Fuffa legale: Gundam e i nomi correlati sono di proprietà di Sunrise/Sotsu
Agency, i creatori originali sono Yoshiyuki Tomino e Hajime Yatate (sì, insomma,
chiunque si nascondesse dietro questo nome all’epoca). Lo scritto seguente è
realizzato a titolo di sollazzo personale, senza fini di lucro.
Attenzione: chi ha già letto la fanfiction Una Storia di Guerra Qualsiasi,
pubblicata su questo stesso sito, può anche evitare il primo capitolo di Gundam
D. Che è, all’atto pratico, una director’s cut di quel racconto, con gli errori
corretti e le note conclusive riviste. Qualcuno si sarà anche accorto che ho
sovrascritto quella stessa storia, senza creare uno spazio apposito per Gundam
D. Mi sembrava la cosa più logica da fare. I capitoli oltre il primo, invece,
sono completamente inediti e ne rappresentano un seguito.
***
CAPITOLO 1: CIÒ CHE A NESSUNO INTERESSA
***
Il cielo era nuvoloso. La foresta era silenziosa. Una pioggia rada e leggera
cadeva tra gli abeti.
La foresta era silenziosa. La maggior parte degli animali che la abitavano
era già caduta in letargo e gli altri erano migrati verso sud, come l’istinto
ordinava loro di fare da generazioni, seguendo le rotte dei loro antenati. Era
incredibile come questo stesso istinto portasse gli animali a migrare ogni anno
nello stesso periodo. Sembrava quasi che viaggiare fosse l’unico modo per
scampare alla morte.
Anche per gli esseri umani era stato così.
O almeno, questo era quanto alcuni avevano pensato. In realtà, per l’umanità,
l’inizio della migrazione era coinciso con la fine di quella pace che la nascita
della Federazione Terrestre sembrava avere garantito definitivamente.
Un tuono squarciò il silenzio. Poi un rumore ritmico, battente, pesante.
Sempre più pesante man mano che si avvicinava. Gli alberi si piegarono sotto la
forza del gigante metallico che correva; l’enorme macchina antropomorfa,
muovendosi con un’agilità impensabile per le sue dimensioni, abbatteva piante a
ogni passo. Era un mobile suit. Sulle sue spalle e sulla sua testa erano stati
attaccati rami e fronde; tutto il suo corpo era stato macchiato di fango e
terra. Nonostante questo, il goffo tentativo di mimetizzarlo non era riuscito a
coprire completamente il suo colore bianco, né il rosso del torace.
All’improvviso, un altro rumore, più minaccioso del tuono, più minaccioso del
ritmico battito del passo della macchina, esplose in aria. Una mitragliatrice da
120 mm. era molto più grossa di quella che un essere umano avrebbe potuto
impugnare. E molto più rumorosa. Spinto in aria dai razzi nel backpack, un altro
mobile suit stava scaricando la propria arma da fuoco contro il primo. Questo
secondo gigante meccanico era verde; quando il suo balzo gli fece superare il
bersaglio, smise di sparare e atterrò esattamente davanti al suo avversario.
Il mobile suit bianco e rosso si bloccò di colpo; senza aspettare un secondo,
portò la mano destra alla gamba. Dal fianco dell’arto inferiore si aprì un vano,
dal quale estrasse un piccolo cilindro metallico; un attimo dopo, da esso
scaturì un fascio di luce violacea, che, stabilizzandosi, assunse una forma che
ricordava la lama di una spada. Senza perdere tempo, approfittando del fatto che
il mobile suit verde era appena atterrato, il bianco scattò in avanti, agitando
la beam saber. Sembrava sapere di essere troppo lontano per colpire
effettivamente il nemico, ma ottenne comunque il proprio scopo: la canna della
mitragliatrice fu tagliata a metà.
La macchina verde balzò di nuovo, stavolta all’indietro. Apparentemente, il
pilota si era reso conto di avere perso il proprio vantaggio: lasciò cadere
quello che restava della sua arma da fuoco, mentre l’unico occhio brillante del
suo gigante antropomorfo si fissava sul nemico, e portò la mano alla cintola,
staccandone la grossa accetta che vi era fissata. L’heat hawk sibilò
sinistramente, mentre la sua lama prendeva a riscaldarsi e le gocce di pioggia
evaporavano man mano che vi cadevano.
I due mobile suit sembrarono studiarsi per un lunghissimo istante; poi,
caricarono l’uno verso l’altro.
Fu un attimo: prima ancora che chiunque potesse rendersi conto di cosa stesse
succedendo, un nuovo rumore tonante squarciò l’aria, seguito da una luce più
intensa di quella di un lampo.
Il mobile suit verde fu sbalzato violentemente a terra, mentre il suo braccio
destro e la sua testa, insieme con parte del suo torace, finivano in frantumi,
trasformandosi improvvisamente in un ammasso di lamiere informi e metallo fuso.
A circa seicento metri di distanza, anch’esso coperto di fango e fronde, un
altro mobile suit aspettava che gli enormi cannoni montati sulle sue spalle si
raffreddassero, prima di muovere i possenti cingoli che aveva al posto delle
gambe.
Al suo interno, un fumo denso e puzzolente opprimeva l’abitacolo. Ne uscì
solo quando il boccaporto principale si aprì.
Il sergente Graham Locke tirò una profonda boccata d’aria, subito seguita da
una serie di colpi di tosse che gli sembrò interminabile. Del resto, per uno
come lui, un trentenne che aveva iniziato a fumare solo dopo essere diventato
pilota perché gli avevano detto che aiutava a scrollarsi di dosso la tensione,
tapparsi in un ambiente ristretto con una sigaretta in bocca era una specie di
suicidio.
Respirò l’aria della foresta a pieni polmoni, ringraziando qualsiasi dio gli
venisse in mente per essere sopravvissuto. Non tanto alla battaglia, ma alla
sigaretta. Si stese quanto più poteva sul sedile e fece per passarsi una mano
tra i capelli. Li aveva sempre avuti lunghi, e tendeva a dimenticarsi che glieli
avevano fatti tagliare al momento di arruolarlo. Quello che lo distrasse da
questi pensieri fu il gracchiare della radio. Sapeva già cosa gli sarebbe stato
detto. In realtà, aveva sperato che le particelle Minovsky impedissero questa
comunicazione.
"Sei una testa di cazzo immensa", disse una voce di donna, evidentemente
seccata, proveniente dalla radio. "Lo so", rispose Graham senza scomporsi
troppo. "Preferivi che ti lasciassi da sola a vedertela con quello Zack?
Controlla se il pilota è vivo, piuttosto, credo che al comandante non
dispiacerebbe avere qualche informazione sui nuovi modelli di mobile suit che
sono stati avvistati da queste parti". "Ribadisco che sei una testa di cazzo",
ripeté la donna. "E, per rispondere alla tua domanda, sì, avrei preferito che mi
lasciassi sola a vedermela con quello Zack. Ti rendi conto di cosa hai
rischiato?". Graham ruotò gli occhi al cielo: "Tranquilla, non ho rischiato
niente. Ho sparato solo quando vi siete trovati a una distanza tale che non
avrei potuto colpirti per sbaglio". "Non è questo il punto!", esplose la donna,
stavolta apparentemente sul punto d aggredire verbalmente l’uomo, "Ti sei
dimenticato che questi affari funzionano con un reattore atomico? Cosa sarebbe
successo se l’avessi preso? Anche se ci hanno appena consegnato questi modelli,
non dovresti sottovalutare un fatto del genere!". "Ma dai!", cercò lui di
buttarla sul ridere, "Non mi dirai che la mia dolce Dolly si è arrabbiata". "Non
sono dolce e non sono tua", fu la risposta. "Tra l’altro, non ricordo di averti
mai autorizzato a chiamarmi Dolly. E adesso diamoci un taglio con le stronzate,
torniamo al campo base".
***
"Vedrò di essere chiaro", disse il tenente Ridley puntando gli occhi sul
pilota di Zeon seduto sulla sedia all’interno della sua tenda da campo, "Ho
bisogno che tu mi dia alcune informazioni. Se non lo farai, be’, chissà". Lanciò
un’occhiata all’enorme uomo biondo che, con indosso un’uniforme federale che
sembrava doversi strappare da un momento all’altro sotto la pressione dei suoi
muscoli, stava dietro il prigioniero. Lo zeoniano girò la testa verso le proprie
spalle, guardando il grottesco mix tra stazza enorme, biondi capelli a spazzola
e piccoli occhi porcini del soldato nemico. Sembrava che, contrapposto al viso
franco e rassicurante di Ridley, fosse stato portato lì apposta per fare il
giochino del ‘poliziotto buono-poliziotto cattivo’. Ancora nella sua normal
suit, dopo solo essersi tolto il casco, il pilota di Zeon pensò fosse una buona
idea non farsi impressionare: "Non credo che mi farete ‘chissà’. Mi aspetto che
la mia permanenza presso di voi venga gestita secondo il Trattato del Polo Sud".
"’Sti cazzi del Trattato del Polo Sud", replicò il tenente fissando il pilota
nei suoi freddi occhi azzurri, "Non l’ho mica firmato io!".
Ridley non era imponente, ma dava l’impressione di esserlo. Aveva praticato
equitazione fin da bambino e il suo portamento eretto e il suo passo misurato lo
facevano sembrare più alto di quanto non fosse in realtà. Non aveva avuto
bisogno di tagliarsi i capelli, una volta arruolatosi: a trentasei anni,
l’alopecia aveva già trasformato la sua testa in qualcosa di molto simile a una
palla da biliardo.
Per contro, il soldato di Zeon, non sembrava molto intimidito da
quell’interrogatorio. Doveva essere alto più o meno quanto Ridley, ma il suo
fisico esile non lo aiutava a sembrare più grosso. I suoi capelli neri, corti e
appiattiti sulla testa, gli davano un’aria da studente modello appena
diplomato.
"Allora, vediamo di rifare daccapo", riprese il tenente, "Nome e grado?".
"Sergente Matthew Meyer", rispose lo zeoniano con tono di voce chiaramente
seccato.
"Oh, bene. Ora, sappiamo dov’è il vostro quartier generale in questa zona, ma
non conosciamo l’esatta entità delle sue forze. Dovresti dirmi quanta gente c’è
e di quali mezzi dispone".
"Non prendermi in giro, dai… Non so quanta gente ci sia, non li ho mai
contati. Solo alcuni ufficiali hanno accesso ai registri con il numero esatto.
Riguardo ai mezzi, pensi davvero che ti darei un’informazione del genere?".
"No che non lo penso. Però credo anche che non abbiate molto, altrimenti i
tuoi compagni si sarebbero già messi in moto dopo aver trovato i tre mobile suit
che abbiamo abbattuto oggi. Allora cambio la domanda. Tra i mobile suit della
squadriglia con cui eri tu c’era un modello che non ho mai visto, quello con
l’antenna di comando sulla testa. Cos’era esattamente?".
"Vuoi il nome? MS-07B, credo. Mi pare lo chiamassero così".
"No, voglio sapere che armi monta. Potenza del generatore, autonomia,
mobilità al suolo… Cose di questo tipo".
"Non lo pilotavo io, quindi non lo so. Non mi vado a leggere le specifiche
tecniche, mi rendo conto delle prestazioni di un mobile suit quando metto il
culo sul sedile. In compenso, posso snocciolarvi tutte le caratteristiche di
quello che avevo io e che mi avete distrutto, un fiammante MS-06J Zack II. Che
ne dite?".
"Che sei uno stronzo. Sai benissimo che la Federazione conosce perfettamente
quel modello. E ti dico anche che secondo me tu sai molte più cose di quelle che
ci vuoi dire".
Ridley non fece in tempo a fare un’altra domanda: una donna in uniforme
federale entrò nella tenda. Aveva un’aria di sufficienza sul volto. Più che una
subordinata che si presentasse a un ufficiale, sembrava una ragazza che
lanciasse un’occhiata di superiorità a un pretendente rifiutato. I suoi lunghi
capelli neri, pettinati all’indietro e raccolti in una treccia, dei quali un
singolo ciuffo ricadeva sul viso, sembravano sottolineare la sua espressione,
accentuando l’idea che fosse molto seccata per il fatto di trovarsi lì.
"Tenente, è arrivata la persona che aspettavamo", disse la donna puntando su
Ridley i suoi occhi verde scuro. "Era ora!", esclamò l’uomo allargando le
braccia con un’espressione sollevata. "Non mi sembrava proprio il caso di
restare ulteriormente in zona. A quest’ora gli zeoniani ci staranno già dando la
caccia, dobbiamo levare le tende al più presto. Ah, una cosa", aggiunse Ridley
rivolgendosi a Meyer, "Questa qui – indicò la donna appena arrivata – è quella
che ha abbattuto i tuoi compagni. Come ti senti all’idea che una squadra di
piloti di Zeon sia stata tirata giù quasi interamente da una donna?". "Fai un
po’ tu", rispose il pilota sogghignando. "Mi sento come uno che la stava
inseguendo mentre lei se la dava a gambe…". "Avevo con me solo il bazooka gun e
me l’hai tolto avvicinandoti mentre bersagliavo i tuoi compagni!", ritorse la
giovane acidamente. "Era inutile affrontare un altro nemico quando sapevo che un
commilitone era appostato lì vicino". "Sì?", domandò Meyer canzonatorio, "E
avevi previsto che lui mi avrebbe sparato rischiando di coinvolgerti
nell’esplosione del reattore nucleare del mio Zack? E hai accettato il rischio
per farmi fuori?". "Lascialo perdere, Dolores", disse Ridley uscendo dalla
tenda. "Non metterti a fare discussioni con un tizio che si è fatto tirare giù
come un pivello. Dagli un occhio mentre io vado dal messaggero".
***
Il messaggero era un ragazzo sui vent’anni. O almeno così sembrava. Una
profonda cicatrice gli attraversava la guancia destra e i suoi arruffati capelli
castani erano pieni di polvere e bagnati dalla pioggia. Era arrivato su di una
jeep a tetto scoperto piuttosto malridotta. I suoi vestiti civili, sporchi e
impolverati, non avrebbero mai fatto pensare a un soldato federale. Il che era
proprio ciò che ci si augurava.
Nonostante fosse palesemente più giovane di Ridley, e, con tutta probabilità,
anche inferiore in grado, non si fece problemi a dire quello che gli passava per
la testa: "Tenente, posso chiederle se è completamente rincoglionito?". "Non è
che avessi molta scelta… Non potevamo fare altrimenti", rispose l’uomo più
anziano scuotendo il capo. "Me lo auguro", ritorse il nuovo arrivato. "Spero che
lei capisca che attaccare una pattuglia in pieno territorio nemico, tra l’altro
mentre ci si trova qui solo per spostarsi da una zona a un’altra, è un’idiozia
che nemmeno il più ingenuo dei soldati commetterebbe".
"Quella pattuglia si stava dirigendo in questa direzione. Avrebbe scoperto il
nostro campo, non potevamo permettere che trasmettesse la nostra esatta
posizione al comando, né eravamo in grado di andarcene senza essere notati".
"Se gli zeoniani hanno trovato i rottami, saranno già sulle vostre tracce,
ormai sanno benissimo che siete in zona. Dovete andarvene al più presto".
"Grazie per la sua incredibile abilità nel dedurre l’ovvio. Stavamo
aspettando solo lei, a dire la verità. Non è che organizzare un rendez vou nel
bel mezzo del territorio nemico sia il massimo dell’intelligenza, d’altra
parte…".
