La vendetta è un piatto che va servito freddo

di Ater Chrysanthemum
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Semir ancora non riusciva a realizzare quello che era successo solo qualche minuto fa. Era fermo sulla strada illuminata dalla luce blu delle ambulanze e guardava le due bare grigie provvisorie. Era accaduto tutto così in fretta. Non aveva avuto il tempo di fare niente per impedire la loro morte. Entrò nella sua BMW e cercò di non pensarci troppo,adesso era Jan che ne aveva bisogno.

Mentre era alla guida della sua auto lo raggiunse una chiamata << Andrea! >> rispose Semir con finto tono allegro << Ho appena saputo di Jan, so che è stato ricoverato ,come sta? >> chiese Andrea dall’altra parte del telefono << Non lo so Andrea, non ho avuto ancora notizie >> disse Semir non riuscendo a contenere la sua tristezza << Va bene, allora se mi fanno sapere qualcosa ti informerò >> fece Andrea preoccupata << No,tesoro non c’è bisogno,sto andando a trovarlo in ospedale >> disse Semir cercando di essere il più normale possibile << Allora vengo anche io. Ci vediamo li,ti amo >> e richiuse il telefono lasciando Semir ai suoi pensieri. Ti amo… le stesse due parole che aveva pronunciato anche Jan quando lui l‘aveva baciato… che mossa stupida. Accelerò. Doveva vedere Jan,doveva stare al suo fianco.

<< Ma si riprenderà vero? >> chiese Otto all’infermiera che era entrata nella stanza dove l’unico suono che si udiva era l’elettrocardiogramma affianco al letto dove era disteso Jan << Purtroppo >> disse l’infermiera in tono serio << Questo non possiamo saperlo,finche le sue condizioni rimangono stazionarie non possiamo dirle nulla con precisione >> Semir fece il suo ingresso all’interno della stanza d’ospedale accompagnato da Andrea proprio quando l’infermiera andò via << Allora? >> chiese Andrea a Otto << Non si sa nulla >> rispose lui rivolgendosi anche a Semir che fissava afflitto il suo collega ancora privo di sensi. Non riusciva proprio ad immaginare che cosa avrebbe fatto se Jan lo avesse abbandonato così. Andrea lo abbracciò per confortarlo e insieme a Dieter e Otto furono invitati a uscire fuori dalla stanza dall’infermiera.

<< Sono sicuro che se la caverà >> disse Dieter vedendo l’espressione tetra di Semir << Sì Dieter,anche io ne sono sicuro >> fece Gerkhan,poco convincente. Non riusciva a non pensare al peggio ed erano accadute troppe cose insieme per poter essere positivi. Si sedette sulla sedia e incominciò a tamburellare con le dita sulla scrivania. Otto e Dieter lo guardavano senza sapere cosa dire per consolarlo. Ogni minuto che passava si chiedeva che cosa stesse accadendo all’ospedale, se Jan si stava riprendendo. E anche se il suo cervello era per la maggior parte occupato da questi pensieri negativi,c’era anche spazio per pensare a cosa avrebbe dovuto fare una volta e se Jan si fosse svegliato. Dopo quello che era successo non poteva mettersi tutto a tacere così. Qualcosa sarebbe accaduto e la cosa un po’ lo spaventava. Guardò Andrea intenta a fare le sue solite ricerche al computer. Che cosa avrebbe dovuto fare?





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