Original
Sin – Peccato Originale
tin
tin tin tid-in tin tin
il
cozzare del cucchiaino contro la tazzina di ceramica pregiata
scandiva ritmicamente i lenti secondi,
gli
ultimi secondi...
il
caffè nero fumante sprigionava un intenso aroma, ma la donna
che lo
girava lentamente era troppo tesa per godersi quell'inebriante
estasi.
Gli
occhi fissi in un punto imprecisato della cucina bianca perfettamente
arredata e la mano che, tremante, andava a prendere dal fondo di uno
di quei mobiletti lucidi una boccetta con un liquido scuro.
La
sfiorò prima con la punta delle dita prima di afferrarla.
La
portò all'altezza del viso mentre la fissava, un istintivo
scatto di
rabbia la costrinse a stringerla forte mentre le nocche sbiancavano,
poi la stretta man mano si affievolì e, mentre una lacrima
scendeva
a far loro compagnia, versava le gocce di quel devastante veleno...
Un
anno prima...
-Corri
Hermione!- urlò Ron schivando le maledizioni senza perdono a
lui
indirizzate
la
riccia si voltò a guardarlo assicurandosi che si mettesse in
salvo,
poi si girò a fronteggiare i numerosi mangiamorte che
stavano per
raggiungerla.
-Stupeficium!-
scandì a voce alta, riuscì a mettere al tappeto
il più grosso del
gruppo prima di essere colpita alle spalle e cadere senza sensi sulla
terra umida.
Quando
si risvegliò era sola in una cella fredda e buia,
prigioniera...
Rannicchiata
in un angolo nella lurida coperta che le avevano dato, Hermione
aspettava che passassero i giorni, aspettava che iniziassero le
torture o qualche altra cosa la inducesse a rivelare dove si
trovassero i suoi amici e l'Ordine, ma solo la mano guantata di nero
che le porgeva il pranzo; poi, un giorno come tanti, nella sua cella
entrò più luce del solito.
La
porta era stata aperta completamente lasciando che una figura
scivolasse al suo interno, quando la ragazza riconobbe nel
mangiamorte il suo vecchio professore di pozioni, tirò un
sospiro di
sollievo prima di iniziare a urlargli contro tutto il suo disprezzo
facendo riecheggiare le grida oltre la porta...
Passarono
altri giorni silenziosi prima che nuovamente le venne fatta visita,
questa volta Severus Piton aveva delle notizie da darle:
-Diverrai
la serva di Draco Malfoy- poche parole, una sola sentenza da
accettare a capo chino.
Fu
portata in una sontuosa camera, lavata e curata prima di essere
condotta nella stanza da letto del giovane.
Quando
fece il suo ingresso in una velata vestaglia turchese di linea a
kimono, teneva lo sguardo basso per non incontrare quello del biondo.
-Bene
bene,- disse lui gongolante -a quanto pare mezzosangue, sei a mia
completa disposizione...-
lo
sguardo cattivo del braccio destro di Voldemort la colpì in
piena
faccia come uno schiaffo; ma non fu l'unica cosa a fare male.
Fu
spogliata e presa brutalmente su quel letto di pregiate lenzuola,
mentre cercava di assecondare i capricci di quel principe viziato.
Doveva
fare come le era stato ordinato...
Erano
passati molti giorni ormai ed Hermione non sapeva dire quanti fossero
in realtà, l'unica cosa che le era data sapere era di quando
recarsi
nelle stanze di Malfoy e aspettarlo.
Seduta
sulle lenzuola di seta rosse, lo accolse con un completo di pizzo
nero con autoreggenti abbinate, come da lui espressamente richiesto,
ma quando lo vide, rimase basita...
zoppicando
all'interno della stanza, il biondo si teneva con una mano
insanguinata l'addome ferito, mentre l'altra penzolava senza forza
con un taglio visibile ancora sanguinante.
Corse
al suo fianco sostenendolo e aiutandolo mentre si accasciava sul
letto.
