Autore: Nezu
[Kuroi the black]
Titolo: La
differenza
Fandom: Harry
Potter
Pairing:
Sirius/Regulus
Personaggi:
Sirius Black, Regulus Black, accennato Remus Lupin
Rating:
arancione
Genere: drammatico,
triste, introspettivo
Avvertimenti:
slash, one-shot, flash-fic, angst
Note Autrice: scritta
per il p0rn fest con il prompt "inferiorità". Cuccioli
entrambi <3 *ama*
E prima o poi dovrò scrivere qualcosa di non angst su di
loro ù_ù bisogna sempre andare contro corrente
ù_ù *riot
La differenza
Sirius era splendido, osannato da tutti, sprezzante del pericolo,
dell'autorità, di tutto ciò di cui era succube
Regulus.
Sirius era un egocentrico bastardo, ma tutti lo amavano lo stesso solo
per il fatto di esistere: ogni effrazione veniva perdonata, ogni sua
azione veniva lodata; Sirius sembrava avere il mondo ai suoi piedi.
Regulus no.
Regulus stava in silenzio ad osservarlo, aspettando la prima litigata
tra il fratello e Lupin, certo che allora Sirius sarebbe venuto a
cercarlo, l'avrebbe braccato in bagno, in una classe vuota, in
dormitorio, in uno sgabuzzino, e si sarebbe sfogato su di lui.
Regulus sentiva di non essere come il fratello: non c'erano applausi
per lui, non c'erano lodi, se non quelle dei genitori, gli unici che
sembravano essere dalla sua parte.
Perché il piccolo Black era estremamente mediocre,
terribilmente normale.
E sapere di essere solo un canale di sfogo non lo faceva sentire
importante quando suo fratello gli saltava addosso senza dire una
parola, toccandolo ovunque, penetrandolo, fottendolo con rabbia.
Avevano rischiato di essere scoperti diverse volte e Regulus sapeva che
prima o poi la cosa si sarebbe scoperta; immaginava anche come sarebbe
andata a finire: un disonore per se stesso, una pacca sulla spalla per
Sirius.
Non si sentiva bene quando il fratello entrava in lui, gli mordeva il
collo e le spalle, gli lasciava segni sulla pelle che ci mettevano
settimane per sparire.
E quando Sirius se ne andava, sempre senza aprire bocca, Regulus si
accasciava a terra, in silenzio, la mente svuotata da ogni pensiero,
con solo l'irresistibile desiderio di prendere a pugni lo specchio
davanti a sé, che rifletteva il suo volto, così
simile a quello del fratello.
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