"Tenente, devo ricordarle che l’unità della quale facevate parte lei e i suoi
uomini è stata sterminata due settimane fa in Svizzera? Al tempo, riuscimmo solo
a farvi pervenire l’ordine di muovervi verso est e sa bene che i dintorni di
questa zona sono troppo pieni di particelle Minovsky perché le comunicazioni
radio funzionino decentemente. Non c’era altro modo per farvi avere gli
ordini".
"Che sarebbero?".
"Continuate a muovervi. Dovete arrivare in Ucraina entro un mese. Stiamo
radunando lì le nostre truppe provenienti dall’Europa e dall’ovest dell’Asia.
Dovete arrivare nei pressi di Odessa: una volta lì, riceverete nuovi
ordini".
"Un raduno di truppe? Significa che stiamo preparando un contrattacco in
grande stile?".
"Nemmeno io conosco i dettagli. Fatto sta che i capoccioni vogliono mettere
insieme una gran quantità di soldati, quindi stanno dirigendo a Odessa tutte le
squadre che non hanno compiti inderogabili. A proposito, come siete messi a
mobile suit?".
"Discretamente. Abbiamo due GM e un Guntank. A proposito, se passa da Juburo,
potrebbe dire che colorino decentemente questi affari? Come facciamo a
mimetizzare una macchina antropomorfa di diciotto metri bianca e rossa?".
"Tenente, lei pensa che io passi da Jaburo per fare le vacanze? Non ci sono
mai stato in vita mia, e non ho in programma di andarci. Non decido io come
colorare i mobile suit. Ah, a proposito… Non so quanto le possa interessare, ma
il comandante dell’Armata di Occupazione del Nord America è morto in
battaglia".
"Cosa?". Ridley era sinceramente sorpreso. Aveva sentito dire che il
comandante dell’Armata di Occupazione del Nord America era il figlio minore del
reggente di Zeon e non si aspettava che partecipasse effettivamente alle azioni.
"Questa sì che è una notizia! Sarà un duro colpo per il nemico".
"Già, probabile. Pare che stiano trasmettendo il suo funerale in diretta per
tutta la Sfera Terrestre. È un peccato non avere un televisore sottomano. La
cosa più strana è che sembra sia caduto durante uno scontro con una sola nostra
corazzata il cui equipaggio è costituito da dei ragazzini".
"Ma scherza?".
"Magari. Ormai sono morti tanti di quei soldati, che non possiamo fare a meno
di mandare sul campo chiunque sia in grado di imbracciare un fucile. Però pare
che quei ragazzini stiano veramente facendo sfracelli, pur avendo solo tre
mobile suit a bordo. Dicono siano sfuggiti un paio di volte al famoso Cometa
Rossa e adesso, con questo casino che hanno combinato, si tireranno dietro mezzo
esercito di Zeon. Il che, considerato che mi risulta siano stati dati anche a
loro gli stessi ordini che io sto dando a voi, potrebbe tornarci utile. Sa che
hanno anche loro un Guntank?".
"Come il nostro?".
"No, credo che il loro sia il prototipo, mentre la vostra sarà la variante
prodotta in serie. Comunque sia, è meglio che vi mettiate in viaggio al più
presto. Ah, aveva detto che avete con voi un prigioniero, no?".
"Già. Lo prende in consegna lei per portarlo al quartier generale?".
"Scherza? Io da solo? Guardi che non abbiamo un quartier generale qua vicino,
ho dovuto fare un viaggio piuttosto lungo per arrivare. Non potrei mai assumermi
da solo la responsabilità di un prigioniero. Potete solo portarvelo dietro fino
a Odessa. La cosa migliore, a dire la verità, sarebbe ammazzarlo dopo averlo
fatto parlare, ma il Trattato del Polo Sud lo proibisce… Solo che… come dire…
non credo che sulla strada da qui a Odessa troverete molta gente disposta a
controllare che lo rispettiate. Con questo non vi sto dicendo di uccidere
effettivamente il prigioniero, beninteso… Però gli incidenti possono sempre
capitare, no?".
"Ammiro l’abilità di certa gente di tenere il piede in due scarpe e di fare
passare un consiglio esplicito per un velato suggerimento, tra l’altro con
parole alquanto banali".
"Che vita ingiusta, eh? Comunque sia, si accerti di memorizzare le coordinate
che le fornirò ora: sono quelle del punto esatto in cui dovete dirigervi…".
***
"Era solo questione di tempo", mormorò il capitano Augusto Schroeder, seduto
sui talloni, esaminando l’enorme impronta sul terreno fangoso. Mentre la pioggia
notturna picchiettava sulla sua uniforme di ufficiale di Zeon, si alzò in piedi,
raddrizzando la schiena. Aveva l’impressione che un comandante dai lunghi
capelli color acciaio, con la sua rada barba mal curata e qualche ruga di troppo
attorno agli occhi, desse un’impressione di debolezza ai suoi soldati. Era anche
per questo che spesso usciva con loro in missione o in pattuglia: riteneva fosse
fondamentale dare prova di forza e affidabilità ai propri uomini.
Uno di loro, un sergente di bassa statura a cui il naso aquilino conferiva un
volto molto simile a quello di un uccello da preda, si avvicinò al suo
superiore: "Dobbiamo quindi assumere che le voci provenienti da diversi fronti
europei siano veritiere…". "Già", si limitò a rispondere Schroeder scuotendo il
capo e muovendosi verso i fari della jeep alle proprie spalle. Dietro alla jeep,
delle sagome che l’oscurità non riusciva a coprire. Due Zack II e un Gouf si
stagliavano in tutta la loro altezza. Era solo questione di tempo, si ripeté il
capitano tra sé e sé. Prima o poi, anche la Federazione doveva arrivare a
impiegare dei mobile suit prodotti in serie. Il cannone che era stato trovato
vicino ai primi due mobile suit abbattuti non lasciava dubbi circa cosa lo
avesse impugnato. E il fatto che il secondo Zack distrutto fosse in un’altra
posizione, con dei danni differenti sul corpo, doveva voler dire che i mobile
suit federali erano più di uno.
"Diamoci una mossa!", esclamò Schroeder sedendo sulla jeep, mentre il
sergente dal naso aquilino si metteva al posto di guida, "Le previsioni del
tempo dicono che potrebbe nevicare da un momento all’altro e i terrestri sono
più abituati di noi alle condizioni climatiche mutevoli di questo pianeta.
Sicuramente stanno approfittando della notte per spostarsi, non possiamo
permetterci di concedere loro un ulteriore vantaggio". "Non dovremmo avvisare il
quartier generale della posizione approssimativa dei bersagli?", domandò il
sergente. "Potrebbero comunicarla anche alle altre nostre truppe di stanza nei
paraggi". Il capitano si fermò per un attimo. Ci aveva già pensato, ma era
giunto a un’unica conclusione: sarebbe dovuto tornare lui personalmente al
quartier generale, perché era fuori discussione rimandare indietro un mobile
suit quando non si conosceva esattamente l’entità delle forze nemiche. E questo
era contrario alla sua filosofia di comando. Restò in silenzio per qualche
secondo, ponderando la situazione, poi si rivolse al sergente: "Hai ragione,
torniamo indietro. Lasciamo che siano i mobile suit a dare la caccia al nemico,
tanto con questa jeep non potremmo fare alcuna differenza".
A volte il buon senso doveva prevalere sulle convinzioni poco pratiche,
pensò.
***
La luce rosata dell’alba si rifletté sul visore del GM, accovacciato tra le
cime degli alberi. Contrariamente alle previsioni, le condizioni atmosferiche
avevano lasciato il passo a una timida schiarita, che aveva però tutta l’aria di
un preludio alla tormenta che si stava preparando.
Nell’abitacolo del suo GM, Dolores respirava lentamente, quasi che il ritmo
dei suoi polmoni potesse influenzare in qualche modo il camuffamento del mobile
suit. La sua attenzione era tutta per il monitor davanti sé: la telecamera
principale del GM avrebbe dovuto mostrarle immagini del nemico da un momento
all’altro.
Sul braccio sinistro del mobile suit era fissato uno scudo; nel suo pugno
destro, un’arma sperimentale, che pochissimi altri avevano usato.
Il nemico era vicino: le rilevazioni non lasciavano dubbi.
Solo qualche minuto prima, il sonar da terreno dell’Hover Truck aveva
segnalato la presenza di tre mobile suit in avvicinamento, probabilmente Zack.
Evitarli era ormai fuori discussione: conoscevano il posto, quindi non avrebbero
fatto troppa fatica a riprenderli. Era molto meglio eliminarli subito, anche se
questo significava perdere tempo, e probabilmente permettere ad altre squadre di
ricerca di avvicinarsi. Meglio far fuori i nemici uno per uno che affrontarli
tutti insieme, a questo punto.
I tre mobile suit federali si erano disposti a triangolo, sfruttando gli
alberi per coprirsi: il Guntank si era sistemato al centro, mentre su ciascun
lato c’era un GM. L’idea era semplice: lasciare che Gli Zack si avvicinassero,
per poi tenerli sotto tiro con i GM e permettere al Guntank di finirli.
All’interno dell’Hover Truck, posizionato immediatamente dietro al Guntank,
Ridley leggeva le rilevazioni del sonar. Gli zeoniani si stavano avvicinando,
senza dubbio. D’altra parte, non dovevano avere modo di conoscere la loro
posizione. Il tenente si alzò dalla propria postazione (il soldato biondo che lo
aveva aiutato durante l’interrogatorio era al posto di guida) e si avvicinò a
Meyer, seduto per terra con le mani e i piedi legati. "Voialtri zeoniani avete
un modo per sapere se ci sono dei mobile suit nei paraggi?", domandò chinandosi
verso il prigioniero. "Facciamo la conta", rispose quello con aria di
sufficienza. "Non fare lo stronzo", sibilò il tenente avvicinando ulteriormente
la propria faccia a quella del nemico, "Ti stavo chiedendo se disponete di
qualche sistema di rilevazione che possa aggirare il problema delle particelle
Minovsky". Il sergente non sembrò per niente impressionato: "Penso di avere
capito cosa vuoi fare. Dev’essere una scena come quelle che si vedono nei film:
tu avvicini la faccia alla mia, così io ti sputo e poi mi tiri uno schiaffo,
giusto?". "Schiaffo?", Ridley si rialzò. "Se non mi dici quello che voglio
sapere, ti riempio di sberle. Tra l’altro, ti faccio notare che a te conviene
più che noi si vinca questo scontro. I tuoi compagni là fuori si immagineranno
di certo che tu sia nostro prigioniero, ma dubito che tratterranno il fuoco per
questo. E noi siamo abbastanza vicini al Guntank: se dovesse esplodere il suo
reattore nucleare, resteremmo coinvolti nello scoppio. Che ne diresti di
collaborare?". "Argomentazione convincente", ammise Meyer scuotendo il capo. "Ma
ho paura di non poterti aiutare: dovresti già sapere che noi usiamo
prevalentemente i Dopp e i Luggun per scovare le posizioni nemiche. Non ti sto
dicendo niente di nuovo, no?".
Ridley sorrise. Questa era una buona notizia, ammesso che il prigioniero
stesse dicendo la verità. Il giorno stava appena spuntando, quindi gli aerei da
ricognizione non potevano essere stati ancora impiegati. Ma c’era la possibilità
che stessero arrivando. Tornò rapidamente al monitor del sonar. I mobile suit di
Zeon si stavano avvicinando. Era ovvio che non conoscessero la posizione dei
federali, altrimenti li si sarebbe visti allargarsi molto prima, per circondare
uno dei GM. Allo stesso modo, non dovevano contare sull’intervento di un
supporto aereo; visto che stava facendo giorno, tanto sarebbe valso aspettare
questo tipo di aiuto, piuttosto che rischiare di buttarsi tra le braccia del
nemico. O forse erano semplicemente imprudenti, o avevano un limite di tempo da
rispettare. Quale che fosse la ragione, gli zeoniani stavano cadendo in trappola
in maniera praticamente perfetta.
***
Dolores guardò i movimenti dei tre mobile suit. Nonostante la vegetazione li
intralciasse, riuscivano a spostarsi abbastanza agevolmente. Il nuovo modello,
tutto sommato, non sembrava troppo diverso da uno Zack II: gli mancava la
copertura sulla spalla destra e non aveva la classica protezione bombata e
spinata sulla sinistra. Sembrava disarmato, a eccezione di uno scudo, dalla cima
del quale spuntava un manico. Ecco, l’arma doveva essere quella. Pareva però
incapace di combattere a distanza. Era stato colorato con una tinta mimetica
verde e nera, come i due Zack che lo accompagnavano. Uno di essi impugnava la
tipica mitragliatrice di quel modello, ma ciò che la preoccupava era l’altro:
reggeva tra le mani un cannone che sembrava essere stato prelevato da un Magella
Attack. Ma, d’altra parte, nessuno di quei mobile suit avrebbe potuto
rappresentare un vero problema, se il piano fosse andato come era stato
programmato.
Dolores, poi, era fiduciosa: nella mano destra del suo GM c’era un beam
rifle. Un’arma sperimentale, le era stato detto: pochissimi mobile suit erano in
grado di impugnarla, perché si collegava direttamente al generatore principale e
necessitava quindi di un’enorme quantità di energia per funzionare. In compenso,
nessuna difesa convenzionale poteva proteggere da un suo colpo: basandosi sugli
stessi principi dei cannoni delle corazzate, scagliava contro il nemico un
fascio di particelle Minovsky che si insinuava nella materia a livello
molecolare. Se un beam rifle colpiva, distruggeva: era una regola immutabile, un
dogma del campo di battaglia.
I tre mobile suit di Zeon si avvicinavano a grandi passi: sembravano
inconsapevoli della presenza del nemico. Presto avrebbero superato la posizione
dei due GM: quello sarebbe stato il segnale che l’operazione poteva
cominciare.
All’improvviso, i mobile suit si fermarono. Cosa diavolo era successo?
Dolores deglutì. Desiderò di poter sentire cosa si stessero comunicando i
piloti: come potevano essersi accorti di qualcosa?
Poi se ne accorse anche Dolores.
Un fiocco di neve cadde passando proprio davanti al visore del GM.
Stava nevicando. Non era la prima volta che Dolores vedeva la neve. Anzi, era
stata una costante un po’ per tutta la sua vita. Nata in Ucraina da padre
irlandese e madre portoghese, si era trasferita in Olanda che non aveva avuto
nemmeno tre anni. A causa del lavoro dei suoi genitori, da piccola aveva
traslocato più volte, girandosi un po’ tutta l’Europa centro-settentrionale. E
la neve tendeva ad accumularsi. Considerato che i mobile suit suo e dei suoi
compagni erano nascosti tra gli alberi sfruttando la colorazione, la neve
avrebbe potuto delineare la loro figura, se si fosse accumulata eccessivamente
addosso a loro. Quel che era peggio, evaporando per il calore generato dai
rettori nucleari, avrebbe inevitabilmente attratto l’attenzione.
Ora gli zeoniani si sarebbero mossi con più cautela: per loro la neve era una
novità. Per la verità, Dolores aveva sentito dire che in alcune colonie veniva
usata della neve artificiale, ma erano nevicate previste e mirate, che non
causavano troppi disagi alla popolazione. Anche se quegli zeoniani avevano visto
qualcosa di simile alla neve, non erano abituati a combatterci contro. Non
avrebbero permesso ai federali di avvantaggiarsene.
