A KillKenny
A
KillKenny,
perché se questa fic è stata scritta lo si deve anche ai suoi suggerimenti
10
Agosto 2005
Dove caddero gli
Angeli
Prologo
“Bentornata Lina Inverse”
Chi è
che mi chiama?
Xelloss… la sua voce mi giunge ovattata, da dove precisamente non lo so… sono
confusa e sento la testa pesante, ma ugualmente mi metto in guardia: l’ultimo
ricordo nitido che il mio cervello riesce a fornirmi è lui che ci attacca,
quindi devo stare all’erta.
Continuo a non vedere nulla, non sento nemmeno il mio corpo, come se fossi puro
spirito… i ricordi lentamente tornano…
Stavo
bivaccando con gli altri… dove? non me lo ricordo, forse in un bosco - quando
quel maledetto mazoku è apparso come suo solito dal nulla, in cima ad un albero.
Poi senza dire una parola ci ha attaccato. E stavolta era venuto per uccidere.
Io l'ho visto combattere seriamente solo poche volte in questi anni (perché,
guarda caso, quando la situazione si faceva seria lui spariva!), ma mi sono
fatta un’idea della sua forza… e stavolta la stava usando. È stato un
combattimento duro, ma ho avuto l’impressione che non ci volesse dare il colpo
di grazia, anche se avrebbe tranquillamente potuto farlo, soprattutto perché non
posso usare i miei poteri alla massima potenza… accidenti a quei giorni!
Avrebbe vinto facilmente e invece, per qualche strano motivo, non ci ha
massacrato subito. Ha preferito dividerci, lanciando un Dark Mist per impedirci
di vedere gli altri… forse per nutrirsi della nostra rabbia e della nostra
preoccupazione… non lo so, ma di certo da me non avrà questa soddisfazione. So
che gli altri ce la faranno.
Comunque io devo essere stata l’ultima ad essere attaccata perché è passato
qualche minuto da quando è comparsa la caligine nera a quando me lo sono
ritrovata davanti, a due centimetri da me… ricordo solo un bacio in fronte e
poi…
Ecco!
Ora lo vedo! È lì davanti a me con quella sua solita espressione idiota… ma gli
altri? Dove sono? Io dove sono? Perché se doveva uccidermi non l’ha fatto subito
invece di trascinarmi qui?
Visto
che lui continua a sorridermi e non dà segno di muoversi, lo lascio perdere per
un attimo e allungo un po’ lo sguardo dietro la sua spalla: ma dove cavolo
siamo? Faccio un passo avanti per uscire da questo strano alone dorato che sta
lentamente svanendo intorno a me. Tutt’attorno non vedo nient’altro che deserto,
con qualche albero spoglio qua e là e un vento gelido che mi sbatte in faccia e
mi ferisce gli occhi.
A
proposito di ferita, mi porto la mano al fianco sinistro per vedere in che
condizioni è quella che mi ha provocato Xelloss e, con mio immenso stupore,
scopro che è… sparita! Al suo posto solo la mia pelle, bianchissima e intatta, e un ampio squarcio nella maglia che risale fin quasi sotto il seno. Tra
l’altro, adesso che ci faccio caso, anche lo spallaccio dell’armatura che si era
incrinato per un colpo è sparito, così come il taglio sulla guancia… no, no, qui
c’è qualcosa che non torna!
Mi
blocco e fisso Xelloss negli occhi. “Cosa è successo?” gli chiedo a bruciapelo.
Esigo delle spiegazioni e guai a lui se si azzarda a uscirsene con quella sua
solita frase cretina! Giuro che se lo fa non rispondo di me!
Lui
continua a sorridere imperturbabile, gli occhi sempre socchiusi. “È una lunga
storia, Lina-chan… io non conosco che pochi dettagli. So solo che devo portarti
alla Wolf Pack Island dalla mia Master e, se Lei lo vorrà, sarà lei a spiegarti
ogni cosa”
Lo
guardo dubbiosa, non comprendendo il perché di una frase così sibillina. È vero,
Xelloss ha sempre parlato per enigmi, ma qui si esagera! Comunque non ho molta
scelta… o lo seguo o resto qui a morire di fame e di freddo in questo deserto.
