Capitolo 22
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- Kouji… - disse una voce,
proveniente dall’ingresso della biblioteca sotterranea.
Il giovane si voltò verso l’uscita, sollevando rapido gli
occhi scuri in direzione dell’entrata.
Kouichi era lì, e lo fissava
pensieroso. Prima un passo, e poi l’altro. Il gemello dai capelli corti
raggiunse l’amato fratello senza staccargli lo sguardo di dosso.
- Tutto ok? – domandò con un
accento di voce abbastanza preoccupato. – Ho visto di sfuggita quella ragazza
correre via. Aveva un viso tutt’altro che raggiante. –
commentò in seguito.
Kouji Minamoto
trattenne il fiato, solo per pochi secondi, in seguito, facendo molta
attenzione a non rivolgere i suoi occhi al fratello, si convinse a parlare: -
Tu hai mai baciato una ragazza?
Kouichi contrasse la fronte, come
preso da chissà quale pensiero.
- L’hai baciata?! – domandò con
enfasi, intuendo al volo ogni cosa.
- E mi ha perfino tirato uno
schiaffo. – appuntò l’altro, toccandosi appena la guancia ferita e ancora
arrossata.
- Plausibile! – gli assicurò il moretto
dal ciuffo corto, abbozzando un lieve sorriso – Nel sessanta percento dei casi,
è così!
- Eppure… c’è qualcosa in lei che
non mi convince. – gli confidò presto Kouji,
continuando a pensare a quella difficile straniera. – E come
se lei facesse del tutto per non provare emozioni.
Kouichi si carezzò il mento, un
po’ titubante.
- Sappiamo molto poco di lei.
Forse, è solo carattere. Anche tu un tempo eri così, ricordi?
Il padrone della luce sollevò finalmente lo sguardo in
direzione dell’altro, per poi sospirare.
Kouichi gli andò incontro, e con
scioltezza gli batté una mano sulla spalla.
- Ad ogni modo, hai scelto bene! E’ molto carina! – gli
confidò tra un riso e l’altro, mentre le gote del fratello si accesero d’un botto. – Accertati prima che non abbia già un ragazzo,
però!
- Con il carattere che si ritrova, chi mai si avvicinerebbe
ad un tipo come lei? – replicò Kouji, dando tutto per
scontato.
Il guerriero dell’oscurità allungò la bocca in un sottile
ghigno.
- Tu, per esempio! – gli canzonò.
Kouji aggrottò di colpo la fronte,
ma non ebbe il tempo di rispondere.
Nefertimon irruppe nella sala in
tutta fretta, allarmata da chissà quale inaspettato avvenimento.
- I Digimon celesti vi vogliono
subito a rapporto! – dichiarò svelta, con una voce alta ed affannata.
Prima di far funzionare le gambe, i due si guardarono dritti
in faccia. Dopodichè, senza perdere altro tempo, seguirono Nefertimon
nella sua folle corsa.
Takuya, Izumi
e Tomoki, erano già lì, nel salone enorme del
castello, in compagnia dei piccoli Bokomon e Neemon, e dei sommi Digimon
angelici.
Qualche istante dopo, sopraggiunsero insieme a Junpei anche Kouichi e Kouji, scortati dalla creatura digitale al servizio di Ophanimon.
- Che cosa è successo?! – dissero i
due gemelli in coro, con uno sguardo allarmato, nel tentativo di sapere
qualcosa.
- E’ quello che vogliamo conoscere anche noi. – bofonchiò Takuya, intrecciando le braccia al petto.
- Una folta schiera di Metalridermon,
capitanata da Icedevimon, si sta dirigendo nel Continente
Oscuro! – rivelò Ophanimon, con un tono saturo d’ansia.
Takuya strabuzzò gli occhi
all’istante: - Per quale diavolo motivo stanno andando proprio lì?!
La risposta alla domanda del giovane paladino del fuoco,
arrivò tempestiva dalle labbra di Seraphimon:
- Vogliono distruggerlo e liberare l’Abisso delle anime
perdute!
Gli occhi attenti del ragazzo si sgranarono alla svelta.
- L’Abisso di che?! – sbottò
scettico, sapendone davvero poco a riguardo.
Da parte sua, Kouji, sapientemente
ferrato in materia, non perse alcun tempo:
- E’ forse impazzito?! Non può
farlo!
-Ti sbagli. – irruppe il grosso coniglio dalle lunghe
orecchie, Cherubimon. – L’intero abisso è contenuto
in quel continente. E’ come se fosse dell’acqua racchiusa all’interno di una
bottiglia di vetro. Se quest’ultima
dovesse cadere, andando così in mille pezzi, quella stessa acqua si
riverserebbe a terra per bagnare ogni cosa. Quindi…
- Bagnerà Digiworld? – si fece
avanti Tomoki, anch’egli con una smorfia perplessa.
- La coprirà interamente.
Il ragazzino del ghiaccio degluttì
a stento.
- Questo… è bene, o è male? – chiese poco dopo, nella vaga
speranza che ce ne fosse almeno una.
