Be someone else
Da
quando era partita dall’India in seguito alla morte di sua
madre, Gemma aveva desiderato di essere molte persone. Chiunque, tranne
se stessa.
Avrebbe voluto essere
Mrs Nightwing, che anche se non era sposata, aveva una vita
più o meno tranquilla come direttrice della Spence, turbata
solamente dalle “ragazzate”, tramutate poi in
tragedia, dalle componenti dell’Ordine, poco importava se si
facesse riferimento a quello formato da Mary e Sarah o da Felicity,
Pippi, Ann e Gemma stessa. Il finale era sempre lo stesso, e non era
lieto come quello che le bambine si aspettano di sentire dalle parole
delle loro madri che raccontano loro storie di principesse e cavalieri
valorosi prima di andare a dormire.
Avrebbe preferito essere
Mrs Nightwing, che si beveva il suo bicchiere di sherry prima di andare
a dormire, che ammetteva di aver sbagliato solo per ingraziarsi i
futuri, vecchi e ricchi fidanzati delle sue allieve, che era disposta a
credere ad una bugia e a coprire d’infamia persone innocenti
pur di mantenere alta la reputazione della scuola.
Avrebbe voluto essere
Mademoiselle LeFarge, che più volte l’aveva
minacciata di mandarla in una classe inferiore se non fosse migliorata
nella sua materia, che sorrideva soddisfatta quando la vedeva
impegnarsi, che nonostante il suo aspetto decisamente poco attraente
era stata amata da due uomini nella sua vita.
Avrebbe preferito essere
Madmoiselle LeFarge, che parlava magnificamente l’inglese e
il francese, che aveva amato il suo Reginald anche dopo la sua morte,
ma che dopo il primo ed unico autentico messaggio
dall’aldilà uscito dalla bocca di
“Madame Romanoff”, aveva deciso di andare avanti, e
la statuina che ritraeva il suo defunto amato era stata sostituita con
un vaso di fiori che, sicuramente, le era stato regalato
dall’ispettore Kent.
Avrebbe voluto essere
Miss Moore, che era stata l’insegnante migliore che avevano
avuto, che credeva che le donne avessero un cervello sotto la loro
bella acconciatura, che non si limitava a farle disegnare nature morte,
che dava lucentezza alla sua mela grazie al chiaroscuro, che diceva che
non c’erano scelte giuste o scelte sbagliate.
Avrebbe preferito essere
Miss Moore, che l’aveva consolata quando Pippi aveva avuto
uno dei suoi attacchi e si era sentita responsabile, che le aveva
permesso di mandare al diavolo le formalità e di chiamarla
Hester, che aveva a parlato a lei e alle altre dell’Ordine,
che le aveva portate nella grotta che era diventata il loro rifugio, e
che per questo era diventata un perfetto capro espiatorio per evitare
l’espulsione e che, nonostante tutto, l’aveva
perdonata.
Avrebbe voluto essere
sua madre, Virginia o Mary, non le importava, che era stata la migliore
amica di Sarah e che le aveva permesso di diventare quel mostro
assetato di potere che la tormentava, che aveva ucciso una bambina, che
era fuggita.
Avrebbe preferito essere
sua madre, che si era rifatta una vita, con un marito che la trattava
come un suo pari, con un figlio che stava per diventare medico e una
figlia che amava, e che per proteggerla le aveva mentito, tenendosi
dentro per anni tutto il rimorso per le sue azioni, e che si era tolta
la vita, ma che era stata perdonata e che era sparita per sempre dalla
sua vita, in pace.
Avrebbe voluto essere
suo fratello, che mascherava il dolore talmente bene da sembrarle
indifferente, che le chiedeva sempre se le aveva trovato una ricca
ragazza da sposare, che facevastragi di cuori ogni volta che veniva a
scuola, che pensava che le apparenze fossero più importanti
della verità -papà non è un drogato e
mamma è morta di colera.
Avrebbe preferito essere
suo padre, che un tempo faceva battute e giocava a cricket, ma che dopo
la morte della mamma aveva la mente costantemente annebbiata dal
laudano e dall’oppio.
