Busso.
Tre trilli veloci e scattanti e subito
la tua voce, assonnata e impastata risponde.
-Apri.-
Non chiedi chi è,sento solo lo
scatto del portone e le scale che mano a mano scavalco,
a lunghe falcate.
Entro in quella che credo sia casa tua, l'indirizzo l'ho
fregato a Shampoo, il resto ora lo saprai.
Non ci vediamo da due settimane, da quando
, dopo che abbiamo fatto l’amore,hai preso le tue valigie e hai
comunicato di volerti trasferire in un piccolo appartamento per poter seguire
meglio le lezioni del maestro Kukiri.
Cazzate, volevi solo fuggire da ciò che era accaduto.
Credevi di scansartela così? Credevi che quei baci, quella
notte, si sarebbero dissolti nella mia mente?
Che ingenuo Ranma, che ingenuo.
Il parkè bronzeo ricopre il suolo
e il casino che regna in questa stanza è pauroso:
cartoni di pizze a terra, sushi
ovunque e vestiti sparsi qua e là.
-Akane?-
Ma bravo, allora il sonno non era così profondo.
-Siediti Ranma,e
non fiatare,ora mi ascolti.-
-Ma.. Akane
che ci fai qui?Sono le tre di notte..-
I miei occhi si fanno talmente gelidi che freni la tua
lingua e liberi una parte di divano dall'inferno
che vi è riversato sopra, facendo
spazio per me e per te.
Ma accanto a te non mi siedo mica, no, non lo farò.
Come hai potuto?
Mi hai baciata, mi hai toccato, mi hai amata e sei fuggito.
Come sempre.
No.
Impalata davanti ai tuoi occhi, spalancati e tremanti,comincio il monologo
che avrei dovuto rivolgerti molto,
molto tempo fa.
-Bene. Permettimi di dirtelo.
Ora mi ascolterai,non ho più voglia
di scherzare, ridere e giocare con stupidi baci, ora
per una volta, forse la prima della
tua vita, mi capirai.
Non fiatare , non parlare,
ascoltami. Punto.
Ho provato a comprendere ogni tuo gesto più recondito,ogni puntino lasciato in sospeso, ogni stupida parola da te
pronunciata con leggerezza.
Ti ho sempre giustificato, ho perdonato i tuoi falsi addii e
i tuoi abbracci vani, le labbra
serrate davanti ai miei gesti
bruschi e gli occhi vacui nelle repentini litigate,
ho dato un senso ad ogni tuo
atteggiamento bieco e irrisorio, e cosa ho ottenuto?
Cosa?Cosa ho ricavato da te Ranma?
NULLA.
E' inutile che ora mi fissi, sconvolto, taci e per una volta
prova a capirmi, non mi devi sentire, mi devi ASCOLTARE.
Col senno di poi, non so, non penso che riavrei il coraggio di
credere in noi,in ciò che mi spingeva a cercarti,
chiamarti quando partivi, volerti accanto contro ogni legge plausibile e contro
ogni coerenza razionale,ho perfino ignorato i tuoi gesti ambigui con quelle troiette da quattro soldi. Tu non hai mai, mai, mai
ricambiato.
Tentavo di convincermi che un giorno ci avresti creduto,
avresti anche tu sognato un avvenire, un futuro dove la mia piccola mano fosse
attorcigliata alla tua, ma era solo un'illusione.
Tu non sei mai stato quello che pensavo fossi: innocente,
limpido.
Hai fatto si che mi crogiolassi negli attimi di dolcezza,così da offuscare i
restanti,
ma hai fatto male i tuoi calcoli, perchè i prosciutti volano via anche dall'occhio più
annebbiato, il troppo dolore liquefà anche il più
saldo ricordo, non lo sapevi?
Quante cattedrali ho innalzato per te?
Quante porte ho sprangato, finestre rotte e vetri fracassati
per darti spazio? Per
darci spazio?
E tu? E tu cosa mi hai dato?
Rispondo io per te: nulla.
Solo e soltanto Nulla.
Sono venuta fin qui solo per dirti due parole, a conclusione
del discordo che spero tu abbia compreso.
TI AMO.
Non chiedermi come ciò sia possibile, mi chiedo anche io con
quale coraggio riesca ad amarti dopo
il male che mi hai impresso.
T'amavo quando speravo in noi, illusa ed iridescente, chiusa
fra le mura della mia camera,sperando che da un
momento all'altro saresti sbucato e mi avresti finalmente resa felice.
T'amo adesso che ho scovato ,
scoperto e infine appreso la durezza della tua volontà.
T'amerò domani, quando probabilmente mi pentirò di ciò che
ho appena fatto.
Ti chiedo scusa di una sola cosa, forse l'unica colpa che ho
addosso in questa storia, se così la si può
denominare.
Di non avertelo detto prima, subito.
Bene, stai sereno, il dialogo a senso unico è finito.
Partirò domani, i biglietti li ho già in tasca e la valigia
è in macchina.
Ho chiamato Ayume, la raggiungerò
in Italia, mi ospiterà per i primi tempi e li potrò finalmente
liberarmi da quella casa, da mio
padre e da ogni stupida costrizione che fin'ora non mi ha permesso
di guardare in faccia i miei sogni
e capire davvero ciò che voglio fare nella mia vita.
Per quello che conta, Buona fortuna
Ranma.
Spero che tu riesca in tutto ciò che vuoi, diventerai un
ottimo maestro d'arti marziali,
avrai a fianco tutte le oche che
desidererai e te la farai con ognuna di loro,
godendo fino a che le loro unghie
non si saranno conficcate nella tua schiena.
Riderai, o si, Riderai ma questa
volta senza di me.
Non
mi pento dell'altra notte.
Era la prima per me, lo sapevi bene, eppure non ti sei fatto
scrupoli a partire l'indomani, a sparire
senza una parola, una frase , un
gesto.
Chiaro segno del tuo disinteresse per me.
Buona vita,grazie per avermi fatto
l'onore, per una volta, di capirmi.
T'amo, ma devo dirti addio, perchè
col tempo riuscirò a farmi forza e ricominciare,
e se rimango qui, inchiodata alle
tue insoddisfazioni e ai tuoi richiami falsi,
vivrò affogandomi di un amore fatuo
, che nel tuo cuore non è mai scoppiato.
Addio.-
Mi volto e scappo.
Non voglio guardare mai più nel fondo dei tuoi pozzi grigi.
Sento il groppo alla gola, le lacrime bollenti scorrermi
addosso e il respiro mozzato, ma non mi fermo.
Non posso, non devo farlo.
Il dolore è lancinante, ma è necessario.
Addio Amore Mio.
Mi dispiace devo
andare via, questa volta l’ho promesso a me, perché ho voglia di un amore vero,
senza te.