Bonds

di Rota
(/viewuser.php?uid=48345)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


bonds - 1
*Un fratello [Il fallito]*
(Ayu- Susumu)





“Così, se io mai io dovessi morire, tu potrai sopravvivere!”



Isolato dal resto del mondo com’ero, protetto da quell’assurdo orgoglio che rende cieche e sorde tutte le persone, non avevo mai considerato quanto fosse facile in realtà fare la spia.
Non provare, non sentire, non pensare: eseguire gli ordini e basta, senza porre limiti alla volontà altrui. Essere il leale burattino nelle mani di un sommo burattinaio, bamboccio sballottato di qua e di là dal Fato supremo.
Alla fine di ogni cosa – mettendo da parte l’orgoglio e riconoscendo la colpa di una vita totalmente vuota – basta puntare il dito contro qualcuno e gridare a squarciagola:
-E’ colpa sua!-
Pretendendo di fare solo le veci dei grandi si finisce col pensare d’essere nulla e come il nulla non avere alcuna responsabilità.
E’ così facile rimanere chiusi in una botte di ferro tanto aderente e protettiva.
Il difficile, sorella, è fare l’uomo.
Pieno d’emozioni, la maschera che ti copre d’indifferenza si sgretola facilmente, permettendo a patetiche lacrime d’uscire dalle palpebre serrate. Arrivi a essere consapevole di ogni singolo respiro che emetti, cosciente di quella che è la tua vita.
Non puoi imputare a nessuno, allora, lo sfregio che fai degli affetti umani; ogni goccia di sangue versato pesa peggio di un’incudine sul petto.
Mi dicevi una volta che per fare la spia avrei dovuto rinunciare a sentimenti inutili quali il dolore, la paura, la rabbia, la felicità…
Ho compreso solo di recente il significato reale delle tue parole, quando vidi riverso nel fango il tuo cadavere.
Per essere una perfetta spia bisogna rinunciare ad essere uomo – e dimenticare sogni e aspettative – perché non è una vita quella che conduciamo, ma l’esistenza immobile di strumenti da guerra.
Ayu, sorella mia…
Temo di averti delusa ancora una volta.
Ai ricordi io non riesco proprio a rinunciare.





Io adoro i due fratellini, quasi mi sono messa a piangere alla morte di Ayu...
Spero possa esservi piaciuta **




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=482700