Annuisco impercettibilmente e lui comincia ad avviarsi a piedi. Strano che non
si teletrasporti come suo solito… tutta questa faccenda sta diventando sempre
più incomprensibile.
Osservo per un attimo Xelloss allontanarsi lentamente, il mantello
trascinato dal vento che si avvolge furiosamente sulla sua figura sottile, poi
faccio per seguirlo.
Ma,
appena fatto un passo, non trovo più il terreno sotto i piedi e cado a terra. Ma
che cavolo…?! Mi guardo attorno, accorgendomi solo adesso della strana statua
bianca alle mie spalle e del piedistallo su cui è posata - e da cui sono caduta.
Mi lascio scappare un paio di imprecazioni poco fini, poi mi rialzo; Xelloss
sembra non essersi nemmeno accorto della mia magra figura, perché continua a
camminare in silenzio… beh, meglio così, non avrei sopportato le sue prese in
giro in un momento come questo!
Accenno una piccola corsa e mi affianco a lui; man mano che ci allontaniamo dal
centro di questa strana radura il vento, che continua a sbattermi i capelli in
faccia, sembra rinforzarsi e anche la natura pare farsi se possibile più
selvaggia.
Improvvisamente, la mia guida si ferma e guarda in alto. “Siamo arrivati” dice
poi, sorridendo e cingendomi le spalle con un braccio. Non ho neanche il tempo
di protestare che un’intensa luce bianca ci avvolge. È sicuramente un
teletrasporto, ma… verso dove?
Un
istante e ci ritroviamo in un’immensa sala, dal soffitto altissimo sorretto da
colonne sottili. Molto probabilmente siamo in una stanza del palazzo della
Greatest Beast, a dire il vero una stanza piuttosto strana, piena di armadi alle
pareti, sembra un guardaroba. Guardo Xelloss con espressione interrogativa.
Lui
sorride e accenna con la testa agli armadi. “Cerca qualcosa che ti piaccia da
mettere. Poi quando sarai pronta ti porterò da Zelas-sama”
Fa
per andarsene, ma lo richiamo. “Xel aspetta! Io non ci capisco niente di questa
faccenda! Perché la tua Master vuole vedermi? Cosa vuole da me? E i miei amici
dove sono?”
“Saprai tutto a tempo debito, Lina” mi risponde soltanto, prima di
teletrasportarsi via.
Mi
passo una mano sulla fronte, sconsolata. Non ho altra scelta: l’unica cosa da
fare è mettermi addosso qualcosa di decente e andare da Zelas. Sperando che lei
sia un po’ più esauriente del suo sottoposto da strapazzo… ma non ci conto
molto…
Sbuffando, comincio a frugare a casaccio qua e là e alla fine mi ritrovo con
qualcosa che non si allontana molto dal mio solito abbigliamento: una maglietta
sbracciata a collo alto e un paio di pantaloncini… un po’ microscopici, a dire
il vero, ma pazienza. Poi mi infilo un paio di stivaletti alla caviglia e mi
metto davanti allo specchio per osservare il risultato: neanche tanto male,
tutto sommato… se non fosse che ho perso un orecchino… che nervi! Mi tolgo anche
l’altro e osservo per un attimo il mio viso riflettersi nella piccola sfera
lucida; li portavo da anni, erano un regalo di Luna… e adesso chi la sente se
quando torno a casa mi vede senza?! Un brivido mi corre giù per la schiena al
pensiero della furia di Nee-chan… preferirei affrontare un Dark Lord piuttosto
che lei!
Una
voce alle mie spalle mi scuote dai miei cupi pensieri. “Sei pronta Lina?”
Mi
volto e vedo Xelloss sorridente sulla porta. Annuisco. “Sì, eccomi, Xel”
“Oh,
vedo che ti sei tolta gli orecchini… come mai?”