I tre mobile suit di Zeon non si muovevano più. Sembravano aspettare
qualcosa. Dovevano avere avuto la stessa idea di Dolores: se il territorio si
fosse coperto di neve, per il nemico sarebbe stato più difficile nascondersi e
avrebbe lasciato tracce più evidenti. E avevano deciso di aspettare perché il
ritmo della nevicata stava aumentando. A giudicare da quei primi, timidi
fiocchi, nessuno avrebbe detto che potesse cominciare a scendere tanto fitta in
così poco tempo.
All’improvviso, un fragore assordante, subito seguito da un sollevarsi di
terra. Graham aveva sparato. Doveva avere pensato più o meno la stessa cosa.
Anzi, i lunghi cannoni del suo Guntank, che riuscivano a nascondersi a malapena
nel fitto della vegetazione, sarebbero stati ancora più evidenti con la
neve.
Adesso era il momento di pensare con calma. Dolores restò immobile. Controllò
che nemmeno l’altro GM si muovesse. Niente, sembrava non volersi spostare di un
millimetro. Forse Graham lo aveva previsto e aveva sparato per fare da esca: se
la sua presenza doveva essere scoperta per prima, tanto valeva cercare di
attirare il nemico laddove i compagni avrebbero potuto colpirlo più facilmente.
Ora i mobile suit di Zeon dovevano avanzare. Sarebbe bastato qualche metro, quel
poco necessario a farli entrare nell’area d’azione concordata nel piano
iniziale.
Non accadde nulla di quanto si aspettava. Lo Zack con la mitragliatrice fece
un passo avanti, si inginocchiò a terra e aprì il fuoco, sventagliando la propri
arma a destra e a sinistra. Fuoco di copertura, ovviamente. O forse no. Dolores
capì cosa stava succedendo quando vide l’altro Zack appoggiare il cannone sulla
spalla del compagno. Non era solo fuoco di copertura. Aveva sfoltito la
vegetazione. Aveva esposto il Guntank.
Il GM di Dolores balzò fuori dal proprio nascondiglio e fece fuoco con il
beam rifle. Nel momento stesso in cui il dito del mobile suit premette il
grilletto, il cannone dello Zack sparò un colpo.
Lo Zack con il cannone fu trafitto dal raggio purpureo all’altezza del
torace. Se Dolores avesse voluto mirare direttamente all’abitacolo, senza fare
esplodere il reattore, non sarebbe riuscita a colpirlo con maggiore precisione.
Il grosso mobile suit verde barcollò; fece qualche passo, mentre il suo balancer
cercava di mantenerlo in equilibrio. Ma, senza un pilota a compensare quei
movimenti, si accasciò inerte sul fianco sinistro.
Il nuovo modello si girò immediatamente verso Dolores; lo Zack con la
mitragliatrice si alzò in piedi, apparentemente pronto a fare altrettanto,
quando dei colpi sparati da un’arma a ripetizione lo indussero a voltarsi nella
direzione opposta: il secondo GM era anch’esso uscito dal proprio nascondiglio e
stava facendo fuoco sul nemico.
Dolores alzò il beam rifle e puntò. Il suo avversario non portava armi per il
combattimento a distanza, quindi poteva approfittare di quella manciata di metri
che li separavano per mirare con cura, in modo da non colpire il reattore. O
almeno, così aveva creduto. Il mobile suit con lo scudo alzò il braccio
sinistro. In un lampo, il rumore ritmico e cacofonico di un’arma a ripetizione
squarciò l’aria. Il nuovo modello aveva sparato dalle dita.
Colpito al petto, il GM di Dolores barcollò, facendo qualche passo indietro;
stringendo i denti, la donna agì rapidamente sui comandi, riguadagnando
l’equilibrio. Aveva fatto male a giudicare dalle apparenze: senza ulteriori
indugi, aprì il fuoco con il beam rifle. Il raggio di energia purpurea sibilò
nell’aria, mentre il mobile suit si spostava sulla destra e afferrava il manico
che spuntava da sopra il suo scudo, estraendo un’enorme spada dalla lama
ricurva.
La lama dell’arma descrisse un ampio arco in aria, andandosi a conficcare
nello scudo che il GM aveva alzato sopra la propria testa. Il pilota nel nuovo
mobile suit probabilmente pensò di avere vinto: a quella distanza ravvicinata,
il suo avversario non poteva certo sparare con il beam rifle, mentre lui poteva
tranquillamente usare la mitragliatrice da 75 mm. montata in ciascun dito della
mano sinistra del suo mezzo antropomorfo.
Il rumore sibilante di un raggio risuonò nuovamente nell’aria. Per un attimo,
il pilota del mobile suit di Zeon non capì cosa fosse successo esattamente: il
federale non poteva avere usato il fucile a quella distanza. Quando sentì la
propria macchina cadere violentemente sulla schiena, vide un cilindro nella mano
del nemico. Da quel cilindro, un fascio di energia purpurea sembrava tagliare in
due l’aria. Una beam saber. Una veloce analisi dell’avversario gli permise di
visualizzare un vano aperto nella gamba destra, all’altezza del polpaccio. Ecco
da dove l’aveva presa. Dopotutto, anche i mobile suit federali avevano qualche
sorpresa da nascondere.
Dolores si avvicinò con circospezione al mobile suit a terra. Lo aveva
colpito al fianco, cercando di non prendere il reattore per evitare di essere
coinvolta nell’esplosione, ma sembrava non avesse causato gravi danni. Alzò la
beam saber e si preparò a troncare di netto il braccio sinistro: giudicò che
fosse buona idea prendere prigioniero il pilota, ma prima era necessario rendere
inerme la macchina.
Si prese una frazione di secondo per pensare.
Il mobile suit zeoniano usò quella frazione di secondo per sollevare appena
il braccio sinistro, quel tanto che bastava per puntare le canne di
mitragliatrice contro il nemico.
Il GM sventolò la beam saber, tranciando di netto le quattro dita più
avanzate della mano che le stava venendo puntata contro. Una raffica di
proiettili proveniente dal pollice sfiorò la testa del mobile suit federale,
graffiandone il fango e la vernice. La mano del mobile suit riverso al suolo
scoppiettò e le quattro dita tranciate lasciarono partire un mucchio di schegge
infrante.
Il movimento del braccio del GM lo portò a porsi trasversalmente rispetto al
torso del mobile suit stesso; fu allora che lo zeoniano alzò il braccio destro.
Da un minuscolo foro in corrispondenza del polso, come un serpente disturbato
nella sua tana, schizzò un cavo metallico.
Dolores alzò il braccio sinistro, in modo che lo scudo fermasse il cavo.
Invano.
Il cavo si serrò saldamente attorno al polso destro del GM.
Per un attimo, Dolores si sorprese, fu quasi indignata per quello che era
successo. Aveva previsto che ci fosse qualche arma nascosta nel braccio destro
del nemico: per questo si era preparata a muovere lo scudo in anticipo. Ma non
ci era riuscita. Per qualche motivo, la reazione del GM era stata maledettamente
lenta. Era ovvio che il pilota zeoniano aveva contato di distrarre l’avversario
con la mitragliatrice a cinque canne nella mano sinistra, per poi attaccare con
il cavo nel braccio destro. Quello che seccò maggiormente Dolores fu che lei lo
aveva previsto. E non era comunque riuscita a evitarlo.
Non fece nemmeno in tempo a collegare fra di loro questi pensieri: scariche
di elettricità percorsero i monitor e le strumentazioni nell’abitacolo del GM;
Dolores stessa subì parte della tensione che correva per il mobile suit,
arrivando a lanciare un gridolino che esprimeva più disappunto che dolore.
Quindi quel cavo serviva per mandare in corto circuito le componenti
elettroniche dei mobile suit avversari? Mentre il monitor principale si
oscurava, vide il tettuccio dell’abitacolo incrinarsi sotto un colpo e avvertì
che il GM stava cadendo all’indietro. L’impatto con il terreno fu più doloroso
per l’orgoglio che per il corpo, ma in quel momento Dolores giudicò che il corpo
fosse più importante.
"Merda!", sibilò, mentre i due monitor laterali le permettevano di vedere
solo gli alberi attorno a sé che si coprivano di neve. Sul monitor di sinistra
comparve la console touch screen che gestiva i sistemi del mobile suit. Dolores
fece volare velocemente le dita sui tasti, cercando di attivare i collegamenti
ausiliari con la telecamera principale: doveva assolutamente riavere il monitor
centrale.
Sentiva il mobile suit nemico che si rimetteva in piedi. Per farla cadere,
doveva averla colpita con lo scudo.
Continuò a provare per una manciata di secondi: niente.
Tirò un pugno contro il monitor. Si accese. Vide il mobile suit di Zeon
brandire nuovamente la sua enorme spada dalla lama ricurva, pronto a calarla sul
nemico. Dolores si concesse un sorrisetto: il suo piano di riserva aveva
funzionato perfettamente.
Lo zeoniano calò inesorabilmente la spada sul nemico.
Poi, un rumore sibilante. Il braccio destro del mobile suit di Zeon, troncato
poco sotto il gomito, si abbatté a terra, di fianco al GM, che reggeva nella
destra un beam rifle ancora fumante. Dolores puntò la canna dell’arma contro
l’abitacolo nemico. Controllare la caduta in modo da abbattersi vicino al beam
rifle che aveva lasciato andare per prendere la beam saber era stata una buona
idea. Aveva preso in considerazione la possibilità di non riuscire a evitare
l’attacco dell’avversario, aveva immaginato che il suo mobile suit sarebbe
potuto cadere. Si era quindi messa in una posizione tale che la caduta avrebbe
potuto procurarle qualche vantaggio.
Il mobile suit di Zeon fece qualche passo indietro.
Dolores cercò di mettersi in contatto radio con il pilota: "Arrenditi!", gli
intimò senza sapere se lui la stesse ascoltando, "Non sto morendo dalla voglia
di ucciderti – non si rese conto del bizzarro gioco di parole – se ti arrendi,
mi limiterò a farti prigioniero".
Ebbe l’impressione che il nemico esitasse, prima di voltarsi e balzare in
aria con un gran sbuffo di razzi di spinta. Merda! Non poteva lasciarlo scappare
proprio ora che conosceva la posizione della squadra. Vide il mobile suit
zeoniano alzarsi di diversi metri al di sopra degli alberi. Ancora di più.
Ancora di più. Ecco, ora stava cominciando la parabola discendente.
L’energia del GM era al limite: il beam rifle non poteva sparare che due o
tre colpi.
Dolores calcolò il momento dell’atterraggio e premette il grilletto. Il
raggio trapassò il mobile suit da parte a parte. L’esplosione spazzò via gli
alberi nel raggio di parecchi metri; quelli che furono raggiunti solo da una
parte dell’onda d’urto furono piegati sgraziatamente.
***
Forse non c’era un senso. Il mondo cambiava, anche nel giro di pochi giorni.
In quel periodo di guerra, inevitabilmente, non solo i combattenti aumentavano
vertiginosamente: anche i pacifisti prosperavano, in entrambi gli schieramenti.
La riflessione più scontata che si potesse fare era che, quando mancava la pace,
ci si rendeva improvvisamente conto del suo valore. Ma forse non era tutto qui.
Forse, semplicemente, gli esseri umani erano animali come tutti gli altri e non
si comportavano in maniera differente. Combattevano per sopravvivere e per
equilibrio mentale: questi motivi li spingevano a uccidere. L’uomo prosciugava
le risorse della Terra come un parassita: e gli altri esseri viventi non
facevano forse altrettanto? Forse l’unica differenza tra un uomo e un’altra
creatura era la portata della distruzione che poteva padroneggiare. Ideologie di
evoluzione e libertà spingevano le parti in guerra, ma era davvero così? Non
erano forse solo i soldi a muovere gli eserciti?
La neve cadeva placidamente sul campo federale; le tende e i capannoni
venivano coperti di un sottile manto bianco.
Avvolta nella sua pesante giacca foderata, Dolores guardò il proprio fiato
materializzarsi nell’aria in una serie di calde nuvolette che salivano verso
l’alto.
Era tornata in Ucraina.
Ci era vissuta per troppo poco tempo per riconoscere quel paese come la
propria "casa". Quando aveva lasciato quella terra, era stata talmente piccola
da ricordarsene a malapena. Eppure, esserci ancora le causava una strana
nostalgia. Un istinto atavico? Lo stesso che portava i salmoni a deporre le uova
nel posto in cui erano nati?
Alle sue spalle, sulla strada che attraversava il campo, tre mobile suit si
muovevano, camminando lentamente. Ogni loro passo faceva vibrare il terreno. Ma
come diavolo facevano a muoversi con una distribuzione del peso tanto insensata?
Dolores ricordò di avere visto, qualche anno prima, un documentario sui
dinosauri: lì aveva sentito che un diplodoco doveva sempre tenere a terra almeno
tre zampe contemporaneamente per distribuire efficacemente il proprio peso. E
allora, come facevano quegli affari, che erano anche più pesanti, a muoversi su
due gambe, e persino a correre? Miracoli del balancer?
Il primo mobile suit della fila, un modello che Dolores non aveva mai visto,
si fermò. Somigliava molto al GM che aveva pilotato fino a qualche giorno fa, ma
la testa e il petto erano diversi. La prima aveva due occhi e una bizzarra
antenna a V sulla fronte; il secondo era asimmetrico e blu, con un qualche tipo
di arma da fuoco nella parte sinistra.
L’abitacolo si aprì e ne uscì un uomo che indossava l’uniforme dei meccanici
federali. "Stiamo consegnando questi mobile suit alla terza squadra d’assalto!",
gridò, "Sa dirmi dove posso trovare il sergente Martin?". "Sono io", replicò
Dolores, "Gli alloggi della terza squadra sono il secondo blocco sulla destra".
"Grazie", rispose l’uomo, facendo per rientrare nell’abitacolo. Poi, quasi
ripensandoci, si sporse di nuovo all’infuori: "Ha visto?", chiese dando una
pacca sul mobile suit, "Questa è la sua nuova unità". "E l’altra?", domandò
Dolores. "Non mi sembrava in condizioni così critiche. Aveva solo perso un
braccio, si può sostituire, no?".
"Dice il GM? No, per quel modello non sono stati prodotti pezzi di ricambio.
Dovremo arrangiarci in qualche modo, ma adesso lei può pilotare questo".
"Sì? Ed è migliore?".
"Già. È un RX-79[G], viene direttamente da Jaburo. Vedrà che
differenza!".
"Che differenza?".
"Reattore più potente, fondamentalmente, poi… doppio visore, razzi di spinta
migliori, tempi di reazione ottimizzati e armi incorporate nel petto. Per il
resto, è come il l’RGM-79[G] che pilotava prima. Ma non è poco, eh… Questo qui è
un Gundam!".
"Grazie, consegni pure". Dolores fece un cenno con la mano e le tre macchine
antropomorfe ripresero la marcia.
Gli altri due mobile suit erano dei GM come quello che lei stessa aveva
pilotato fino a poco prima. Sospirò. Era stanca della guerra. Non ne poteva
veramente più. Era stata l’unica sopravvissuta della sua squadra ad arrivare al
quartier generale federale in Ucraina; tutti gli altri erano morti sul campo,
uno per uno. Gli zeoniani avevano fatto di tutto per rendere difficile quel
viaggio e adesso erano anche in possesso delle carcasse di un GM e di un
Guntank. Avrebbero potuto imparare qualcosa da quel materiale? Possibile. Ma
Dolores sperava che non facessero in tempo.
