Nuova pagina 1
Epilogo
Per
un poco, il corridoio buio rimase totalmente silenzioso. Nessuno osò parlare,
poiché quello che era stato detto ed ascoltato era troppo per chiunque. Non si
poteva prendere così alla leggera, senza pensare.
Miyon
scosse la testa. «Non è vero… Non può essere vero…» La voce era bassa e
incredula.
«Hai
ragione, è impossibile…» A parlare non era stato Yami, ma Yuugi, che aveva
ripreso controllo del suo corpo. Anche per lui, questa situazione non era certo
facile.
«Sono
sicura che è tutto uno scherzo di Bakura…» sorrise imbarazzata Miyon, con le
guance in fiamme per il caldo improvviso che le attraversava il corpo. La mano
inevitabilmente le scivolò nella tasca dei jeans, dalla quale estrasse il deck
che aveva preparato. «Probabilmente, sono solo sua sorella…»
«Ma
certo!» annuì Yuugi, più per convincere sé stesso che la ragazza. «Sei sua
sorella!»
«Il
deck che avevo preparato io…» La mano di Miyon tremò, mentre dentro di lei
penetrava sempre maggiormente la consapevolezza che quello che aveva sentito, in
fondo, non era altro che la pura verità. Il deck le scivolò per il sudore e si
sparpagliò a terra sul parquet del corridoio. Ci mise qualche secondo a
rendersi conto della situazione e, alla fine, si chinò per raccoglierlo.
«Ti
aiuto» si offrì Yuugi, il cui corpo era scosso da strani brividi di freddo. Ad
ogni carta che raccoglieva, anche la sua coscienza diventava più sicura. Era
tutto vero… Era tutto incredibilmente vero…
«Questo deck…»
mormorò debolmente Yami.
«Volevo
sfidarti, sai?» sorrise Miyon fiacca. «Per sapere tutta questa storia… Anche
se, a questo punto…» Si morse le labbra, per evitare di piangere ancora.
Yuugi
prese una carta e la girò. Quello che temeva si era avverato. Era il Black
Magician. «Questo deck… E’ identico al mio. Identico a quello che avevo
fatto con Mou hitori no boku…» Yami, dentro di lui, scosse la testa.
Miyon
lo fisso con terrore. Anche lui, dunque, evitava di farsi delle illusioni?
Allora, non vi era veramente più nulla da fare? «Yuugi…» Si massaggiò le
tempie, da cui scendeva un sudore freddo. Perché? Perché quel giorno, in
palestra, era caduta proprio sopra di lui?
«Minaguchi?»
Vedendola respirare faticosamente, si avvicinò, toccandole leggermente il viso,
quasi come se avesse paura di romperla. «M-mi… Mi sembra che tu stia male…
Scotti…» balbettò titubante.
«Ragazzi,
cosa state facendo qui al buio?» Isis, dall’altra parte del corridoio, accese
la luce. «Hanno chiamato i tuoi genitori, Miyon. Erano molto preoccupati per la
tua salute, dicono che ti ammali facilmente…»
Yuugi
alzò lo sguardo verso la giovane donna dai lunghi capelli neri. «Infatti,
credo che abbia la febbre…»
«Certo
che si ammala facilmente» intervenne Bakura uscendo dalla cucina, seguito da un
debole Malik. «Le manca una parte di anima» Scoccò uno sguardo a Yuugi, che
abbassò la testa imbarazzato. «Forse, vivrà anche di meno…»
«Metà anima…»
sussurrò Yami. «Aibou…»
La
sveglia sul comodino suonò una volta, due volte, tre volte… Finalmente un
braccio spuntò da sotto le lenzuola per spegnerla con un gesto assonnato. «Yawn…»
sbadigliò Yuugi stiracchiandosi. Era proprio arrivato il momento di alzarsi. Di
certo, non poteva arrivare in ritardo alla consegna del diploma di terza
superiore… Scese dal letto con la consapevolezza che sarebbe stata una pessima
giornata. Non poteva essere altrimenti, visto il ricordo che il sonno gli aveva
fatto riaffiorare nella memoria.
«Yuugi!!»
chiamò sua madre da sotto. «Sbrigati! C’è una ragazza che ti aspetta fuori!»
Doveva
essere Anzu. «Arrivo!»
Si
vestì in fretta, lasciando, come al solito, aperta la giacca della divisa. Aprì
il primo cassetto della scrivania e afferrò il deck, che infilò nella sua
cintura. Era pronto, dato che non c’era nemmeno bisogno di portare la
cartella. Mentre richiudeva il cassetto, scoccò un ultimo, malinconico sguardo
alle tre Divinità Egizie che custodiva lì dentro, al sicuro. In questo modo,
però, altri dolorosi ricordi affiorarono dal labirinto della memoria.