Alzo
le spalle e faccio una smorfia. “Ne ho perso uno. Quando TU mi hai attaccato…”
Mi
aspetto una risposta in puro stile Xel, con uno dei suoi soliti sorrisetti
idioti, invece il mazoku pare perplesso. Ma è questione di un secondo. “Eh, eh…
sorry, Lina-chan! Ma il lavoro è lavoro! Comunque se vuoi te ne posso regalare
degli altri come si usano ad-… da queste parti…”
Ma
che cos’ha oggi Xelloss? È strano. Oddio, non che sia mai stato proprio normale…
vabbè, soprassediamo. “Si può fare” gli dico dopo un attimo. Dopotutto un regalo
non si rifiuta mai, no?
Lui
sorride e allunga una mano a palmo in su, facendo comparire un piccolo brillante
sfaccettato e una lunga catenella fatta di anelli d’argento uniti tra loro. “Ti
piacciono?”
“Wow!
Certo che mi piacciono! Soprattutto il diamante…” Beh, da queste parti avranno
anche gusti strani, però di certo in fatto di gioielli ne capiscono… mi infilo
il brillantino all’orecchio destro e a sinistra la catenella, che scende fin
quasi a sfiorarmi la spalla. Mi sento un po’ strana nell’insieme, però lo
specchio mi conferma che la grande maga Lina Inverse è sempre bellissima,
qualunque cosa indossi.
Xelloss mi lascia pavoneggiare un po’, poi discretamente mi ricorda che Zelas mi
aspetta. Dimenticandomi all’istante del resto, annuisco seria. “Andiamo. Non è
cortese far aspettare i propri ospiti”
Il
demone sorride, poi mi sfiora leggermente il braccio e in un attimo ci
ritroviamo di fronte ad un immenso portone, decorato con bassorilievi che
illustrano scene della millenaria vita della Greatest Beast e dei suoi
sottoposti; Xelloss vi compare quasi sempre e alcuni quadri sono addirittura
dedicati a lui solo. In uno di questi riconosco la tremenda battaglia che io e i
miei amici abbiamo combattuto contro Dark Star qualche tempo fa; ma la cosa
curiosa è che quella scena è collocata più o meno a metà del battente di destra,
verso la fine del racconto certo, seguita però anche da altre raffigurazioni… in
quest’ultimo anno il clan Metallium dev’essere stato piuttosto attivo per avere
così tante cose da raffigurare su un portone istoriato…
Mi
giro per chiedere lumi al demone, ma lui col dito sulle labbra mi fa cenno di
tacere, poi stende la mano e la porta, probabilmente reagendo alla sua aura, si
spalanca silenziosamente davanti a noi. Ci ritroviamo così in un salone
piuttosto ampio (in verità meno di quanto mi sarei aspettata, date le dimensioni
dell’ingresso) costruito come tutto il resto del castello in pietra nera, forse
ossidiana, e illuminato da ampie bifore. Sul fondo della sala, proprio di fronte
alla porta, rialzato da tre o quattro gradini, è collocato un trono, anch’esso
nero, con lo schienale a punta finemente intagliato. Contrariamente alle mie
aspettative, però, il seggio è vuoto.
“Vieni Lina, Zelas-sama ci aspetta nella stanza a fianco” Mi informa Xelloss,
indicandomi un porta sulla destra, quasi invisibile in mezzo agli enormi arazzi
che fanno bella mostra di sé lungo l’intera parete.
Prendo un bel respiro profondo e lo seguo; fino ad ora ho cercato di far finta
di niente, ma devo ammettere che l’idea di conoscere Zelas mi attrae e spaventa
allo stesso tempo. In fondo è pur sempre una dei cinque Dark Lord, ma proprio
per questo sono curiosa di incontrarla…
Stavolta Xelloss deve aprire la porta manualmente; appena dentro, lo vedo fare
un profondo inchino e poi scostarsi per farmi passare. Mi faccio avanti e ho
giusto il tempo di rendermi conto dell’aspetto della stanza in cui sono entrata,
che subito la mia attenzione viene catturata dalla persona che ho di fronte.
Non
ci sono dubbi: Zelas è indubbiamente la donna più bella che io abbia mai visto.
