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di purepura
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Il fumo della sigaretta le arriva prepotente. Chiude gli occhi: ci è abituata. Le labbra sulla sua guancia, invece, sono totalmente inaspettate. Non ha mai toccato altro che le sue labbra, prima di allora.
Continua a baciarla, arrivando finalmente alle sue labbra. Sempre a occhi chiusi, la ragazza lo accoglie, e lascia che sia lui a condurre tutto il gioco.
All’improvviso è nuda, e nulla di quello che le accade intorno le è chiaro. L’ha fatta bere, come ogni volta, e ora lei ride, intontita. Non era solo alcol, lo sa bene. Ma mentre lui è impegnato ad ispezionarla interamente, arrivando sino alla sua femminilità indifesa, lei si porta il bicchiere alle labbra e lo finisce tutto d’un colpo.
È un gioco che non ha mai fine, e a cui lei partecipa volontariamente, il fumo della sigaretta a farle compagnia.
Ed ecco che ora arriva la solita consapevolezza, quella che ogni volta la trasporta lontano e le fa rimpiangere di trovarsi lì: lui non sa il suo nome.



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Tutti i personaggi sono maggiorenni e consenzienti. Tutto ciò che avete letto non si ispira a fatti veramente accaduti, ma è solo frutto della mia immaginazione.
Ora, non so cosa sia. Era davvero un momento no, e avevo bisogno di uscirne.
Ringrazio davvero chi leggerà.

[168 parole]
A me non sembravano così tante, sinceramente. Ma questi sono i conti di Word.




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