Così
se ne va, la tua dolce Alice, proprio adesso che aveva raggiunto
l'altezza giusta.
E
tu, che sei il Cappellaio, la lasci andare andare, perché sei matto.
Se
non lo fossi la tratterresti.
Le
stringeresti un braccio e poi la baceresti.
Se
non lo fossi le diresti che l'ami, che deve rimanere e che insieme vi
costruirete il destino.
Ma
Alice è bionda e tu sei il Cappellaio.
Alice
è giovane e tu sei il Cappellaio.
Alice
è bella e tu sei il Cappellaio.
Sei
solo il Cappellaio, e anche matto, per di più.
Non
avrai mai l'altezza giusta per lei, né, certamente, per l'amore.
Così
la lasci andare, la tua dolce Alice, fino alla tana del Bianconiglio,
e poi su, nel Paese senza meraviglie dove vive e di cui è lei la
sola meraviglia – ma non lo sa.
Prima
la guardi ancora una volta, per conservarla nei tuoi ricordi.
È
andata via, com'era inevitabile.
Trascorre
il tempo ma nei tuoi ricordi la guardi sempre, perché il tempo ha
poco valore qui, nel Paese delle Meraviglie.
La
rivedi con i suoi capelli, il suo vestito, i suoi occhi e il suo
sorriso, com'era qui, nel Paese delle Meraviglie.
Rivivi
i giorni in cui l'incontrasti e tutte le volte che le parlasti
proprio qui, nel Paese delle Meraviglie.
Rivivi
il momento in cui ti posò sul volto le sue mani calde e ti disse che
le persone speciali sono sempre matte, quell'attimo di autentica
gioia che provasti allora.
Strana
sensazione, bruciante sulla pelle.
Ti
sei sentito così vivo da non saperlo descrivere, come se
improvvisamente il Paese delle Meraviglie fosse diventato reale.
Ma
tu sei il Cappellaio e versi il té dentro tazze senza fondo, mentre
Alice, naturalmente, se n'è andata. Non puoi fargliene una colpa,
che ci avrebbe mai fatto con un matto come te?
In
compagnia di un roditore e di un leprotto bisestile, tutti
decisamente senza qualche rotella.
Certo,
adesso sei diventato uno importante.
Senza
di te Alice non avrebbe mai potuto salvare il Paese delle Meraviglie.
Sei
tornato ad essere il cappellaio delle regina, ma sei comunque il
Cappellaio matto.
I
tuoi sentimenti, dunque, rimarranno lì nel tuo cuore, e se mai lei
dovesse tornare – così ha detto, ti sembra di ricordare, che
tornerà prima ancora che tu ti accorga che se n'è andata –
sarebbe solo un viaggio, un momento di transizione, una visita.
Alice
non può restare.
Anche
adesso che ha ritrovato la sua moltezza, non appartiene a questo
mondo.
E
se anche un giorno scegliesse di appartenervi, cosa ci potrebbe mai
fare con te, che sei solo il Cappellaio matto?
Così
il tempo passa – anche qui, nel Paese delle Meraviglie – scorre
via, e tu ti sei accorto che lei se n'è andata e pure non è ancora
tornata.
I
ricordi, poi, si fanno mano a mano più distanti e più piccini,
perché è così che funziona qui. La nostalgia e la malinconia sono
solo sentimenti umani, non appartengono al Popolo delle Meraviglie.
Eppure
è stato bello.
Ti
ha fatto sentire, come dire, umano.
Un
po' più normale, oppure sempre matto, ma un matto felice.
I
tuoi capelli rossi non ti sembravano più così spettinati e i tuoi
occhi verdi erano un po' meno strabici del solito.
Ma
soprattutto le tue rotelle fuori posto avevano improvvisamente
acquisito un senso. Si trovavano, senza essersi spostate di un
millimetro, proprio al posto giusto, proprio dove avrebbero dovuto
stare.
Forse,
mio caro Cappellaio, ti sei semplicemente sentito apprezzato – non
diciamo amato, che quella è una parola troppo grossa, e Alice è
troppo bionda, troppo giovane, troppo bella per uno come te – ed è
stato, a dirla tutta, davvero fantastico.
Poi
lei se n'è andata e qualche volta ti capita di desiderare che non
sia mai venuta.
Pensi
che prima di quel momento le cose erano più semplici perché ti
accontentavi di questo piccolo spazio e non c'era niente, fuori, che
valesse più delle tue teiere rotte.
Adesso
invece daresti chissà cosa per trovartela ancora lì, troppo piccola
e dentro alla tua teiera, oppure sul tuo capello, o da qualsiasi,
qualsiasi, qualsiasi altra parte.
Ma
Alice non c'è e tu rimani il Cappellaio matto.
Allora
ti versi un'altra tazza di té, canti Buon Noncompleanno al leprotto
bisestile, poi ti alzi e ti incammini verso il palazzo, per fare due
o tre cappelli alla regina bianca. Verranno bellissimi e lei
spalancherà le labbra e gli occhi per la meraviglia.
In
fondo il tuo lavoro ti mancava davvero.
Vorresti
fare un cappello per Alice, ma questo è un altro paio di maniche, se
le maniche possono entrarci qualcosa con i cappelli. Nemmeno le
piacerebbero, i tuoi cappelli così stravaganti.
Meglio
farli alla regina e alle sue damigelle, allora.
Meglio
che Alice rimanga nel sogno piuttosto che sentirle dire che i tuoi
capelli non le piacciono.
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