Sta
in piedi accanto alla finestra, mostrandosi per tre quarti, con in mano un
calice di vino rosso, i capelli biondi che, sfiorati dalla luce, prendono
riflessi bronzei. Indossa uno stranissimo abito bianco che le ricade morbido
fino ai piedi, stretto in vita da una cintura sottile; la schiena e le spalle
rimangono completamente scoperte e il tutto è fermato da un alto collare d’oro
in cui è inserito un diamante grande quanto una noce.
“Benvenuta Lina”
Ho un
sussulto nel sentire la sua voce. Mi ero talmente incantata ad osservare lei e
la sua pietra (ok, lo ammetto: più la pietra che lei…) che non mi sono neanche
accorta che mi stesse rivolgendo la parola. Sono un po’ a disagio e, come mio
solito, mi nascondo dietro la mia facciata spavalda per avere il tempo di
inquadrare la situazione. “Così tu saresti la Dark Lady Zelas Metallium…” Lei
sorride, nello stesso identico modo di Xelloss, tra l’altro, e annuisce appena.
“Bene, veniamo subito al punto: cosa ci faccio io qui? E dove sono i miei
compagni?”
Il
sorriso sul viso della demone si allarga un poco, facendosi più sincero;
appoggia il calice sul tavolinetto di cristallo e si accomoda in poltrona.
Quando mi risponde, uno scintillio che non riesco a decifrare passa rapido nei
suoi splendidi, inquietanti occhi dorati - occhi da pantera, o da lupo. “Xelloss
mi diceva spesso che tu sei una che non si perde in preamboli… e aveva ragione.
Come sempre, vero Xel-chan?”
Mi
volto verso l’interpellato a fianco a me e lo vedo ridacchiare, grattandosi la
testa imbarazzato. “Non esagerate, Master…”
Non
riesco ancora bene a capire che razza di rapporto ci sia tra questi due…
comunque si vede chiaramente che lei è la sua creatrice: hanno moltissime cose
in comune.
Ritorno a concentrarmi su Zelas, che nel frattempo ha infilato una sigaretta in
un bocchino e l’ha accesa con un semplice schiocco delle dita, dalle lunghe
unghie color rosso porpora, così simili ad artigli.
“Ad
ogni modo, Lina, per rispondere alle tue domande…” Fa una pausa ad effetto e io
mi irrigidisco “Tu sei qui per volere della Lord of Nightmares, la Madre di
tutte le cose. Ma credo che tu La conosca già, vero?” Adesso sono veramente
tesa: se c’è di mezzo Lon le cose si complicano notevolmente… “Per quanto
riguarda i tuoi amici, non so niente di certo, ma presumo si trovino ancora
dov’eri tu fino a poco fa”
“E
dove sarebbe questo posto, di grazia?!” Accidenti a lei! Sì, è proprio la
creatrice di Xel: hanno lo stesso modo irritante di dire le cose a metà parlando
per enigmi!
“In
uno spazio fuori da ogni spazio, senza principio né fine, incommensurabile e
sottratto alle comuni leggi che governano l’universo, dove non passa per loro il
tempo che passa nel mondo”
E
questa secondo lei sarebbe una spiegazione?! Mantieni la calma Lina: ricordati
che sei nel castello di una Dark Lady, alla presenza della stessa e del suo
sottoposto che volendo può farti la pelle in un colpo solo e per di più sei
finita di nuovo in una faccenda in cui è coinvolta la creatrice dell’universo…
Continuo a ripetermelo all’infinito: inutile.
Esplodo: “Ma che razza di risposta è?! Lo sai che è quasi più esauriente questo
disgraziato che mi dice «È un segreto» e poi sparisce?!” Ops… mi sa che mi sono
lasciata un po’ trascinare.
Con
la coda dell’occhio vedo Xelloss con un grosso gocciolone sulla testa, mentre
Zelas ride, coprendosi la bocca con la mano e facendo tintinnare i numerosissimi
braccialetti d’oro che ha al polso.
Alla
fine la demone si ricompone e scuote la testa. “Sei davvero incredibile, sai
Lina?” Mi passo una mano tra i capelli, imbarazzata: stavolta mi sa che ho
rischiato grosso… “Comunque hai ragione, non mi sono spiegata molto bene. Ma non
perché non lo voglia. Semplicemente perché anche noi sappiamo molto poco dei
progetti della Madre”
“I…
progetti di Lon?”