«Te
le regalo» Yami poggiò delicatamente le tre carte sul comodino accanto al
letto che usavano in casa Ishtar. «Adesso che ho ritrovato la memoria, non mi
servono più»
«Si, ma…»
Yuugi non capiva. Che importanza aveva quel gesto? In ogni caso, sarebbero
rimaste in loro possesso. Deglutì. Purtroppo, poteva significare una cosa
sola… «Mou hitori no boku…»
«Noi
saremo sempre amici, vero?» sorrise debolmente, quindi si alzò da letto e si
avvicinò a quello di Miyon. La febbre si era abbassava, ma le guance rimanevano
rosse fuoco. Dormiva tranquilla, con un braccio piegato sul cuscino. «Io devo
essere io…» Si sporse, mentre l’occhio luminoso iniziava a brillargli sulla
fronte.
«Non farlo!»
lo supplicò. «Ti prego, non farlo! No!»
Yami
pose le sue labbra carnose su quelle di Miyon, mentre l’occhio veniva a
illuminare anche la fronte di Miyon.
All’istante,
Yuugi si staccò, cercando inutilmente di trattenere le lacrime. «Mou hitori no
boku…» singhiozzò. «Avevi detto che volevi restare sempre con me…»
Miyon
sbattè le palpebre, svegliandosi. Voltò leggermente la testa, guardandolo come
in trance. «Non piangere…» disse dolcemente, alzando il braccio per
asciugargli gli occhi con il palmo della mano. «Sono sempre qua con te, Aibou…»
Yuugi
ignorò la colazione che era già pronta sul tavolo della cucina e si diresse
verso al porta d’uscita. Non doveva rovinarsi la giornata pensando a queste
cose. Per lui, quel giorno avrebbe segnato la fine di un capitolo della sua
vita, di un bel capitolo. Doveva sorridere. Spalancò la porta al sole del
mattino. «Buongiorno, Anz-» Si bloccò, immobile, sulla soglia. Non era Anzu
quella che aveva davanti.
«Buongiorno,
Aibou» Miyon, nella sua bella divisa della Sasaki, coi capelli legati in
un’alta coda che mettevano ancora di più in luce i riflessi biondi e viola,
gli stava sorridendo dal centro della strada. «La mia consegna dei diplomi è
questo pomeriggio, perciò ho pensato di passare a vedere la tua…»
«Oh,
bè… Si, certo…» Era stata davvero carina. Yuugi evitò di guardarla in
viso, mentre le rispondeva.
A
Miyon questo non sfuggì. «Allora, andiamo?» chiese titubante.
«Si…»
esalò Yuugi affiancandosi, il più lentamente possibile, a lei. Quindi, i due
si avviarono verso la scuola. «Ah, ehm… Come va?» si decise a chiedere,
visto che il silenzio lo spaventava molto di più.
«Tutto
ok» annuì lei soddisfatta. Si fermò. «Ti dispiace che io sia venuta, vero?»
Yuugi
si voltò verso di lei, preoccupato. «No, affatto! È solo che… Solo che…»
«Vorrei
proprio sapere perchè!!» sbottò all’improvviso Miyon all’indirizzo di
Yuugi che si rifiutava categoricamente di parlarle. L’urlo si propagò per
tutta la stanza, rischiando di svegliare anche gli altri, che dormivano nelle
stanze a fianco. «Sono sempre io, Aibou! Sono io!»
«Non
è questo il problema…» bisbigliò Yuugi, con il viso nascosto sotto il
cuscino.
«Adesso
ho il corpo di ragazza, ma sono sempre il solito!» gridò ancora lei. «Mi
ricordo tutto! Di tutto, da quando abbiamo sconfitto Pegasus a quando abbiamo
conosciuto Malik. Tutto quello che abbiamo passato assieme!»
«Non
è questo il problema…» ripetè sempre in tono basso Yuugi, bagnando il
copriletto di lacrime trasparenti.
«Ti
ricordi di quando mi hai salvato dal sigillo di Orichalchos?» chiese ancora
Miyon. «Non puoi non ricordare. Eri disposto a sacrificarti per me! E adesso…
Adesso mi detesti solo perché ho il corpo di una ragazza?! Non puoi farlo,
Aibou!!»
«Non
è questo il problema!» esclamò infine Yuugi, emergendo da sotto le coperte in
cui si era rifugiato.
«Allora,
qual è?» Miyon incrociò le braccia sul petto e aspettò, con lo sguardo
imbronciato.