Con
occhio clinico la riccia notò molte ferite su braccia, gambe
e
addome, quelle più profonde erano già state
malamente richiuse,
infatti essendo state fatte con la magia non si potevano curare con
gli incantesimi; l'occhio gonfio tendeva ad un violetto che andava
via via scurendosi, il labbro inferiore era tumefatto e sanguinante e
sul resto del viso deturpato vi erano molti graffi e tagli.
-Cosa
è successo?- chiese ansiosa senza sapere cosa fare
lui
sospirò senza rispondere prima di poggiarsi con la testa sul
cuscino.
-Dove
sono gli elfi?- chiese lei non vedendoli arrivare per curarlo.
Odiava
il fatto che fossero sfruttati, ma adesso c'era bisogno di loro.
-Stanno
curando gli altri...- bisbigliò
gli
posò una mano sulla fronte accarezzandolo e vide che
iniziava a
calmarsi e a respirare un po' più regolarmente, si
alzò per
prendere dell'acqua e delle bende per pulirlo.
Ci
volle più di un'ora per toglierli i vestiti zuppi di sangue
senza
fargli male e per pulirlo e disinfettarlo bene, quando finalmente il
sangue aveva smesso di fuoriuscire, vide che si era addormentato.
La
mattina dopo fu svegliata da un suo gemito di dolore, infatti il
ragazzo stava cercando di alzarsi.
-Dove
credi di andare?- il tono saccente così simile a quello che
usava a
scuola le uscì dalle labbra senza che se ne accorgesse.
-In
bagno, mezzosangue!- rispose lui infastidito
La
sera prima non era riuscito a vestirlo a parte un paio di boxer neri
larghi, e così ora mezzo nudo zoppicava per la camera fredda.
-Lascia
che ti aiuti...- disse portandosi un suo braccio sulle spalle per
sostenerlo, lo vide fare un'espressione maliziosa prima di girarsi a
guardarla, e la vista che si trovò davanti gli fece
spalancare le
labbra.
Sbuffò...
-Proprio
ieri dovevano ferirmi!- si lamentò guardando il completino
nero che
si intravedeva dalla vestaglia aperta
Hermione
arrossì fino alla punta dei capelli lasciandolo andare
indispettita.
-Dovresti
essere felice,- soffiò con rancore -i tuoi amici hanno vinto
la
battaglia ieri!-
la
ragazza rimase impietrita; era stata così angosciata per le
condizioni di Malfoy che non aveva minimamente pensato a cosa fosse
successo...
Dannazione!
Artigliata
alle larghe spalle del ragazzo, la bella grifondoro gemeva senza
ritegno al ritmo di quelle spinte.
Il
piacere dilaniante la costringeva ad inarcarsi contro quel corpo
statuario prima di lasciarsi andare all'appagamento dei sensi...
con
i respiri affannati cercavano di recuperare fiato, mentre con il
sorriso sulle labbra se ne stavano vicini beandosi del calore del
corpo dell'altro.
Col
passare del tempo era diventato sempre più facile lasciarsi
trasportare dalla passione e, anzi, spesso lui andava a trovarla di
nascosto pur di rubarle qualche bacio o carezza intima prima di sera.
Hermione
non usciva mai da quella parte del castello, ma sapeva di trovarsi a
Malfoy Manor, sotto lo stesso tetto di Voldemort e di molti altri
mangiamorte.
Rabbrividì...
In
un attimo si sentì avvolgere da un pesante e morbido strato
di
stoffa, lui la stava coprendo dal freddo, mentre ad occhi chiusi
aspettava di abbandonarsi al dolce sonno ristoratore; Draco era
così,
passionale e brutale, ma anche dolce e attento ad ogni suo bisogno...
si
strinse a lui sentendo che ricambiava la stretta senza lamentarsi e,
mentre una lacrima le rigava il volto, si addormentò.