“È
meglio che cominci a raccontarti la storia dall’inizio, o meglio: dal punto in
cui finiscono le tue conoscenze”
Che
significa «dal punto in cui finiscono le tue conoscenze»?!
Fisso
lo sguardo su Zelas, come se volessi trapassarla. Lei sorride. “Ci sono molte
cose che non sai, che non puoi sapere… e penso che per te sarà un po’ difficile
accettarle… Xel, vuoi cominciare tu?”
“Come
desiderate Master” risponde lui con un breve inchino. Poi si volta verso di me,
gli occhi socchiusi, serio come non l’ho mai visto: mi fa quasi paura. “Dunque
Lina, devi sapere che cinquecento anni fa ricevetti da Zelas-sama un ordine
molto particolare. Dovevo eliminare quattro persone… ma non semplicemente
ucciderle, quanto piuttosto sigillarle in una sorta di dimensione atemporale,
collegata a questa per mezzo di un sigillo magico, costituito da una statua e da
delle gemme”
Lo
guardo dubbiosa: perché mi sta raccontando cose di mezzo millennio fa? Cosa
c’entrano con me?
“Quelle quattro persone, Lina, eravate tu e i tuoi amici”
Appena realizzo la portata di quello che ha detto, spalanco gli occhi e sento le
gambe cedermi. Cado in ginocchio sul prezioso tappeto che copre il pavimento
dello studio, incapace di articolare una sola parola.
Sigillati…
Cinquecento… anni… fa…
Respirando affannosamente, appoggio a terra anche le mani, mentre i capelli mi
ricadono di fianco al viso, nascondendo la mia espressione allucinata.
Non
riesco a crederci: Zel… Amelia… Gourry! Sigillati per sempre dentro una statua e
bloccati Lon soltanto sa dove! E io riportata alla vita dopo cinque secoli, sola
in un mondo che non mi appartiene più, senza più un amico o un parente, senza
nemmeno più un luogo conosciuto dove andare…
Alzo
la testa verso Xelloss, ancora sconvolta. “Perché?” riesco solo a sussurrare.
Malgrado la sua espressione apparentemente distaccata e impassibile, mi sembra
di scorgere qualcosa sul fondo dei suoi occhi ametista, ora completamente
aperti… qualcosa che non riesco a individuare con precisione, ma che forse si
potrebbe definire… dispiacere.
“Non
lo so il perché Lina” mi dice dopo un attimo, tendendomi la mano per aiutarmi ad
alzarmi “Me lo sono chiesto tante volte in questi secoli, ma non l’ho mai
capito. Come non comprendo perché Lei abbia voluto risvegliarti adesso”
Stringo forte il braccio di Xelloss, con la mano che ancora mi trema.
“La
Madre ti ha voluto affidare a Zelas-sama e a me, non sappiamo per quale motivo,
probabilmente perché io già ti conoscevo; comunque per ora resterai qui al
castello, almeno fino a nuovo ordine”
La
Madre ti ha voluto sigillare… la Madre ti ha voluto risvegliare… la Madre ti ha
voluto affidare…
Dentro di me maledico Lon. Non può giocare in questo modo con la vita della
gente! È mostruoso, inumano!
Scuoto la testa, cercando inutilmente qualcosa da dire, ma Zelas mi perviene.
“Comunque Lina, sappi che non sei rimasta completamente sola. Due delle persone
che conoscevi sono ancora in vita”
Mi
volto di scatto verso la Dark Lady. “Due persone, hai detto? Ma chi…”
“Una
è Philia, il Drago Dorato con cui hai combattuto Dark Star”
Philia! È vero, lei è un Drago, quindi la sua vita è nettamente più lunga di
quella degli esseri umani! Mi stanno per venire le lacrime agli occhi per la
gioia. Ma l’altra persona… chi è?
“E
l’altra la conosci molto bene…”
Zelas
tace e nella stanza piomba il silenzio; istintivamente mi irrigidisco quando mi
accorgo della presenza di una quarta aura oltre alle nostre, una persona che per
tutto questo tempo è rimasta nascosta nell’angolo buio dietro il pesante
tendaggio.
