Correvo con lei in spalla, dopo una giornata nella mia radura preferita.
La nostra radura.
Correvo senza pensare a dove mettevo veramente i piedi, la mia mente era
troppo occupata a pensare ad altro.
Ero totalmente terrorizzato dal pensiero di perdere il controllo con
lei, di ucciderla facendole anche solo una carezza.
Tenevo troppo a lei. La amavo con tutto il mio cuore. Era tutta la
mia vita. Sarebbe stato un dolore fisico separarmi da lei.
Cercai di godermi la corsa, mentre sfioravo appena gli alberi. Sentivo
la sua presa su di me. Il suo corpo era rigido.
Dopo pochi minuti
eravamo al Pick- up, parcheggiato a lato della piccola stradina.
-
Elettrizzante, eh? – chiesi contento, anche se molto preoccupato
all’idea di non riuscire a fare ciò che volevo. Rimasi perfettamente
immobile aspettando che lei scendesse. Passavano i secondi, ma lei non
accennava a districare le braccia e le gambe intrecciate a me.
-
Bella? – chiesi ansioso. L’idea di averle fatto del male con la mia
folle corsa mi torturava.
-
Credo di dovermi sdraiare. – mi disse ansimante.
-
Oh, scusa. – aspettai che scendesse dalla mia schiena.
-
Ho bisogno di aiuto, credo. – io ridacchiai, sciolsi con facilità la sua
presa e la feci scivolare di lato. La presi tra le mie braccia fredde,
stringendola leggermente al petto e cullandola. Poi la posai per terra.
-
Come va? –
-
Credo di avere un po’ di nausea. –
-
Tieni la testa tra le ginocchia. – le consigliai. Lei restò lì, seduta
per terra, con la testa tra le ginocchia, mentre respirava lentamente.
Potevo sentire ogni suo respiro e ogni suo battito del cuore.
-
Forse non è stata una grande idea. – azzardai. Bella parlò con voce
roca.
-
No, è stato parecchio interessante. –
-
Ma dai! Sei pallida come un fantasma... anzi, sei pallida come me! –
-
Forse avrei dovuto chiudere gli occhi. –
-
La prossima volta ricordatelo. –
-
Ma quale prossima volta! – risi di gusto, dimenticando, per quanto può
dimenticare la mente di un vampiro, di essere preoccupato di farle del
male.
-
Spaccone. – sussurrò, ma io la sentii benissimo. Mi avvicinai ancora di
più a Bella. Aveva ancora gli occhi chiusi. Le sue palpebre erano
violacee, ma era perfetta. La creatura più bella che avessi mai visto. E
io l’amavo alla follia.
-
Apri gli occhi, Bella. – sussurrai. Il mio viso distava pochi centimetri
dal suo. Impressi nella memoria quella visione celestiale. Sentii il suo
cuore battere più velocemente di prima, con un ritmo irregolare. Quella
del suo cuore era la melodia più importante per me.
-
Mentre correvo
pensavo...
– cominciai, ma lei mi interruppe.
-
A non centrare gli alberi, spero. –
-
Sciocca. Correre per me è un gesto automatico, non è qualcosa a cui devo
stare attento. – ridacchiai.
-
Spaccone. – sussurrò di nuovo. Io le sorrisi di rimando.
-
Dicevo... – continuai. – Pensavo a una cosa che vorrei provare. – presi
il suo delicato e fragile viso tra le mani. Esitavo. Avevo paura. Ma io
dovevo controllare i miei desideri. Dovevo resistere perchè l’amavo.
Poi posai le mie labbra fredde sulle sue. |