La Gloria della Vite

di Marzolina
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La Gloria della Vite

Scrivano distratto, prendi il calamaio
scioglilo piano nel pane della pena.
Assurdo, l'abisso piatto della rima
Inquietante, la gioia dell'obbedienza.
Mettici un punto.

Sono stanca, non mi scrivere
più niente addosso.
Voglio bearmi, non mi cancellare
gli occhi.
Mi servono.
Anzi no, togli pure la bocca
tanto è vuota.
Scrivano distratto, che fai?
La mina è della matita
o della bomba?
Non sederti, per schiacciare le lettere
diventeranno tanti
fiori di legno.
Non spogliarti, per scomporre
le frasi. Sono troppe
nella mente.
Danno fastidio.
Apri la gabbia, falle volare
nel mare. [Ti ascolto, anche]

Sono pentita, dammi acqua
sacra, magari.
Magari. Ma gareggi
con le greggi di sirene
Sei stanco, ti vedo
ti sfoglio, ti spoglio, ti voglio
quadrifoglio.
Uno. Due. Tre. Quattro.
Gatto politico e pure apatico
seduto sul pratico
avvocato lunatico.

Scrivano distratto non strappare
i coriandoli o sei
o non sei o sette.
Non vuoi la storia?
Non la sognare, con un grillo
nella mano.
E' troppo- hai sonno?
Me lo scrivi? Quando?
Dormi a testa in giù
con un fachiro che canta
e ammanta
la notte di fiamme.

La vita della gloria:
fumo nella nebbia
La gloria della vite:
Fissa e ubriaca
lo scrivano distratto
che le storie han fatto
impazzire.





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