Ophanimon scosse il capo, lasciando il resto dei giovani con l’amaro in
bocca.
- L’Abisso delle anime perdute è un flusso di energie oscure, capace di inghiottire e coprire ogni piccolo
spiraglio di luce, ogni sorta di forma vivente, per poi imprigionarla al suo
interno, e farla completamente morire.
- Se calano le tenebre, quelle
tenebre, su Digiworld non ci sarà scampo: questo
mondo, e tutte le creature che ospita, periranno senza taluna
via d’uscita e... All’istante. -Le parole di Seraphimon,
sommo Digimon dalla forte corazza,
risuonarono forti e malinconiche allo stesso tempo, per quei giovani paladini
del bene.
Takuya gettò rapido uno sguardo
sul pendolo appeso ad una delle pareti di quella sala.
- Dov’è adesso Icedevimon?
– domandò svelto, rivolto ai tre angeli.
- Ha appena oltrepassato il confine del Continente Oscuro. –
gli rispose prontamente Cherubimon.
Il giovane si girò in direzione dei suoi compagni. Tutti gli
annuirono all’unisono.
Ormai era deciso.
- Contate pure sul nostro aiuto! – asserì convinto,
sbattendosi una mano in petto.
Le creature celesti si rivolsero un’occhiata. Rapida ma
decisa. Non c’era tempo da perdere.
- Allungate verso di me i vostri D-scan.
– dichiarò Cherubimon, e fece un passo in avanti.
Prima incerti, e poi senza nessuna esitazione,
i ragazzi estrassero dalle loro tasche quei piccoli ma magici oggetti, per
puntarli in direzione del bianco coniglio.
La grande mano dell’essere si
sollevò proprio sopra di essi.
Prima quello di Takuya, dai toni
del rosso, poi quello di Izumi,
che andava dal lilla pastello al verde acquamarina. Uno ad uno, tutti i D-scanner presero ad illuminarsi. Lo schermo diventò
incandescente, tremolante. Poi, da quella falda ampia del magico coniglio
digitale, si materializzarono sei piccole sfere colorate. Quelle sfere, fluttuando
lentamente verso il basso, si andarono ad incanalare ognuna nel proprio e
relativo comparto.
- Wow! Che cosa è successo? – si
domandò Tomoki, quasi estasiato, e perché no, pervaso
da chissà quale nuovo potere.
- Adesso siete in grado di effettuare
l’evoluzione “Ancient”. Il grado
più elevato che un Digimon possa raggiungere.
– proferì Seraphimon, svelando in questo modo il
mistero.
- La forza dei vostri attuali Digi
Spirit, non riuscirebbe mai a contrastare l’enorme
flotta nemica. Nemmeno con l’aiuto di Susanoomon,
potreste ribaltare la situazione. Oltretutto, con il dissestamento
del Continente Oscuro, le Sette Torri a guardia dell’abisso hanno iniziato ad
innalzare delle potenti barriere protettive, pronte a risucchiare le diverse
energie spirituali di ogni creatura digitale che non
abbia dentro di sé un energico potere oscuro, per cui i vostri Digi Spirit non riuscirebbero a
resistere. – seguitò presto Ophanimon.
- Icedevimon e i suoi scagnozzi
non sono creature di tipo oscuro, giusto? – domandò Junpei,
riflettendo sulle parole del Digimon angelico.
- Con tutta l’energia nera che hanno incanalato negli ultimi
tempi, non avranno di certo problemi a farsi accettare
in quel settore. – decretò ancora una volta la somma Ophanimon,
spezzando così la speranza di Junpei.
- E’ colpa mia. – proruppe inaspettatamente una voce. Quella
del giovane Kimura. – Anche
se non ricordo assolutamente nulla di quel triste episodio, senza dubbio li ho
alimentati io di quell’energia, vero?
I tre angeli digitali non poterono non annuire. Kouichi scivolò in uno stato di ansia,
timore, odio. Odio nei riguardi di quella sua debolezza, di
quel suo carattere fragile e buono. Se fosse stato
solamente un po’ più forte, forse a quest’ora lui e
gli altri non sarebbero stati neppure lì, a temere ancora una volta per quel
mondo pieno di meravigliose creature.
- Tu non hai colpe. – disse Kouji,
andandogli vicino per rassicurarlo proprio come un bravo fratello.
- E invece sì! Non difendermi! Io…
non lo merito. – aggiunse infine, ed il suo sguardo diventò improvvisamente
triste.
Takuya colse la palla al balzo,
senza indugiare.
- E’ colpa mia, è colpa tua…
Insomma! Qui la colpa non è proprio di nessuno! Digiworld
è Digiworld! E’ una terra come le altre, che può avere i suoi rischi e pericoli proprio come il nostro
pianeta! E poi… noi Digiprescelti che cosa ci stiamo a fare, no?! – esclamò infine, facendo un bel sorriso a
quarantadue denti. Quello stesso sorriso che, come per
incanto, riaffiorò anche sulle labbra del moretto dai capelli corti.