«E’
che… E’ che…» Yuugi avvampò. «E’ che io sono innamorato di te!» gridò
chiudendo gli occhi. «Prima, non ci pensavo nemmeno… Eri dentro di me,
figuriamoci… E adesso…» Provò con scarsi risultati, a fissarla mentre lo
diceva. «Adesso sei qui, davanti a me… E sei una bella ragazza!»
«Aibou…»
Le guance di Miyon andarono colorandosi di rosso. E adesso? Certo, lei gli
voleva molto bene, e sarebbe stata disposta a fare qualsiasi cosa per lui, ma
amarlo? Lei lo amava? Sospirò. La risposta era no, purtroppo.
«Io
lo so…» mormorò ancora Yuugi. «A Minaguchi piace Kaiba! Si capisce!
Quindi… A te, Mou hitori no boku, piace Kaiba…» A Miyon non vennero altre
parole da aggiungere.
«…solo
che tu mi piaci ancora moltissimo…» Ecco, l’aveva detto. E lei se ne
sarebbe andata di nuovo, come l’ultima volta. Sospirò, abbassando lo sguardo
imbarazzato.
Invece,
Miyon non si mosse. «Io ti voglio molto bene, Aibou» Di scatto, si avvicinò a
lui e lo abbracciò. «Ma non ce la faccio. Non riesco ad amarti, per quanto ci
abbia provato» Sospirò piano. «Proprio perché tu sei il mio partner, il
rapporto che ho con te è speciale, più dell’amore e dell’amicizia… Io
non voglio rovinarlo!» Strinse ancora la presa. «Mi dispiace…»
Lentamente,
Yuugi alzò le braccia per ricambiare la stretta. «Sei ancora… Mou hitori no
boku…?»
«Ma
certo!» Miyon si staccò per guardarlo meglio in viso e sorrise.
«Allora,
solo per oggi…» sussurrò Yuugi. «Facciamo finta che tu sia la mia
ragazza…»
«Va
bene…» Sorrise, quindi strinse la mano nella sua. «Solo per oggi» Strizzò
l’occhio, viola come il suo.
«Adesso,
però, dovremo andare…» Yuugi si asciugò velocemente gli occhi umidi con la
manica della divisa. «Anche gli altri saranno contenti di vederti…»
«Facciamo
a chi arriva prima?» propose Miyon, sempre pronta a qualunque tipo di gara.
Prima
che Yuugi potesse replicare, una macchina si fermò sul ciglio della strada. «Miyon!!»
salutò una ragazza mora spuntando dal finestrino. «Guardati lì, mano nella
mano con un ragazzo!»
«Invidiosa,
eh, Sakura?» disse lei, stringendo ancora di più la presa.
«Guarda
che lo dico a Kaiba!» Sakura rispose con una linguaccia. «Io, Akira e Kyo
abbiamo la cerimonia stamattina» spiegò velocemente. «Nel pomeriggio veniamo
a vedere la tua, poi usciamo e andiamo da qualche parte per festeggiare?»
«Non
al Burger World!» rise Miyon. «Ma si,
certo!»
«Okay!!»
sorrise Sakura, passandosi una mano nei corti capelli neri. «Ci vediamo dopo,
allora!»
«Bye»
salutò con la mano Miyon.
Yuugi
si sentì sollevato dal fatto che, nei lunghi mesi in cui non si erano parlati,
il suo alter-ego non fosse rimasto da solo. D’altra parte, era un po’
dispiaciuto di essersi così escluso dalla sua vita. Decise che da quel momento
avrebbe rimediato. «Allora, hai fatto pace con i tuoi amici?» chiese.
Sakura
Sakuramazu, Kyo Kiryo e Akira Iazawa stavano uscendo in quel momento dalla
scuola. Entrambi frequentavano il club di arte ed erano migliori amici, perciò
erano sempre insieme. Di questo, Miyon ne era a conoscenza. Quando aveva saputo
che si erano risvegliati dal coma, si era subito informata su di loro. Poi,
aveva continuato a seguirli da lontano, perché non aveva il coraggio di
tornare. Adesso, quel coraggio ce l’aveva. La principessa Antares e il faraone
senza nome potevano farcela, insieme.
«Mi…
Minaguchi…?» Sakura sbattè le palpebre, come se si aspettasse di veder
scomparire la figura della ragazza che li stava aspettando come se fosse
un’illusione. Invece, rimaneva lì, ferma, e guardava nella loro direzione.