Nonostante la guerra durasse da circa nove mesi, l’escalation tecnologica
sembrava non avere mai fine. Zeon aveva vinto la battaglia di Loum grazie ai
suoi rivoluzionari mobile suit, ma i suoi comandanti erano stati troppo
frettolosi nell’invasione della Terra, e adesso il caos che stava accompagnando
la morte di Garma Zabi stava dando alla Federazione la possibilità di un
contrattacco in grande stile.
Era inevitabile che la Federazione copiasse l’idea del mobile suit, come era
inevitabile che Zeon ne sviluppasse di nuovi. Ma a Dolores non importavano
queste cose. Sarebbe voluta tornare alla sua vita. E, per certi versi, questo la
divertiva. Aveva sempre avuto l’impressione che la sua vita fosse stata decisa
da altri. Anche se, in realtà, nessuno le aveva mai imposto niente. I suoi
genitori erano sempre stati comprensivi e avevano sempre supportato le sue
scelte. A volte anche troppo.
Quando ci pensava, ricordava di quella volta che aveva voluto metterli alla
prova: era entrata in casa con una sigaretta in bocca, sapendo che sia suo padre
che sua madre erano non fumatori. Nessuno di loro aveva cercato di dissuaderla
dal fumare. Se Dolores non avesse conosciuto i suoi genitori, avrebbe potuto
pensare che quella fosse stata psicologia inversa. Che aveva funzionato, tra
l’altro, perché poi non aveva più toccato una sigaretta. Ma la verità, molto
semplicemente, era che i genitori di Dolores erano gente che giustificava con la
parola ‘libertino’ il proprio essere irresponsabili. O almeno, questo era quello
che pensava lei.
Per una persona che aveva passato l’infanzia a viaggiare, conseguire la
licenza di volo per aerei da turismo era stato quasi automatico. Forse era per
questo motivo che non la sentiva una scelta propria, nonostante nessuno gliela
avesse imposta. Eppure, era stato proprio per questo che, il febbraio
precedente, quando era stata costretta ad arruolarsi (insieme a un sacco di
altri civili: le battaglie avevano decimato drasticamente gli effettivi
dell’Esercito Federale), la avevano assegnata a un reparto speciale, dove già al
tempo erano stati in fase di progettazione i primi modelli di mobile suit
terrestri. Il che l’aveva costretta a trasferirsi ancora. A Jaburo, stavolta.
Un’esperienza nuova per lei, che non aveva mai lasciato l’Europa prima. Dolores
si era chiesta se l’Esercito fosse stato così disperato da dover ricorrere a
gente che poco prima era stata civile per un progetto top secret. Era così.
All’epoca, lei non aveva ancora pienamente realizzato quanto devastanti fossero
state le prime fasi della guerra, quante persone fossero morte, quanto
follemente stessero competendo i vertici militari di entrambe le parti.
La prima volta che le avevano mostrato un mobile suit antropomorfo, un
modello sottratto a un contingente di Zeon, si era messa a ridere. Quella
macchina umanoide, che gli ingegneri chiamavano semplicemente ‘Zack’, aveva
un’aria goffa e pesante. Non si riusciva a credere che fosse la soluzione
migliore per combattere in un ambiente ad alta concentrazione di particelle
Minovsky. Dopotutto, quello del Guntank sembrava ancora il design più
ragionevole. E invece, mese dopo mese, i modelli si erano raffinati. Dolores non
aveva seguito tutte le fasi del progetto, si era limitata a collaudare i mobile
suit che le avevano affidato: prima il Guntank per la produzione in serie, poi
il modello di GM a uso terrestre, che aveva in seguito pilotato in battaglia.
Era stata assegnata a un plotone di fanteria nell’Europa centrale, dove era
arrivata, insieme ai mobile suit, anche con funzioni di istruttrice.
Quando aveva conosciuto quei soldati, si era sentita un po’ in imbarazzo.
Quelli erano stati gente che aveva combattuto a costo della vita per mesi,
mentre lei, al riparo delle mura di Jaburo, si era limitata a guidare mezzi
sperimentali. Loro si erano guadagnati i gradi sul campo di battaglia, mentre
lei era stata promossa a sergente solo perché i vertici federali, in carenza di
personale, erano stati costretti a rivedere la scala gerarchica per creare
ufficiali qualificati a pilotare i mobile suit.
Ma adesso niente contava più. Lei era viva, tutti gli altri erano morti. Cosa
avrebbe dovuto fare? Chiamarsi fuori, probabilmente. Ma era impossibile.
Fingersi, almeno con se stessa, profondamente adirata per la morte dei suoi
compagni e vendicarsi con gli zeoniani? Sarebbe stato solo un atteggiamento
infantile: la figura del soldato vissuto e segnato dalle esperienze tragiche,
che combatteva ferocemente per un rancore insanabile, era degna del peggior
fumetto di fantascienza. Era la guerra. E Dolores ne era stanca. Tremendamente
stanca. Le era stato detto che tirava aria di promozione. Non solo perché
dovevano mettere qualcuno con un po’ di esperienza al comando di una squadra, ma
anche perché aveva ottenuto notevoli conseguimenti sul campo di battaglia. Così
le era stato detto, almeno. Pareva infatti che il nuovo modello di mobile suit
zeoniano che aveva abbattuto durante il suo primo scontro dopo avere ricevuto
gli ordini di recarsi a Odessa fosse una specie di incubo, qualcosa di molto
superiore al classico Zack, che faceva vedere i sorci verdi a buona parte
dell’Esercito Federale. MS-07B Gouf, lo chiamavano. Abbattere un Gouf con un GM
era considerata un’impresa. Perché, contrariamente all’MS-06J, che era
fondamentalmente una versione modificata di un mobile suit progettato per
muoversi nello spazio, era stato costruito apposta per il combattimento a terra.
Il suo punteggio personale contava ora sette Zack e due Gouf. Era considerata un
asso. Ma aveva tanta voglia di darci un taglio lo stesso…
***
"Sa, tenente, stavo pensando…". Dolores si girò verso la persona che aveva
parlato. Non era ancora abituata a essere chiamata ‘tenente’. "Cosa?", domandò
lei al suo interlocutore, un ragazzino che non doveva avere nemmeno diciassette
anni, eppure era lì davanti a lei con indosso l’uniforme dell’Esercito Federale.
"Stavo pensando… Perché si usano espressioni del tipo ‘Il nemico attaccò senza
alcun avvertimento’? Ogni tanto il nemico telefona per avvertire?". Il ragazzo
si portò la mano al lato del volto, estraendo il pollice e il mignolo per mimare
la cornetta di un telefono: "’Ehi, vorremmo attaccarvi domani, possiamo?’. ‘No,
scusate, domani siamo veramente impegnati, non si potrebbe rimandare a
giovedì?’. Qualcosa del genere, no?". Dolores sospirò. Non aveva mai apprezzato
gli adolescenti. Nemmeno quando lei stessa era stata adolescente (anzi, lei
diceva di non esserlo mai stata: si descriveva come una bambina, che un giorno
sarebbe diventata adulta senza passare per l’adolescenza). Aggrottò la fronte e
sospirò: "Pensa al tuo mobile suit, piuttosto. L’hai revisionato? Hai preso
confidenza con i comandi?". "Certo, tenente!", replicò il ragazzino portando la
mano sinistra alla fronte in un saluto militare che evidentemente non aveva
ancora imparato a fare, "Questi affari devono costare un sacco di soldi, eh? È
per questo che l’Esercito vuole che li teniamo bene, vero?". Dolores sospirò di
nuovo: "Già. Se farai anche solo un graffio sul tuo GM, verrà il generale Revil
in persona a prenderti a calci in culo". Poi scosse la testa e si rivolse di
nuovo al giovane soldato: "È la tua prima battaglia?", domandò lei cercando di
darsi un’aria da veterana. "Sì, tenente", rispose lui sorridendo.
"Pensi di farcela?".
"Sì, penso di sì".
***
Il GM del ragazzino fu colpito in pieno abitacolo da un proiettile sparato da
chissà dove. Il petto del mobile suit esplose, mentre la carcassa si abbatteva
al suolo in fiamme. Attorno al Gundam di Dolores, le esplosioni si abbattevano
incessanti. Sogghignò tra sé e sé, pensando che, secondo il vertici militari
sarebbe dovuta essere la Federazione ad attaccare. Dolores e i suoi diretti
subordinati erano stati aggregati a un plotone di MS incaricato di sfondare una
linea difensiva e si stavano trovando inchiodati da una raffica di colpi mai
vista.
Apparentemente, dei mobile suit stavano facendo fuoco di copertura con una
mitragliatrice da una fortificazione rialzata in cima a una scarpata, mentre uno
o due altri approfittavano di questo diversivo per bersagliare il nemico con un
bazooka. Con una strategia così elementare, avevano già abbattuto quattro
GM.
Dolores aveva scoperto con un certo sconforto di essere la più anziana sul
campo: il comandante dell’altra squadra con cui stava avanzando era uno di
quegli ufficiali alzati di grado per qualificare qualcuno a pilotare mobile
suit. Aveva proposto che uno dei quattro mobile suit rimasti montasse il bazooka
gun, mentre gli altri facevano fuoco di copertura. E una volta montata l’arma,
aveva risposto Dolores? Chi si sarebbe dovuto attaccare, se non sapevano nemmeno
dove fosse esattamente il nemico? Adesso capiva perfettamente come si erano
sentiti i suoi commilitoni quando l’avevano incontrata per la prima volta.
Ciò non toglieva che andasse fatto qualcosa: non potevano starsene lì a fare
da bersaglio. Sul fondo di una ripida discesa, sopra la quale una spessa
muraglia copriva la vista, i mobile suit federali stavano praticamente
aspettando di farsi massacrare.
All’improvviso, Dolores considerò che l’idea dell’altro comandante non fosse
poi tanto stupida: "Lambda-quattro, mi ricevi?", scandì nella radio,
rivolgendosi al suo compagno più vicino. "Signorsì", rispose quello. "Prendi con
te il tuo compagno, portatevi davanti al tenente Dust e fate fuoco di copertura
con le mitragliatrici", continuò Dolores cercando di sembrare quanto più
autoritaria possibile. Poi si mise in contatto con il suo collega: "Dust, ho
deciso di dare ascolto alla tua idea: monta il bazooka gun". "Ma sei sicura?",
obiettò Dust. "Non mi avevi fatto notare poco fa che sarebbe stato inutile,
senza avere dei bersagli?". "Ce l’abbiamo, un bersaglio", replicò lei, mentre un
ennesimo colpo di bazooka esplodeva ai piedi di uno dei GM. Il Gundam di Dolores
e i due GM dei soldati cominciarono a scatenare una tempesta di proiettili e
raggi verso la muraglia. Il fuoco di mitragliatrice che puntualmente preludeva a
un colpo di bazooka si fermò per un attimo. "Non smettete di sparare!", ordinò
Dolores, mentre il beam rifle del suo RX-79 vomitava lingue di energia
purpurea.
Quella manciata di minuti sembrò eterna.
"Tenente Martin, ho quasi finito le munizioni!", esclamò un soldato, la voce
che usciva dalla radio che tradiva una preoccupazione quasi folle.
"Dust?", chiese Dolores rivolgendosi al collega. "Ci sono!", rispose quello,
mentre il suo GM si sistemava tra le mani il bazooka gun che aveva appena finito
di assemblare dopo averlo tolto dall’enorme backpack sulla schiena. "Però
continuo a non capire come noi si possa vedere il nemico! Come faccio a trovare
il bersaglio?".
"Il bersaglio non è il nemico. Punta sulla colonna al centro della muro della
fortificazione e spara al mio segnale".
"Martin, non riuscirò certo ad abbattere il muro con un sol colpo! È inutile
che le spari addosso!".
"Lo so! Non voglio che butti giù il muro, mi basta che tu interrompa il ritmo
della loro difesa. Lì ci saranno tre o quattro mobile suit che si sono
sincronizzati e si stanno evidentemente muovendo da una parte all’altra del
muro. Se impediamo a uno di quelli con la mitragliatrice di sparare, gli altri
non dovrebbero più poter fare fuoco di copertura in maniera efficiente e
potremmo tentare un assalto! Pronto, Dust… Ora!".
Il proiettile del bazooka gun esplose contro la colonna con un fragore
assordante, frantumandola. Un mobile suit, che evidentemente si era trovato
proprio in quel punto al momento del colpo, scivolò lungo la scarpata. "Un altro
nuovo modello?", sibilò Dolores tra sé e sé, "Ma li cagano a getto
continuo?".
Era un mobile suit alto ma dall’aspetto tozzo, nero, con gli arti viola. Le
gambe si allargavano nella parte inferiore, come a formare una sorta di cappa
metallica sopra ciascun piede.
Impugnava un bazooka.
Mentre il mobile suit di Zeon scivolava lungo la scarpata, Dolores capì che
era necessario fare un’unica cosa: attaccare finché il nemico non riusciva a
controllare la propria caduta.
I razzi di spinta del Gundam vomitarono la loro potenza esplosiva, sollevando
il mobile suit bianco, mentre lasciava cadere il beam rifle ed estraeva la beam
saber dalla gamba. Il pilota del nuovo modello dovette accorgersi delle
intenzioni di Dolores, perché puntò il bazooka contro il nemico che gli stava
balzando contro e fece fuoco. Una ritmata e precisa raffica di proiettili
esplose dalla mitragliatrice sul petto del Gundam, colpendo l’armatura del
mobile suit nero e deviandone la mira: il colpo passò senza danno di fianco alla
testa bianca della macchina federale.
Fu allora che Dolores cominciò ad avere una percezione confusa degli eventi.
Sapeva di avere vibrato in avanti la beam saber.
Poi, ancora prima che il braccio destro del Gundam avesse completato quel
movimento, aveva già alzato il sinistro, sganciando lo scudo che vi era
applicato, che era stato scagliato lateralmente.
Colpendo in pieno il mobile suit di Zeon e deviandone lo spostamento fino a
farlo cadere malamente a terra.
Che diavolo era successo? Un attimo dopo l’attacco con la beam saber di
Dolores, il mobile suit nero aveva emesso dei bizzarri getti d’aria da quelle
strutture a cappa sulle gambe e aveva effettuato un rapidissimo spostamento
laterale.
Quella strana caratteristica gli permetteva evidentemente di effettuare
manovre brusche anche mentre stava cadendo.
Dolores ebbe solo una frazione di secondo per chiedersi come avesse fatto a
sapere che il nemico si sarebbe spostato (perché lei era sicura di avere
lanciato lo scudo in anticipo, prima che quell’evento si verificasse); poi,
completato il salto, si ritrovò anche lei con i piedi ben piantati a terra.
Senza perdere un attimo, si girò verso il nemico e gli corse incontro con la
beam saber.
Il mobile suit nero mise mano alla schiena, estraendone una lunga heat saber
che ardeva di una luce giallastra. La lama surriscaldata e la lama di energia si
scontrarono.
E fu quest’ultima ad avere la meglio. Per quanto resistente, niente poteva
resistere a qualcosa che si insinuava tra i legami molecolari: la heat saber,
tagliata nettamente in due, cadde al suolo, mentre i mobile suit passavano l’uno
al fianco dell’altro.
Fu allora che Dolores fece nuovamente l’impossibile.
Mentre faceva ruotare la mano del Gundam, in modo che le sarebbe bastato una
semplice torsione del braccio per rivolgerla all’indietro, vide un altro mobile
suit nero e viola balzare da oltre il muro della fortificazione con una
mitragliatrice in mano.
