Amore
non corrisposto
Ma che stai
facendo, Sennar?
Il ragazzo alza gli occhi azzurri sulla sua migliore amica.
La vede sorridere come non aveva mai fatto
dacché la conosceva. Come non aveva mai fatto con lui.
E’ imbarazzata, le guance sono rosse, gli occhi viola
stanno bassi per evitare di guardare quell’uomo davanti a lei, splendente
nella sua armatura lucente. Sennar sposta lo sguardo su di sé, osserva
la sua lunga tunica nera, le sue brache scure usurate
dal tempo, e si vergogna si sé manco fosse la prima volta. Sin da
piccolo l’avevano sempre preso in giro per i suoi capelli rossi, per il suo essere poco atletico. Non ci aveva mai fatto troppo
caso, ma adesso si sentiva un nodo alla gola.
Un magone che non riusciva a
mandare giù.
Smettila di torturarti, idiota!
Eppure, nonostante si dicesse di
non farlo, continuava a guardare l’amica completamente assorta dal bel
cavaliere che le stava di fronte. E non era solo per
l’armatura. Fen era Cavaliere di Drago, proprio quello che Nihal agognava
ad essere, aveva un drago bellissimo e imponente e poi Fen, era bello. Dannatamente bello con quei capelli castani che riflettevano in
mille ricci la luce dorata del sole e quegli occhi verdi che sembravano delle
foglie appena nate. Sennar ingoiò sperando che il magone sparisse.
Non guardarla, vattene.
Sì, avrebbe preso le sue cose e se ne sarebbe andato
a studiare qualche incantesimo lontano da loro. Ovunque, pur
di non vedere Nihal così felice con un altro che non fosse lui.
Senza dire una parola il mago si voltò e si allontanò,
constatando che nessuno l’avesse notato. Nemmeno Nihal.
In pochi minuti raggiunse la sua stanza,
era stanco. Quella notte non aveva dormito perché doveva
prepararsi per la cerimonia della mattina, adesso era un vero mago. Nihal era
stata con lui tutto il tempo, fino a che non si era assopita sulla sua spalla.
Era stato bello sentirla così vicina. Improvvisamente le immagini di
Nihal con il cavaliere gl’invasero la mente, di
nuovo. L’amica, la notte scorsa, gli aveva fatto chiaramente capire di
essersi innamorata di Fen. Non che lui non l’avesse già capito da
solo, ma sentirglielo pronunciare a voce alta era stato come se una lunga spada
l’avesse trafitto al cuore.
Ma perché diavolo mi sento così?
Seduto per terra, avvicinò le ginocchia al petto e
poi si prese la testa fra le mani. Non ne sapeva il motivo, ma sentiva una grande voglia di piangere. Non l’avrebbe fatto
però. Decise di uscire dalla stanza e andare a studiare nella biblioteca
del palazzo di Laodamea.
Nel silenzio
quasi pesante della piccola biblioteca del palazzo, Sennar ritrovò un
po’ di calma che sembrava averlo abbandonato in quei giorni. Provò
a concentrarsi sui libri, a buttarsi nello studio scacciando via tutti quei
pensieri che gli affollavano il cervello. Ma ogni
volta trovava qualcosa che gli ricordava la ragazza e il cavaliere. Una frase,
una figura. Seccato chiuse il libro e si appoggiò alla sedia scomoda
nella speranza di riuscire finalmente a liberare la mente. Era
un mago adesso, non poteva perdere tempo a pensare a certe cose.
Poi improvvisamente avvertì delle risate e dei
solleciti provenire da fuori. Si alzò e raggiunse la finestra più
vicina, da lì poteva vedere un ampio spiazzo di terra ed erba fresca. Le
urla provenivano da un gruppo di uomini proprio sotto
di lui, sembrava stessero assistendo a uno spettacolo. Per poco non svenne quando vide Nihal e Fen al centro intenti a duellare.
Il cavaliere era bravo, ma Nihal non era da meno,
attaccava e parava gli assalti del suo nemico. Sennar si soffermò a guardarla,
così concentrata, così precisa, elegante e forte al tempo stesso.
Poteva vedere la tensione dei muscoli sulle braccia, il ventre piatto, le gambe
veloci, i capelli lunghi ondeggiare al vento come una danza eterea. Era
così inconsciamente bella.
Non seppe dire per quanto tempo restò così,
imbambolato davanti alla finestra a guardarla, ma quando se ne rese conto era
già il tramonto, gli uomini che incitavano i due sfidanti se
n’erano andati eppure Nihal e Fen erano ancora lì a combattere.
Ti stai facendo solo del male, idiota.
Sospirò e uscì dalla
biblioteca deciso a prendere una boccata d’aria. Una volta fuori
si sedette per terra, sull’erba, sotto un portico del giardino dal quale
poteva ammirare in tranquillità il tramonto. Restò lì per
qualche minuto, la mente occupata dai soliti pensieri, e non si accorse della
voce alle sue spalle. Nihal dovette scrollarlo per frasi notare da lui. Sennar
la guardò stupito.
