under
O la va o la spacca:
UNDER YOUR SPELL
I
E
come posso sapere chi è la mia Altra Parte?
Correndo dei rischi, ma non cessando mai di cercare l'Amore
(Coelho)
Il vento non era gentile coi capelli di Ginny, che impietosi
le frustavano il viso. Si pentì di non averli legati, assecondando la richiesta
di Harry che la preferiva coi capelli liberi da elastici o nastri che avrebbero
imprigionato la sua fulgida chioma. Anche la sua ampia gonna gialla era preda
del vento e lei aveva proprio un bel da fare a tenersela incollata alle gambe.
Il cielo minacciava
pioggia, ma il suo cuore era libero da preoccupazioni perché di lì a poco
avrebbe lasciato Shell Cottage ed evitato la tempesta che minacciava di
infuriare. Si volse a cercare gli occhi del suo ragazzo, in piedi accanto a
lei, e non si stupì di trovarli mesti e cupi. Non poté impedirsi di sentirsi in
colpa, ma solo un po’. Sarebbe stata via una settimana appena, forse non si
sarebbero mancati più di tanto. O forse sì.
“Arriverà prima o poi?” domandò Harry impaziente, toccandole
lievemente il braccio. Non fece in tempo
a finire la frase che qualcosa, qualcuno,
si abbatté su di loro. Ginny perse l’equilibrio ma Harry le impedì di cadere.
Trattenne un’imprecazione e si lisciò la camicia.
“Ciao Ginny, ciao Harry, scusate se vi sono atterrata
addosso!”
Luna si era appena smaterializzata. I suoi capelli erano
scompigliati e sembrava che stesse per vomitare. Ginny fece un passo indietro.
“Oh, finalmonte!”
Fleur si avvicinò alla nuova arrivata, accigliata. Nonostante il vento furioso
non aveva niente che fosse fuori posto e Ginny la invidiò per la milionesima volta nella sua vita. “Sei en ritardo!”
Luna le offrì un sorriso di scuse. “Ho sbagliato
destinazione”, tossì nervosa, “tre volte”.
Fleur strizzò le labbra, un’espressione a metà tra la pietà
e il disgusto. “Questo è perché non ci stai col cerveau”
Un basso ringhio si levò a pochi metri di distanza. Era Bill
che ammoniva la moglie.
“Mon amour”,
modulò in francese, “spero tu non ti renda insopportabile per tutta la
vacanza”.
Fleur mise il broncio e gli intimò di portare fuori da casa
le valige, in un infantile tentativo di vendetta.
Ginny sentì Harry agitarsi accanto a lei. “Mancano dodici
minuti”, affermò, dopo aver controllato l’orologio, “ce l’hai?”
Ginny si affrettò a rovistare nella borsa, quasi dimentica
dell’oggetto di vitale importanza che vi era custodito.
“Eccola!”, estrasse una spazzola all’apparenza molto
vecchia, con le setole ingiallite, che attirò l’attenzione di Luna.
“Secondo me è inutile che ti pettini, tanto il vento
spettinerà di nuovo i tuoi bei capelli”, indicò con un dito la propria
acconciatura “io ho messo dei fermagli”.
Ginny si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo.
“Luna, è una Passaporta”.
“Ah” si limitò a dire l’altra ragazza. Nel frattempo Billy
era uscito dalla propria casa trascinandosi dietro, a stento, due bauli enormi.
Harry corse ad aiutarlo. Ginny si
domandò quanta roba servisse a Fleur per una settimana. Guardò la sua valigia a
fiori, che non era poi così grande e non era certo nuova e per la milionesima volta nella sua vita si
sentì una pezzente.
In quel momento si rese conto che Luna non aveva
smaterializzato niente oltre se stessa.
“Dove sono le tue cose?”, domandò sconcertata.
Luna le sorrise e Ginny non capì. Non si capiva mai cosa ci
fosse dietro un suo sorriso. Non che non fosse bello. Anzi, Ginny le invidiava
le fossette che le si formavano agli angoli delle bocca. Aveva sempre desiderato le fossette.
“Ho fatto loro un incantesimo per rimpicciolirle”, si ficcò
una mano nella tasca della giacca e ne estrasse due valige in miniatura. Ginny
si diede mentalmente della stupida. “Dovresti farlo anche tu. E anche lei”,
fece un cenno del capo in direzione di Fleur, “ altrimenti non vi sarà facile
smaterializzavi con tutto questo peso”. Con un gesto della bacchetta incantò la
valigia di Ginny e l’enorme borsa che teneva in spalla. Ginny si mise in tasca
la sua roba.
“Andiamo da loro”, suggerì , “manca poco prima che la
Passaporta si attivi”
Coprirono i pochi metri che li separavano dagli altri. Ginny
lanciò l’incantesimo che Luna le aveva suggerito ai bauli di Fleur. In un primo
momento la Veela strillò presa dal panico, temendo che le sue cose fossero
state risucchiate via dal vento, poi Harry si chinò sul terreno a raccoglierle
e gliele mise sul palmo della mano.
“Mettile nella borsetta”
“Quanto manca?”, domandò Bill. Un velo appannò gli occhi di
Harry. Il verde si fece più scuro.
“Meno di cinque minuti”, pigolò. Ginny non riuscì a
trattenersi e gli gettò le braccia al collo. Poggiò le labbra sul suo orecchio
e gli disse che lo amava dieci volte. Harry sembrò rilassarsi e la baciò.
Anche Bill si fece più vicino a sua moglie. La prese tra le
braccia. Luna decise che era più opportuno guardarsi le scarpe.
“Se vedi mia madre, dille di non preoccuparsi”, disse Ginny
quando si staccò da Harry.
“Tanto lo farà lo stesso”, replicò lui, sforzandosi di
sorridere.
“E quando tu, Ron e i miei fratelli sarete in Spagna, vedete
di trattenervi dal saltare addosso alla prima chica che vi fa l’occhiolino”
Stavolta Harry rise sinceramente. Stava per dirle qualcosa
quando la spazzola che Ginny teneva in mano cominciò a tremare.
“E’ ora”, disse lei, lanciando uno sguardo alle altre
ragazze, che si avvicinarono. Posarono le mani sulla Passaporta e aspettarono.
Ginny incatenò i suoi occhi a quelli di Harry.
Lui cominciò a dire “quando tornerai ti chiederò di sp-“, ma
il tempo era scaduto e Ginny venne risucchiata dalle pieghe dello spazio e del
tempo.
Bene bene bene...
sono secoli che non pubblico una storia su HP e quindi sono mooolto
emozionata (no, non voglio farvi pietà...forse). Il primo
capitolo è introduttivo (poi mira a tenervi col fiato
sospeso...sì, certo), quindi cortino. Spero che quelli a venire
siano più lunghi (sottolineo spero).
Per quanto riguarda la coppia principale (Ginny/Luna, nel caso non
sia chiaro e vi aspettiate che Ginny sposi Potter!), mi piace tanto da
quando, ormai anni fa, lessi una storia che mi coinvolse e commosse
moltissimo, ma che non ho più saputo ritrovare.
Il titolo fa riferimento alla canzone omonima che Tara canta a Willow
nella puntata musical di Buffy, 'Once more with feeling'(chi non ha
visto quella puntata corra a vederlaaa!).
Che altro c'è da dire? Fatemi sapere se vi piace o se la odiate, pliiiz!
Ah, un'altra cosa: dato che ho una memoria ridicola e non ho i libri di
HP a portata di mano, è possibile che ci siano delle piccole
incongruenze rispetto alla storia canonica. Potete, dovete farmele
notare. Grazie!
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