perchè rispose.
"Perchè
mi piaci, stupido cuoco."
"No, non
può essere così..." Sussurrò Sanji a
mezzavoce.
"Io ti odio, ti
odio!"
"E invece io ti
adoro, anche quando sei incazzato." Ribattè la testa verde.
Una mano troppo invadente si insinuò nella biancheria.
Sanji
sussultò, e presto un calore sconosciuto lo invase.
"Zoro...Ah Zo...
Zoro..."
Con quel gesto,
Zoro aveva cercato di zittire il cuoco.
Ma quest'ultimo
non demorse.
"No, Zoro,
aspetta...Aspetta..."
"Cosa
c'è?"
"Io...Non..."
Sanji piegò il viso di lato. Non si sentiva pronto. Stava
accadendo tutto troppo in fretta, Zoro non aveva perso tempo, ma non
poteva biasimarlo. Era stato anche Sanji a farsi trasportare. Doveva
concedergli più tempo. Per lui era una cosa strana, ma come
poteva spiegarglielo?
"Non ti senti
pronto?" Domandò Zoro, come se avesse interpretato il suo
pensiero. Sanji annuì, senza aprir bocca.
Guardò
Zoro, sicuramente era deluso. Invece il suo sguardo era comprensivo.
"Va bene." E lo
baciò. Sfiorò le sue labbra dolcemente, prima di
raccogliere la fascia ed uscire dalla stanza.
Sanji rimase senza
respiro e si mise sotto le coperte con un dolce senso di inquietudine
nel petto. Zoro non aveva fatto storie. Aveva assentito al
suo desiderio e aveva smesso, giusto per dargli il tempo
necessario per decidere. Rimurginò abbastanza da farsi
venire sonno. Tanto la cena era pronta, quindi...
Ma il suo sonno
non durò molto, infatti a svegliarlo furono le grida di
Usopp e Chopper, che si litigavano per delle polpette.
"NOO! SONO MIE!!"
"MA IO NON LE HO
NEMMENO ASSAGGIATE! DAI!!"
"Ma sei o non sei
un dottore? Non lo sai che il fritto fa male alla salute?" A
quell'affermazione la povera renna si abbandonò sul
pavimento piangente.
Robin
affettuosamente la rincuorò.
"Su non
piangere... Insomma Usopp dopo tutto si tratta di una polpetta, cosa ti
costa?"
Sanji
entrò in cucina, ancora assonnato e un aspetto a dir poco
"sconvolto".
"Sanji, tutto
bene? Ti abbiamo svegliato?" Domandò Nami.
"Non ti
preoccupare... Ma che ore sono?"
"Sono le sette di
sera." Precisò Robin.
"Oh... Quindi non
avete mangiato?"
"Si non
vedi?"Frankie indicò Luffy con un ringonfio al posto della
pancia e stava beatamente dormendo.
"Quindi vi siete
arrangiati."
"No Sanji,
affatto! Non ci crederai, ma Zoro ha preso posto ai fornelli e ci ha
persino servito!" Comunicò Chopper, con tono meravigliato.
Anche Sanji se ne
sorprese.
Che l'avesse fatto
solo per fargli piacere?
Quella zucca
verde...
"Spero non abbia
combinato nessun danno."
"Invece dovevi
vederlo! E' stato grandioso quando ha affettato la cipolla con il terzo
coltello in bocca!" Raccontò Usopp.
Tutti si misero a
ridere. Per una volta, Zoro aveva fatto qualcosa di buono.
Zoro
sentì le risate dei suoi nakama. Si sentì
profondamente irritato. E dire che lo aveva fatto per loro. Ma
soprattutto per attirarsi l'attenzione del cuoco.
Il cielo stellato
era veramente stupendo quella sera. Sanji riusciva a vederne un pezzo
dall'oblò della cucina, distraendosi ogni tanto mentre
lavava i piatti. Infatti la sola luce accesa che si vedeva dalla
Thousand Sunny era quella del cuoco e Zoro, nonostante fosse di vedetta
quella sera, continuava a guardare in basso, anche solo per intravedere
il suo bel viso.
Stava lavando
troppi piatti si disse. Forse doveva dargli una mano.
Sanji
svuotò il lavandino con l'acqua sporca e lo
riempì un altra volta. Mise un goccio di detersivo e
aspettò che la schiuma divenne abbondane, prima di
risciaquare l'ennesimo piatto, ma...
"Ehi, cuoco."
Chiamò Zoro.
Quel piatto gli
scivolò dalle mani per lo spavento, e si depositò
sul lavandino con un suono sordo.
"Quante volte ti
ho detto di bussare?" Disse rinunciatario. Non valeva la pena litigare
con lui. Specie alle undici e mezzo della sera, rischiando di
disturbare gli altri. E poi fra tutti, proprio lui doveva piombare in
cucina?
"Pensavo avessi
bisogno d'aiuto."
"Non ti
preoccupare, ho quasi finito."
In
realtà aveva ancora una torre di pentole da lavare.
"Ma come fanno ad
accumularsi così tanti piatti?"
"E' colpa vostra.
Mangiate anche negli orari più impensabili."
Il rumore della
spugna che sfregava vigorosamente contro la stoviglia diede fine alla
discussione dei due.
Sanji, anche se
non lo dava a vedere, era ancora molto imbarazzato per quel che era
accaduto la sera prima.
"Posso stare qui?"
Domandò Zoro.
"Fa un
pò come ti pare." Rispose Sanji.
Il tipico
tintinnio delle katane smise di riempire il silenzio della cucina.
Sanji capì che Zoro se ne fosse sbarazzato. Ma il loro
proprietario non si era seduto al tavolo o seduto in terra.
Il calore del suo
petto gli riscaldò la schiena quando si avvicinò.
Le sue mani gli
cinsero la vita in una stretta possente.
E la sua testa si
poggiò nell'incavo del collo.
"Mi piaci
cuocastro."
Sanji sorrise.
"Mi piaci anche
tu, zucca verde." Ammise, arrossendo.
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