Alla
fine si avvicinò a loro, senza parlare. Rimasero a fissarsi per un arco di
tempo indefinito, finchè Miyon, sospirando, non si inginocchiò a terra
chinando la testa, di modo che i capelli neri e biondi le nascondessero il
volto. «Vi chiedo scusa! Mi dispiace!» esclamò. «Non… Non avrei mai dovuto
abbandonarvi… Io… Io ho avuto paura…» Cercò di non singhiozzare, ma non
vi riuscì. «Perdonatemi…»
Akira
e Kyo si guardarono, come se cercassero l’uno con l’altro conferma di ciò
che era successo. Davvero Miyon, sempre così orgogliosa, si era appena
prostrata di fronte a loro?
Sakura
non stette a pensarci nemmeno un secondo e si gettò a terra per abbracciarla.
«Ti picchierei per quello che hai fatto!!» gridò, cercando di soffocarla. «Ma…
Mi sei mancata così tanto!!»
In
preda alla gioia, Miyon ricambiò l’abbraccio. «Anche voi mi siete mancati…»
Kyo
sorrise. «Sai, alla fine ci hanno salvato dei ragazzi finiti nel gioco come noi»
«Si,
è vero!» aggiunse Akira. «Soprattutto uno di loro, che aveva addirittura due
anime! Non ci credi, vero?»
«Oh,
no, ci credo eccome!» rise Miyon. «Chi può saperlo meglio di me?» Dato che i
tre la guardavano curiosamente, lei aggiunse «ho tante di quelle cose da
raccontarvi…!!»
«Adesso,
sono di nuovo i miei migliori amici, come una volta» Lo guardò, sorridendo. «Gli
altri miei migliori amici»
Yuugi
annuì. «E… Con Kaiba?» chiese infine, titubante. Miyon si limitò ad
arrossire leggermente, continuando a fissare la strada davanti a lei. Poi cambiò
argomento. «Parteciperai al prossimo torneo di M&W?» Camminando e
chiacchierando del più e del meno, finalmente arrivarono davanti al cancello
della scuola, dove trovarono ad aspettarli Jounouchi, Anzu e Honda.
Con
loro Miyon aveva un rapporto un po’ particolare, in quanto da femmina stava
loro parecchio antipatica, mentre da maschio era uno dei loro migliori amici,
uno che aveva anche rischiato pur di aiutarli. Optò per la soluzione più
semplice: fare finta di nulla. «Ciao» li salutò perciò allegramente.
«Ciao…»
risposero i tre titubanti, osservando con curiosità le mani giunte di lei e
Yuugi.
In
quel momento una limousine si fermò sul ciglio del marciapiede, lasciando
uscire Kaiba, con la divisa in ordine, e Mokuba che gli portava la valigia, come
sempre. Li osservò con il solito sguardo azzurro di superiorità, finchè i
suoi occhi non si fermarono su Miyon.
«Nel
pomeriggio ho la cerimonia, poi esco con gli altri» disse subito lei, con
sfida. «E per oggi, Yuugi è il mio ragazzo» Alzò la mano destra per
mostrarglielo. Yuugi arrossì e abbassò lo sguardo.
«Davvero?»
alzò le spalle lui, superandoli e avviandosi verso il cortile della scuola,
dove le sedie per la cerimonia stavano pian piano venendo occupate da una folla
di studenti e genitori. Mokuba lo seguì in fretta, scoccando delle strane
occhiate al gruppetto.
«Sarà
meglio che vada anche tu…» commentò Miyon lasciando la presa sulla sua mano.
Si chinò e premette lievemente le labbra sulle sue, portando la sua temperatura
corporea al grado di ebollizione dell’acqua. «Auguri» gli strizzò
l’occhio.
«G-grazie…»
balbettò Yuugi avvampando.
«Andiamo»
disse Anzu irritata. I quattro entrarono nel cortile.
Miyon,
invece, rimase ferma, voltandosi ad osservare la limousine che si allontanava
lungo la strada per cercare parcheggio. Il vento le scompigliò leggermente i
capelli, facendole entrare in bocca una ciocca bionda, libera dalla coda.
«Però
domani sei libera, vero?» Kaiba era ritornando indietro, e ora la stava
fissando quasi con aspettativa.
«Certo»
annuì lei avvicinandosi. «Dove andiamo?»
«Dove
ci pare…» si limitò a dire lui, rimanendo ad osservarla come se cercasse di
leggerle la mente. Miyon sorrise, poi si spose verso le sue labbra, mentre Kaiba
le afferrava la vita sottile. Il vento sussurrò ancora fra i loro capelli
mentre si baciavano.
###
Yuugi
spalancò gli occhi, respirando velocemente con la bocca spalancata, mentre
sottili fili di sudore gli scendevano lungo le guance fino a raggiungere il
collo. Il lenzuolo azzurrino che lo copriva dal petto in giù si alzava ed
abbassava velocemente, in sintonia con i suoi respiri. I battiti erano
accelerati.