Si accorse che lo scudo che aveva lanciato poco prima era lì, davanti a
sé.
Fece in modo che il braccio compisse quella torsione e, rivolta la beam saber
verso le proprie spalle, eseguì un rapido movimento all’indietro, trafiggendo da
parte a parte il primo mobile suit, quello che aveva appena incrociato.
Prima ancora che quello cadesse a terra, il piede dell’RX-79 colpì
violentemente la parte bassa dello scudo, facendolo saltare in aria, dove la
mano sinistra lo afferrò al volo.
Una frazione di secondo dopo, una raffica di colpi di mitragliatrice, sparata
dall’altro mobile suit nero, che nel frattempo era arrivato in fondo alla
scarpata con un salto sorprendentemente lungo, centrò in pieno la piastra
corazzata.
Il GM di Dust e quello di uno degli altri due soldati si accasciarono al
suolo.
Impossibile valutare l’entità dei danni o capire se i piloti fossero ancora
vivi.
Per un attimo, Dolores valutò la situazione. Non arrivavano più colpi dalla
fortificazione. Possibile che fossero solo due mobile suit a difenderla? Poi,
ebbe la sua spiegazione: la macchina antropomorfa nera gettò a terra la
mitragliatrice ed estrasse la heat saber, dirigendosi verso il GM ancora in
piedi. I getti d’aria che esplodevano dalle sue gambe lo spinsero contro il suo
bersaglio a una velocità che aveva dell’irreale: con due rapidissimi fendenti,
la testa e il braccio destro del mobile suit bianco e rosso caddero al suolo,
subito seguiti dal resto del corpo.
Ecco come facevano a sembrare un’intera squadra nonostante fossero solo in
due. Erano assurdamente veloci. Quei getti d’aria donavano loro una
manovrabilità fuori dal comune.
Il mobile suit nero si girò verso il Gundam brandendo la heat saber.
Difficilmente avrebbe commesso lo stesso errore del suo compagno.
I getti d’aria scagliarono lo zeoniano sull’RX-79 e Dolores cercò di pensare
velocemente. Inutile tentare di colpire direttamente con la beam saber: ormai
l’avversario sapeva che quell’arma era superiore alla propria. Come sarebbe
stato inutile cercare di battere quel mobile suit in manovrabilità.
Il mobile suit nero accelerò vertiginosamente, alzando la heat saber sopra la
testa, mentre il Gundam sollevava lo scudo, cercando di cogliere il colpo con
esso.
L’arma si abbatté sulla difesa che era stata disposta.
Dolores sogghignò soddisfatta, mentre alzava la beam saber per trapassare il
nemico ora che era lì, immobile davanti a lei.
La lama di energia, però, tagliò solo l’aria.
Merda!
Dolores imprecò contro se stessa: si era fatta fregare come una
novellina!
Il mobile suit zeoniano aveva lasciato lì la heat saber e si era spostato in
un attimo alle spalle del nemico, dove aveva raccolto il bazooka caduto al
compagno poco prima.
L’RX-79 fu sbalzato in aria dai propri razzi di spinta, mentre il proiettile
scagliato dal bazooka esplodeva dove, un attimo prima, c’erano stati i suoi
piedi.
Il Gundam si girò al volo sparò con la mitragliatrice sul petto.
Niente da fare, il nemico si era già spostato.
Quando Dolores riuscì a capire cosa fosse successo, il mobile suit nero aveva
già lasciato cadere il bazooka e aveva ripreso in mano la heat saber. E ora si
trovava alle sue spalle.
Dolores vide il beam rifle a terra. Come contro il Gouf, sarebbe potuta
essere questa la sua carta vincente. Doveva sparare subito, adesso che il nemico
le si stava precipitando addosso per approfittare della sua posizione
sfavorevole.
Dolores lasciò cadere lo scudo, afferrò il beam rifle con la mano sinistra,
lo alzò e fece fuoco.
Il pilota avversario dovette averlo previsto, perché si spostò di lato,
sfruttando nuovamente quella quasi soprannaturale manovrabilità del suo mobile
suit.
Senza smettere di avvicinarsi.
Accadde di nuovo: Dolores mosse il Gundam senza rendersene conto.
Con la beam saber ancora nella destra, l’RX-79 estese il braccio per tutta la
sua lunghezza e compì una rapida rotazione su se stesso, spostando la lama di
energia all’indietro. Quando, in una frazione di secondo, il movimento rotatorio
fu sul punto di portarlo alla sua posizione iniziale, trovò il mobile suit
nemico sulla sua strada.
Il tronco dell’enorme macchina nera e viola fu tagliato a metà dalla lunga e
sibilante lama, rilasciando un filo di fumo, mentre il metallo dell’armatura
fondeva e scoppiettava.
Nell’abitacolo, Dolores respirava affannosamente, mentre il sudore le
imperlava la fronte. C’era mancato poco. Ma quello che la innervosiva di più era
qualcosa d’altro: che diavolo le stava succedendo?
***
"È lento", si lamentò Dolores con il meccanico che stava guardando il suo
Gundam Ground Type, "È maledettamente lento. E mi avevano giurato che i tempi di
reazione sarebbero stati migliori di quelli di un GM!". "Ma scherza?", replicò
il meccanico, un ragazzo che non doveva avere nemmeno vent’anni, "Questo è
sensibilmente migliore di un GM, tutti i piloti che l’hanno provato hanno
sentito la differenza". Mentre la passerella mobile dell’hangar si spostava
verso il basso per riportare i due a terra, Dolores lanciò al giovane
un’occhiata fulminante: "E allora, dev’essere difettoso il mio! Perché io non ho
visto tutto ‘sto grande incremento di prestazioni nel passaggio da un modello
all’altro!".
"Non è difettoso, li abbiamo controllati tutti prima di consegnarli. E poi,
si può sapere cosa ci ha fatto? Le giunture sono completamente andate!".
"Ci ho combattuto, bello mio! Io combattevo a Odessa, mentre tu te ne stavi
qui!".
"Non è questo il punto! Non sono danni dovuti a colpi subiti, sono danni da
usura. Dopo pochi giorni di utilizzo! È praticamente impossibile arrivare a
tanto! È come se avesse alzato dei pesi doppi rispetto a quelli che può
sollevare normalmente!".
Dolores si fermò un attimo. C’era qualcosa che la faceva pensare: "Pesi
doppi, hai detto?".
"Già".
"Quindi, in altre parole, è stato sottoposto a uno sforzo eccessivo…".
"Esatto. È la prima volta che mi capita di vedere una cosa del genere. Questo
mobile suit non esiste da tempo sufficiente per avere riportato danni da
usura".
Dolores ci pensò un attimo. Da quando aveva combattuto a Odessa, le erano
successe molte cose strane. "Si vede che io sono speciale!", sogghignò.
***
Sulla passerella metallica, i due uomini, entrambi vestiti con l’uniforme
dell’esercito federale, stavano guardando dritti davanti a sé. Chiunque non si
fosse trovato esattamente dove stavano loro, non avrebbe potuto capire
esattamente su cosa fossero puntati i loro occhi. Però era qualcosa di enorme.
Chiunque avrebbe potuto ipotizzare che si trattasse di un mobile suit. D’altra
parte, che altro sarebbe potuto essere un gigante metallico antropomorfo? Era
avvolto nell’ombra, come se fosse stato volutamente celato agli occhi. Anche gli
uomini che lo stavano guardando erano coperti dall’oscurità. "Sa cosa ha detto
il pilota collaudatore?", chiese uno dei due. Nessuna risposta. Giudicò che il
silenzio fosse un invito a continuare: "Ha detto che è troppo veloce. I suoi
tempi di reazione sono eccessivi. Sostiene che nessun essere umano potrebbe
pilotarlo". Finalmente, il secondo uomo si decise a parlare: "Non mi sorprende.
Questo mobile suit non è fatto per venire pilotato da un essere umano". Il primo
uomo girò lentamente la testa verso il proprio interlocutore: "Sa, è proprio
questo che mi preoccupa. Non staremo sprecando soldi? Questo progetto è anche
più costoso di quello avviato alla base canadese". Il secondo uomo si accese una
sigaretta. Ovviamente, in quell’area era vietato fumare. "Le guerre moderne si
vincono cercando di essere un passo avanti al nemico", replicò impassibile.
"Zeon ci ha già superati una volta con lo sviluppo dei mobile suit, non possiamo
permetterci di restare ancora indietro".
"Ma, signore, l’esistenza di questi fantomatici newtype non è stata nemmeno
accertata oltre ogni ragionevole dubbio, non le sembra prematuro sviluppare
delle armi così costose apposta per loro? Non dovremmo cominciare con qualcosa
di meno sofisticato?".
"Secondo i nostri servizi segreti, anche Zeon si sta muovendo in questa
direzione. Mi è già giunta voce di un nuovo modello di MS-06 progettato apposta
per i newtype. Noi dobbiamo necessariamente ribattere con qualcosa di meglio. Se
la guerra si dovesse protrarre, potrebbero essere i dati ricavati da questa
ricerca a fare la differenza".
Il primo uomo sospirò, badando a non farsi sentire. Il progetto del G-4 era
già sufficiente, senza contare che erano in fase di produzione altri tre
prototipi di mobile suit della stessa serie. O forse quattro? Gli venne il
dubbio. "Mi scusi, signore, che modello è questo? Il settimo o l’ottavo?".
"Contando quello spedito su Libot, i due gemelli per il test di armi
sperimentali e quello per l’assalto terrestre, questo è l’ottavo. Poi c’è la
variante in armatura completa, ma quella è un’altra storia".
"E… si chiama?".
"RX-78-7 Gundam Deathlock".
L’uomo con la sigaretta in bocca fece una pausa. Puntò lo sguardo a terra e
tirò due profonde boccate. Poi alzò di nuovo gli occhi verso il mobile suit
bianco che c’era davanti a lui. "Stiamo andando nella direzione giusta?",
mormorò scuotendo il capo. "Mi scusi?" chiese l’altro girandosi verso di lui.
"Niente", rispose il fumatore, "stavo parlando fra me e me. Ho sentito che,
secondo alcuni scienziati, i newtype sarebbero l’evoluzione della razza umana,
una nuova prospettiva verso il futuro. Ma andare verso il futuro significa
costruire nuove armi? È tutta qui la prospettiva che i newtype ci offrono?".
"Non è da lei un ragionamento del genere. Siamo soldati, no? Combattere è
nostro dovere, non dovremmo porci questi problemi".
"E invece dovremmo porceli a maggior ragione perché combattiamo. Dobbiamo
sapere cosa stiamo facendo. Non lo dica mai ai suoi sottoposti, ma un soldato
intelligente è un soldato che si chiede il senso di ciò che fa. Che poi a noi
non servano soldati intelligenti, è tutto un altro paio di maniche. Solo che…
non saprei… vedo l’umanità evolversi, e dove porta questa evoluzione? Alla
guerra! Sarà che ormai comincio ad avere i miei anni, sarà che siamo in guerra e
potrei morire da un momento all’altro, ma vorrei vedere la mia specie fare
qualcosa di intelligente prima di lasciare questa valle di lacrime".
"Ma allora, tutto il suo discorso sull’avanzamento delle armi…".
"Pratica. Quello che io mi auguro è teoria. La pratica è che c’è una guerra
in corso e dobbiamo vincerla. Nonostante questo, spero di sopravvivere. Fosse
anche solo per sapere se i newtype avranno qualcosa d’altro da fare, a parte
ammazzarsi a vicenda".
***
Dolores stava piangendo. Nel vuoto dello spazio, sul sedile del relitto che
un tempo era stato il Gundam Deathlock, piangeva. Attorno a lei, il nulla.
O almeno, così le sembrava.
Perché sapeva benissimo che il nulla non esisteva.
Nel casco della sua normal suit, risuonava il suo singhiozzare. Stava
consumando aria inutilmente. Non le importava.
Con l’eccezione della gamba destra, tutti gli arti del Gundam Deathlock erano
stati distrutti e i loro resti, lamiere contorte e bruciate dai raggi, vagavano
senza meta nello spazio. C’erano anche altri resti, altre lamiere, infrante,
bruciate, piegate innaturalmente. Erano appartenute al gigantesco mobile suit
nero che Dolores era stata intenta a combattere fino a poco fa.
Una macchina enorme, che sparava raggi dalla testa e dalle dita, che sembrava
non voler cadere mai, che distaccava le braccia dal corpo e le controllava via
cavo, diventando molto più micidiale.
Ma non era stato questo a far piangere Dolores.
Il mobile suit nero era stato guidato da una ragazza. Una giovane ufficiale
di Zeon. Dolores l’aveva incontrata per la prima volta sulla Terra: aveva fatto
parte della forza di difesa di un insediamento zeoniano sulla costa francese.
Lei da sola aveva abbattuto diversi compagni di Dolores.
E poi, era successo l’imprevisto.
Dolores aveva sempre pensato che fosse infantile volersi vendicare sui nemici
per la morte in guerra dei propri commilitoni. La guerra era la guerra: si
uccideva per non essere uccisi. Non era colpa di nessuno e portare rancore
significava solo causare una catena di sofferenza infinita. La vendetta causava
un’altra vendetta e così via, in un circolo vizioso che non sarebbe mai
terminato. Questo era ciò che Dolores aveva pensato fino ad allora.
Ma qualcosa era cambiato.
Dopo la battaglia di Odessa, Dolores non era stata più lei.
Durante quella missione in Francia, alla prima morte di un suo commilitone,
il cambiamento che aveva subito era venuto fuori con una potenza inimmaginabile.
Aveva percepito il dolore e l’angoscia degli ultimi momenti del suo compagno. Li
aveva sentiti come se fosse stata lei a morire. E poi, per gli altri, era
successa la stessa identica cosa. Ancora una volta, era stata l’unica
sopravvissuta. Ci aveva fatto l’abitudine: ormai per lei era una cosa
normale.
Ma stavolta era stato diverso.
Aveva sperimentato quelle morti una per una.
E, in qualche modo, questo le aveva lacerato la mente.
Uccidere.
Questo era quello a cui pensava.
Questo nuovo modo di percepire la morte le aveva causato un dolore tale da
farla impazzire completamente. La aveva assuefatta. In qualche modo, aveva
risvegliato in lei una sorta di istinto di autodistruzione al contrario: amava
la sensazione della morte e la odiava allo stesso tempo.
La odiava perché era dolorosa.
La amava perché il contrasto fra l’idea di sentire qualcuno morire e il fatto
che lei fosse viva la faceva sentire potente.
Non sapeva quanto di sano ci fosse in questa sensazione.
Probabilmente niente.
Probabilmente non sapeva nemmeno lei cosa significasse.
Forse stava solo cercando di riempire un vuoto dentro di sé.
Però voleva uccidere. Nonostante fosse in contraddizione con ciò che aveva
sempre pensato, più o meno consciamente, decise di prendere la vendetta come
giustificazione di questo suo desiderio. Perché cercare una legittimazione? In
guerra, nessuno aveva niente da dire, se la gente si uccideva.
E Dolores lo aveva fatto, senza complimenti. Mentre la base di Zeon veniva
evacuata, un singolo pilota era rimasto indietro a coprire la ritirata ai suoi
compagni. Il Gundam Deathlock era appena stato affidato a Dolores, dopo che il
suo Gundam Ground Type era stato gravemente danneggiato in battaglia. Una delle
prime azioni di Dolores sul Deathlock era stata combattere questo zeoniano
solitario, che era rimasto indietro su di un mobile suit sperimentale, una
bizzarra macchina antropomorfa chiamata Gyan. Ovviamente, Dolores aveva
vinto.
