ogni goccia
Era...bellissimo.
Non c'era nessunissima altra parola per descriverlo.
Pansy camminava spedita per i corridoi di Hogwarts circondata dalle sue
amiche, con un perenne sorriso a trentadue denti stampato in viso e
scintille pure nelle vene.
-Datti una calmata, Parkie! Ma ci vuoi raccontare che diavolo ti è successo quest'estate?! Non sei più tu!-
Lassie la guardava parecchio preoccupata. Conosceva Pansy Parkinson dal
primo anno, ma quel primo settembre era tornata a scuola completamente
cambiata. Era sempre allegra, espansiva, ottimista, un pezzo di sole
ambulante! Sembrava addirittura migliorata fisicamente, cosa che i loro
amici non avevano tardato a notare.
-Oh, Lassie... sapessi che estate! Mai divertita tanto in vita mia, lo giuro-
-Insomma, che-è-successo?!?- chiese Jeer, al limite della curiosità.
-Ok, ve la sentite di ritardare il pranzo?-
Tutte le ragazze annuirono.
-Ritardare il pranzo? Tu sei rimbambita, Parkie!- disse Nott, voltandosi; i ragazzi le precedevano.
-E chi vi ha chiesto niente?! Riunione privata per le Serpette!-
esclamò Pansy spingendo le sue amiche in una classe vuota.
Senza bisogno di coordinazioni Pansy sedette sulla cattedra, e le altre si accomodarono sui banchi di fronte a lei.
-Allora- esordì Lassie. -Arrivi in stazione saltellando come una
pazza, non hai ancora tolto un attimo quel sorriso, strilli, canti,
balli per tutta la scuola, sembri persa a contemplare qualcosa che noi
non vediamo e, soprattutto, durante il viaggio sul treno sei scomparsa
nel nulla! Tu ci devi delle spiegazioni, Parkie-
Se possibile il sorriso di Pansy aumentò ancora, mentre la strega si sistemava a gambe incrociate.
-Ragazze... ho passato un'estate da favola! E ora è ovvio che io
sia così felice... insomma, possibile che non ve ne accorgiate?!
Lui è... BELLISSIMO!!!-
Tra le amiche si diffusero risolini.
-Ah-ah... sapevo che centrava un lui!- disse Jex. -Lo conosciamo?!-
Pansy respirava a fondo, come tentando di contenere tutta la sua eccitazione.
-Certo che lo conoscete-
Urla dal pubblico.
-Zab?-
-No...-
-Notz?-
-No!-
-Land?-
-No, lo lascio a Lassie...-
-Lo so, lo so! Goyle!-
Pansy fulminò Jeer con lo sguardo.
-Ovviamente no...tanto
varrebbe innamorarsi di un innaffiatoio. Ma ci va sempre in giro
insieme...- disse, aumentando tonalità della voce ad ogni parola.
-Tiger?-
-No!-
-Oddio-
Tutte si voltarono verso Lassie, che aveva spalancato gli occhi.
-Pansy Breanna Parkinson... dimmi che non è lui-
Ma evidentemente aveva colpito nel segno: Pansy lanciò un urletto che per poco non spaccò i vetri delle finestre.
A quel punto tutte le sue amiche avevano capito, e la classe rimbombava tanto di urla da sembrare un pollaio.
-PAAAAAAARKIEEEEEEEEE!!!!!!!!! Che hai combinato quest'estate col vecchio Draco?!?- chiese Lassie saltellando su e giù.
Pansy rise, poi si mise a sbavare: -Oooouh, è così bello...-
-Passa al sodo, che avete combinato?!-
-Allora.-
Pausa.
-Allora...-
-Allora?!-
-Allora, tutto comincia a metà Luglio. Mia madre viene e mi dice
che il giorno dopo sarei partita per passare l'estate con gli zii.
Commento: sai che noia... un mese e mezzo con i nobilissimi zii, una
bambinetta di otto anni e quello zoticone di mio cugino, che con la
scusa che ha finito la scuola si è fatto ancora più
insopportabile. Va beh, mi rassegno e vado. Passa una settimana di
tedio assurdo, quando arriva la notizia che avremo ospiti a cena. "Una
di quelle famiglie purosangue che frequentano i miei", o almeno
così ha detto mio cugino... "Va beh, chi sono? Compagni di
scuola?" Lui sogghigna. "Un tuo amichetto, Pansy. Draco Malfoy".