- Vedrete che anche questa volta torneremo vincitori! Senza
nessun dubbio! – asserì il coraggioso Junpei, per
infondere a tutti una sferzata d’energia.
Kouji si guardò attorno. Gli occhi
caddero sul pendolo appeso alla parete, che inesorabilmente continuava a
scandire il tempo.
- Vogliamo andare? – disse agli altri che, senza indugio,
annuirono prontamente.
- Niente affatto. – tuonò d’un
tratto la voce di una ragazza, facendo girare tutti verso l’entrata della sala.
- Qualche problema? – rinviò Junpei
a denti stretti, accidioso come non mai nei confronti dell’entrata in scena di Miya.
Kouji ebbe un rapido sussulto. Gli
occhi, fissi in quella direzione, s’intersecarono con quelli della mora che, fredda
come sempre, si avvicinò al gruppo.
- Ci vado io. – sentenziò, mostrando un coraggio senza pari.
Junpei strabuzzò.
- Cosa?! Ma sei matta?! Vuoi forse lasciarci la pelle?
Miya per la prima volta gli sorrise. Un sorrisetto
sottile, appena accennato, ma pur sempre un sorriso.
- Non puoi andare da sola! – s’intromise Izumi – E’ troppo rischioso!
- L’oscurità di Ladydevimon mi
torna utile in quest’occasione. E poi, quel posto lo
conosco a memoria. – affermò tutta sicura di sé, quasi irremovibile.
- Allora ci farai da guida. – sentenziò Kouji,
trovando la faccia tosta di rivolgerle la parola.
- Non faccio la guida alle persone poco educate. – La
replica di Miya fu quasi immediata. Kouji la fissò in modo lesto. La straniera era arrabbiata
con lui. Evidente!
Kouichi tossicchiò appena, per poi
gettare una gomitata al fratello.
- Chiedile scusa. – gli mormorò a voce bassa.
- Stai scherzando?!- vociò invece il
moro dal ciuffo lungo, attirando così l’interesse di un Takuya
alquanto indiscreto.
- Mi sono forse perso qualcosa? – disse facendosi avanti,
per squadrare meglio sia Kouji che Miya – A giudicare dalle vostre facce tutt’altro
che serene, deve essere successo qualcosa di molto
importante…
Miya non aspettò neanche che Takuya finisse di parlare. Girandosi di schiena, per andar
via, si apprestò così a lasciare la sala.
- Hey! – sbottò Junpei, per
richiamarla seduta stante.
- Aspettaci! – si accodò presto Izumi,
correndole svelta incontro.
Takuya si strinse nelle spalle.
Era sì interessato a conoscere il segreto di quei due, ma
Digiworld non poteva di certo aspettare!
Junpei e Tomoki
si accodarono a lui per raggiungere svelti le due donne del gruppo.
Kouichi diede una rapida pacca
sulla spalla del fratello, per intimargli di andare, e quest’ultimo
annuì svogliatamente.
Fuori del castello, il gruppetto finalmente tornò riunito.
Miya si fermò a pochi metri
dall’entrata del palazzo, per poi chinarsi brevemente al suolo e toccarlo con
una mano. Chiuse gli occhi, forse cinque, sei secondi, e li riaprì
immediatamente nel momento in cui sotto quella stessa mano, affiorò un enorme
buco nero.
- Questa è l’entrata per il Continente Oscuro? – si fece
avanti Takuya, squadrando il pertugio con aria tutt’altro che beata.
- Esattamente. – rispose la mora, facendosi poi da parte. –
A te l’onore. – fece, protendendo un braccio verso il foro.
Il padrone del fuoco le sorrise a
denti stretti.
- Gentile da parte tua, ma… il detto forse non recita “prima
le signore”?
Izumi sbuffò seccata, incamminandosi
con aria decisa verso l’entrata.
- Vado io per prima! – esclamò, facendo così valere l’onore
delle donne.
- Ti seguo a ruota, Izumi-chan! – Junpei mosse un passo in avanti, pronto a tuffarsi nel
vuoto, ma lo sgambetto di Takuya lo fece
maldestramente inciampare.
Il padrone del fuoco si lanciò nel foro poco dopo la bionda
ragazza, mentre Junpei, adirato come non mai lo seguì
a ruota.
Kouichi si affacciò all’entrata,
titubante. Quel buio gli metteva ansia. Tuttavia, non poteva restare per sempre
un fragile ragazzo. Raccogliendo coraggio, si lanciò senza esitare verso il
fondo, per poi inabissarsi in quell’oscurità densa e spettrale.
Bokomon e Neemon
si strinsero l’uno all’altro. Era giunto anche il loro turno.
- Fareste meglio a restare qui. Siete più al sicuro. – gli
disse Miya, certamente infastidita dal doversi
portare appresso anche quei due miseri esserini
indifesi.
Neemon non replicò.
Bokomon scosse il capo per
entrambi.
