Ricordi.
-Non vale, Vergil! Sei partito
prima del via è solo per questo che mi hai colpito!-
-Non dire stupidaggini, fratellino:
lo sappiamo tutti e due che io sono più svelto e più forte di te con la spada. Tu
hai dato il via ed io mi sono mosso più velocemente di te, lumaca, ecco tutto. È
inutile che provi a dire il contrario, anche papà lo sa.-
-Zitto! Non è vero, hai barato!-
-Ma sentilo, il frignone.-
-Crepa, Vergil!-
-Crepa tu, Dante.-
È
strano: perché questo ricordo riaffiora nella mia mente proprio in questo
momento? Proprio ora che ti vedo davanti a me, fiero e sbruffone come al
solito. Dante, il mio fratellino. Che cosa ci ha spinti fin qui? Che cosa ci ha
spinti a cercare di ammazzarci a vicenda nonostante il fatto che siamo gemelli?
Probabilmente è questo che ti chiedi. Le vedo, Dante, vedo queste domande nei
tuoi occhi. Vuoi la risposta, fratellino? Bè, eccola qua: la tua ottusità. È per
colpa della tua ottusità e della tua stupida infantile paura. Perché tu hai
paura, ecco tutto. Hai paura dell’immenso potere di nostro padre, il grande
Sparda. Hai paura di non essere in grado di gestirlo.
Oppure
sei troppo stupido per capire cosa potremmo fare con quel potere. Non ci hai
mai pensato, Dante? Potremmo dominare il mondo, sia quello demoniaco che quello
umano. Avremmo tutti ai nostri piedi e riusciremmo a riportare la luce su
questo mondo corrotto. Su tutto questo marciume che questi limitati umani hanno
creato. E potremmo anche porre un freno a tutti i delitti che compiono i
demoni. Potremmo controllarli. Io e te, i figli di Sparda che proseguono ed
ampliano il progetto del loro padre.
Ma
no, tu non capisci. Tu credi che la mia sia brama di potere egoista. Povero sciocco.
Hai
persino rifiutato la mia proposta di unirti a me. “Io non ho un padre.”, così
hai detto. Un’orrenda blasfemia. Ti sei forse dimenticato di lui, Dante? Hai forse
dimenticato il suo sacrificio e quello di nostra madre, Eva, per salvarci? O forse
ora sei diventato troppo orgoglioso per tornare a supplicare il tuo gemello di
consolarti, di tenerti stretto finché non ti addormenti e di asciugarti le lacrime
che piangi per loro? Proprio come una volta. Per quanti anni ho dovuto farlo,
Dante? Io ho perso il conto.
E
ora i tuoi occhi, i miei occhi, così simili a quelli di nostra madre, mi
accusano di essere un pazzo egoista accecato dal potere.
Te
lo chiedo un’ultima volta: vuoi unirti a me?
Che
risposta lapidaria. “La mia anima mi dice che devo fermarti. Anche se questo
vuol dire ucciderti.”. La tua voce trema leggermente.
E ritorna il ricordo. Chi l’avrebbe mai detto che un
giorno quell’”augurio” si sarebbe avverato? Ironia della sorte.
Ma
bando alle ciance. Proprio come quel giorno: ti vedo avanzare correndo verso di
me, urlante. So che io sto facendo la stessa cosa. Siamo gemelli, no? E,
dannazione Dante, a quanto pare l’epilogo di questo scontro non sarà poi tanto
diverso da quello del mio ricordo: già lo vedo che sei partito in ritardo. Ormai
io sono già pronto a colpirti con al spada, mentre tu stai ancora caricando il
colpo. A quanto pare non sei migliorato in questi anni. Non hai seguito il mio consiglio. È andata così,
purtroppo. Addio, Dante.
*Toc toc*
-Vergil?-
-Che vuoi?-
-Posso entrare?-
-Va via, sto leggendo. Non mi
seccare, frignone.-
-…-
-Hey, ti ho detto di andartene, che
fai? Dante! Esci subito altrimenti ti riempio di botte, sai che lo faccio!-
-…-
-Dannazione, allora le vuoi
prendere! VAI V…-
-Scusami!-
-Cos…? Smettila di abbracciarmi.-
-Scusami fratellone! Non volevo
dirti quello che ti ho detto, ero solo triste perché avevo perso ancora una
volta! Ti prego scusami! Io ti voglio bene, non voglio che crepi!-
-…-
-Vergil?-
-Smettila di piangere, Dante. Non è
colpa tua, sono stato odioso anch’io. Scusami.
-
-Fratellone!-
-La prossima
volta allenati di più, così forse riuscirai a battermi.-
-Certo che ce la farò!-
-…Forse.-
-Ti voglio bene fratellone.-
-Ti voglio bene, fratellino.-
Ma
che è successo? Come hai fatto a colpire prima di me? È possibile che io,
Vergil Sparda, sia stato distratto da uno stupido ricordo? Uno stupido ricordo
che mi ha fatto esitare, uno stupido ricordo che ti ha fatto guadagnare il
tempo di menare il colpo che mi ha quasi ammazzato. Certo, quasi, perché tu non
saresti mai stato in grado di farlo.
Un
ricordo. Uno stupido ricordo. Anche il medaglione di Eva è un ricordo. Lo raccolgo
da terra, dolorante. Mi giro verso di te e ti guardo. Che è quello sguardo? Quello
sguardo triste, umido…Idiota.
Arretro
verso la bocca dell’inferno, ho già preso la mia decisione: non rimarrò un
giorno di più in quel mondo corrotto degli umani. Io appartengo a questo mondo.
Te lo dico e tu, come al solito, non capisci. Stupido fratellino. Non è ora di
iniziare a crescere?
Mi
lascio cadere all’indietro guardandoti e ti vedo tendere una mano verso di me
con un’espressione di dolore sul volto. Stolto. Lo sai che non la afferrerò. Per
ribadire il concetto ti taglio il palmo con Yamato. Ma chi voglio prendere in
giro? In realtà voglio solo lasciarti qualcosa di me che non potrai cancellare.
Qualcosa del tuo fratellone. Un ricordo.
E
mentre vedo la sorpresa che si mischia al dolore, cado nell’inferno salutandoti
con un sorriso.
Ti
voglio bene, fratellino.
Note dell'autrice.
Ed ecco la mia prima fic su Devil May Cry! Ho appena finito il
gioco in modalità normale e, guardando l'ultimo cutscene del
combattimento tra Vergil e Dante, mi è nata l'ispirazione per
una fic su quelli che avrebbero potuto essere gli ultimi pensieri di
Vergil (il mio personaggio preferto). Forse proprio lui non sarà
tanto IC, dato che nel videogame ce lo presentano come freddo e
spietato e per questo vi chiedo scusa in anticipo! Questa è la
mia interpretazione dei suoi pensieri, e probabilmente il fatto che
secondo me ci sia un profondo affetto che li lega ha giocato un ruolo
molto importante nella scrittura ^_^' hope you'll enjoy it!
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