nikopol
La mia ff prende il nome e lo spunto dal tema musicale di Viral,
Nikopol, appunto. La città della vittoria. Le citazioni che
prendo invece sono dal testo de “Carmina Burana”,
in particolar modo da “O fortuna”. Volevo
specificare che la Fortuna, intesa dai latini, è la nostra
Sorte, il Destino insomma. Questo per comprendere meglio la mia ff.
Ritengo che sia Shonen ai perché i sentimenti di Viral nei
confronti di Kamina, seppur contrastanti, sono molto chiari: per me
c’è fatalmente attrazione. Altrimenti non si
spiega il suo accanimento a volerlo battere a tutti i costi. Per me una
personalità come quella di Viral intende così
l’amore, l’attrazione per quello che è
necessariamente il proprio avversario.
Il testo della canzone e il testo da me scritto si ricollegano nel
fatto che Viral è un Guerriero, un Mercenario, e che come
tale deve per forza appellarsi alla Sorte per poter continuare a
esserlo e vincere i propri avversari.
(*)O Fortuna, Carmina Burana
Nikopol, City of Victory
Sorge una nuova alba sul fronte.
Il cangiante Sole prende il posto della pallida Luna, illuminando di
rosso ogni pietra posata al suolo – e portando con
sé minacce di morte rumorose e dai visi ghignanti.
Ed ecco, infatti, Gunmen che si spostano sul terreno, muovendo i loro
piedi uno dopo l’altro, in una marcia che pare senza fine.
Rombano di suoni assordanti i motori, la polvere si alza da terra,
quasi a creare un vortice tutto intorno al grande esercito.
Hanno un obiettivo, quei soldati integerrimi: cacciare nelle viscere
della madre terra quell’orda di uomini che hanno invaso il
loro territorio, che hanno disobbedito ai voleri di Lord Genome
– il loro sommo ed insuperabile re.
Ed ecco allora che si dispiegano le facce arrabbiate,
l’irritazione che cresce ad ogni metro di desertica sabbia,
quell’intenzione omicida che serpeggia lungo tutti gli arti.
Vanno avanti, con lo sguardo puntato in un’unica direzione
– a guidarli c’è soltanto la loro ferrea
volontà.
Enki avanza, senza arrestarsi un solo attimo, seguendo i propri
compagni e seguito a sua volta da questi.
Le due armi sono riposte nelle fodere con ordine, pronte solo per
essere sguainate; non ci vorrà molto tempo perché
la luce del giorno si rifletta sulle loro lame lucenti.
Digrigna i denti, la Bestia che lo abita, cominciando a fremere per
l’eccitazione del momento.
E’ un soldato, un mercenario, e come tale trova ragione di
essere solo quando impugna la propria arma – per distruggere
senza pietà il proprio nemico.
Così, Viral ha la mente occupata da un’immagine di
sangue e di corpi che cadono, di grida e di urla isteriche: altro non
vuole che avere le mani sporche di morte.
O Fortuna, velut Luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis;
vita detestabilis nunc obdurat et nunc curat ludo mentis aciem,
egestatem potestatem dissolvit ut glaciem.
(*)
Enki avanza, senza porsi il problema di essere discreto nel poggiare i
propri piedi a terra. Che sotto ci sia qualcuno che muore per un
terremoto improvviso – o qualche pietra che si stacca dal
cielo – davvero non lo tange.
Sono solo esseri umani, possono anche morire per una tal sciocchezza:
non è affar suo.
Ma intanto le mani sentono il bisogno di muoversi appena in aria, come
a sgranchire muscoli che sono di metallo e non di carne –
eppure si eccitano anche essi, scalpitano per poter agire.
Ghigna la Bestia, mentre supera un compagno lento di fianco, senza
neanche avere l’accortezza di badarci per più di
un secondo.
Serpeggia tra le teste l’agitazione, la paura vile che prende
i cuori.
E risuona sulle labbra un sol nome – la concretezza di un
sentimento che non vuole né può avere nome
concreto – Kamina.
L’anima è scossa da una sensazione più
forte, qualcosa che fa vibrare ogni fibra dell’essere.
L’avversario, la sua idea e il suo nome. Non
c’è niente di più eccitante per Viral
che poter pregustare già la vittoria, immaginare magari le
mani lorde del suo sangue umano.
Oh, Dio. Sarebbe morto in quel preciso istante –
perché niente avrebbe senso dopo la vittoria di un solo
attimo.
Folle e savio nel medesimo tempo, vive per un solo momento fugace.
Sors immanis et inanis rota tu volubilis status malus vana salus semper
dissolubilis, obumbrata et velata mihi quoque niteris; nunc per ludum
dorsum nudum fero tui sceleris.
(*)
Enki avanza, nella polvere e nella sabbia – che, lo sa,
presto si colorerà di rosso intenso.
Il soldato che lo comanda è sempre lì, seduto
come una statua immobile ed eterna al suo posto. La cabina che lo
circonda lo isola perfettamente da tutto il resto.
Ha visto molte battaglie, quello sguardo chiaro. Ha visto molte vite
cadere ai suoi piedi – con le gole recise, con arti che
mancavano. Hanno ghignato molto spesso, quelle labbra chiare,
compiacendosi di mostrare senza ritegno un sentimento non troppo nobile.
Ma egli è guerriero, non è un civile come un
altro: questi sono i suoi ideali, questi i suoi obiettivi. Ci sono
tante verità quante sono le teste – e la testa
bionda di Viral è impietosa come poche.
Per questo motivo, ora che può dare un nome preciso al
proprio nemico, la sua agitazione si fa più accesa.
Non è solo una testa da recidere, non è solo un
corpo da aprire con la propria katana.