- Niente affatto! Accanto ai Leggendari Guerrieri, in ogni
loro scontro, noi siamo sempre stati lì! E non li
lasceremo mai da soli! – esclamò fiero di sé, per poi lanciarsi a capofitto
nelle tenebre, con un coraggio da leoni.
Un tiepido venticello scompigliò appena i lunghi capelli di Miya, che volteggiarono armoniosamente come corvini fili
d’erba. Sembravano gli stessi fili d’erba che ricoprivano gran parte della
tenuta di Ophanimon. Uno
scenario mozzafiato. Pieno di colori, di fiori, di armonia.
Kouji si voltò dall’altro lato,
cercando di guardare altrove.
- Tocca a te. – disse infine all’altra, senza degnarla di
un’occhiata.
- Ti sbagli. Tocca a te. – sentenziò Miya,
irremovibile come sempre – Non posso richiudere il
portale se non lo attraverso per ultima. – spiegò successivamente.
– Sbrigati. Non abbiamo tutto il tempo che fa comodo a te.
- Non c’è bisogno che me lo ricordi. Lo so già. – sbottò il
ragazzo, guardandola insistentemente in viso.
Ancora una volta, a Miya bastarono
solamente cinque secondi per abbassare gli occhi e portarli altrove.
Kouji aveva
tutta l’intenzione di ribattere, tuttavia, il momento non è era di
sicuro dei migliori.
Con un piccolo saltello, scomparve all’interno del portale,
lasciandosi quell’odiosa ragazza alle spalle.
Miya si avvicinò al vuoto oscuro.
Impassibile e ferma, con gli occhi persi lì dentro, si lasciò poi cadere nel
buco che, subito dopo la sua entrata, si richiuse immediatamente.
Una luce e poi un rocambolesco ruzzolone.
Kouji era a terra, approdato nel
Continente Oscuro nella stessa maniera dei suoi compagni.
Fece per rialzarsi ma, al seguito, Miya gli finì rovinosamente indosso.
Ci fu silenzio. Un silenzio interrotto magistralmente dalle
risate di Junpei.
La ragazza dai capelli neri si rialzò di corsa, senza dare
l’aggio ad Izumi di tenderle una mano cordiale.
- Ce ne avete messo di tempo, per
arrivare! – appuntò Takuya, facendosi sfuggire un sorriso malizioso.
- Vediamo di recuperarlo, questo tempo. – disse Miya, avviandosi verso una strada scoscesa, alla sua
destra.
Kouji finalmente si issò all’in piedi, aiutato con gentilezza da Izumi.
- Che razza di strega! Non ti ha
neppure chiesto scusa…! – bofonchiò Junpei, sempre
convinto ad avere in odio quella nuova arrivata. Un’occhiata fulminea della
bionda, però, lo fece di colpo azzittire.
**********
Camminavano in fila indiana, il gruppo dei Digiprescelti.
In quel continente oscuro, da lì a poco sarebbe presto scesa
la notte.
Infatti, tra un passo e l’altro, la ragazza coi capelli lunghi e corvini si fermò nel bel mezzo del tracciato,
e rivolse uno sguardo al cielo.
- Che succede? – domandò
Tomoki, in quanto, essendo l’ultimo di quella fila,
non aveva ben chiara la situazione.
- Quella strega si è fermata. – gli bofonchiò Junpei, a voce bassa, facendo
attenzione al fine udito della biondina. Izumi senza ombra dubbio lo avrebbe rimproverato.
Kouichi si avvicinò alla mora per
ottenere delucidazioni. Kouji, al contrario, restò
immobile sul selciato ad osservare il fratello.
- Perché ci siamo fermati?
Miya staccò lo sguardo dal cielo
ormai imbrunito, e prese a fissare il suo interlocutore.
- E’ pericoloso proseguire con questo buio. Sarà meglio
accamparci. – dichiarò, per poi avviarsi in una landa ben protetta da uno
sciame d’alberi con fronde folte e rigogliose.
Il resto del gruppo la seguì senza fiatare, tutti, eccetto Junpei che, storcendo un po’ le labbra, borbottò appena: -
Stregaccia!
- Mi sembra un posto perfetto, no? – disse Izumi, guardandosi rapidamente in torno con una torsione
del busto.
Takuya e Kouichi
annuirono all’unisono, mentre Tomoki si grattò
perplesso il mento.
- Non è pericolo dormire nel Continente Oscuro? – chiese
preoccupato.
- Faremo dei turni. – confermò Miya.
– Due di noi si alterneranno per montare di guardia.
- Beh- irruppe Takuya, mettendosi
le mani sui fianchi- tiriamo a sorte per decidere chi
saranno i due fortunati a cominciare?
-Io e Izumi! – si propose
immediatamente Junpei, avvicinandosi alla biondina e
facendole un sorriso. Takuya lo colpì prontamente in
testa.
- Ma sei matto?! Vuoi che una
fragile donna faccia da guardia ad un branco di uomini?
Non se ne parla!
Questa volta, fu il Digiprescelto
del fuoco a ricevere una solenne percossa sul capo. La responsabile di tale
gesto, non poteva che essere Izumi stessa.