Poi, il trasferimento nello spazio.
E l’incontro con il gigantesco mobile suit nero, pilotato dalla ragazza. La
ragazza che aveva ucciso i compagni di Dolores. La ragazza di cui Dolores aveva
ucciso i compagni.
Vendetta contro vendetta.
Desiderio di uccidere contro desiderio di uccidere.
Probabilmente, nessuna delle due donne sapeva esattamente a cosa stava
andando incontro.
L’unica cosa certa è che, improvvisamente, durante il combattimento, le loro
anime si erano unite.
Dolores aveva cominciato a sentire la sua nemica nella sua mente e aveva
avuto la certezza che anche per l’altra fosse lo stesso. Era stato come vedere
se stessa in uno specchio. E ne era rimasta disgustata.
"Perché mi hai inflitto tanto dolore?", le aveva chiesto la ragazza,
parlandole nella mente. Dolores aveva pensato che quella fosse esattamente la
domanda che lei stessa avrebbe voluto porre.
"Perché li hai uccisi tutti?", aveva rincarato la ragazza.
"Sei stata tu a ucciderli tutti", aveva ripetuto Dolores.
"Questa è una guerra. Non possiamo decidere se uccidere o meno: dobbiamo
farlo e basta".
"È una giustificazione di comodo. Se la gente si rifiutasse di combattere, le
guerre non esisterebbero".
"Ma è davvero quello che vuoi?".
"Non lo so. Ma cosa pretendi di saperne, tu?".
"Io ti capisco. Non so perché. Forse siamo privilegiate".
Dolores colpì la ragazza con un’ondata di rabbia che quasi stupì lei stessa:
"Non voglio essere privilegiata! Voglio solo fare quello che sento di dover
fare! Se essere privilegiati significa capire il prossimo, è solo una
seccatura!".
"Forse. Ma forse abbiamo una possibilità in più. Forse dovremmo
sfruttarla".
"Non abbiamo alcuna possibilità! Quello che siamo non ci rende la vita più
facile! Quello che siamo non ci serve a niente, perché non vogliamo esserlo!
Quello che siamo non ha altro effetto che farci sentire più sole quando perdiamo
qualcosa di importante!".
"Ma noi non siamo sole! Ci sono altri come noi, io li ho visti! Mi hanno
detto che un giorno tutta l’umanità sarà così, e allora non ci sarà più bisogno
di combattere, perché potremo capirci senza alcuno sforzo!".
"Non mi importa! Io sono viva adesso! Sono stata messa a pilotare questo
Gundam perché sono quello che sono! Sono diversa! Sono un fenomeno da baraccone,
sono uno strumento da usare! Poter capire cosa provano gli altri non mi serve,
se provano solo cose che non vorrei provassero!".
"È per questo che hai ucciso i miei compagni?".
"E tu? Perché hai ucciso i miei compagni?".
Le due donne risposero allo stesso tempo: "Li ho uccisi perché sono quello
che sono. Continuo a uccidere perché sono quello che sono. Non posso più
fermarmi. Non importa chi è il nemico. Posso capire il mio prossimo, ma è
difficile. Non ne vale la pena, tanto non lo incontrerò mai più. Faccio prima a
eliminarlo e crogiolarmi in quel dolore che mi entra nel cervello come una
droga. Sono sola. Capire chi non vuole avere niente a che fare con me non mi
serve".
Poi, era cominciata la battaglia. Dolores non ricordava con precisione. Le
erano rimasti impressi solo i raggi scaturiti dalle dita del mobile suit nero,
che avevano squarciato lo spazio come delle lame purpuree, strappando dal Gundam
Deathlock la heavy full armor.
Ricordava anche un altro raggio: in qualche modo, era riuscita a raggiungere
il mega beam cannon della heavy full armor e aveva fatto fuoco. Il cannone
doveva essere stato danneggiato, perché era esploso, portandosi via il braccio
destro del Gundam e danneggiandone seriamente il torso. Ma il grosso mobile suit
nero era stato colpito in piena testa.
Poi, quasi senza che Dolores se ne accorgesse, il raggio era andato giù, giù,
giù, scavando nel petto e nell’addome della macchina gigantesca, squarciandone
il reattore e facendola esplodere nello spazio come un fuoco d’artificio.
Ma era stato il momento in cui il raggio aveva colpito la testa a segnare
Dolores. Era stato allora che aveva sentito il grido della ragazza che era stata
intenta a pilotare il mobile suit.
Non con le orecchie, ma con la mente.
Era stata diversa da qualsiasi altra morte.
O forse lo era solo sembrato. In quel preciso istante, Dolores aveva avuto la
sensazione che fosse andato perduto qualcosa di inestimabile e insostituibile. I
suoi genitori le avevano sempre detto che tutte le vite lo erano, eppure…
Dolores se ne rese conto solo in quel momento. Aveva percepito altre morti, ma
quella… Uccidere quella specifica persona le aveva trasmesso una sensazione
agghiacciante, come se tutto il suo corpo fosse stato percorso da un
brivido.
Nel momento in cui aveva sentito il grido della pilota del mobile suit nero,
Dolores aveva avuto la netta sensazione di avere cancellato il futuro. Aveva
condannato l’umanità? Per avere ucciso una sola persona? E perché, poi? Bastava
un superpotere da fumetto per capire il prossimo? Quello che era appena successo
non era forse la dimostrazione del contrario? A cosa serviva poter comprendere i
pensieri degli altri, se non si aveva la volontà di farlo?
***
"È stato firmato l’armistizio", annunciò il capitano della corazzata, "La
guerra è ufficialmente finita". L’equipaggio della nave esplose in un coro di
grida di giubilo. Chi indossava il berretto lo lanciò in aria, senza
preoccuparsi dell’assenza di gravità. Da un angolo della sala riunioni, Dolores
sospirò. Quello che aveva desiderato per tanto tempo, la fine della guerra, era
finalmente successo.
Eppure, mentre guardava gli altri ufficiali che esultavano, mentre ripensava
agli eventi che l’avevano portata su quella corazzata e a combattere con il
Gundam Deathlock, non riusciva a reprimere quel senso di amarezza che la
battaglia contro quell’enorme mobile suit le aveva lasciato. Era finita una
guerra, ma sicuramente ce ne sarebbero state altre. Quanto tempo sarebbe dovuto
passare prima che il futuro dell’umanità potesse cambiare? E, soprattutto,
l’umanità voleva cambiare?
***
Lo Spear of Destiny era una nave di classe Ra Cailum, una diretta evoluzione
delle corazzate Pegasus della Guerra di Un Anno. Sul ponte principale, mentre
gli ufficiali addetti alle varie mansioni si affrettavano a preparare l’assalto,
una donna sulla quarantina fissava lo schermo principale. Dolores Martin aveva
fatto carriera. L’asso della Guerra di Un Anno, pur con un totale di mobile suit
abbattuti che non le aveva permesso di entrare nella top 10, aveva fatto
carriera e ora comandava una nave. Aveva ancora i suoi lunghi capelli neri
raccolti in una treccia, anche se ormai si striavano di grigio. Guardando il
ciuffo che le pendeva davanti agli occhi, pensò che invecchiare dovesse essere
terribile per una persona con i capelli neri. Nessun altro poteva notare in
maniera altrettanto evidente il cambio di colore.
Dolores, invece, non aveva avuto tempo di guardare i suoi capelli che
cambiavano colore. Si era svegliata una mattina e ci aveva trovato del grigio.
Così, di punto in bianco. Era stata troppo occupata a combattere per pensare ad
altro. Dopo la Guerra di Un Anno, era rimasta nell’Esercito per una questione di
sopravvivenza: era l’unico posto che garantiva un lavoro fisso. Con tutta la
gente che era morta, le realtà industriali ed economiche si stavano
riorganizzando. Trovare lavoro poteva essere facilissimo o difficilissimo, a
seconda di dove e quando lo si cercava. Dolores si era fatta due conti: era
stanca della guerra, mortalmente stanca. Era stata provata più mentalmente che
fisicamente. Dopo la sua ultima battaglia, aveva cominciato a sentire dentro di
sé un vuoto incolmabile. Non tanto per tutti i commilitoni che aveva perso,
quanto piuttosto per la sensazione che l’evoluzione che la razza umana stava
affrontando sarebbe potuta andare sprecata. Combattere nello spazio contro la
ragazza che aveva pilotato l’enorme mobile suit nero (più tardi aveva saputo che
gli zeoniani lo chiamavano MSN-02 Zeong) la aveva profondamente segnata.
Paradossalmente, finita la guerra, il posto più pacifico dove restare era
l’Esercito. E così, ci era rimasta.
Forse era stata allora la prima volta che aveva visto un’ombra di
disapprovazione sui volti dei suoi genitori.
Nell’UC 0080, in virtù della sua esperienza di pilota di mobile suit
acquisita durante la Guerra di Un Anno, le era stato assegnato un posto in una
scuola militare, in qualità di istruttrice. Ironicamente, questa scuola si
trovava a Belfast, vicino a dove era nato suo padre. Poi, un giorno di novembre
dell’UC 0083, aveva ricevuto notizia che una colonia era caduta in Nord America.
Un’azione di alcuni nostalgici di Zeon, aveva saputo in seguito. Per un qualche
motivo, tutta la faccenda era stata tenuta sotto il più assoluto riserbo finché
non era stato inevitabile parlarne, quando il capo di quella fazione ribelle
aveva trasmesso una dichiarazione di guerra alla Federazione attraverso tutta la
Sfera Terrestre. Ovvio che la notizia non fosse stata divulgata ai civili, ma
non sarebbe stato strano se qualche veterano fosse stato messo in pre-allerta,
visto che l’esperienza di un pilota di mobile suit sarebbe potuta tornare utile.
Nei documenti che avevano riguardato la faccenda, poi, c’erano diversi punti
oscuri, come se qualcuno avesse deliberatamente omesso delle informazioni.
L’anno seguente, Dolores era diventata madre. Aveva pensato di ritirarsi
definitivamente dall’Esercito e trovarsi un lavoro meno turbolento, ma il mondo
era nel caos per gli effetti disastrosi avuti dalla caduta della colonia.
Paradossalmente, per la seconda volta, restare nell’Esercito, che pure era
impegnato nelle operazioni di annientamento dei superstiti della Flotta Delaz,
era risultato il modo migliore per guadagnarsi da vivere e garantire protezione
al bambino. Tra l’altro, essendo lei in maternità, non aveva nemmeno dovuto
combattere in prima persona.
In un modo o nell’altro, gli eventi del novembre 0083 avevano portato alla
nascita dei Titans. Benché Dolores fosse stata convinta della necessità che
qualcuno tenesse sotto controllo le attività dei numerosi simpatizzanti di Zeon
ancora attivi, i metodi di questa polizia militare erano parecchio discutibili,
così come le circostanze della loro formazione.
Prima della Guerra di Gryps, pur restando nell’Esercito Federale, aveva
abbandonato il suo lavoro di istruttrice: i Titans stavano prendendo possesso,
più o meno lecitamente e in maniera più o meno evidente, degli istituti di
istruzione militari, per cercarvi proseliti e pubblicizzarvi la propria deviata
filosofia. Era tornata a collaudare mobile suit per l’Esercito Federale: più era
lontana dai Titans, meglio stava.
Durante le fasi finali della Guerra di Gryps, quando i vertici della
Federazione stavano già cominciando a simpatizzare per l’AEUG in seguito alle
azioni dei Titans durante il discorso di Casval Rem Deikun al Parlamento di
Dakar, era stata mandata alla sede della Anaheim Electronics di Von Braun City.
La Anaheim, che stava appoggiando l’AEUG, aveva bisogno di collaudatori esperti
per i nuovi modelli di mobile suit che stava progettando. Dolores aveva avuto
modo (pur non considerandolo un grande onore) di incontrare Amuro Ray quando gli
aveva consegnato il suo MSZ-006-3 Z Gundam. La sua vita doveva essere in qualche
modo legata ai Gundam, anche se questa consapevolezza non le fu certo di grande
conforto.
Forse era stato a questo punto che aveva cominciato improvvisamente a
interessarsi alla progettazione dei mobile suit. Non era mai diventata un vero
progettista: si era sempre limitata a cogliere alcuni lati tecnici
dell’ingegneria che veniva applicata a queste macchine. Aveva passato la Prima
Guerra di Neo Zeon dietro le quinte, seguendo da vicino le prestazioni di
prodotti della Anaheim di limitata applicazione, come l’FA-010A FAZZ e i modelli
di Z Plus impiegati per sedare la ribellione dei New Desides. Era tornata al
servizio attivo solo in occasione della Seconda Guerra di Neo Zeon, quando, pur
non essendo più giovanissima, aveva pilotato un Jegan durante la fatidica
battaglia finale che aveva quasi visto Axis cadere sulla Terra. Aveva guardato
molti suoi compagni, e allo stesso modo molti Geara Doga, cercare di fermare
l’asteroide solo per finire in pezzi, astenendosi dall’imitarli per una
questione di buon senso. Quegli eventi avevano decretato la fine della guerra,
ma diverse sacche di resistenza, che si dichiaravano propugnatrici delle idee di
Casval Rem Deikun, continuavano a tormentare la Federazione. Sembrava proprio
che i fantasmi di Zeon non volessero morire. Ormai sul punto di compiere
quarantatré anni, Dolores si rendeva conto di avere passato la parte migliore
della propria vita a pilotare mobile suit e a combattere contro gente in qualche
modo correlata con Zeon.
Ora, sullo Spear of Destiny, c’era un nuovo Gundam, un modello che la stessa
Dolores aveva aiutato a progettare. Essendo tra i pochi sopravvissuti all’ultima
battaglia ufficiale della Seconda Guerra di Neo Zeon, aveva visto in azione
l’RX-93
Z Plus Test Type Dolores Martin Custom
("Dolly"), RGM-89 Jegan
Residenza: Amsterdam, Olanda (poi Belfast, Irlanda del Nord)
Le piace: volare, nuotare, giocare a basket (però rosica perché non è alta, e
nemmeno molto brava)
Non le piace: la gente che la ignora, chi non accetta la sua versione dei
fatti, chi non fa come dice lei
Cibo preferito: salmone e spaghetti al pesto
Famiglia: genitori, entrambi vivi, e un fratello di due anni più giovane,
anch’egli soldato durante la Guerra di Un Anno (vivo? Morto? Vi lascerò con
questo dubbio); un figlio, Sean Larouche (nato l’11 gennaio UC 0084), avuto da
Benjamin Larouche; ha anche nonni, zii, cugini e quant’altro, ma non ho voglia
di starmi a inventare anche questo
***
Cronologia di Gundam D
0009
Nasce Zeon Zum Deikun.
0010
Nasce Yuri Tolenov Minovsky.
6-0018
Nasce il milionesimo bambino spacenoid su Side 2.
20-4-0026
Nasce Gerard Kemp sulla Terra.
0027
Viene completato il primo insediamento lunare permanente, Von Braun City.
0039
L’orbita dell’asteroide Giunone viene alterata affinché arrivi nella Sfera
Terrestre.
0040
La popolazione umana raggiunge un ammontare totale di 11.000.000.000 persone,
delle quali il 40% vive nello spazio.
0043
Metà della popolazione umana vive ora nello spazio.
Si diffonde l’ereismo, la filosofia secondo cui la Terra è sacra e dovrebbe
essere lasciata stare.