Andando
avanti e indietro per la stanza, Hermione non faceva altro che
guardare l'orologio e la porta, le aveva promesso che sarebbe andato
da lei prima di pranzo e mancavano ancora venti minuti, ma non
riusciva a fare a meno di torturarsi le mani.
Indossava
un completino bordeaux ricamato che aveva scelto a posta per lui e
sorrideva pensando a come Draco avrebbe reagito.
Quando
sentì lo scatto della maniglia corse verso la porta
sorridendo
felice -Sei arrivato!- disse, ma le parole le morirono in gola quando
vide chi si stagliava davanti a lei.
Imbarazzata
e colpevole andò a coprirsi con una vestaglia sotto lo
sguardo
deluso di Severus Piton...
Con
il cuore in apprensione la riccia camminava per la stanza udendo
preoccupata i rumori della battaglia che si svolgeva al piano di
sopra, aveva paura di quello che sarebbe successo,
di
qualunque cosa sarebbe successa...
si
voltò verso il bellissimo ragazzo che era appena entrato
tutto
trafelato
-Draco?
Che sta succedendo?-
-Dobbiamo
andarcene da qui!- disse lui porgendole la sua bacchetta, confiscata
quando era stata fatta prigioniera, ma la grifondoro non ebbe tempo
di bearsi della sensazione di forza che le si sprigionava ora fra le
mani...
adesso
aveva il potere di farlo, ma quando
incontrò lo sguardo
carico di fiducia dell'amante si fiondò tra le sue braccia
baciandolo con foga.
-Draco
io...-
-ssshhh
dobbiamo metterci in salvo adesso.- sussurrò guardandola
negli occhi
con qualcosa di luminoso nello sguardo, poi la baciò piano e
a fondo
per qualche istante.
Quando
un rumore vicino alla porta la fece sobbalzare, lui
l'afferrò per un
braccio, smaterializzandosi.
Erano
passate due settimane da quando l'Ordine aveva irrotto nel maniero
facendo prigionieri molti mangiamorte, ma Voldemort e i suoi
più
fedeli seguaci erano riusciti a mettersi in salvo.
Draco
l'aveva portata in un piccolo appartamento nella Londra babbana e
continuava a tenere i rapporti col suo Signore svolgendo il suo
lavoro, ma dopo si recava da lei lasciandosi sprofondare nel calore
del suo corpo e lasciando ogni preoccupazione al di fuori di quella
stanza.
-Sono
stanco...- aveva sussurrato un pomeriggio il serpeverde, ancora
esausto dopo la loro unione
-Cosa
vuoi dire?-
-Che
questa guerra è sempre stata inutile, ma adesso inizia ad
essere
patetica- si portò un braccio sugli occhi sospirando -vorrei
che
tutto questo finisse, che tutto questo non fosse mai iniziato e
vorrei starmene qui con te per sempre, senza il bisogno di uscire da
queste quattro mura.- aveva terminato fissandola negli occhi.
Il
groppo in gola che quelle parole provocarono nella ragazza fu
così
forte da impedirle di parlare, si lasciò scuotere da un
pianto
disperato mentre stringeva a sé quel corpo come
non avrebbe
dovuto.
...
Seduto
in cucina a leggere la gazzetta del profeta, Draco Malfoy aspettava
che la ragazza con cui aveva trascorso quasi l'ultimo anno della sua
vita, gli portasse il caffè come sempre.
Nello
stesso momento a due camere più in là, lei
asciugava l'ultima
lacrima e con un finto sorriso, prendeva il vassoio con le tazze.
Era
stata riportata alla cruda realtà quel pomeriggio, Draco era
assente
per le sue missioni e lui lo sapeva,
doveva
finirla...
le
cose erano andate troppo avanti e, si ripeteva, che se non l'avesse
fatto in quel momento, non avrebbe più trovato la forza.
Poggiò
il vassoio sul tavolino e gli posò la tazzina davanti mentre
lei
prendeva la sua tra le mani.