- Chi sarebbe la fragile donna?!-
borbottò, con voce alquanto alterata, agguantando il ragazzo per il colletto
della maglia.
- Di certo non tu, Izumi! –
rettificò all’istante Takuya, visibilmente
preoccupato dalle intenzioni della sua giovane amica.
- Resto io di guardia. – irruppe ad un tratto la voce di Miya, facendosi avanti. I ragazzi si girarono verso di lei.
Junpei si lasciò sfuggire un
ghigno, poi non potè fare a meno di replicare.
- Ma anche tu sei una fragile
donna! – espresse- E poi, io non mi fido di te! Ti appisolerai dopo soli dieci
minuti, e ci farai divorare dalle belve che infestano questo luogo!
- Junpei! – lo richiamò la Digiprescelta
del vento, sfoggiando un’espressione contrariata.
- Starò io con lei. – esclamò improvvisamente una terza
voce. Era quella di Kouji. Takuya
e gli altri si girarono. Miya fu la prima a
lanciargli quell’occhiata. Un’occhiata sorpresa, la sua. - Così farò in modo
che non si addormenti. – concluse infine, senza
degnare di un solo sguardo la mora dagli occhi di ghiaccio.
- Non ho bisogno di guardiani. – gli fece sapere lei, con
tono accidioso, mentre girando le spalle, si avviò verso il fusto di un
massiccio albero secolare, situato a non molti metri da lì.
Tomoki si lasciò sfuggire un grosso sbadiglio. Con la mano davanti alla bocca,
articolò delle parole che per via di quel fragoroso e pieno respiro si udirono
confuse.
- Credo che abbia detto di avere sonno. – fece
sapere Izumi, ed il prescelto del ghiaccio, con gli
occhi semi socchiusi per via della stanchezza, annuì.
- Siamo tutti stanchi, in effetti. Sono ore che non facciamo
altro che camminare, camminare e…
- Camminare! – finì Junpei,
accodandosi alle parole di Takuya. – Si và a dormire, allora?
Izumi indirizzò un’occhiata verso Miya. La ragazza si era seduta sotto le fronde di
quell’albero secolare, e con le spalle adagiate al fusto, osservava ammutolita
lo scorrere di un fiumiciattolo non tanto rigoglioso che le stava d’innanzi.
La biondina si sentì presto posare una mano sulla spalla. Era di Takuya.
- Mi sembra una ragazza che sappia
il fatto suo. Se dice che vuole restare di guardia,
lasciamola fare!
Izumi annuì, poi
subito dopo si diresse insieme agli altri compagni, per stendersi sul
terreno un po’ rinsecchito di quel presunto accampamento.
Kouichi, prima di andare, diede
una pacca sulla spalla del fratello.
- Vedi di non farla arrabbiare, questa volta! – gli disse in
tono beffardo, abbozzandogli un sorriso.
- Non le rivolgerò nemmeno la parola, stai
tranquillo.- sentenziò acido il gemello della luce, andandosi a sedere proprio
d’innanzi al bordo di quel fiumiciattolo rinsecchito e… proprio d’innanzi a Miya.
Erano trascorse già due ore, da quando
i ragazzi avevano deciso di accamparsi nel bel mezzo di quel boschetto.
Takuya, Izumi,
Junpei, Tomoki e Kouichi, dormivano beatamente sotto quel cielo così cupo e
sul terreno ricoperto qua e là da foglie rinsecchite.
E… Kouji
e Miya?
Loro due non si erano mossi neppure di un millimetro dalla
posizione in cui si erano sistemati due ore prima.
Tra i due, sembrava essere sceso il gelo.
Sembrava.
- Non ti hanno mai insegnato che voltare le spalle a
qualcuno è maleducazione? – disse la ragazza, con un tono di voce stabile, solo
un pochino stizzito, e nulla più.
Il moro replicò con la stessa cadenza di voce della collega:
- E a te, non ti hanno mai insegnato che quando si travolge una persona,
bisogna chiedere scusa?
- Tu a me hai mai chiesto scusa, forse? – replicò a tono,
con parole sibilline ma sottintese.
- Riguardo cosa?
- Lo sai bene. – sentenziò secca Miya,
senza dargli ulteriori chiarimenti.
Il ragazzo distese un po’ le gambe su quel selciato. I suoi
occhi presero a guardare il cielo cupo di quella notte.
- Se avessi saputo che ti saresti arrabbiata così tanto, non te lo avrei mai dato.
- Dare cosa? – ribattè la giovane,
questa volta con una voce che sapeva di presa in giro.
- Lo sai bene.
Un altro velo di silenzio riavvolse quell’attimo.
Fu il guerriero della luce, ad interromperlo con il suono di una voce pressoché
spazientita.
- Si può sapere perché ce l’hai con
me?- fece volgendole finalmente il viso, e non le spalle come aveva fatto fino
a quel momento.
Miya si lasciò sfuggire un abbozzo di riso, e ricambiò l’occhiata.