«Che
succede, Aibou?» Yami, apparso con la
solita figura trasparente, seduto sul letto accanto a lui, sbadigliò, senza
preoccuparsi di coprirsi la bocca con la mano, mentre si strofinava gli occhi
violetti, ancora semichiusi per il sonno.
«Ho
avuto un incubo…» mormorò Yuugi in un soffio. «Non volevo svegliarti…»
Il respiro divenne man mano più calmo, ma lo sguardo restò preoccupato.
Yami
gli scoccò un’occhiata indagatrice attraverso il buio della camera da letto. «Che incubo?»
«Ho
sognato che…» Yuugi esitò. «Che ti eri fuso con Miyon…»
«Ma
dai!!» Yami scoppiò a ridere,
sdraiandosi del tutto sul letto, con le mani appoggiate alla pancia.
«Non
c’è proprio niente da ridere…» mise il broncio Yuugi, girandosi per
affondare il viso del cuscino morbido. «Sembrava tutto così… reale! Ho
rivisto la scena con Yami no Bakura, la storia degli amici di Miyon…» Sorrise
leggermente mentre tornava a guardarlo. «Anche la scena di Kaiba e Miyon alla
consegna dei diplomi…»
Yami
smise immediatamente di ridere. «Sei
diabolico!» Si alzò, fingendosi offeso. «La
vuoi piantare di ricordarmi chi è il ragazzo della mia parte femminile?»
«Va
bene, va bene…» Stavolta fu Yuugi a ridere, anche perché, contrariamente al
suo alter-ego, pensava che Kaiba fosse il ragazzo ideale per Miyon. Tutto
sommato, anche Yami stesso aveva dovuto ammettere che era sempre meglio lui di
Yami no Bakura! Fortunatamente, Miyon non voleva più avere a che fare con lui,
anche se tutti e tre sapevano che, quando Yami avesse deciso di ritrovare la
memoria, avrebbero dovuto chiudere definitivamente il conto con lui. Per il
momento, però, pareva essersi rassegnato. Yuugi sospirò ancora, cercando di
ricordare cosa veramente fosse accaduto.
«Stai
meglio?»
Miyon,
sdraiata sul letto con le lenzuola che la coprivano fino alla bocca, si voltò
leggermente verso la figura che gli aveva parlato: Yuugi, seduto sul letto di
fianco al suo. «Si…» Sentiva la fronte ancora calda, ma la febbre era scesa
e, in ogni caso, la sua temperatura corporea rimaneva sempre al di sopra dei
36.8. Si levò di scatto la coperta, che la faceva sudare e nient’altro, e si
alzò, sedendosi nell’identica posizione di lui. «Abbiamo un problema, noi»
«Già…»
annuì Yuugi piegando le labbra all’indietro. «E… come lo risolviamo?»
«Fosse
facile… Io so risolvere solo i problemi di massimo e di minimo relativo…»
commentò lei contemplando il muro di fianco a lei. «Ho un’idea! Lasciamo le
cose come stanno!» Yuugi la guardò male. «Ma si, in fondo Yami mi dava solo
fastidio… Mentre tu lo sopporti tranquillamente, perciò meglio così…»
Annuì convinta. «Anche perché, se ci fondiamo e divento un maschio?» Scosse
la testa preoccupata. «Non voglio assolutamente!!»
«E’
questo il problema?» Yami sospirò,
pensando che fosse un caso senza speranza.
«Però…
Mou hitori no Bakura ha detto che vivrai di meno…» mormorò Yuugi abbassando
lo sguardo.
«E
siamo sicuri che sia la verità?» A sentire quel nome, la voce di Miyon si era
fatta improvvisamente glaciale. «Ci penseremo a tempo debito! E poi non è vero
che sono cagionevol…etchì!»
«Dicevi?»
chiese Yami, mentre Yuugi le porgeva un fazzoletto.
«E’
l’aria dell’Egitto che mi fa male…» commentò lei asciugandosi il naso.
«Non posso ancora credere di essere stata un’antica egiziana…» Lasciò
cadere il fazzoletto per terra e prese le mani di Yuugi nelle sue. «Comunque,
non c’è davvero problema. Tienitelo. Al massimo lascerò un bel cadavere al
mio funerale» Si staccò. «E comunque non posso morire prima di essere
diventata ingegnere»
Yuugi
si alzò, improvvisamente spaventato. «Mou hitori no boku… No, è scomparso
di nuovo!»
«Eh?»
Miyon rimase sconvolta, poi si voltò. Yami era accanto a lei, che la guardava
con la stessa espressione stupita. «E’ tornato dentro di me!! Ma com’è
possibile?!»
«E
non fare quella faccia depressa!» si
offese lui.