Agghindata come meglio poteva, Pansy scese di corsa nell'atrio quando
sentì il campanello della villa suonare. Gli zii e i cugini
erano già davanti al portone, nei loro migliori abiti da sera,
aspettando che l'elfo domestico aprisse agli ospiti.
-Muoviti, Pansy!- sibilò la zia.
La ragazza si affrettò a mettersi di fianco alla cuginetta; la
bimba era talmente fiera delle sue scarpe di vernice che non faceva
altro che guardarsi i piedi.
L'elfo domestico sprofondò in un inchino, proclamando: -La signora e il signorino Malfoy-
Narcissa Malfoy era splendida nel suo abito nero, con i liscissimi e,
soprattutto, chiarissimi capelli che le contornavano il viso magro.
Di fianco a lei, con l'aria di chi avrebbe decisamente voluto essere
altrove, c'era il figlio Draco. Come la madre aveva i capelli quasi
bianchi, elegantemente sparsi sulla fronte pallida, e vestiva quasi
interamente di nero, fatta eccezione per la candida camicia ornata
dalla cravatta con il nodo impercettibilmente allentato.
Mentre la signora Prewett si precipitava a salutare l'ospite, Draco
sollevò lo sguardo già annoiato dal pavimento e diede
un'occhiata in giro. Quando i suoi occhi scorsero la ragazza dai ricci
neri che lo scrutava attenta sussultò e, con un sorriso, le fece
un cenno. Pansy rispose al gesto, poi tutti seguirono la padrona di
casa in sala da pranzo.
Fortunatamente la disposizione dei posti prevedeva che Pansy sedesse
accanto a Draco. Il ragazzo non parlò finchè la
conversazione tra gli adulti non fu avviata, poi sospirò.
-Grazie al cielo ci sei tu, Pansy. Ma che ci fai qui?-
-In vacanza dagli zii- rispose Pansy, mentre l'elfo domestico serviva gli antipasti.
-Gli zii...? Ah, già, tua madre è la sorella della signora Prewett...-
Pansy esitò un istante, scrutando attenta il ragazzo, poi disse: -Draco... stai bene?-
Lui impiegò alcuni secondi per capire la domanda, poi,
degluttendo il boccone, disse: -Mh? Sì... perchè no?-
Pansy alzò un sopracciglio e lo squadrò attentamente.
-Malfoy, ti conosco da troppo tempo. Sei addirittura più pallido
del solito, il che ti porta ad avere circa lo stesso colorito del
barone sanguinario; hai dovuto aspettare di essere invitato a servirti
per mangiare qualcosa; sei distratto, e per di più ti sei
scordato un pezzo di albero genealogico dei purosangue. Per te, del
tutto inammissibile.-
Draco ridacchiò appena.
-D'accordo, forse non è tutto rose e fiori...- Abbassò la
voce dando un'occhiata al giovane Prewett, poi continuò. -Per
prima cosa, non è che morissi dalla voglia di venire qui. Sono
contento che tu ci sia...-
Lo disse con voce tanto sincera che Pansy arrossì.
-...poi, sai come vanno le cose ultimamente. Insomma, mio padre...-
Pansy annuì comprensiva, mentre Draco abbassava lo sguardo sul piatto.
-...maledetto Potter- disse, d'un tratto furioso.
-Dai, dai, non pensarci adesso. Facciamo in modo che almeno questa sia
una bella serata!- disse Pansy, tentando di sollevargli il morale.
Draco annuì e non parlò fino all'arrivo della prima portata.
-Wow, e adesso ti fa la dichiarazione d'amore?- chiese Jeer, eccitata.
-Dannazione, dagli un attimo! Falli arrivare almeno al dessert...- ridacchiò Jex per tutta risposta.
-Macchè, macchè...- le zittì Pansy. -Niente
dichiarazioni anche al dessert. Abbiamo conversato amabilmente
dimenticandoci beatamente del resto della famiglia... a parte un breve
interrogatorio da parte dei nostri grenitori. Sai com'è, no...?