Fisso
il punto dove credo che si trovi, per farle capire che l’ho individuata e dopo
qualche istante una voce arriva dal vano della finestra. “Ce ne hai messo di
tempo per accorgerti di me, eh sorellina?”
Non
ci credo! LUNA! Mia sorella Luna! “Nee-chan… com’è possibile?” riesco appena a
dire, mentre una lacrima sfugge al mio controllo e mi scivola sulla guancia. Non
riesco nemmeno ad averne paura, talmente sono sorpresa e felice di aver
ritrovato almeno lei. Il tempo per essere terrorizzata ci sarà dopo…
Luna
nel frattempo è scivolata fuori dall’ombra e mi osserva sorridendo sorniona, gli
occhi nascosti come sempre dietro la lunga frangetta. Noto che indossa una
leggera armatura bianca che riconosco come quella propria dei Cavalieri di
Chepieed e sulla schiena ha fissato il suo fedele Arc Dragon. Dimostra
all’incirca vent’anni, cioè un paio più di me; in pratica l’età che avevamo…
cinquecento anni fa… Che sia stata sigillata e poi liberata anche lei?
“Ti
stai chiedendo come mai anche per me sembra che il tempo non sia trascorso,
vero?” Ma come fa ogni volta a capire cosa penso?! È questo uno dei motivi per
cui ho sempre avuto una fifa boia di lei… “Io non sono stata sigillata. Come me
non sarebbe stato possibile, perché come ben sai sono un Cavaliere di Chepieed e
quindi non sono più completamente umana da molto tempo. In compenso però sono
praticamente immortale… un po’ come i demoni, per intenderci”
Sì,
avrei dovuto ricordarmene, ma… chi ci va a pensare in un momento come questo?!
Comunque la cosa più importante è che non sono completamente sola… qualche
frammento del mio passato è rimasto con me; adesso si tratta di andare a
recuperare anche gli altri. Sì, perché non permetterò mai a Lon di tenere i miei
amici nella sua dimensione parallela e lasciarmi qui da sola a tenere testa a
mia sorella!
Dovessi anche usare il Giga Slave ma giuro che riporterò indietro Gourry e tutti
gli altri!
Adesso che mi sono un po’ calmata, sono pronta ad ascoltare anche il resto della
storia. Perché non mi illudo certo che sia finita qui… come se questo non fosse
abbastanza, sono sicura che la cara Lon mi avrà infilato a mia insaputa in
qualche altro casino…
Lancio un’occhiata di sfida al soffitto, poi torno a concentrarmi su Zelas e
Xelloss. “C’è altro che dovrei sapere?”
Master e sottoposto si scambiano uno sguardo d’intesa, poi quest’ultimo mi
sorride e agita la mano con fare noncurante. “Oh, niente di così importante…
solo che la magia è estinta dalla Penisola da circa 450 anni e che noi Demoni
non possiamo manifestarci agli esseri umani e nemmeno i Draghi… dettagli, no?”
Sento
una vena pulsarmi sulla fronte e un sopracciglio alzarsi e abbassarsi
ritmicamente in preda ad un tic. Non arrivo a contare neanche fino a tre, poi
scoppio. “E per te questi sono dettagli?!” urlo, saltando al collo del demone e
tentando di strozzarlo “Ma che, con la vecchiaia ti sei bevuto anche il poco
cervello che avevi?!”
Mentre il mazoku si fa bluastro, noto Zelas e Luna scambiarsi un’occhiata
dubbiosa, poi mia sorella incrocia le braccia e scuote la testa. “Questa te la
sei cercata, Xel-chan…”
“Invece di… *coff! coff!* criticare… aiu-tami! *coff! coff!*”
riesce a malapena ad articolare Xelloss.
Incuriosita dallo scambio di battute, mollo la presa sul demone, che cade a
terra come un sacco di patate e mi rivolgo a mia sorella. “Luna, scusa, com’è
che tu conosci questo essere?”