Ha un’identità precisa, un ideale
anch’egli, un’anima che lo muove.
E’ Kamina, non altri.
Ogni volta che ha incrociato e incrocia la propria arma con quella di
lui, non lo fa per semplice obbligo morale, non per un ordine che gli
è stato imposto.
L’onore di un guerriero si esplica nella distruzione del
nemico – è a questo che Viral aspira, la vittoria
più grande che possa concepire.
La sconfitta subita brucia, brucia violentemente. E’ per
calmare l’orgoglio ferito, così come ogni altra
cosa scottante che lo lega alla Scimmia Nuda, che lo cerca senza posa.
E’ proprio perché la sua arma si scaglia contro
non un semplice Uomo, ma proprio contro Kamina, che la sua essenza muta
terribilmente.
Non è propriamente una guerra ciò che Viral vuole
affrontare. E’ diverso, molto diverso.
E’ il proprio destino che non riesce ad accettare.
Sors salutis et virtutis mihi nunc contraria est affectus et defectus
semper in angaria. (*)
Enki avanza, mosso forse da una forza meccanica che è
propria degli esseri non pensanti.
Un essere pensante si cruccia ora che ne ha tempo –
perché di lì a qualche minuto ghignerà
soltanto e soltanto urlerà fino a sgolarsi.
Viral è stato scelto da Kamina, questa consapevolezza ha
messo radici profonde nel suo animo. Altrimenti non si spiegherebbe
tutta la rabbia che prova – tutta l’umiliazione che
ha subito.
Come suo pari è stato eletto, sebbene solo il fatto che egli
sia Uomo lo renda polvere di fronte a lui.
Ma un Guerriero rimane tale anche se uomo, roccia o animale. Non ha
importanza, almeno finché uno dei due cadrà
– finché uno dei due non spirerà ai
piedi dell’altro.
Non v’è altro che la ragione stessa del
combattere, l’essenza pura di ogni guerra si incarna in
combattenti come loro.
Supremazia, semplice supremazia.
E allora, a questo punto, Viral vuole solo una cosa.
Che il fuoco di quella dannata Guerra come unico scopo innalzi lo
splendore della corazza di Enki, lo renda magnifico sopra tutti. Si
dimentichi la Bestia per esaltare il nuovo Eroe, non altro –
non altro.
Sarà solo e per sempre Viral.
E' in quelle fiamme che mi dovete ricordare.
Ricordatevi di me, ricordatevi di me, e dimenticate il mio destino.
Hac in hora sine mora cordum pulsum tangite; quod per sortem sternit
fortem mecum omnes plangite!(*)
Arriva, alla fine,
l’esercito a Nikopol, la città della vittoria.
E’ una città che non ha mura e non ha case, solo
abitanti agguerriti e numerosi – con in mano armi di
distruzione che altro non sanno dare che sofferenza nera di morte.
E’ una città che fiammeggia di rosso, per il fuoco
e per la rabbia che anima ogni cosa. Rumore che squarcia
l’aria, contorcendola fino a farla divenire pesante.
Le urla selvagge che si elevano, dall’una e
dall’altra parte, sono così assordanti che ogni
cosa è presto dimenticata.
Nikopol, la città della vittoria.
Il campo di battaglia dove ogni soldato diventa una sola ragione,
l’identità del singolo parte di un ideale troppo
alto.
Il luogo dove Viral – la Bestia – si scontra con
Kamina – l’Eroe che ha spinto gli esseri umani a
lambire il cielo infinito.
Ed è tutto e niente, uno scambiarsi sguardi e odio, unico
sentimento concesso a due avversari.
Perché per un mercenario non c’è onore
più grande – sublime emozione – che far
gravare la lama della propria spada sulla testa del rivale. Godendo,
poi, della vita che fuoriesce a fiotti.
Ultimo atto, il più alto di tutti.
Correttezza grammaticale
e sintassi: 9,9 punti
Stile e lessico: 10 punti
IC dei personaggi: 10 punti
Originalità: 9 punti
Giudizio personale: 4,8 punti
Totale: 43,7 punti
Commento della giudice:
Storia quasi perfetta dal punto di vista della grammatica (ho notato
solamente imprecisioni quali “Lord Genone” al posto
di Lord Genome, “un’ideale” scritto con
l’apostrofo, e “anche essi” staccato, che
crea iato), mentre per il resto mi ha lasciata piacevolmente sorpresa:
il tuo stile è sublime, così elegante e austero
senza mai essere eccessivamente pomposo, e l’IC dei
personaggi è stato perfettamente rispettato (come Viral
è spinto dall’essere un mercenario e dalla sete di
vittoria, così Kamina si batte per un futuro migliore per
gli uomini, sulla superficie; entrambi facce di una stessa medaglia,
così opposti ma al contempo così vicini).
L’originalità ti è però
costata qualche punticino in meno, dacché mi è
parsa abbastanza scontata e “già vista”
come scena; tuttavia, l’utilizzo perfettamente azzeccato del
carmen ha contribuito a non abbassare eccessivamente il punteggio.
Ogni volta che una mia ff arriva nelle prime posizioni è
un’emozione.
Ma riuscire a far arrivare così in alto una ff su Tengen
è per me seriamente una cosa meravigliosa. Quasi un sogno,
sì. Perché in pochi conoscono il fandom, in pochi
apprezzano lo shonen ai e lo yaoi, in pochissimi il mio amato Viral.
Insomma, per me vuol dire TANTO.
Ed eccola qui, la mia ff.
KaminaViral, ancora una volta. Io li adoro, semplicemente.
Perché sono perfetti assieme, perché è
una relazione che più sull’amore si basa
sull’odio – io ADORO queste cose <3
Ordunque, spero vi sia piaciuta <3
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