0044
Nascono Gihren Zabi e Ramba Ral su Side 3.
0045
L’asteroide Giunone viene spostato nell’orbita lunare per fornire materiali
per la costruzione delle colonie e rinominato Luna2.
Viene fondata la Minovsky Physics Society su Side 3.
0046
Zeon Zum Deikun comincia a propagare la filosofia del contolismo, un misto di
ereismo e sideismo (la convinzione che i Side dovrebbero essere trattati come
nazioni sovrane).
0047
Comincia lo sviluppo del reattore nucleare ultracompatto
Minovsky-Ionesco.
0052
Zeon Zum Deikun si trasferisce su Side 3 per realizzare la propria filosofia
del contolismo.
16-10-0052
Nasce Dolores Martin a Kiev, Ucraina.
0053
Zeon Zum Deikun viene eletto premier di Side 3.
3-5-0054
Nasce Conner Clark.
0055
Scharnhorst Buch fonda l’agenzia di recupero spaziale Gruppo Finanziario
Buch.
Nascono Kycilia Zabi e M’Quve su Side 3.
9-3-0055
Nasce il fratello di Dolores Martin a Kiev, Ucraina. Poco dopo, la famiglia
si trasferisce a causa del lavoro del padre.
31-8-0055
Nasce Lloyd Cavenagh su Side 4.
0056
Nasce Shiro Amada.
13-9-0056
Gerard Kemp viene internato in manicomio per la prima volta in seguito ad
analisi accurate fatte dietro segnalazione dei suoi colleghi.
18-11-0056
Nasce Lynn Petrie-Smith su Side 3.
3-7-0057
Nasce Patrizia Raimondi su Side 3.
27-9-0057
Data di nascita (fittizia) di "Char Aznable".
0058
Side 3 dichiara la propria indipendenza e viene fondata la Repubblica
Coloniale, come Zeon Zum Deikun come proprio presidente. Viene istituita una
milizia, la Guardia Repubblicana Coloniale.
6-2-0058
Gerard Kemp viene ritenuto guarito dalla sua patologia mentale e viene
dimesso dal manicomio.
1-5-0058
Nasce Christina MacKenzie nel Bunch 35 (Libot) di Side 6.
3-6-0058
Nasce Daniel Wymann su Side 2.
0059
La Federazione Terrestre adotta la politica Bardot e applica sanzioni
economiche contro Side 3.
Nascono Garma Zabi e Aina Sahalin su Side 3.
17-11-0059
Nasce Casval Rem Deikun.
0060
L’Esercito della Federazione Terrestre vara il Piano di Rafforzamento degli
Armamenti dell’anno 60. Viene istituita la EFSF (Earth Federation Space Force) e
Luna2 viene convertita in base militare.
Nascono Bright Noa a Bernard Wiseman.
13-3-0060
Nasce Julius Parker.
16-3-0060
Nasce Colin Raimondi su Side 3.
2-4-0060
Nasce Alice Kemp, figlia di Gerard Kemp.
0061
Nascono Mirai Yashima e Ryu Jose.
0062
La Guardia Repubblicana Coloniale viene promossa a esercito vero e proprio,
l’Esercito Scelto di Zeon.
Viene approvato l’Atto di Esclusione Aliena.
Nasce Paptimus Scirocco.
1-4-0062
Su Side 3 viene fondata l’Accademia dell’Esercito Scelto di Zeon.
12-9-0062
Nasce Artesia Som Deikun su Side 3.
27-4-0063
Nasce Suzanne Heinkell su Side 3.
4-11-0063
Nasce Amuro Ray in Giappone.
0064
Parata navale dell’Esercito della Federazione Terrestre, il cui posto d’onore
è occupato dalle navi spaziali del Piano di Rafforzamento degli Armamenti
dell’anno 60.
0065
La Minovsky Physics Society osserva un effetto d’onda elettromagnetico unico
nel reattore a fusione nucleare ultracompatto Minovsky-Ionesco. I risultati
delle ricerche che ne seguono vengono tenuti segreti.
Viene resa pubblica la spaccatura politica tra Zeon Zum Deikun e l’influente
famiglia Zabi.
9-2-0065
Nasce David Jensen in Germania, sulla Terra.
2-3-0065
Nasce Michael Philbert.
7-12-0065
Nasce Rachel Osborne su Side 4.
13-12-0066
Nasce Ryuu Roots.
0067
La Federazione Terrestre rifiuta una mozione per l’autonomia coloniale.
Vengono annunciati i piani per la costruzione di Side 7.
Terrance Richman e Ullhammer T. Keynes danno dimostrazione del prototipo di
robot umanoide Raiant R-7.
10-1-0067
Nasce Haman Karn.
0068
Scharnhorst Buch compra il buon nome dei Ronah, una nobile famiglia
europea.
Nasce Alfred Izuruha nel Bunch 35 (Libot) di Side 6.
2-0068
Viene condotto un test sul campo del Raiant R-8.
10-0068
Zeon Zum Deikun muore per cause sconosciute. Gli succede il suo
ex-consigliere Degwin Sod Zabi.
Sasro Zabi muore in un attentato; usandolo come pretesto, Gihren Zabi accusa
i seguaci di Zeon Zum Deikun e li fa sterminare.
Casval e Artesia Deikun vengono portati sulla Terra da Jinba Ral e sua
moglie, che comprano il nome della famiglia Mass e li adottano con i nomi di
Edward e Sayla.
15-8-0069
Viene istituito il Principato di Zeon, con Degwin Sodo Zabi come sovrano.
L’Esercito Scelto di Zeon diventa un corpo dell’Esercito Regolare di Zeon, una
forza molto più vasta.
4-9-0069
Nasce Isolde Tsogatie su una delle colonie di Giove.
10-0069
L’Esercito Regolare di Zeon commissiona il primo incrociatore di classe
Papua.
11-11-0069
Nasce Kamille Bidan.
0070
L’Esercito della Federazione Terrestre vara il Piano di Rafforzamento degli
Armamenti dell’anno 70.
Nascono Four Murasame e Asuna Elmarit.
3-0070
L’Esercito Regolare di Zeon sperimenta con successo l’effetto di interferenza
Minovsky.
5-0070
L’Esercito Regolare di Zeon completa il cannone a mega particelle.
10-0070
Il Piano di Rafforzamento degli Armamenti dell’anno 70 risulta
nell’incrociatore di classe Salamis e nella corazzata di classe Magellan.
12-0070
Luna2 viene spostata nell’L3 per cominciare la costruzione di Side 7.
2-12-0070
Gerard Kemp viene internato in manicomio per avere ucciso sua moglie ed
essere stato riconosciuto infermo mentalmente.
0071
L’Esercito Regolare di Zeon comincia lo sviluppo di armi da usarsi entro un
campo di particelle Minovsky.
Viene completato il reattore a fusione nucleare ultracompatto
Minovsky-Ionesco.
Gihren Zabi enuncia la propria teoria della razza sovrana.
0072
Il Principato di Zeon comincia la costruzione della base asteroide di
Axis.
Scandalo causato dalla diserzione di Yuri Tolenov Minovsky.
22-7-0072
Nasce Elizabeth Fontaine.
0073
L’Esercito Regolare di Zeon completa il primo esemplare di un nuovo tipo di
arma, denominata ‘mobile suit’, l’MS-01. Di lì a poco vengono completati l’MS-02
e l’MS-03 Prototype Zack.
0074
Casval Rem Deikun torna su Side 3 sotto la falsa identità di Char
Aznable.
2-0074
L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout del prototipo MS-04 Prototype
Zack. Nello stesso mese, avviene il rollout dell’MS-05A Zack, prodotto dalla
Zeonic Company ed equipaggiato con reattore Minovsky-Ionesco. Ne vengono
prodotti ventisette esemplari.
10-10-0074
Nasce Judau Ashta nel Bunch 1 (Shangri-La) di Side 1.
0075
L’Esercito della Federazione Terrestre comincia lo sviluppo dell’RX-75
Guntank, ispirandosi anche ai piani di un MS-05A rubati.
Casval Rem Deikun, con la falsa identità di Char Aznable e un’età falsificata
di diciott’anni, si iscrive alla scuola per l’addestramento di ufficiali
dell’Esercito Regolare di Zeon.
5-0075
L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout dell’MS-05B Zack.
7-0075
l’Esercito Regolare di Zeon decide di usare l’MS-05B Zack come mobile suit di
prima linea, preferendolo all’EMS-04 Zudah.
11-0075
L’Esercito Regolare di Zeon forma il Battaglione Mobile d’Addestramento, ai
cui piloti (tra i quali Ramba Ral, Mash, Gaia e Ortega) vengono assegnati i
ventisette MS-05A esistenti.
0076
L’Esercito della Federazione Terrestre comincia lo sviluppo del prototipo di
VX-76 Ball.
0077
L’Esercito della Federazione Terrestre completa i componenti del prototipo di
RX-75 Guntank.
4-0077
Rivoluzione di Riah. Una fazione nazionalista prende il controllo
dell’esercito locale di Side 6, incitando una guerra civile contro i lealisti
federali. L’Esercito Regolare di Zeon supporta i nazionalisti, schierando una
squadra di MS-05B Zack e fermando l’Esercito della Federazione Terrestre. I
nazionalisti vincono e Side 6 dichiara l’indipendenza come Repubblica di
Riah.
L’Esercito della Federazione Terrestre comincia a sperimentare il sistema
Minovsky craft.
8-0077
L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout del prototipo di MS-06A Zack
II. Non sarà prodotto in serie.
9-0077
L’Esercito Regolare di Zeon comincia la produzione di prova dell’MS-06C Zack
II.
0078
Nasce Carozzo Viggerson.
1-0078
L’Esercito Regolare di Zeon comincia la produzione in serie dell’MS-06C Zack
II, che costituirà il grosso delle sue truppe di mobile suit all’inizio della
Guerra di Un Anno.
4-0078
L’Esercito della Federazione Terrestre rafforza le proprie guarnigioni sulle
colonie.
7-0078
Daniel Wymann viene ingaggiato dalla Longobarda e si trasferisce sulla Terra,
in Italia.
9-0078
A fine mese l’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout dei prototipi di
MS-06F Zack II e MS-06J Zack II.
10-0078
Rivolta nel Bunch Kintzem di Side 3, che viene sedata dall’Esercito Regolare
di Zeon.
L’Esercito Regolare di Zeon viene suddiviso in Armata d’Attacco Spaziale, al
comando di Dozle Zabi, e Armata d’Assalto Mobile, comandata da Kycilia Zabi.
3-11-0078
Gerard Kemp viene dimesso dal manicomio per intercessione di Kycilia Zabi,
che lo vuole a lavorare ai sistemi operativi dei suoi mobile suit.
21-12-0078
Gerard Kemp uccide sua figlia Alice per ottenere il nuovo modello di computer
senziente e per renderla eternamente felice.
3-1-0079
Comincia la Guerra di Un Anno. Il periodo fra il 3 e il 10 gennaio è noto
come Guerra di Una Settimana.
L’Esercito Regolare di Zeon attacca Side 1, 2 e 4 usando indiscriminatamente
armi nucleari, chimiche e biologiche, causando la morte di 2.800.000.000
persone.
4-1-0079
L’Esercito Regolare di Zeon dà il via all’Operazione British, dirottando lo
spopolato Bunch 8 (Island Iffish) di Side 2 dalla propria orbita.
5-1-0079
Aveno determinato che il punto di caduta previsto della colonia è Jaburo,
l’Esercito della Federazione Terrestre raduna tutte le forze in grado di
prevenire il disastro.
8-1-0079
La Quarta Flotta Spaziale dell’Esercito della Federazione Terrestre fallisce
nel tentativo di deviare la colonia in caduta, subendo in battaglia il 70% delle
perdite.
9-1-0079
Nemmeno il lancio di testate nucleari riesce a fermare Island Iffish.
10-1-0079
Island Iffish si spezza in quattro parti sopra il Golfo Persico; la sezione
più grande si schianta su Sydney, Australia, distruggendo il 16% del continente
e creando un cratere del diametro di 500 Km. L’inverno post impatto che ne segue
cambia drasticamente il clima della Terra.
11-1-0079
La Repubblica di Riah si dichiara neutrale, posizione riconosciuta sia dalla
Federazione Terrestre che dal Principato di Zeon.
15-1-0079
Battaglia di Loum (Side 5). Lo scontro tra la flotta di Zeon e quella
terrestre distrugge praticamente tutto il Side, con l’eccezione della colonia
Texas.
16-1-0079
Le Tre Stelle Nere dell’Armata d’Assalto Mobile catturano il generale Revil,
comandante delle forze federali. Sconfitta, la flotta federale si ritira.
22-1-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre lancia un’operazione per liberare
Revil.
28-1-0079
Con la mediazione di Riah, Zeon e la Federazione negoziano una tregua
temporanea..
29-1-0079
Agenti federali riescono a liberare Revil.
31-1-0079
Viene firmato il Trattato del Polo Sud, che proibisce l’utilizzo di sistemi
di distruzione di massa (armi nucleari, chimiche e batteriologiche, nonché la
caduta di colonie) e garantisce la sicurezza delle zone neutrali.
1-2-0079
L’Esercito Regolare di Zeon proclama la formazione dell’Armata d’Assalto
Terrestre, al comando di Garma Zabi.
4-2-0079
Dolores Martin viene arruolata forzatamente nell’Esercito della Federazione
Terrestre. Viene assegnata al QG di Jaburo.
7-2-0079
L’Esercito Regolare di Zeon comincia l’invasione della Terra. Entro i due
mesi seguenti, ne occuperà i due terzi.
13-2-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre comincia a pianificare il Progetto
V.
1-3-0079
L’Esercito Regolare di Zeon comincia le operazioni di sbarco dall’orbita.
13-3-0079
La Seconda Divisione Mobile Terrestre dell’Esercito Regolare di Zeon cattura
la California Base federale, dove stabilisce il proprio QG.
4-0079
Usando risorse e impianti catturati, Zeon comincia la costruzione di nuove
forze sulla Terra.
1-4-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre vara definitivamente il Progetto V,
che prevede la ricerca e lo sviluppo di mobile suit e navi da battaglia.
Comincia il programma di addestramento al pilotaggio di mobile suit e Dolores
Martin è tra i primi a farne parte.
5-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre completa un prototipo di
Guncannon.
17-5-0079
L’Esercito Regolare di Zeon ultima la costruzione della fortezza spaziale di
Solomon, nei pressi di Side 1.
6-0079
L’Esercito Regolare di Zeon completa la propria linea di difesa essenziale,
consistente nelle fortezza spaziali di Solomon (L5), A Baoa Qu (L3) e nella base
lunare di Granada.
Nella colonia Baldur Bay del neutrale Side 6 viene fondato l’Istituto
Flanagan.
L’Esercito Regolare di Zeon stabilisce il QG della sua Flotta da Battaglia di
Sottomarini all’Università Occidentale di Hokkaido.
L’Esercito della Federazione Terrestre effettua il rollout del prototipo
RX-76 Ball.
12-6-0079
Battaglia di Canavel: l’Esercito della Federazione Terrestre lancia un
contrattacco a sorpresa contro la flotta di Zeon appena al di fuori del
territorio di Side 6.
7-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre riesce a miniaturizzare le armi a
raggio usando la tecnologia E-CAP (Energy CAPacitor).
Viene commissionata la corazzata da trasporto per mobile suit di classe
Pegasus SCV-70 White Base.
