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Le nubi.
Le nubi di novembre erano le sue preferite.
Poiché la luce che cadeva dai cieli quasi bianchi,
[precipitando moriva sulle cose]
e regalava ad esse atmosfere oniriche
…Potevate vedere i suoi occhi scintillare per la gioia,
ogni volta che alzava lo sguardo al cielo di novembre. Respirava piano, quasi
temendo che con un soffio troppo forte le sue nubi sarebbero sparite, e
sorrideva fra sé.
“Non ci sarà il sole, oggi” mormorava al cielo“E nessuna
lama di luce mi ferirà”.
Alzava il cappuccio della felpa nera, metteva le mani in
tasca e si avviava per la strada con un’andatura dondolante, causata dalla
borsa troppo pesante che penzolava miseramente dalla sua spalla…
Non amava il sangue, per la verità.
[Ma amava gli
arabeschi scarlatti, ed ogni giorno incideva la sua pelle]
Nubi nebulose
Che non avrebbero pianto mai
[Perché non sei una nube, Charlotte?]
[Perché sono condannata a piangere, Sua Maestà]
[E dunque? Non ti piacerebbe essere
nube di temporale?]
[No. Vorrei essere nube
novembrina]
…”Charlotte pelle bianca”
e finemente soffriva, silenziosa e assoluta, mentre
camminava sul ciglio della strada. Le ombre amiche nascondevano il suo viso
Orribile perfezione ricoperta di petali di…
Petali di SPOSA…
Cadente. Decadente. Lacrime di sale. E basta…
Perché ci sono luoghi…
[Che nelle mappe mai
rintraccerete…]
Dove il tempo si ferma e gli amanti si incontrano
[Non fate piangere
Charlotte…]
Non hai mai sentito dire che la bellezza delle cose ama
nascondersi?
Dietro cancelli in rovina, ad esempio, Charlotte trovò
giardini. E dietro questi giardini, in passaggi nascosti fra i rovi, trovò prati
fioriti in pieno inverno.
Fiori gialli e altalene di legno naturali.
Tanta bellezza non avrebbe potuto contemplarla in
solitudine…
E Charlotte andava al suo giardino.
Ma non c’erano braccia a stringerla mentre camminava,
non c’erano dita che si intrecciavano alle sue…
[Avrebbe potuto essere
pericoloso…da sola. Giovanepiccolafragile…Charlotte ]
C’era solo un grosso album da disegno, e carboncini e
pastelli e tempere nella sua borsa.
Consacrazione del giardino.
Glielo aveva mostrato, un anno prima…
“Promettimi che sarà nostro, Charlotte. Promettimi che,
qualunque cosa succederà, non lo mostreremo mai a nessun altro. Mai.”
“Per me non è un problema, se vuoi portarci qualche
ragazzina vestita di rosa” aveva sorriso Charlotte maliziosa
“Vestita di rosa?” aveva chiesto Lui, avvicinandosi per
darle un bacio
Charlotte si era sottratta, mettendo il broncio “Sì.
Una con i capelli biondi e gli occhi azzurri, con i vestiti costosi e le scarpe
con il tacco”
“No, a me non piacciono le ragazze così, e lo sai”
E allora Charlotte aveva preso i lembi della sua ampia
gonna e aveva fatto un piccolo inchino, ringraziandolo
“Sei molto ottocentesca, Charlotte…”
E Charlotte giungeva nel suo giardino…
[Dopo essersi ferita le mani
strisciando sotto il cancello]
Magari anche Lui sarebbe stato lì da solo. Magari
era stato lì ogni giorno di novembre, seduto nell’erba, ad aspettarla.
[Charlotte, basta giocare con
le stelle…quando ti deciderai a venire giù? Charlotte?...]
Lui alza lo sguardo
“Che diavolo ci fai qui?”
La ragazzina si copre con una maglietta rosa e la fissa
con gli occhi sbarrati
“Devo disegnare” mormora con calma olimpica Charlotte
“Devi disegnare? Vattene da un’altra parte” ringhia lui
“No, mi dispiace contraddirti ma resterò qua. Penso mi
siederò su quel ceppo. Potete restare, non mi date fastidio”
Loro si alzano imprecando
Magliette rosa
[Non fate ridere
Charlotte]
Charlotte non ha intenzione di ridere.
Si lascia cadere sulle sterpaglie e fissa le sue nubi.
[Non fate piangere
Charlotte]
Charlotte Sometimes crying for
herself…
Charlotte Sometimes dreams a wall
around herself....
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