IL BANDITO ED IL PRINCIPE
FF collegata a Slayers: Le Ere del Caos
“Saillon. La città capitale della magia
bianca.
Fonte di luce e giustizia all’interno della
Penisola dei Demoni.
Una città in cui non esistono malvagità, né
ingiustizie… Sciocchezze! Anche qui esistono marcio e
ingiustizie. Chi può dirlo meglio di me, che sono
un Custode? Il mio compito è osservare, e riesco fin troppo bene ad individuare
il marcio che portate tra di voi.
Ummh… come al solito,
quell’umano così interessante sta per cacciarsi in altri guai… vediamo cosa
succederà oggi…”
………
Sporco. Sporcizia e povertà. Ecco tutto quello che il giovane Khostan Bothari aveva ricevuto
dalla vita. E come sempre, i metodi di
sopravvivenza per quelli che, come lui, erano nati nei bassifondi erano due:
emigrare… o rubare.
Bothari aveva scelto la seconda via, quella
più difficile: poiché disprezzava coloro che, messi di fronte ad un ‘bivio’, sceglievano la via più facile; lui non voleva, non
poteva comportarsi come loro. Era l’unica cosa buona che gli avesse
insegnato la madre.
Nei suoi 17 anni di vita, Bothari aveva già
conosciuto la fame, il dolore… la solitudine di un’infanzia triste, vissuta
senza un padre… la morte, che si era presa l’unica persona a lui cara: sua
sorella, stroncata da una polmonite… la madre l’aveva abbandonata da fin troppo
tempo.
“Da brava, guardia idiota… girati, così posso
stenderti e fregarti la paga… e vivere un altro giorno…” Improvvisamente, un
urlo… -Fermo, piccolo ladro! In nome della Giustizia, non posso permetterti di
compiere un simile atto!- Dopo di che il pazzo (perché è questo che era, agli
occhi del giovane) si lanciò su di lui… OO dal balcone sopra di lui,
atterrandogli addosso… Bothari non conosceva le arti marziali, né altre forme
di combattimento, ma una vita nelle strade gli aveva insegnato a cavarsela fin
troppo bene… ma purtroppo quello era un osso duro!
Dopo 5 minuti di lotta, le guardie, avvertite dal loro collega, erano arrivate… ma il giovane furfante se l’era filata,
lasciandosi dietro (anche se non lo sapeva) un pesto, malconcio e ridacchiante
Philionel El Saillone, giovane principe del Regno!
………
Passò un pò di tempo… e il giovane principe
ritrovò il giovane ladro, suo coetaneo per età, ma non
per ceto sociale… siccome aveva con sé del cibo (cosa sempre gradita, nei
bassifondi, o, come lo chiamavano quelli che ci abitavano, Inferno) Bothari si
fermò ad ascoltarlo.
-Sei molto bravo, soprattutto nel muoverti e
nel combattere: sono stato su quel balcone a vederti per circa 10 minuti, e
devo dire che mi hai stupito!- Disse all’improvviso il
suo interlocutore.
-Perché mi hai spiato?- Chiese
incavolato il teppista.
-Ti risponderò con un’altra domanda: perché un
giovane con così tanto talento deve rubare per vivere?-
Domandò Philionel
-Per il semplice motivo di essere nato qui!
Nascere qui, all’In.… nei bassifondi, vuol dire essere esclusi da qualunque
cosa! Per quelli come me, o si emigra o si diventa ladri! Ecco il perché!-
La risposta sorprese Philionel, che gli
domandò, all’improvviso, se voleva diventare suo amico.
-Io e te, amici? Un nobile come te e uno
scarto dei bassifondi come me? Ma sei PAZZO?!?-
-No. E solo che me ne frego
di differenze sociali e altre c***ate di questo genere.- la risposta, detta in
un modo così… schietto e volgare, come si usava lì all’Inferno, fece scoppiare
a ridere Bothari, subito seguito da Philionel.