- Non ho mai permesso a nessun estraneo di toccarmi, e né tantomeno di… - “baciarmi”. Questo, è quello che la ragazza
avrebbe voluto dire, ma anziché finire la frase, preferì
tacere. Oltretutto, il suo pallido viso si era stranamente tinto di rosa. Forse
il suo, era imbarazzo? Imbarazzo perché Kouji, anche
se inconsciamente, continuava a fissarle gli occhi senza mostrar tregua.
Il giovane si accorse di quella sua movenza, e ritirò
immediatamente lo sguardo per portarlo sulla destra.
- Sei un tipo difficile.- disse lui, così, tanto per tirarsi
dall’impaccio, tanto per dire qualcosa.
- Me lo hai già detto una volta. – controbatté la ragazza,
volgendo anch’ella lo sguardo altrove.
Ad un tratto si udì un rumore proveniente dal fiumiciattolo.
Kouji e Miya
si alzarono di scatto dai loro posti, e si affrettarono a raggiungerlo.
Dopo essersi affacciati sul bordo di quel ruscello
rinsecchito, entrambi poterono tirare un sospiro di
sollievo.
- E’ solo un piccolo di Krakramon.
– esclamò Miya, guardando il minuscolo esserino dalla pelle verde brillante, saltellare allegramente
tra un sasso e l’altro di quel fiume.
- Krakramon? E
cos’è?
- E’ un ibrido tra la rana che c’è nel tuo mondo, e il tipo
di rana che c’è qui a Digiworld. – spiegò la giovane.
Kouji afferrò il
concetto, ma… l’espressione usata poc’anzi dalla
ragazza, lo colpì stranamente.
- Guarda che quel mondo è anche tuo. – le disse, pur
continuando a mantenere gli occhi su quella specie di ranocchia verde.
La replica di Miya arrivò celere:
- Non più. – disse, e il Digiprescelto
della luce si voltò di scatto verso il suo viso.
In quello stesso momento, il piccolo Krakramon
balzò in aria per infrangersi dritto sui visi dei due giovani ragazzi che,
presi così alla sprovvista da quell’improvviso gesto, ruzzolarono all’indietro,
lì su quel terreno un po’ avvizzito che c’era alle loro spalle.
Questa volta però, non fu Miya a
finire dritta sull’altro. Ma bensì avvenne il
contrario.
Kouji travolse la ragazza con
maniere non proprio delicate.
Il piccolo di Krakramon sgattaiolò
nuovamente nell’acqua, ed andò via nuotando frettolosamente, per poi sparire
tra le correnti calme di quel ruscello.
Il Digiprescelto della luce cercò
di rialzarsi all’istante, ma la fretta gli fece scivolare il palmo della mano, tutt’altro che stabile, lungo tutto il terreno.
- Ahi! – bofonchiò Miya, travolta
ancora una volta dal peso dell’altro.
Kouji sollevò il capo in direzione
della ragazza, per osservarla con apprensione. Poi, quasi senza pensarci, ma
abbassando appena gli occhi, disse a stento: - Scusa.
- Di niente. – replicò la giovane prescelta, con voce
fredda, tuttavia divenendo rossa in viso.
Il ragazzo si tirò nuovamente su, stavolta
con più calma, e, subito dopo, allungò la mano verso Miya.
Lei lo guardò dritta in viso, quasi a volerlo trafiggere con
la forza di un solo sguardo.
- Già… dimenticavo che tu detesti
avere contatti umani.- dichiarò Kouji, ritirando il
braccio, e pulendo dal terriccio le gambe dei suoi pantaloni.
- Lo hai detto come se io non fossi neppure umana… -
sentenziò la giovane, poi si risollevò. Sembrava avere un’aria piuttosto
seccata, tuttavia c’era qualcosa nei suoi occhi che rendevano l’espressione di
quel viso così pallido decisamente malinconica.
Kouji si infilò
le mani in tasca, poi rivolse lo sguardo verso il cielo: - Nascondi la tua tristezza
dietro un comportamento freddo e distaccato. – disse. Miya
lo guardò subito. – Un po’ di tempo fa anche io ero
come te.
- Vorresti farmi credere che adesso sei cambiato? – la mora
fece di proposito un sorriso- A guardarti, non si direbbe… - commentò, senz’altro sarcastica.
Kouji si strinse nelle spalle: -
Un tipo freddo e glaciale come me ti avrebbe mai chiesto scusa per la storia di
quel bacio?
- Che vuoi dire? Tu non lo hai
fatto.
- E invece ti sbagli. – pronunciò Kouji, in seguito si girò
a guardarla. – L’ho appena fatto.
Miya lasciò cadere i suoi occhi
verso il suolo. Si sentì a disagio. – Indirettamente. – bofonchiò dopo.
- Beh, è pur sempre valido come modo, no?
- Allora dovrei ringraziarti e magari dire “ok, scuse accettate?”
Il paladino della luce scosse il capo: - Veramente, è mio
fratello che dovresti ringraziare. Se non fosse stato per
lui… - rivelò, anche se con molta difficoltà.
