Song fiction su 1984.
Piccola nota introduttiva: Adoro George Orwell, e 1984 è il mio libro preferito. Questa song fiction è sulle note di “Soli al bar” di Aleandro Baldi. Il testo in corsivo è la canzone, e quello scritto normale sono i pensieri di Winston anni dopo il brainwashing al Miniluv
George Orwell’s Nineteeneightyfour- Soli al Bar
Studiavo lettere ma ho smesso un anno fa, e adesso faccio un po’ di tutto aspetto e non so più che cosa aspetto.
Winston Smith era lì seduto al Chestnut Tree Cafè, il bar dei “ redenti” del Partito, a Piazza della Vittoria, a Pista Prima, la città chiamata un tempo Londra. Si ubriacava tutto il giorno di gin e ripensava a quel maledetto anno: il 1984, in cui per lui tutto era cambiato.
Tornare in Africa, ma i soldi chi ce l’ha, e in questo bar della stazione guardo la televisione, com’è inutile la domenica per chi è libero senza libertà.
Winston rifletteva, e ascoltava suoni mai uditi. Ripensava ad O’Brien, alla sua dignità perduta. Vedeva la violenza infame del Partito, vedeva tutto e non poteva ribellarsi. Voleva morire. Non poteva stare lì a distruggersi il fegato e piangersi addosso, mentre quegli infami insozzavano l’Oceania con le loro teorie.
Solo al bar…come me…solo al bar come me, solo… Io sono un istrice sperduto di città, e fra i semafori e la gente vado e non mi fa paura niente.
“ Sono solo qui!” pensava Winston. E solo era davvero. Fisicamente e mentalmente. Il brainwashing ( lavaggio del cervello) non aveva funzionato del tutto. Ora le idee risorgevano, e picchiavano nella sua mente come frecce acuminate.
Ma la domenica io rubo in questo bar l’impronta calda dei sederi, e i baci abbandonati sui bicchieri umidi come lacrime, solitudini che si sfiorano come ladri di felicità.
Ripensava a Julia, il loro amore nato per caso al Minitrue, agli sguardi apparentemente casuali, al biglietto scambiato nei corridoi, al tentativo di ribellione. Il passato che sembrava sepolto stava tornando a tormentarlo. Sentiva rimorso? Non lo sapeva Winston. Ma un inquietudine, una bolla di veleno scoppiava nel suo animo. La sua esistenza era stata violata. L’anima ferita bruciava.
soli al bar come me come te soli sui tavolini davanti a un caffè come dei manichini tagliatati a metà c'è un giardino di gente che pensa per se e a Milano la Juve che fa la domenica qui soli al bar..
Beveva Gin Vittoria Winston e rifletteva. Lacrime copiose ed abbondanti scorrevano sul suo volto segnato. La gente era tutta uguale. L’umanità era morta, tutti erano morti viventi, robot senz’anima che servivano le brame del Partito. Per un po’ Winston aveva creduto di amare il Grande Fratello, aveva cercato di annichilirsi, ma niente. Era solo un’illusione! Le parole di O’Brien, le torture non l’avevano davvero cambiato. Era l’ultimo uomo sulla Terra. Non sapeva violentare la sua memoria, cancellare e riscrivere il passato.
Adesso chiudono e fanno pulizia delle parole degli odori vecchie storie e nuovi amori presi in prestito ma domenica ci vediamo qua stesso tavolo e si fa a metà come ladri di felicità Soli al bar soli al bar soli al bar soli Soli al bar soli al bar soli al bar soli piedi, piedi e marciapiedi tutto quel che vedi è solo piedi e marciapiedi nel deserto a piedi finche' trovi un bar aperto piedi, piedi e marciapiedi chini chini chini come mezzi manichini su questi tavolini che ci tagliano a metà...Soli al bar
Era stanco Winston, stufo di questo mondo maledetto. Nella sua mente una voce insopprimibile urlava che era colpa sua e della gente come lui, del ceto medio, se il grande Fratello ( se esisteva davvero, se non era un’altra schifosa ed orrenda menzogna) e i membri del Partito erano al potere. Tutti quanti erano invischiati nella ragnatela delle Loro bugie. Adesso, dopo che per molto tempo, dopo quell’angosciante soggiorno al Miniluv, dopo che aveva ripudiato Julia, la sua memoria stava risorgendo. L’anima di Winston era rimasta intorpidita, ma ora il veleno instillatogli con dolce violenza da O’Brien stava concludendo i suoi effetti. Winston si chiese:” C’è una speranza?”- vide la parata della Settimana dell’Odio,e sospirò-“ Non ora. Non per me!”
Prese la sua decisione. Tornò a casa, e si tagliò la gola con la lametta da barba. Il Grande Fratello aveva vinto: l’ultimo uomo era morto.
. |