Jealousy

di MaryFangirl
(/viewuser.php?uid=71435)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



Sorreggeva il capo con la mano, il gomito appoggiato sul cuscino.
Un lieve sorriso gli increspava le labbra, su quel viso rilassato, anche se gli occhi pungevano un po' a causa del sonno. Solo lui poteva vantarsi di vedere Ryuzaki sprofondato nel sonno.
Il solito dito posato sul labbro inferiore, in quel gesto tanto innocente quanto sensuale, l'altro braccio che abbracciava le gambe rannicchiate in modo che le ginocchia toccassero il petto.
Il grande, famoso, cinico L. In quel momento pareva tutto tranne che un cocciuto ed infallibile detective. Era un bambino dagli occhi cerchiati, dal fisico troppo magro che tradiva la sua passione per i dolciumi e dall'intelligenza sicuramente più unica che rara.
Light non sapeva perchè osservare il suo amico/nemico mentre dormiva lo rendesse appagato: forse la sua aria innocua che celava una mente incredibilmente brillante, forse il pigiama sottile che lo avvolgeva con delicatezza e gli dava quell'aspetto da lattante.
Ryuzaki era davvero un tipo strambo. Quando sembrava di aver compreso, almeno in parte, la sua psiche, lui rivelava una caratteristica totalmente inaspettata del suo essere. Quel suo modo di fare e di esistere suscitava in Light sensazioni contrastanti: irritazione, perchè era davvero troppo instabile. Ma anche un forte, probabilmente eccessivo senso di fascino.
Era come stregato da lui.
Osservò per alcuni istanti la catena che aveva assunto la forma di una S sul materasso.
Quella lieve, sottilissima catena argentata che brillava come una stella ma pesava quanto un macigno, li legava indissolubilmente. Uniti e lontani, curiosi ma esitanti nello scoprirsi a vicenda.
Il cielo era già colorito di un rosa pesca e labili nuvole spruzzavano in quel manto infinito, concreto ma astratto. Ryuzaki si mosse appena, stropicciò gli occhi e li aprì, trovando quasi subito lo sguardo di Light. Eccoli, pensò il giovane. Quei pozzi di cui era impossibile scorgere la fine, vortici pericolosi eppure tentanti come il diavolo più ostinato. Lo guardavano, lo attorcigliavano nelle loro impercettibili spire. Light accennò un sorriso e lo salutò. Ryuzaki rispose con una sorta di mugugno gutturale, ma ovviamente non si sciolse in nessun sorriso.
Proprio in quel momento la sveglia trillò e Ryuzaki allungò il braccio per spegnerla bruscamente.
Si passò una mano fra i capelli scarmigliati e si alzò, costringendo Light ad imitarlo.
Chiamò Watari affinché arrivasse a slegarli per permettere loro di lavarsi e vestirsi e ne approfittò per chiedergli la colazione. L'uomo giunse poco tempo dopo con un vassoio su cui vi era una tazza di caffé per entrambi e una serie di ciambelle disposte con ordine.
Vedendo Ryuzaki bramoso di divorare una ciambella, Light decise di andare in bagno per primo.
Si fece la doccia, e pensando di nuovo a Ryuzaki steso al suo fianco, completamente indifeso e abbandonato tra le braccia di Morfeo, fu scosso da inspiegabili brividi.
Uscì dalla cabina e si avvolse un asciugamano in vita, ne prese un altro per strofinarsi i capelli e tornò in camera. Ryuzaki era appollaiato sulla sua poltrona e mangiava una ciambella.
Poi riempì la tazza di caffé con almeno cinque quadretti di zucchero e la portò alle labbra.
I suoi occhi seguivano attentamente i movimenti di Light. Lo vide ravanare in un cassetto alla ricerca di un paio di boxer. Quando lo trovò, si levò l'asciugamano. Ryuzaki poteva vedere solo la sua schiena. E le sue gambe snelle, le natiche sode...Light era davvero bello.
L morse la ciambella e la masticò lentamente, sempre fissando il ragazzo. Si leccò le dita per pulirle dalla glassa appiccicosa, si alzò e si diresse in bagno.
Il suo sguardo incontrò quello di Light, ancora mezzo nudo, mentre questi aveva preso una camicia bianca e si accingeva a infilarsela. L sparì dietro la porta e Light riprese a vestirsi, in silenzio, dopodiché si dedicò alla sua colazione.

Watari li legò come di consueto e li accompagnò al quartier generale. L occupò subito la sua sedia e Watari gli portò una ciotola ricolma di ciliegie. Light dovette trattenersi nel non rimanere con gli occhi incollati alle labbra del detective, che mordevano con delicatezza la superficie lucida e vermiglia dei piccoli deliziosi frutti, e poi sputavano i noccioli in un piattino.
Possibile che non si rendesse conto di essere tremendamente attraente?
Light si impose di concentrarsi sui fascicoli e sui dati del computer, anche se la sola vicinanza di Ryuzaki e il suo profumo martellante non cessavano di provocargli leggeri fremiti.
A un certo punto, squillò il telefono.
Fu Watari a rispondere e quando udì la voce dell'intercolutore il suo viso espresse un palese stupore.
“Watari...chi è?”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=480532