Yuugi
si bloccò. «Vuoi vedere che… Può darsi che, visto che tu sei… Lui, Mou
hitori no boku può passare senza problemi da me a te e viceversa»
«E’
vero…» Miyon annuì. Quell’ipotesi reggeva eccome!
«Maledetto
Malik… Avremmo anche potuto evitare di aspettare due giorni e così non avrei
incontrato Bakura…» borbottò
sottovoce Yami.
«Ma
se non avessimo incontrato Bakura, non avremo capito ‘sta cosa…» lo
contraddisse Miyon, la quale si divertiva un mondo a farlo arrabbiare, senza
capirne il motivo. «Comunque…» riafferrò le mani di Yuugi. «Riprenditelo»
Quando
l’occhio del sole ebbe smesso di brillare sulla fronte di entrambi, Yami si
ritrovò ancora nel colpo di Yuugi. «La
piantate di trattarmi come un pacco postale?!» sbottò. Yuugi, per una
volta, lo ignorò, anche se aveva il desiderio di rispondergli “consegna
effettuata regolarmente”.
«Questa
situazione è vantaggiosa» continuò Miyon, che non poteva più sentirlo
lamentarsi. «Per esempio, all’università. Studiamo metà per uno, poi il
giorno dell’interrogazione me lo passi…»
«Minaguchi,
non è che devi sempre guadagnarci da tutto…» disse Yuugi, che in realtà
stava sorridendo.
«La
solita approfittatrice…»
«Lo
dico anche per te!» replicò lei offesa. «Metti che vuoi scopare con una
donna, mica puoi farlo con lui tra i piedi! Ma forse a Yami piacciano i film
porno…»
«Miyon!!»
Le guance dei due ragazzi divennero scarlatte dall’imbarazzo.
«Ed
è così che, adesso, il potente Faraone vaga da un corpo all’altro…»
concluse la storiella Yami in un tono nient’affatto entusiasta. «E’
come se avessi due case, ma…»
Yuugi
sorrise leggermente. «Lo sai che hai saltato una parte di questa storia?»
«Quale
parte?» Yami alzò lo sguardo al
soffitto, facendo finta di niente.
«Finalmente
si torna casa!» esultò Yuugi, mentre si stiracchiava scendendo le scale,
nuovamente illuminate dalla luce del caldo sole egiziano. «Non ne potevo più
di quella cavolo di tempesta!»
«A
chi lo dici…» concordò Yami senza
apparire. «Miyon dovrebbe essere a preparare la valigia… Forse ci aspetta in
salotto»
«Guarda
che non la devi mica controllare!» scosse le testa Yuugi finendo di scendere le
scale e avviandosi verso il salotto. «Visto che è te da femmina…»
«Proprio
per questo devo tenerla d’occhio!»
replicò Yami, facendolo scoppiare a ridere.
Yuugi
entrò tranquillamente nella stanza mal illuminata. «Miyon, se-» Si bloccò
immediatamente, sconvolto.
Miyon
scese immediatamente dalle ginocchia di Kaiba su cui era seduta un secondo
prima, sistemandosi la gonna a pieghe nera, con un’aria che definire
imbarazzata sarebbe troppo poco. «Stavo controllando una cosa…» si giustificò
subito. «Ah, ehm… E’ ora di partire?»
«Probabilmente
ti stava spiegando qualche formula matematica, vero?»
commentò geloso Yami, osservando Kaiba che, di nascosto, si puliva il collo dal
rossetto rosso che era ormai scomparso dalle labbra della ragazza.
«Venivamo
a chiedere a voi…» lo ignorò ancora Yuugi, che era a dir poco scioccato
dalla scena a cui aveva appena assistito. «Ma vedo che dovete ancora preparavi,
vi lascio soli…» Camminando indietro, uscì dalla stanza e scappò al piano
di sopra, con il viso in fiamme.
«Ma
che fai?! Sei scemo?!» iniziò a
urlare Yami. «Torna subito giù! Aibou!!» Yuugi gli impedì di riprendere il
controllo. Non era proprio il caso di disturbarli ancora. Era stato troppo
imbarazzante, per lui.
«No,
non ricordo questo particolare insignificante…»
glissò Yami con un’espressione innocentina sul viso, guardando molto
interessato il lampadario spento che troneggiava al centro del soffitto.
«Ah…»
Yuugi assunse un aspetto altrettanto innocente. «Quindi non ricordi nemmeno il
succhiotto rosso che Miyon aveva sul collo quando siamo partiti…»
Yami
si ingobbì. «Hai
proprio deciso di rovinarmi la giornata, eh, Aibou?»