- Già, tuo fratello…- ripeté Miya,
poi il suo sguardo si rese cupo. – Lui ha molto più tatto di te, ed è… - voleva proseguire, ma si frenò.
- Gentile? – proseguì il giovane Minamoto, con l’intento di finire la frase iniziata dalla
ragazza – Miya…- la chiamò pronunciando il suo
nome improvvisamente. Lei non poté fare a meno di sussultare, e poi, dalla
bocca di Kouji uscirono parole inaspettate: - Tu lo
ami, dico bene?
La prescelta delle tenebre restò bloccata. Un lungo brivido
ancora più gelido del colore di quei suoi stessi occhi, la immobilizzò. Per la
prima volta non riuscì a replicare. Rimase muta, forse sconcertata da quelle
parole che, se dovevano farle provare una simile sensazione, evidentemente non
potevano che essere vere. Solo dopo un po’, quando il suo cuore stava
riprendendo un normale battito, tutto ciò che Miya
riuscì a dire, fu soltanto: - Tuo fratello ha riacquistato la memoria?
- Non penso che ormai ne sia più in grado.
- E allora come fa a ricordarsi di
me? E’ assurdo. – sentenziò, poi sbuffando non aggiunse
altro.
- L’ho capito da solo. Da quando siamo qui, tu fai del tutto
per evitarlo. Non gli hai rivolto lo sguardo neppure una volta. Io non so che
cosa sia successo tra voi due, ma…
- Quando tuo fratello un anno fa arrivò
a Digiworld- lo interruppe Miya-
l’essenza digitale di Lucemon non si era ancora del
tutto stabilizzata, e quel suo lato gentile ed altruista, anche se minacciato
dalle tenebre, era lì, sempre presente. E durante quel
breve periodo, tuo fratello mi ha insegnato tanto. Ma quando l’essenza di Lucemon è diventata più forte, il lato gentile ed altruista
sparì. E ben presto mi
ritrovai con una persona del tutto differente. Tuttavia… - Miya
si fermò solo un attimo, ma proseguì poco dopo, nello stesso momento in cui i
suoi occhi si posarono in direzione di quelli di Kouji- Anche se lui non si
ricorda più di me, io sono ugualmente felice di sapere che tuo fratello sia
ritornato ad essere quel ragazzo così gentile che un tempo ho voluto bene. – Lo
sguardo della ragazza si era velato impercettibilmente, e la stessa Miya sperò che Kouji non se ne accorgesse. Quest’ultimo, da
bravo osservatore, lo aveva intravisto, tuttavia, forse per
non appesantire la situazione, aveva preferito tacere. Ci fu una cosa
che Kouji
però non riuscì proprio a tenersi dentro.
- Dovresti dirglielo. – le dichiarò, fissandola dritta negli
occhi. – Non posso assicurarti che lui riuscirà a ricordarsi di te, però…
Miya lo batté sul tempo: -
Lasciamo le cose come stanno. E’ meglio per entrambi, credimi.
Kouji si alterò abbastanza.
- Ma perché?! Preferisci soffrire,
forse?
Miya volse uno sguardo al cielo: -
Avevi ragione. – fece, ma l’altro titubò un secondo. -Sono davvero un tipo
difficile.
- E misterioso. – aggiunse il
giovane. – C’è forse qualcos’altro che dovresti dirmi, non è vero?
Miya fece spallucce come per dire
“chissà!”, ma non accompagnò quel movimento con nessuna parola. Kouji scosse il capo: Tentare di capirla, era un’impresa
più che ardua!
**********
Nel Continente Oscuro, anche se il cielo, nero come non mai,
non lo lasciava neppure intravedere, era sorto il sole.
I Digiprescelti avevano da poco
finito di fare colazione con dei frutti raccolti da Bokomon
nei pressi di un albero lì vicino. Izumi si era
recata insieme a Miya verso la riva del ruscello, per
rinfrescare un po’ i loro visi.
- E’ freschissima! – esclamò la biondina, non appena l’acqua
le bagnò la faccia. – Ci voleva proprio, vero? – disse in
seguito rivolta all’altra, e quest’ultima, con
il volto ancora bagnato annuì. Izumi le allungò con
un sorriso un fazzolettino di cotone bianco, asciutto e pulito. La mora titubò per qualche istante, la sua mano non sapeva per
l’esattezza che cosa fare. Poi, decise di lasciarsi andare, ed afferrò quel
quadrato di stoffa.
- Grazie. – riuscì incredibilmente a dire, non senza provare
imbarazzo.
- Prego! – le rispose cordialmente la prescelta del vento,
continuando a sorridere con allegria.
In qualche modo la chiacchierata con Kouji,
a Miya era servita parecchio. Adesso si sentiva più
libera, anche se tuttavia restava la solita asociale di sempre.
Le ragazze raggiunsero il gruppetto dei loro compagni, che
nel frattempo sul terreno avevano tracciato qualcosa.