Posò
lo sguardo sulla sua figura e vide che lo sguardo non seguiva le
parole scritte sul giornale, ma era fisso in un punto imprecisato.
Diede
un'occhiata amara alla tazzina al suo fianco e posò il
giornale.
-E'
quasi passato un anno...- disse assorto
lei
sorrise, falsa...
-mi
chiedo... come si possa fingere così a lungo?-
sussurrò con un
sorriso facendola sbiancare
-Co...
cosa?-
-Ah,
forse passati i primi anni, poi diventa tutto più facile...-
disse
perso nelle sue elucubrazioni
-Ma
di cosa stai parlando?- gli chiese senza capire
-Di
Piton...- la vide raggelare -vi ho sentiti oggi. Ti ha detto che
ormai non avevi più motivi per tentennare e che ormai mi
fidavo di
te... E' ora di ucciderlo.- ridacchiò senza allegria mimando
la voce
del suo mentore
-Una
cosa buffa,- continuò -è che erano tutte bugie...-
-No...-
disse con voce strozzata poggiando di nuovo il caffè sul
tavolo
-si...-
disse canzonatorio -ma la cosa più buffa di tutte,
è che ti
amo.-
gli
occhi dorati della ragazza si velarono di lacrime mentre le tremavano
le labbra
-mi
hai messo del veleno nel caffè, per uccidermi...
perchè tu fai
parte dell'Ordine e, insieme a Piton, hai architettato tutta questa
farsa per farti imprigionare per poi arrivare a me. Sono stato tanto
stupido...- mormorò ad occhi bassi
-Ci
vorrà molto?-
gli
occhi sbarrati di lei lo fecero ridere.
-Hai
intenzione di berlo lo stesso?- la voce roca per il prolungato
silenzio riecheggiò un po' stridula nella stanza.
Il
mutismo di lui le provocò un'altra ondata di lacrime salate -poco,
ci vorrà poco...- disse con voce rotta dal pianto
annuì
e in uno scatto prese il caffè buttandolo giù
d'un sorso.
-No!-
gridò lei inginocchiandosi davanti a lui strappandogli la
tazza
dalle mani, lo vide accasciarsi in avanti tossendo
-Ti
prego...- singhiozzò -Ti amo... ti amo
anch'io!- disse
disperata vedendolo perdere le forze velocemente
-no,
non è vero! Sono tutte bugie.- biascicò lui con
occhi spenti
Hermione
prese la sua tazza col caffè ancora intatta e
ingoiò rumorosamente
il contenuto prima che questa le cadesse dalle mani rompendosi in
mille pezzi.
Sotto
gli occhi scioccati di lui, iniziò a tossire convulsamente.
-Che
hai fatto?- alitò lui sconvolto
si
tenne a distanza da lui, gli occhi bagnati di lacrime mentre il
veleno entrava in circolo
-Non
so mentire...- sussurrò
una
lacrima cadde dagli occhi argentati di Draco, forse l'unica della sua
vita e andò ad infrangersi sulla guancia di lei insieme alle
sue
mentre disperato la stringeva nell'ultimo bacio.
Con
l'ultimo soffiò si lasciò cadere sulla spalla
della ragazza senza
vita, lei continuò a cullare il suo viso per pochi secondi
prima di
chiudere gli occhi, per sempre...
Quando
qualche giorno dopo Harry Potter e l'intero Ordine della Fenice
irruppero nell'appartamento, li trovarono così...
morti...
In
memoria di Draco Lucius Malfoy ed Hermione Jean Granger.
Non
avete potuto vivere il vostro amore in questo mondo, speriamo che vi
riesca nell'altro...
Spazio
Autrice:
Non
ho commenti, solo che questa storia mi ha fatto versare fiumi di
lacrime mentre la scrivevo, quindi spero che abbia commosso un po'
anche voi.
Non
è niente di che visto che l'ho scritta in pochissimo tempo,
ed è
ispirata al bellissimo film Original Sin che vi consiglio.
Grazie
mille...
Anna
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