«Accetta
la dura realtà» annuì Yuugi, cercando di trattenere una grossa risata.
«Si,
si, va bene…» Yami fece un cenno
scocciato con la mano. «Ascolta,
piuttosto. Se un giorno io dovessi scomparire veramente-»
«Non
dirlo! Non accadrà!» lo interruppe prontamente Yuugi, agitato.
«…Ti
prenderai cura di Miyon?» finì la
domanda senza ascoltarlo. Anche lui desiderava che quel giorno non arrivasse
mai.
Prima
che Yuugi potesse rispondere, un cuscino lo colpì in piena faccia. «La
vogliamo smettere di fare casino a quest’ora della notte?! Qui c’è qualcuno
che domani ha un esame importante!!» gridò Miyon dal letto dall’altra parte
della stanza, ricoprendosi poi fin sopra la testa con la coperta.
«Ho
l’impressione che sarà lei a prendersi cura di me…» scosse la testa Yuugi,
gettando a terra il cuscino. Dopotutto, non era stata Miyon stessa a decidere di
venire a vivere con loro due al Turtle Game?
«E’
meglio lasciarla dormire» convenne
Yami incrociando le braccia sul petto muscoloso. «Ti
ricordo che, per colpa di una stupida
sfida, se non prende trenta, sarà costretta a sposare Kaiba!»
«Costretta…»
ripetè Yuugi in un tono incredulo. Sinceramente, dubitava che Miyon si fosse
mai “sentita costretta” a fare qualcosa, specialmente se riguardava Kaiba.
Anzi, non aspettava altro che un brutto voto, probabilmente. «Sai qual è
l’unica cosa che potrebbe separarli?»
«Cosa?»
chiese Yami subito interessato.
«Dirgli
la verità su te e lei» In fondo, a parte Bakura e loro, nessun altro ne era a
conoscenza. Miyon e Yami avevano convenuto che, per entrambi, fosse meglio far
finta di nulla. A Malik avevano detto che erano gemelli, tanto credevano che non
fosse abbastanza intelligente da arrivare alla verità da solo.
«Oh,
si, sicuramente» fece Yami ironico. «Sai che, se lo facessimo, Miyon sarebbe capace di tagliarci
tu-sai-cosa e poi farcelo mangiare?»
Yuugi
rabbrividì. Si, effettivamente lei avrebbe potuto benissimo farlo senza alcun
rimorso. «Allora rassegnati»
«E’
l’unica…» Sospirò, ma non tanto
tristemente.«Comunque, non ti devi preoccupare» disse Yami con il sorriso
sulle labbra, mentre il suo partner si sdraiava a letto. «Io non potrei mai fondermi con Miyon»
«Perché?»
Yuugi tirò su il lenzuolo per coprirsi.
«Vedi,
nonostante tutto…» Yami scosse
drammaticamente la testa. «Io continuo a
odiare profondamente la matematica!»
Yuugi
scoppiò a ridere, ma si contenne coprendosi la bocca con la coperta.
«Non
è divertente…» Yami piegò le
labbra carnose all’indietro in un finto risentimento. «Buonanotte,
Aibou»
«Buonanotte,
Mou hitori no boku» Yuugi appoggiò la testa al cuscino morbido e chiuse gli
occhi, addormentandosi nuovamente.
Fine…?
Note
di Akemichan:
Lo
so, questo capitolo è oltremodo incasinato… La mia migliore amica (e prima
lettrice e critica) ha detto che si capiscono abbastanza bene i collegamenti
logici, spero sia così anche per voi ^^ Vi assicuro che lo scopo di questo
capitolo non era confondervi le idee (ah no? N.d.tutti), ma spaventarvi un poco
facendovi credere una cosa al posto di un'altra ^^ Sono cattivella?
Alla
fine, ho deciso di non descrivere totalmente il passato (per ora), perché sono
rimasta ancora troppo legata all’altra storia e verrebbe un casino, poichè
finirei per fonderle assieme mentre partono da basi completamente diverse. ^^
Quindi la termino nel presente.
Spero
vi sia piaciuta, è una fine aperta, ma la preferivo ad una fine chiusa come
poteva essere senza l’ultima parte.