………
Passò il tempo, il giovane teppista entrò
nell’Esercito di Saillone, e trasferito poi, per ordine reale, alla Guardia
Cittadina… in pratica, Philionel aveva trovato il modo di avere vicino l’unico
vero amico che avesse in città, fuori da quella corte
che giorno dopo giorno lo disgustava. Poco tempo dopo, Bothari venne assegnato come compagno d’allenamenti e guardia del
corpo del Principe Philionel: con la sua esperienza, era l’ideale per la
protezione di quel principe così irrequieto e anticonformista.
Un giorno…
-Hai deciso di partire,
vero?- Chiese un ormai trentenne Philionel a
Bothari, stessa età.
-Sì. Non darò le dimissioni, perché l’Esercito
è la mia vita, ma devo viaggiare per poter migliorare me stesso… e poter veder
il mondo fuori dal Regno di Saillone.-
-Tornerai, un giorno? Io e mia moglie Jesse potremmo aver bisogno di una guardia del corpo come te.-
Chiese Philionel, per fugare i suoi stessi dubbi.
-Se avrete bisogno… tornerò. Statemi bene… e vedete di dare al Vecchio uno
o due nipotini, che magari si addolcisce.- Il principe, sposo novello, arrossi
istantaneamente.
“Buon dio, che caso pietoso: rozzo, fissato
con la Giustizia,
forte come un toro… ma di fronte alle cose ‘importanti’ è peggio di un
bambino!” Pensò Bothari, avviandosi verso il mondo esterno… verso l’avventura.
………
Passarono 17 anni… e Bothari tornò. Ma non era
più lo stesso: nel suo peregrinare si era persino sposato… aveva avuto una
bambina, Elena… l’unico ricordo della sorella da tempo scomparsa, di cui
portava il nome… e della madre, morta in un attacco di demoni: la piccola si
era salvata… ma la madre era morta, e Bothari
impazzito.
Anche Philionel aveva avuto le sue gioie, due bambine, Gracia (che
somigliava tantissimo alla madre) e la piccola Amelia (che del padre aveva gli
stessi capelli neri); ma anche i suoi dolori: Jesse era morta, uccisa da un
assassino. Uniti nella tristezza e nelle felicità, il principe ed il bandito
ricominciarono a vivere.
Qualche mese dopo, piena notte…
La giovane principessa Gracia Ul Naga Saillone
si stava preparando a fuggire, per viaggiare, per apprendere nuovi incantesimi…
per rimediare alla sua debolezza, che gli aveva impedito di salvare la madre.
-Perdonatemi, ma è una cosa che devo fare- Disse, più a se stessa che ad altri…
-Cosa dovresti fare?
Fuggire da te stessa? Dal tuo rimorso? Non ci riuscirai: te lo dicono degli
esperti.- Disse una voce dal buio.
-Oh si,
noi lo conosciamo, sìsìsì che lo conosciamo…
lo conosciamo benissimo- disse un’altra, molto più anomala.
-Tu sei l’ultimo a poter dire una cosa simile,
Bothari. E se vuoi provare a fermarmi…- La massiccia guardia del corpo uscì dall’ombra.
-Non te lo impediremo. La vita e tua, e hai il
diritto di fare come ti pare.- -Oh sì,
hai ragione, come hai ragione…- -Solo, vorrei darti questa: anche se non la
userai, potrebbe comunque tornarti utile.- disse,
porgendole una spada (La stessa che noi abbiamo visto negli OAV nd KK).
-… Grazie… Prenditi cura di mio padre e di Amelia.-
-Lo faremo, contaci.-
-Lo faremo, oh sì. Noi siamo grati al
Principe… lui ci ha tirato fuori dall’Inferno, noi lo
aiuteremo sempre!- Con un Levitation, Gracia partì… verso l’ignoto, verso
molte avventure… ma questa è un’altra storia.
Stretta
la foglia,
larga
la via
dite
la vostra,
ch'io
ho detto la mia.
FINE