- Che fine hai fatto? Sei sparito... - disse lei
mentre gli si sedeva accanto.
Lui non rispose, e si limitò a guardare il tramonto
evitando gli occhi della ragazza. - Allora?- insistette lei.
Sennar scosse le spalle. - Che
importa, tanto non te ne sei accorta... - il tono era acido, troppo. Più di quanto volesse lui stesso e si pentì di quella
risposta. Nihal restò spiazzata non capendo cosa avesse l’amico ma decise di fingere di non averlo
sentito.
- Va tutto
bene, Sennar?- guardò il mago che teneva lo sguardo azzurro fisso sul
tramonto rossiccio, come se si sforzasse di non guardarla. Nihal notò
che le labbra erano serrate, un sopracciglio stava leggermente più in
basso dell’altro e le mani si stringevano l’una all’altra in
una morsa stretta. Capì immediatamente che era arrabbiato, ormai lo
conosceva fin troppo bene. L’unica cosa che gli sfuggiva, era il motivo.
- Si può
sapere che diavolo hai?- sbottò senza mezzi
termini, la dolcezza in quei casi non era mai dalla sua parte.
Sennar la guardò finalmente. - No, si può
sapere che hai tu!-
Il tono era alto, arrabbiato. Molto arrabbiato. Nihal sulle
prime non seppe rispondere.
- In che
senso?-
Vide il mago scrollare le spalle. - Lascia
perdere, se non ci arrivi da sola non ha alcun senso che sia io a
dirtelo... - e tornò a guardare il sole nascondersi dietro
l’orizzonte.
Nihal sentì montare la rabbia dentro di sé. -
Eh, no caro. Adesso me lo dici!-
- Cosa ti ho detto questa notte, Nihal?-
Lei lo guardò stupita e confusa. Pensò alla
notte passata insonne ad accudire l’amico, la
loro conversazione su Fen e sull’amore. Abbassò lo sguardo, ma la
voce di Sennar non si addolcì come al solito. -
Appunto... Nihal, davvero, credo sia meglio se tu lasci
perdere il cavaliere. Non può farti che male questa cosa.-
La ragazza tornò a fissarlo negli occhi. - Che
diritto hai di parlarmi così? Tu non hai la minima
idea di quello che provo quando lo vedo, non sai come
ci si sente ad amare qualcuno che non ti considera affatto ma che anzi, ha
già qualcuno che ama e che non sei tu. Non sai niente, Sennar! Perciò non venirmi a dire cosa devo o non devo fare,
sono affari miei. -
Gli aveva sputato quelle parole addosso
mentre si alzava in piedi infuriata con l’amico, ma soprattutto
con se stessa. Si detestava quando faceva così,
sfogarsi su Sennar non le sarebbe servito a niente, lui voleva solo aiutarla lo
sapeva. E sapeva anche che adesso lui l’avrebbe odiata e non lo voleva,
avrebbe voluto chiedergli scusa, dirgli che il suo era
stato solo un sfogo, che lui non c’entrava niente. Ma
stette zitta. Lo vide sospirare e credette che l’avrebbe
lasciata come al solito sfogarsi e sbollire. Invece si alzò anche lui,
lo sguardo fisso a terra, poi si voltò e la guardò più
infuriato di lei.
- Invece sei tu
quella che non ha la minima idea di come mi senta io! Credi che mi piaccia
vederti quell’ espressione trasognata quando lo
guardi? Credi che sia felice di vederti così allegra con lui tanto da
dimenticarti di me? Da non accorgerti nemmeno che me ne vado perché mi
sento di troppo? Credi davvero che non capisca come ti senti?-
Nihal lo guardò paralizzata, in due anni che lo conosceva
non l’aveva mai visto tanto infuriato e non ebbe
il tempo di rispondere che lui continuò.
- Oh, lo
capisco fin troppo bene Nihal, perché è la stessa cosa che provo
io da due anni! - la voce gli si smorzò in gola,
sentì gli occhi bruciare. Lo stava dicendo, finalmente lei avrebbe saputo la verità e lui si sarebbe liberato da
quel peso. Sapeva anche che però quelli erano gli ultimi attimi che
passavano l’uno amico dell’altra. Ma non si fermò, quelle parole stavano nella sua gola
da troppo tempo, e adesso che erano trapelate le sentiva uscire quasi contro la
propria volontà, non riusciva a fermarle. Vide gli occhi viola della
ragazza continuare a fissarlo sempre più stupiti e confusi, lo sapeva
già che lei non si era mai accorta di niente. Del resto, era stato molto
bravo a nasconderlo, ma non la lasciò parlare di nuovo.
