Titolo: I need you
Autore: Lilla xD
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di
lucro, altrimenti non sarei qui ma a Chicago dove vorrei essere da una vita
<3
Rating: Giallo
Pairing/Personaggi: Johnny Christ and Jimmy ‘The
Rev’ Sullivan
Avvertimenti: Slash, Alternative Universe
Note: Piccolissima Shot su un pairing che amo tantissimo <3
Forse sono la prima a scrivere di nuovo su
questa coppia ma ne sentivo il bisogno.
Quel foREVer vuol dire proprio per
sempre Jimmy e questo vuol dire anche nelle fanfiction.
Eccone la prova.
La dedico alla mia
Gates che amo tantissimo <3
Chiedo scusa per eventuali
errori di battitura o peggio di grammatica.
Buona lettura!
- Torna subito indietro! Non ho ancora finito con te!
–
Sbatto violentemente la porta all’ennesimo urlo di
mia madre e corro in strada prima che mi insegua per il corridoio cercando di
farmi tornare indietro.
Arrivato sul marciapiedi il puzzo
di marcio dei bassifondi di Los Angeles mi attraversa, disgustandomi.
Drogati, prostitute, criminali..
non il posto più bello della terra per un ragazzo di soli 17 anni nel
fiore dell’adolescenza. Tanto meno se al “ghetto” aggiungi una madre farmacodipendenze e un padre scomparso 10 anni
prima. Non c’era un bel clima familiare in casa, forse l’unica
volta che io e mia madre siamo stati davvero insieme per più di 10
minuti è stato il primo natale senza mio padre,
poi la morale era “tu fai quello che vuoi, io faccio altrettanto”.
Solo che negli ultimi periodi mia madre è
peggiorata, sia fisicamente che psicologicamente. Continua a farmi domande
strane e finiamo sempre per litigare, con lei che tira piatti e urla e io che
me ne vado di casa per qualche tempo.
Attraverso la strada e corro verso il centro della
città, passando per i vicoli che ormai conosco a memoria.
Il centro è tutta un’altra realtà, un
altro mondo.
Persone di alto rango con le loro famiglie benestanti, i
loro lavori importanti e la loro arroganza nello sventolarti davanti la loro
vita perfetta, camminano a testa alta, stretti nei loro vestiti costosi e
facendomi sentire uno schifo, anzi diversa.
I miei vestiti sono smessi, comprati in un negozio per
pochi dollari, il piercing in mostra e tatuaggi a colorare la mia pelle. Non
proprio un soggetto di alto rango.
Frugo nella tracolla e prendo l’mp3, lasciando che
la musica si liberi e mi incammino a testa bassa per raggiungere la mia meta,
il basso in spalla e i miei passi come panorama.
Fuori dalla porta di un negozio, un senzatetto cattura la
mia attenzione. Non ha nulla di speciale, solo un cagnolino seduto vicino a lui
e la foto di una donna in mano.
Non so il perché ma mi avvicino.
- E’ molto bella – dico sedendomi vicino a lui
sul marciapiedi logoro – Chi è? –
- Chi era – risponde l’uomo – Purtroppo
non c’è più –
- Mi perdoni, non volevo essere invadente –
- Tutt’altro. Sono felice di poter ricordare il suo
sorriso e condividerlo, specie con qualcuno infelice –
- Non sono infelice – esclamo convinto delle mie
parole.
- Ma qualcosa ti turba –
- L’amava molto? – domando dopo un attimo di
silenzio, indicando la foto.
- Molto e la amo ancora –
- Cosa si prova? – chiedo d’istinto.
- Cosa vorresti provare? – mi rigira la domanda
l’uomo.
La risposta è una sola.
- Felicità –
- Allora sei infelice proprio
come mostri –
- Si può amare senza amore? – me lo sono
sempre chiesto.
L’uomo mi lancia uno sguardo pieno di significato. In effetti è una domanda piuttosto stupida ma in
qualche modo non riesco a darle risposta.
Do qualche carezza al cagnolino che mugugna soddisfatto
delle mie attenzioni mentre io sono perso nei miei pensieri.
- Fa male –mi dice l’altro, interrompendo il
filo delle mie idee – se non sei innamorato non far soffrire ne te ne chi ti sta accanto. Sono cicatrici che non si
rimarginano –
Faccio ancora qualche carezza al cane mentre un piccolo
sorriso nostalgico si dipinge sul mio volto.
- Ha ragione – prendo le mie cose e mi alzo –
Grazie –
- Buona fortuna – mi sorride.
Io me ne vado perdendomi nella folla mentre canticchio una
qualche canzone e dopo pochi minuti arrivo a un condominio,
dove salgo fino all’appartamento 12.
Entro senza bussare e le note degli Slayer risuonano nella
stanza al massimo del volume, fortuna che l’appartamento è
insonorizzato. Vedo il proprietario sdraiato sul letto ad ascoltare la musica,
senza curarsi di altro.
Vi presento Jimmy, il mio migliore amico.
Ci siamo conosciuti a scuola, il giorno del mio 14°
compleanno. Troppo simili ma troppo diversi eppure è bastato uno sguardo
per creare un legame indissolubile. Da allora siamo sempre insieme e abbiamo passato
insieme tutti gli anni dell’adolescenza tra sbandate, polizia e musica.
La musica ci ha aiutato tantissimo e la nostra passione
per il rock ci ha portato a una conoscenza migliore di noi stessi e di quello
che volevamo fare. Abbiamo iniziato a suonare insieme,
io con il basso e lui con la batteria e insieme ad altri tre amici formiamo una
band.
Ma quel tipo di amicizia non esiste e
infatti siamo andati ben oltre.
Appoggio le mie cose e mi sdraio sul letto vicino a lui,
abbracciandolo forte. Lui mi avvicina a sé e mi bacia, in modo
possessivo come sempre.
Si mette sopra di me e, continuando a stuzzicarmi con la
sua lingua, mi alza la maglietta, andando ad accarezzarmi la pelle del ventre.
Gli porto le braccia intorno al collo, approfondendo il bacio e giocando con i
suoi corti capelli corvini.
Eppure in un attimo di lucidità il mio corpo si
muove, scostandomi da lui e dal piacere che mi stava facendo provare.
Mi guarda stupito.
- Che hai? – mi chiede.
- Jimmy, tu mi ami? –
- Come?! –
- Mi ami o sono solo una puttana con cui scopare? –
Non mi guarda negli occhi, si alza e inizia a camminare
per la stanza, riavviandosi i capelli con forza troppo spesso.
- Non lo so – mi dice – All’inizio posso
dire che era amore ma adesso so solo che non posso stare senza di te –
- E non è amore? – chiedo con tutto me
stesso.
- E’ più una cosa fisica. So che non posso
stare senza di te e non voglio perderti ma non posso definirlo amore.. Non so come spiegarlo –
- Posso fare finta che sia amore? –
- Perché? – mi chiede.
- Perché io ti amo – rispondo con la voce
rotta dai singhiozzi. Faccio davvero pena.
Lui si avvicina e mi accarezza una guancia, pulendola
dalle lacrime che ancora la solcano.
- Fai quello che vuoi di me ma non allontanarmi da te
– esclamo con decisione.
- Non lo farò mai –
Mi bacia ancora e mi fa stendere sul letto, coprendomi con
la sua figura.
Non posso fare a meno di lui. Lo amo!
Nonostante il mio cuore continui a sanguinare.