"Allora, siete in classe insieme?" "Come sono andati i GUFO?" e una
pessima battutina dello zio su come le nostre famiglie avrebbero potuto
imparentarsi... Narcissa lo ha incenerito. "Fatti gli affari tuoi,
Prewett"- Pansy ridacchiò. -Adoro quella donna... ha stile. Poi Draco ha chiesto se potevamo fare un giro in giardino, e siamo usciti.
Il viale ricoperto di ghiaia era illuminato da tante piccole candele, mosse dalla brezza appena accennata.
-Allora Pansy, come va l'estate?-
-Bah, tutto regolare. Sono qui da una settimana... non è che proprio mi diverta, ma ci sono aspetti vantaggiosi...-
-Ad esempio stasera?- chiese Draco, rivolgendole un sorriso mozzafiato.
La temperatura corporea di Pansy aumentò di parecchi gradi, ma la ragazza ignorò il fatto.
-Sì... stasera non è male. Almeno vedo qualcuno di scuola...-
-Qualcuno di scuola, eh? Quindi potevo essere anche un altro... Zabini, Portland...- disse Draco, fingendosi offeso.
-Certo che no!- eclamò Pansy, pentendosi immediatamente della foga che ci aveva messo.
Draco però sembrò soddisfatto.
-Zab ultimamente è noioso... i GUFO gli hanno distrutto i nervi.
E Land non fa altro che parlare di Jeer! Un vero peccato- aggiunse,
pensandoci -perchè è a Lassie che piace-.
Draco sbuffò. -A volte siete proprio... frivoli.-
-E' un offesa, Malfoy?- chiese Pansy, indispettita. Era molto fiera dei suoi amici.
-Non proprio, ma... insomma, "a Land piace Jeer, ma Land piace a Lassie, mentre Zab..." che cosa sono tutti questi sciocchi soprannomi?-
Pansy si inviperì. -Non tutti vogliamo essere chiamati sua maestà il signor Draco Lucius Malfoy- buttò lì con freddezza.
Draco si voltò a guardarla. Non era indignato, ma piuttosto curioso di continuare a stuzzicarla.
-Quindi rinnegate le vostre origini purosangue?-
Pansy lo fulminò e lui non seppe resistere; scoppiò a ridere.
-Per vostra informazione, signor Malfoy- continuò Pansy,
sforzandosi di non ridere a sua volta, -possiamo essere purosangue
anche senza chiamarci per nome e cognome. Tanto noi lo sappiamo. Ma se proprio lo vuoi, continueremo a chiamarti sua maestà...-
-Ok, ok, ho capito!- rise Draco. -Ma giusto per informarmi... come mi chiamereste se cedessi al vostro gioco?-
-Mh, non saprei... potremmo abbreviarti il nome, e allora... Drake?-
Draco fece una smorfia.
-...o magari il cognome... che ne dici di Foy?-
-Dico che sono contento di essere sua maestà il signor Draco Lucius Malfoy!-
Risero entrambi per un po', poi Draco parlò.
-Grazie, Pansy, era tanto che non ridevo-
-Se stessi un po' più con noi...-
-Se mio padre non fosse in prigione...-
Il sorriso di Pansy si sciolse, e la ragazza mise una mano sulla spalla
di Draco, facendolo fermare. Erano ormai sul retro della villa, davanti
alla grande fontana; la brezza trascinava goccioline d'acqua contro di
loro.
Draco aveva un'espressione realmente affranta. Ad un tratto i suoi
occhi cominciarono ad inumidirsi, e Pansy finse con tatto di guardare
altrove. Del resto, nello splendido giardino c'era di che riempirsi gli
occhi; ma la meraviglia più grande, quella sera, Pansy ce
l'aveva di fianco.
-Oooooooooh- fece Lassie. -Che tenero...-
-Sicura che non ti stai inventando tutto?- chiese Cent, dubbiosa. -Andiamo, Malfoy che piange...-
-Anche lui ha un cuore!- esclamò Pansy, indispettita. -Se mi
lasci andare avanti capirai cose di lui che nessuno ha mai capito...-
-Allora meno male che ci sei tu- la prese in giro Jeer, beccandosi un pugno sul braccio.