Avrebbe voluto essere
Pippi, che un tempo la odiava, ma che dopo era diventata una delle sue
più care amiche, che voleva trovare il vero amore, che era
talmente bella da ammaliare Kartik, e che considerava la sua stessa
bellezza una dannazione.
Avrebbe preferito essere
Pippi, la sua amica, che a volte odiava e a volte amava, che aveva
preferito mangiare le bacche e restare nei regni col suo cavaliere, che
era riuscita a non diventare “Mrs Bumble“, che
rimaneva splendida anche nella morte, che era riuscita a realizzare il
suo desiderio e ad essere felice.
Avrebbe voluto essere
Ann, che era balbuziente e che non era bella, che era stata mandata in
quella scuola perchè nessuno la voleva, che era sempre
maltrattata per il suo status sociale, alla quale veniva sempre
ricordato che il massimo a cui poteva permettersi di aspirare era
diventare una governante, ma che sognava di diventare
qualcun’altro, come la protagonista de "Le peripezie di Lucy".
Avrebbe preferito essere
Ann, che voleva essere bella, che aveva una splendida voce quando
cantava, che le aveva raccontato la sua vita senza troppi problemi, che
aveva condiviso la camera con lei e che rifaceva sempre il letto alla
perfezione.
Avrebbe voluto essere
Felicity, che aveva tentato di farla espellere fin dal primo giorno di
scuola, che si incontrava di nascosto con Ithal e che quando Gemma
l’aveva scoperto, l’aveva scongiurata di non
parlarne a nessuno, che adorava Pippi ma la riteneva troppo ingenua per
capirecose del genere, che voleva che suo padre venisse a trovarla e
che sperava che, prima o poi, sua madre venisse a prenderla.
Avrebbe preferito essere
Felicity, che nei regni aveva imparato ad essere una cacciatrice
eccellente, ma che allo stesso tempo era stata corrotta dalla sua
insegnante, che aveva compiuto il sacrificio pur di ottenere anche lei
il potere, che si era resa conto di aver sbagliato, e che, forse, si
sentiva responsabile per la morte di Pippi.
Ma in fondo, lei era
Gemma.
La stessa Gemma che
voleva andare a Londra, che per questo litigava con sua madre anche se
le voleva bene, e che l’aveva vista morire insieme ad Amar.
La stessa Gemma che era
stata presa di mira fin dal primo giorno, alla Spence, ma che aveva
avuto la sua vendetta, e che grazie a quella era riuscita a farsi delle
amiche.
La stessa Gemma che
aveva portato quelle amiche nei regni, che aveva fatto avverare, anche
se per poco, i loro desideri, che aveva letto con loro il diario di
Mary Dowd, che non sopportava il comportamento di Kartik e le sue
minacce, ma che sognava ripetutamente e che avrebbe voluto baciare di
nuovo, che aveva disubbidito di nuovo a sua madre e aveva portato la
magia fuori da quel posto, che aveva trovato la fotografia della classe
del 1871 e che aveva scoperto la realtà su Mary, che non era
riuscita ad impedire alle sue amiche di compiere il sacrificio, che
aveva permesso a Sarah di entrare di nuovo in quel giardino fantastico
rovinando tutto, che non aveva fatto abbastanza per convincere Pippi a
tornare, che aveva paura di distruggere tutto ciò che le
stava a cuore.
Gemma aveva desiderato
di essere molte persone. Chiunque, tranne se stessa.
Ma in fondo, lei era
Gemma Doyle, e nessun altro.
La stessa Gemma che,
adesso, corre seguendo una cerva, solo perchè vuole vedere
fin dove può arrivare prima di doversi fermare.
Angolo
autrice:
Buonsalve a tutti, e
grazie a chiunque abbia letto questa mia piccola shottina, scritta di
getto dopo aver finito di leggere il primo libro della saga (ma a breve
avrò la trilogia completa, kukuku). Chiedo scusa per
eventuali errori ortografici e morfo-sintattici *si sente la sua prof
di italiano della quarta ginnasio* che non ho notato, ma sto morendo di
sonno e quindi qualcosa potrebbe essermi sfuggito.
La frase finale, come penso abbiate notato, è la stessa che c'è alla fine dell'ultimo capitolo, adattata alle circostanze.
Vi ringrazio ancora per
aver letto, e i commenti sono graditi <3
Alla prossima!
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