Non ti puoi svegliare
una mattina e decidere così, di punto in bianco, di scrivere
un libro.
Certo, puoi
avere una grande sensazione che ti scorre nelle vene, che ti incita a
prendere la penna ed animare così i tuoi pensieri su quei
fogli immacolati, ma allo stesso tempo puoi sentire un vuoto. Quello
stesso vuoto ti indurrà a pensare "ma cosa sto facendo?" e
così stracci il primo foglio e lo getti via.
E continua
così, tutti i giorni, pensandoci ripetutamente ogni secondo,
cercando di seppellire quel moto insensato. Ma non ci riesci. E'
più forte di te e non ci puoi fare nulla.
Cerchi di
distrarti facendo altre cose, che ti allontana da quel pensiero.
Accendi la TV, mangi, fai una passeggiata... A volte funziona. Ma se il
Destino vuol essere beffardo, allora quando accendi la TV, vedi un
ragazzo vestito di tutto punto che viene intervistato da un
presentatore colto e affascinante, chiedendogli del libro appena
presentato; se mangi vedi tuo
fratello che
sta facendo i compiti e sembra anche serio! Perchè il modo
in cui tiene la penna ti ricorda la concentrazione che provi mentre
scrivi, cioè quando mente e mano sono in simbiosi,
muovendosi da sole sul foglio bianco, con assoluta maestria.
E se quando
passi davanti ad una libreria... Allora entri, acquisisci informazioni,
scartabellando qualche libro dal titolo interessante e poi, il giorno
dopo, ti svegli e di punto in bianco decidi di scrivere un libro.
Vorresti dirlo
a qualcuno dei tuoi conoscenti (familiari o amici che siano) ma ti
senti non solo imbarazzato, ma anche non all'altezza di questo compito.
Alla fine comunque, non riesci a confessare ciò che provi e
ti butti completamente sul tuo operato.
Butti
giù qualche riga. Niente male ti dici, e continui fino a che
non senti che qualcosa non va.
Rileggi,
cancelli, correggi, rileggi, continui, rileggi poi scrivi qualche frase
che non ha niente a che fare con quello che stai scrivendo e ti fermi.
La tua mente comincia a viaggiare: vedi te stesso con il tuo
manoscritto in mano (finito!) in cerca di qualcuno che lo possa
apprezzare.
Ti vedi poi in
libreria che sponsorizzi il tuo libro, con una copertina strana ma che
a te sembra tanto graziosa, le interviste, i soldi, i diritti d'autore,
gli agenti (o l'agente) che ti incita a scriverne un seguito, o
addirittura qualcosa di meno pesante, ma alla fine vuoi solo riposarti,
goderti quel momento di successo nella tua vita, poi ti alzi dalla
sedia, rincuorato da quella visione lontana, eppur così
vicina e finisci di scrivere.
Guarda che
però l'ispirazione non la trovi bussando ad una porta
qualsiasi in qualsiasi momento e ricominciare sarebbe troppo duro e
difficile.
Così
passano i mesi, gli anni e quei fogli li hai conservati, ci eri troppo
affezionato per gettarli.
E un giorno,
per caso, te li ritrovi in mano, a rileggerli. Ridi di te stesso per la
follia in cui ti stavi per avventurare, ma quel moto insensato non ti
ha mai abbandonato. La senti ricrescere nel petto, sembra addirittura
che ti faccia rinascere.
Così
prendi la penna, rileggi, correggi e scrivi, più ispirato
che mai, con la testa leggiadra e libera da ogni altro pensiero.
Questo per me
è scrivere.
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