- Mmh… sembra un piano di
battaglia. – appuntò Izumi, flettendo il busto in
avanti per avvicinare meglio il viso. Poi quasi inorridì: - Questa specie di
farfalla, sarebbe Fairymon?!
- Esatto! Non trovi anche tu che le assomiglia moltissimo?
Merito del sottoscritto! – Takuya si batté una mano
in petto, orgoglioso della sua opera.
Al contrario, Izumi si portò una
mano sulla fronte, e in seguito scosse il capo.
Miya si fece presto avanti: - Ti
ricordo che le vostre attuali Digievoluzioni vi
saranno totalmente inutili. Per non correre rischi, dovrete ricorrere alla trafrormazione Ancient.
- Certo, questo lo so, ma siccome
non posso prevedere quale forma assumeremo una volta eseguita la nuova
trasformazione, ho usato le sagome della Digievoluzione
Spirit. Semplice! – appuntò il padrone del fuoco, con
una risposta corretta.
- Ascoltatemi tutti- irruppe la
voce di Kouji, facendo in modo che gli altri gli
prestassero attenzione- Le Sette Torri che proteggono l’abisso sono disposte in
questo preciso ordine: Nord, Sud, Est ed Ovest. – illustrò,
indicando le zone con la punta di un ramoscello- Seguendo i punti cardinali,
esattamente ne troviamo 2
a Nord, 2 ad Est, 2 ad Ovest, e solamente una a Sud. Quindi, essendo la parte Sud quella più sguarnita, è
evidente che tutti gli attacchi nemici inizieranno proprio da lì. Per la
precisione, ognuno di noi dovrà occuparsi di proteggere una torre. Ecco lo
schema che dovremo adottare: Junpei e Tomoki si occuperanno delle torri Ovest, Takuya e Izumi andranno verso le Est, Koichi e Miya a Nord, mentre io mi occuperò della torre sud.
- Niente affatto! – tuonò Miya seduta stante- La torre sud la proteggo io.
- E’ deciso, ormai. Lo schema non si cambia. – sentenziò Kouji, all’apparenza sembrava
inamovibile.
La Digiprescelta dell’oscurità non ebbe
nessun problema a ribattere. – Prova a fermarmi, allora. – disse soltanto, mentre
estraendo il suo D-scan si trasformò in un lampo
nella lady dai lunghi capelli argentati.
Ladydevimon spiccò il volo, Kouji le urlò di tornare indietro, ma Miya
non avrebbe mai preso ordini da nessuno, e così, la
figura longilinea del Digimon scomparve
all’orizzonte, diretta verso la torre sud.
- Non sarà troppo pericoloso per lei? Si ritroverà
completamente sola… - fece Tomoki, sfoggiando
un tono inquieto.
Kouji sospirò. L’amico aveva
ragione. Perfino Junpei sembrava avere un’aria
preoccupata. Tuttavia, Izumi presa la parola: -
Diamole fiducia. E’ un tipo davvero in gamba!
Takuya si portò entrambe le mani
sui fianchi.
- Beh, che ne dite di andare? – propose. Il resto del gruppo
annuì. Si divisero così in tre gruppi composti da due
persone, ognuno dei quali avrebbe raggiunto la propria postazione. Prima di
separarsi, i Digiprescelti si rivolsero a vicenda lo
sguardo.
Con quel suo modo di fare, Takuya
fu il primo a parlare, dichiarando a gran voce ciò che in realtà pensavano
tutti.
- Coraggio Digiprescelti!
Proteggiamo ancora una volta Digiworld!
E dopo quelle parole, tutti
annuirono in coro con un gioviale ed energico: -Sì!
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Dopo più
di un anno d’assenza eccomi qui, pronta a riprendere in mano le redini di una
delle mie primissime fanfiction, e ad aggiornare.
FINALMENTE!!!
Non posso per ovvie ragioni
cavarmela chiedendo semplicemente scusa, perché il ritardo è davvero mostruoso,
e purtroppo non potrò avere di certo perdono da tutti voi…
Ci sono stati una serie di
problemi che mi hanno tenuta lontana da Insert Coin, per un periodo di tempo sentivo il bisogno di
staccare, di dedicarmi ad altro, l’ho fatto, adesso va sicuramente meglio,
almeno per ora, per cui eccomi qua! ^__^
Sappiate che sono tornata, e
questa volta per completare definitivene la fanfic! A
dire il vero l’ho già finita, devo solo rileggermi gli
ultimi due capitoli, tutto qui.
Detto questo, ci tenevo
particolarmente a ringraziare una persona: Elinashine,
ovvero l’ultimo utente che ha lasciato una recensione
alla storia.
Non so se ora starai leggendo queste righe, però volevo
semplicemente ringraziarti! Ciò che hai scritto, soprattutto a distanza di
tempo, quando ormai non aggiornavo più, mi ha reso una persona felice!
Detto questo, abbraccio il
resto delle persone che continua ad aggiungere la storia ai preferiti e tutti
colori che da tempo mi lasciano commenti!
Sempre con affetto,
Botan