Visto
che tutti mi avevate chiesto di scrivere il capitolo bonus sulla partita, ho
deciso di farlo ^^ Vi ringrazio per il vostro incoraggiamento, mi fa veramente
molto piacere ^^ Spero di esserne all’altezza, perché non sono sicura che
descrivere una partita di basket sia così semplice come sembra… è quasi più
facile giocarla ^^ Io ci provo, mi direte voi com’è venuta… Speriamo in
bene ù_ù La pubblicherò martedì sedici, di ritorno dalla montagna. Ciao a
tutti ^^
Reviews:
Evee
(che ha recensito la storia “Past and present”): Complimenti per la
resistenza ^^ Quaranta capitoli non so certo pochi… Mi spiace, prometto che
non ne farò mai più così lunghe…^^’’ Sono contenta che ti sia piaciuta
^^ Sai, visto che l’antico Egitto mi piace (e la civiltà classica in
generale) ho letto molto sull’argomento tra trattati e romanzi, quindi mi sono
fatta una cultura, ma ti assicuro che quello che so, rispetto a tutto quello che
c’è da sapere, non è nulla… Grazie ancora per la recensione ^^
Kelly:
Vado su in un paesino sperduto tra gli Appennini ù_ù Se martedì non pubblico
è perché mi sono persa nei boschi :-P Si, è vero, quella parte del manga è
tutta cambiata, però bisogna dire che prima Yami da una bella batosta ad Otogi
nel gioco delle carte ^^ Troppo bello quando lo fa *_* La cosa più incredibile
non è il padre di Duke, ma il nonno di Yuugi che era un giocatore d’azzardo
XD!! E comunque, io non ho mai detto che Seto è più forte nel passato (come
no? N.d.Setodeluso) Ho detto che Antares pensava questo ^^’’ Ma poi Yami è
diventato Faraone, quindi, a rigor di logica… (nooo N.d.Seto) Non potevo
metterli insieme come marito e moglie perché veniva troppo banale ù_ù E poi
le tue fan ci restavano male (però hai fatto restare male le fan di Kaiba!
N.d.Yami) Ah, è vero…^^’’ Vabbè, pazienza! (si, tanto le minacce di
morte vengono a me N.d.Miyon) Comunque mi fa piacere che come idea ti sia
piaciuta. ^///^ Bye ^^
Ayu-chan:
Ma no, non sono così cattiva! Potevo trasformarlo del tutto in una donna, se
volevo ^^ Invece non l’ho fatto (grazie, eh… N.d.Yami ironico) Spero che tu
abbia dormito, altrimenti mi sentirei in colpa (e verso di me non ti senti mai
in colpa? N.d.Yami) Uhm… *Akemichan finge di pensarci* No (e sei pure mia
fan!! ç_ç N.d.Yami) Se non te l’aspettavi sono contenta, almeno ho provocato
(una volta nella vita!) l’effetto sorpresa ^^ Speriamo di vederci in chat al
mio ritorno. Bye ^^
Phoenix:
^///^ Grazie dei complimenti, e per non avermi tirato nulla addosso ^^’’ Bye
^^
Jaly
Chan: sono contenta che ti sia ripresa dallo shock ^^’’ Dopo le prime due
righe ho temuto il peggio, visto che nemmeno Seto era riuscito a rianimarti…
ù_ù (avverto che io la respirazione bocca a bocca non la faccio manco sotto
tortura! N.d.Seto) In effetti ci sono stata un po’ a pensarci, dicendomi
“cosa la gente NON penserebbe mai”? Ed è venuto fuori questo ^^ Comunque mi
fa piacere che tu abbia notato che i due si somigliavano ^^ Si, è l’ultimo,
avevo promesso di non farne mai più lunghe come la precedente ^^’’ Però,
come hai visto, il finale è aperto al massimo ^^ No, Seto non affogherebbe mai
suo fratello, poi chi gli porta la borsa quando lui se ne va in giro? ^^
(crudeli ç_ç N.d.Mokuba) Grazie per il consiglio sul mal di mare, a questo
punto posso venire anch’io sulla barca di Seto ^^ (basta, ve ne regalo una
nuova, piuttosto! N.d.Seto stranamente generoso) Dì un po’, com’è che non
ci vuoi a mezzo… (è che ha invitato Miyon… N.d.Yami che fa la spia) Ahh,
ora si spiega tutto… Poi te la vedi tu con le tue fan, a me basta la barca :-P
Bye ^^
Newe:
Grazie per i complimenti ^///^ Sono felice di essere stata originale, alla fine
^^ Se ti immagini la scena, spero di essere riuscita a descriverla decentemente
^^ Anche se immaginarla mi ha divertito parecchio ^^ Bye ^^
Viky:
Grazie dei complimenti ^///^ Se è stato davvero un colpo di scena come dici,
vuol dire che sono riuscita nel mio intento, una volta tanto ^^’’ Si, questo
è l’ultimo capitolo, dispiace un po’ anche a me, ma in fondo devo
rispettare la promessa di non fare più storie lunghe come la precedente
^^’’ Bye ^^
Angel
Riddle: Non c’è problema, figurati ^^ Piuttosto sono contenta che la storia ti
piaccia. Bye ^^
|