-Comunque spero che nel resto della storia non ci siano altre prese in
giro ai nostri soprannomi, o gli rompo quel suo bel nasino...-
-Non osare!- esclamò Pansy. -Dicevamo...
I due non si dissero niente per un po'; rimasero semplicmente a godersi
le fresche goccioline sulla pelle... forse fin troppo fresche.
Pansy, nel suo abitino senza spalle (quello delle grandi occasioni), rabbrividì.
Draco se ne accorse, e si affrettò a chiedere: -Vuoi la mia giacca?-
-Oh, no, non importa...-
-No, davvero, prendila-
Draco si sfilò la giacca e coprì gentilmente Pansy. Lei
ringraziò, sorridendo, e lo invitò a sedersi su una
panchina di ferro battuto poco distante da dove si trovavano.
Il ragazzo non piangeva più, anche se aveva gli occhi ancora vagamente arrossati.
-Sai, è terribile- disse dopo un po'. Pansy capì che voleva parlare ancora del padre.
-Mi dispiace, Draco. Immagino non sia facile- disse, comprensiva.
-No, non lo è per niente. Sai, non è la lontananza o
qualcosa del genere... è accaduto spesso che passasse molto
tempo fuori di casa per lavoro. Ma adesso è ad Azkaban,
dannazione. Chissà che cosa gli stanno facendo... non riesco a
smettere di pensarci. Odio i Dissennatori, li odio! Beh, a chi
piacciono, del resto? Ma sapere mio padre tra le loro sudicie mani...
non avranno alcun rispetto per lui. Per lui, che è un Malfoy!
Uno abituato ad avere i pavoni in giardino... adesso è in una
schifosa cella...-
Pansy si strinse gentilmente al suo braccio e subito Draco
inclinò la testa verso quella della ragazza, i suoi lisci
capelli biondi contro i ricci scuri come la notte. Pansy era felice di
quel contatto ma allo stesso tempo rabbuiata per le parole di Draco; il
ragazzo stava soffrendo più di quanto lei avesse potuto
immaginare.
Accarezzandolgi dolcemente la manica bianca della camicia, Pansy
capì che avrebbe dovuto affrontare l'argomento che avrebbe
preferito evitare. In effetti, non era ancora ben sicura di quello che
pensava al riguardo... negli anni precedenti aveva semplicemente
desiderato che fosse tutto finito, un ricordo lontano; e invece ora lui
era tornato, loro erano tornati, e in qualità di Serpeverde Pansy si sentiva chiamata a prendere una posizione. Già, ma... quale?
-Però credo che... lui sapesse quello che stava facendo- disse, più in fretta che potè.
Draco sollevò la testa e si voltò a guardarla con i suoi splendidi occhi chiari, a pochi centimetri dal suo viso.
-Sì- disse; -sì, è così. Lui... l'ha scelto, sapeva che poteva finire così. Lui l'ha scelto...-
Pansy non capì l'enfasi, ma non osò chiedere; non era sicura di sapere fino a dove potesse immischiarsi.
Draco tornò ad appoggiare il capo su quello di Pansy,
carezzandole le mani ancora strette al suo braccio. La luce era ormai
sparita quasi del tutto, e la sera si faceva sempre più fredda,
tanto che Pansy si chiese se non fosse il caso di restituire la giacca;
Draco, però, sembrava essere molto più caldo di lei,
nonostante il colorito pallido suggerisse tutt'altro.
-Forse è meglio tornare dentro, non vorrei che ti ammalassi-
disse Draco sottovoce, come per rispettare il silenzio che li
avvolgeva, rotto soltanto dall'acqua della fontana che cadeva in una
sorta di melodia che solamente loro potevano sentire.
-Solo se lo vuoi tu- sussurrò Pansy. Draco si alzò e le tese la mano; lei la afferrò e si mise in piedi.
-Vieni- disse Draco e, a braccetto, si avviarono verso il portone.
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Un grandissimo ringraziamento va alla mitica Vale, che non solo riesce
a sopportare le mie stupidaggini ma riesce persino a riderci e piangerci
sopra. Se ho pubblicato questa storia è tutta colpa sua, quindi
sapete con chi prendervela...
Grazie anche a chi ha commentato le storie precedenti o le ha messe tra i preferiti :)
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