Luna
sorride e si versa un bicchiere di vino, che adesso riconosco come uno dei
migliori rossi di Zephilia. “Conosco Zelas e Xel da molto tempo, più o meno da
quando tu hai cominciato a girare il mondo mettendo a soqquadro gli equilibri di
potere della Penisola… mi hai sempre procurato un sacco di lavoro, sai?” Mi
gratto la guancia, nervosissima: quando Luna comincia così di solito per me sono
guai… “Hai anche solo una mezza idea di che casini hai combinato tra le alte
sfere?”
Mi
metto velocemente a contare sulle dita. Dunque: ho fatto fuori uno dei sette
saggi dell’epoca, distrutto un settimo di Shabranigdo, due Dark Lord, un Maou di
un altro mondo, ucciso l’ultimo drago ancestrale e un numero imprecisato di
demoni inferiori e so usare degli incantesimi che traggono potere dalla
creatrice dell’universo… non male, direi… ma cosa c’entra questo con i Draghi?
Come
al solito, Luna previene la mia domanda. “Essendo io l’unico dei Cavalieri di
Chepieed che non si sente male solo avvicinandosi ad un fruitore di magia nera,
venni scelta dal Consiglio dei Draghi come collegamento tra i Ryuzoku e i
Mazoku”
“Esistevano già… allora… contatti tra le due schiere?”
“Certamente, solo che non lo accettava quasi nessuno. Zelas fu l’unica tra i
suoi a dichiarare apertamente di avere contatti con i Draghi, mentre dall’altra
parte…”
“Fammi indovinare, dall’altra parte ci sarà stato Milgazia”
Luna
annuisce. “Già: io agivo su ordine di Milgazia-sama. In seguito anche Philia-san
iniziò a condividere le sue posizioni…” Mia sorella si interrompe un attimo e
abbassa notevolmente il tono di voce, con fare complice “…anche se ha sempre
detto di non sopportare un certo namagomi di nostra conoscenza…”
Io
scoppio a ridere fragorosamente, lanciando un’occhiata significativa a Xelloss,
e noto con mia grande sorpresa che anche Zelas sorride. Il priest ci guarda
perplesso, forse intuisce che stiamo parlando male di lui. “Potrei sapere
anch’io che cosa c’è di tanto divertente Lina?” domanda poi.
Non
posso resistere alla tentazione, me l’ha servita su un piatto d’argento. “Sore
wa, himitsu desu, Xel-chan!” gli rispondo, con un sorriso che va da un orecchio
all’altro e imitando la sua tipica espressione.
Questo mi dà l’impagabile soddisfazione di vedere per una volta Xelloss senza
parole. Anche Luna e la Dark Lady sorridono.
Ma è
questione di un attimo, poi la Beast Master riporta la conversazione
sull’argomento originario. “Come ti abbiamo detto, Lina, la situazione in cui ci
troviamo a tutt’oggi è molto diversa da quella che conoscevi tu. La magia è
stata esiliata dal mondo, non sappiamo se completamente cancellata oppure se da
qualche parte c’è qualcuno che la custodisce latente dentro di sé”
“Quindi sorellina, tu al momento sei l’essere umano più potente che il mondo
abbia mai conosciuto da cinque secoli a questa parte”
“Il
più potente…?” ripeto meravigliata. Mi è difficile pensare ad un mondo senza
magia, quasi quanto accettare che niente è più come prima.
“Già”
conferma Luna “anche perché sei l’unico essere umano che al momento sia in grado
di castare un qualsiasi incantesimo”
“Ma
non ti conviene metterti in testa di farlo sapere in giro” interviene Zelas,
fissandomi negli occhi “Anche perché altrimenti faresti la fine dei Draghi di
Fuoco di Dragon Shrine”
“Cosa
è successo a questi Draghi?”
“Si
sono ribellati alla Madre e hanno fatto una brutta fine… Xelloss, occupatene tu:
portala al Dragon Shrine e raccontale cosa avvenne laggiù”
“Ai
vostri ordini Master” Xelloss accenna un inchino, poi mi sfiora lievemente una
spalla e di nuovo un’intensa luce bianca ci avvolge, sfumando i contorni della
stanza attorno a noi.
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