Rollout dell’RX-78-1 Prototype Gundam. Parte il piano RX-79 e si comincia a
lavorare a varie armi di supporto per mobile suit. Poco dopo, avviene il rollout
dell’RX-78-2 Gundam.
L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout dell’MS-07A Gouf e
dell’YMS-09 Prototype Dom.
La Flotta da Battaglia di Sottomarini viene avviata con dieci sommergibili di
classe Jukon.
8-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre comincia il collaudo dell’RX-78-2
Gundam su Side 7.
Il secondo tenente Chirstina MacKenzie, dell’Esercito della Federazione
Terrestre, viene assegnata all’unità di prova RX-78NT-1 Gundam G-4 "Alex".
11-8-0079
Comincia la Battaglia di Midway. La Flotta Navale Federale subisce una
sconfitta.
9-0079
Il Bunch 38 (Mahal) di Side 3 viene evacuato per essere convertito in Solar
Ray System.
Scontro tra la Flotta di Pattuglia dell’Esercito della Federazione Terrestre
assegnata a Luna2 e l’Unità di Difesa Spaziale di Granada di Zeon. Grazie
soprattutto alle azioni del commando delle Tre Stelle Nere, la Federazione
subisce una sconfitta. Il comandante generale di Luna2 Amundsen dà le dimissioni
e gli succede il generale Hyatt.
1-9-0079
Viene completato l’SCV-70 White Base.
2-9-0079
Nasce Mineva Lao Zabi su Side 3.
15-9-0079
Lo White Base parte dal quartier generale di Jaburo per recuperare i
componenti della serie RX dal Bunch 1 (Green Oasis) di Side 7.
16-9-0079
Il Corpo della Marina Mobile dell’Esercito Regolare di Zeon, comandato dal
tenete colonnello Cima Garahau, conduce un raid punitivo contro Luna2.
18-9-0079
Tre MS-06F Zack II dei Reparti Speciali della Prima Divisione dell’Esercito
Regolare di Zeon si infiltrano nel Bunch 1 (Green Oasis) di Side 7 pe rordine
del maggiore Char Aznable.
Lo White Base attracca su Green Oasis.
Nella prima battaglia tra mobile suit all’interno di una colonia, l’RX-78-2
Gundam, pilotato dal civile Amuro Ray, abbatte da solo due MS-06F Zack II.
La nave di classe Musai Falmel, al comando del maggiore Char Aznable, apre il
fuoco su Green Oasis; buona parte dell’equipaggio dello White Base viene ucciso
e il colonnello Paolo Cassius è mortalmente ferito.
Lo White Base fugge con i mobile suit della serie RX e più di cento rifugiati
civili alla volta di Jaburo.
22-9-0079
Lo White Base attracca a Luna 2.
Dolores Martin, promossa a sergente dell’Esercito della Federazione
Terrestre, viene assegnata a uno squadrone in Europa insieme con due RGM-79[G]
GM Ground Type e un RX-75 Guntank Mass Production Type. La sua funzione è
principalmente quella di istruttrice.
23-9-0079
Il Falmel insegue lo White Base verso la Terra e l’RX-78-2 Gundam effettua il
primo rientro nell’atmosfera di un mobile suit.
L’Armata di Occupazione del Nord America, al comando del colonnello Garma
Zabi, ingaggia lo White Base nei pressi del Grand Canyon AZ. Durante la
battaglia, il dottor Chlust Morses diserta in favore della Federazione
Terrestre.
10-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre comincia la piena produzione
dell’RGM-79 GM ed effettua il rollout dell’RGC-80 GM Cannon e riforma il sistema
di promozione, in precedenza basato sull’anzianità, per consentire a più
personale di qualificarsi come pilota.
L’Istituto Flanagan completa il prototipo di PSYchic COMMUnicator (PSYCOMMU)
System.
Il commando delle Tre Stelle Nere viene equipaggiato con i nuovi MS-09 Dom e
assegnato alla Settima Divisione Mobile Terrestre, Primo Battaglione, stanziato
a Odessa, Ucraina.
L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout dell’YMS-14 Gelgoog.
1-10-0079
Le forze di Garma Zabi lanciano il quarto attacco contro lo White Base, che
sfugge loro e riceve i rifornimenti portati dal Medea comandato da Matilda
Ajan.
3-10-0079
Il sistema EXAM viene avviato sull’RX-79BD GM Blue Destiny.
4-10-0079
Le forze di Garma Zabi ingaggiano lo White Base sopra Seattle, Washinghton.
Durante lo scontro, a causa di indicazioni deliberatamente fornite da Char
Aznable, il Gaw su cui si trova Garma Zabi viene abbattuto dallo White Base.
Garma Zabi perde la vita.
5-10-0079
Matilda Ajan rifornisce nuovamente lo White Base e prende con sé i rifugiati
che trasporta.
6-10-0079
Su Side 3 vengono condotti i funerali di stato di Garma Zabi. Gihren Zabi
tiene un discorso, al termine del quale viene utilizzato per la prima volta il
saluto "Sieg Zeon!".
La squadra comandata dal capitano Ramba Ral dell’Esercito Regolare di Zeon
ingaggia lo White Base su di un’isola del Pacifico del Nord.
Durante il viaggio verso la Terra, il secondo tenete dell’Esercito Federale
Shiro Amada incontra per caso la pilota collaudatrice di Zeon Aina Sahalin.
Lo squadrone del tenente Ridley ha una schermaglia con alcuni mobile suit di
Zeon e riceve l’ordine di spostarsi verso Odessa.
10-10-0079
Un’armata comandata dal generale Revil parte da Southampton, Inghilterra,
diretta a Odessa.
15-10-0079
Il generale di divisione Kycilia Zabi dell’Esercito Regolare di Zeon arriva
sulla Terra per un’ispezione sul campo.
19-10-0079
La Albatross Base dell’Esercito della Federazione Terrestre, situata nel
Deserto del Gobi, viene attaccata dallo squadrone Wolf Gar dell’Esercito
Regolare di Zeon. Tra i difensori c’è il capitano Bork Cry sull’RX-78XX Gundam
Pixie.
26-10-0079
L’Esercito Regolare di Zeon istituisce un Corpo di Elite, nel quale arruola
trenta dei suoi migliori piloti, tra cui il maggiore Johnny Ridden, assegnandoli
all’incrociatore di classe Zanzibar Chimera.
30-10-0079
L’Esercito Regolare di Zeon lancia il primo squadrone di sommergibili di
classe Mad Angler, al comando del colonnello Char Aznable.
2-11-0079
Viene schierato per la prima volta l’FF-X7-Bst Core Booster.
Il generale Revil ordina allo White Base di procedere verso Odessa senza
nascondersi, attirando su di sé gli attacchi di Zeon.
4-11-0079
L’08° Squadrone di MS del Battaglione Kojima dell’Esercito della Federazione
Terrestre, comincia a perlustrare l’area in cui si svolgono collaudi di nuove
armi di Zeon.
Dolores Martin, unica sopravvissuta dello squadrone del tenente Ridley,
raggiunge il campo federale di Odessa. Viene promossa a tenente e nominata
comandante di uno squadrone.
5-11-0079
L’unità di Ramba Ral tenta l’ultimo attacco contro lo White Base; il capitano
Ral muore nel tentativo.
Dolores Martin riceve il proprio RX-79[G] Gundam Mass Production Ground
Type.
7-11-0079
Operazione Odessa: l’Esercito della Federazione Terrestre impiega il 30%
delle proprie forze in questa azione.
Primo scontro tra lo White Base e il commando delle Tre Stelle Nere; Matilda
Ajan e Mash risultano KIA.
Lo squadrone comandato da Dolores Martin affronta due MS-09 Dom.
L’armata principale federale fa breccia nella linea di difesa nemica.
8-11-0079
Il colonnello M’Quve, comandante delle forze di Zeon a Odessa, fugge nello
spazio con l’ultimo HLV.
9-11-0079
L’Esercito Federale riporta la vittoria a Odessa; una trappola di M’Quve, che
voleva attaccare con una testata nucleare, viene sventata dall’RX-78-2 Gundam di
Amuro Ray.
10-11-0079
Fine dei combattimenti a Odessa.
17-11-0079
Dolores Martin viene assegnata al comando del 12° Squadrone MS del
Battaglione Erwyn dell’Esercito della Federazione Terrestre.
18-11-0079
Char Aznable, comandante di un sommergibile di classe Mad Angler, avvista lo
White Base attraccato alla base federale di Belfast, Irlanda del Nord.
21-11-0079
Lo squadrone del Mad Angler di Char Aznable lancia un attacco contro la base
federale di Belfast usando dei mobile suit anfibi. A mezzanotte lo White Base
parte per Jaburo.
Il Battaglione Erwyn dell’Esercito della Federazione Terrestre viene
ufficialmente assegnato alla 6a Flotta Terrestre Combinata, che viene radunata
nei pressi della base federale di Belfast.
23-11-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre comincia la riconquista
dell’Australia; lo squadrone White Dingo vara l’operazione Rainbow Valley.
25-11-0079
A partire da questa data, la 6a Flotta Combinata dell’Esercito della
Federazione Terrestre viene gradatamente spostata da Balfast in Inghilterra.
L’operazione richiederà diversi giorni.
27-11-0079
Lo White Base arriva al QG federale di Jaburo, in Brasile.
30-11-0079
L’Esercito Regolare di Zeon lancia, in anticipo sui tempi, un attacco contro
il QG federale di Jaburo. La missione fallisce.
2-12-0079
La Seconda Flotta Combinata dell’Esercito della Federazione Terrestre parte
dal QG di Jaburo. Poco dopo partono anche alcune navi esca, tra cui il 13°
Squadrone Autonomo, ovvero lo White Base.
5-12-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre completa la riconquista del Canale di
Suez e lancia un’offensiva in Asia.
7-12-0079
Diversi battaglioni dell’Esercito Federale, tra cui il Battaglione Kojima,
assediano una base di Zeon sull’Altipiano del Tibet. Nel corso della battaglia,
dopo avere abbattuto il mobile armor Apsalus III, Shiro Amada e Aina Sahalin
risultano MIA.
9-12-0079
Il commando Cyclops dell’Esercito Regolare di Zeon attacca la base federale
di Augustus Island, da cui sta partendo l’RX-78NT-1 Gundam G-4 "Alex".
15-12-0079
L’11° Squadrone Mobile Autonomo dell’Esercito Federale riconquista la
California Base.
Il commando Cyclops di Zeon si infiltra sulla colonia Libot di Side 6.
16-12-0079
Lo White Base attracca al Bunch Baldur Bay di Side 6. Poco dopo, affronta la
Flotta Conscon e poi Amuro Ray incontra Lalah Sune e Char Aznable.
Comincia l’Operazione Tristan, l’assalto dell’Esercito della Federazione
Terrestre contro gli insediamenti di Zeon sulla costa francese. Dolores Martin
partecipa allo sbarco in Normandia da una portaerei di classe Himalaya, insieme
con il proprio squadrone.
17-12-0079
Il 12° Squadrone MS del Battaglione Erwyn dell’Esercito Federale, secondo la
missione assegnata, si dirige verso una fortificazione zeoniana in cui si pensa
vengano sperimentati nuovi prototipi di mobile suit.
18-12-0079
Dolores Martin, comandante del 12° Squadrone del Battaglione Erwyn
dell’Esercito Federale, riceve l’RX-78-7 Gundam Deathlock. Lo usa per abbattere
una squadra di quattro mobile suit di Zeon.
19-12-0079
Operazione Rubicone: il commando Cyclops lancia un attacco diversivo contro
Libot, per poi attaccare la fabbrica federale che lì si trova. Bernard Wiseman è
l’unico sopravvissuto.
L’RX-78-7 Gundam Deathlock riceve le parti per la full armor e il 12°
Squadrone MS attacca la fortificazione zeoniana il cui assalto era fulcro della
missione dell’unità.
20-12-0079
Lo White Base attracca alla colonia Texas.
24-12-0079
Battaglia di Solomon: una flotta federale attacca la fortezza spaziale di
Zeon. Viene impiegato il Solar Ray System, l’armata di Zeon viene sconfitta e
Dozle Zabi risulta KIA. Solomon viene ribattezzata Konpeitoh.
26-12-0079
Dolores Martin si unisce alla Task Force Orion; il Gundam Deathlock riceve i
componenti per la full heavy armor.
29-12-0079
L’Esercito della Federazione Terrestre dà il via all’Operazione Star One, il
cui scopo è la conquista di A Baoa Qu.
30-12-0079
Le forze di Kycilia Zabi, nella fattispecie l’MS-14S Gelgoog Commander Type
di Char Aznable e l’MAN-08 Elmeth di Lalah Sune, attaccano il 13° Squadrone
Autonomo. L’Elmeth viene abbattuto dall’RX-78-2 Gundam e Lalah Sune risulta
KIA.
Degwin Sodo Zabi comunica di volere incontrare il generale Revil per dare il
via a negoziati di pace. Quando le navi dei due comandanti si avvicinano, Gihren
Zabi dà ordine di fare fuoco con il Solar Ray System, distruggendole
entrambe.
31-12-0079
Attacco federale contro A Baoa Qu, con lo White Base alla testa. Kycilia Zabi
giustizia il fratello Gihren per parricidio e affida al 34° Corpo MS di Char
Aznable la linea di difesa. Sia lo White Base che l’RX-78-2 Gundam vengono
distrutti in combattimento.
L’armata di Zeon viene sconfitta e, poco prima, il generale di divizione
Aiguille Delaz si ritira insieme con i suoi seguaci.
Char Aznable uccide Kycilia Zabi e poi aiuta Zenna Zabi e sue figlia Mineva a
scappare verso Axis.
Lo squadrone del colonnello Ernest Fuchs fugge da A Baoa Qu; Colin Raimondi
si attarda e, cercando di tornare su Side 3, si imbatte nella Flotta Delaz, che
lo raccoglie.
I capi dell’appena stabilita Repubblica di Zeon contattano il Governo
Federale, chiedendo di cominciare i negoziati di pace.
La Task Force Orion insegue alcuni soldati di Zeon che si sono impadroniti di
alcune testate nucleari. Sull’FHA-78-3 Heavy Full Armor Gundam Deathlock,
Dolores Martin affronta l’MSN-02 (MS-16X) Zeong pilotato da Victoria Lurnberg.
Il Gundam ha la meglio e recupera le testate, ma gli zeoniani sopravvissuti
riescono a fuggire verso Axis.
0080
Nasce Hathaway Noa
1-1-0080
Il generale di divisione di Zeon Aiguille Delaz accoglie con sé i reduci
dell’Esercito che si sono rifiutati di andare ad Axis e riorganizza le proprie
forze.
Finisce la Guerra di Un Anno: la Federazione Terrestre e la Repubblica di
Zeon firmano la pace a Granada.
15-1-0080
Uno squadrone dell’Esercito della Federazione Terrestre ingaggia le forze di
Zeon rimaste a Pezun.
18-2-0080
La Federazione Terrestre e la Repubblica di Zeon approvano ufficialmente il
Trattato di Granada. Il trattato riconosce l’indipendenza di Side 3 e il suo
diritto a un esercito proprio.
3-0080
Raccolte le forze di Zeon ancora nella Sfera Terrestre, Aiguille Delaz si
dirige verso il Giardino di Spine, una base nell’L1 mai completata.
Dolores Martin viene promossa a maggiore e assegnata alla base federale di
Belfast come istruttrice.
6-0080
Le forze di Zeon sul fronte africano si disarmano.