- Sono stato
bravo a nasconderlo vero? Purtroppo Fen ha rovinato tutto, ha
distrutto tutte le mie fatiche. Mi sento un idiota adesso, perché so
cosa provi per me, e so che non è la stessa
cosa che sento io. Scoprirti innamorata di Fen mi ha fatto
male Nihal, troppo. Più di quanto avrei creduto
di riuscire a sopportare. So come ci si sente ad amare e non essere
riamati, Nihal, è una sensazione orribile. E’ tremenda, vorresti
piangere tutto il giorno, ma sai che non puoi farlo, sai
che non puoi farti scoprire. Eppure continui a sentire quel sentimento dentro e
anche se vorresti mandarlo via non ci riesci, è
troppo forte. - il tono era sceso ad addolcirsi, ma si
avvertiva una punta d’amarezza nella voce del ragazzo che si era voltato
a guardare quella poca luce del tramonto che spuntava dall’orizzonte.
Aveva preferito evitare di guardarla, ma non smise di
dar luce a quel fiume di parole.
- Accanto a Fen
mi sento un idiota. Ed è la verità, perché lui rappresenta
tutto ciò in cui credi, inoltre è bello.
Io invece sono un ragazzo che non ha nulla di speciale, a
parte fare qualche magia. Non sono niente al suo confronto, e lo capisco
benissimo. E’ solo che vorrei tanto evitarti il dolore che provo io
adesso, perché lo proverai Nihal se continui
con questa storia. Starai male e soffrirai, ed io non voglio
che tu soffra. Voglio poterti liberare dal dolore che già ti tormenta, vorrei poter spazzare via le voci e i sogni che ti
perseguitano. Vorrei essere capace di cancellare tutto il dolore che provi,
perché anche se non lo ammetterai mai sei fragile. Io lo so. - prese fiato e continuò. Alle sue spalle solo silenzio.
- Sono
un’egoista, perché in realtà sono felice
quando vieni da me per qualche tuo problema. Sono felice
quando mi scuoti la notte, svegliandomi perché hai avuto un altro
incubo e hai bisogno di me per tranquillizzarti. Sono felice
quando resti fra le mie braccia e ti addormenti finalmente tranquilla. Ma non voglio più vederti così, Nihal. Non
voglio che tu soffra, non tu. Non voglio vederti piangere perché ti amo,
anche se tu non mi amerai mai... -
Finalmente si sentì libero.
Prese un respiro profondo, ma non era agitato. Si sentiva
stranamente calmo, forse perché sapeva già cosa lo avrebbe
atteso. Lentamente, con riluttanza, si voltò a guardarla.
Nihal stava piangendo.
Se ne stava immobile, le labbra serrate, lo sguardo fisso su
di lui, le braccia lasciate cadere lungo i fianchi. Solo le lacrime si
muovevano sinuose sul suo viso.
Sennar sospirò, vederla piangere
gli aveva stretto il cuore. Lo aveva capito, nonostante tutto.
- Ti ho appena detto che non voglio vederti piangere.- provò a
ridere, ma gli uscì solo un sorriso forzato.
Nihal non si mosse e allora lui la raggiunse e le asciugò
il viso dolcemente con le dita. - Scusami, non avrei mai dovuto dirtelo, non
così.-
Senza che se ne rendesse conto,
avvertì le labbra della ragazza posarsi sulle sue, allora le
circondò la vita con le braccia e le accarezzò la schiena mentre
assaporava il gusto di quel bacio salato.
Una mano lo scosse. - Sennar, che stai facendo?-
Gli occhi azzurri si aprirono piano e incontrarono il viso
della ragazza china su di lui. Il viso del mago si arrossò
all’istante e si tirò su a sedere. Cos’era successo? Dov’era?
- Allora? Si
può sapere dove sei sparito tutto il giorno? Ero preoccupata, ti ho
cercato dappertutto!-
Nihal gli si sedette accanto e Sennar la guardò senza
capire del tutto. Guardò il tramonto davanti a loro e seppe di aver
sognato. La guardò sorridendo.
Non posso dirglielo,
non accadrebbe mai ciò che è accaduto
nel sogno.
- Scusami, mi
sono messo qua a studiare e devo essermi addormentato.-
Nihal incrociò le braccia sul seno ancora immaturo. -
Sempre il solito eh... io ho combattuto con Fen, e me la sono cavata
egregiamente!-
Il mago guardò divertito il sorriso dell’amica
gonfiarsi d’orgoglio.
L’amava, ma non gliel’avrebbe
detto.
Non adesso.
- Sempre la
solita, eh.-
Fine
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Note
autrice: Eccomi qua con l’ennesima
fic sulle cronache... ho avuto un lampo d’ispirazione e l’ho fatta
senza pensarci. E dopo, mentre la scrivevo, mi sono
accorta di aver creato un seguito alla mia altra fic “Rivelazioni”
senza volerlo realmente.
Che dire?
Mi sono divertita a farla! *-*
Spero sia stata una lettura di vostro gradimento...
ringrazio ancora tutte le persone che continuano e leggermi, ma soprattutto coloro che recensiscono puntualmente. *-*
Grazie, grazie e ancora un trilione di volte grazie!!!
Alla prossima!
Selhin