Capitolo 23
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Dopo circa un’ora di marcia, Junpei
e Tomoki erano finalmente giunti ai piedi delle due
torri Ovest.
Junpei le squadrò attentamente,
partendo dal basso fino ad arrivare su quella cima che si stagliava lassù nel
cielo.
- Un gran bel colosso! – commentò, con un’aria estasiata.
Tomoki rettificò all’istante: - Un
gran bel problema! – disse, dopodichè puntò l’indice
in avanti.
Il padrone del tuono si voltò. Ciò che vide lo fece
deglutire paurosamente.
- Non è possibile! – strepitò, osservando
un massiccio plotone di Metalridermon, avanzare
minacciosamente verso di loro– Sono già qui! Che sfortuna!
- Fortuna, vorrai dire! Siamo arrivati comunque
prima di loro. – Tomoki afferrò il
suo D-scanner, in seguito fissò l’amico dritto
in faccia- Pronto?
Junpei annuì secco: - Prontissimo!
In quello stesso momento, a Nord, i due gemelli si erano posizionati ognuno a capo della propria torre.
- Tra non molto arriveranno. – affermò Kouji,
in direzione del fratello, mentre aspettava con una certa impazienza l’arrivo
della flotta nemica.
- Sei agitato, eh?
- Niente affatto! – replicò il padrone della luce, assumendo
l’aria di colui che non aveva paura di nulla.
Kouichi sogghignò: - Allora sei
agitato per Miya! – dichiarò eclatante. Il gemello
gli lanciò un’occhiataccia.
- Quella ragazza è troppo complicata per me. – sentenziò secco, e sembrò davvero inamovibile.
Kimura sospirò e scosse il capo. –
Ho capito tutto. – disse, e Kouji lo fissò con uno
sguardo questa volta trepidante. In un certo senso temeva che a suo fratello
gli fosse tornata la memoria. Anche se sembrava un’ipotesi praticamente
irreale. Poi si tranquillizzò non appena ebbe risposta: - Ti ha respinto, non è
così?
Kouji non avrebbe mai voluto
passare per il classico tipo a cui una ragazza gli aveva detto “no”.
Tuttavia, non poteva di certo raccontare al gemello la
verità. Si girò dalla parte opposta, senza fiatare. Aveva messo il broncio, ma
ciò che vide in un secondo momento con i suoi occhi, trasformò
quella smorfia crucciata in sgomento.
- Kouichi! – esclamò, richiamando
l’attenzione del fratello. Dopodichè i due afferrarono contemporaneamente i D-scan, pronti a combattere contro il nemico.
Ad Est, le due maestosi torri
attendevano con trepidazione i loro difensori.
Takuya ed Izumi
erano in lieve ritardo rispetto agli altri. Da quando i due avevano ordinato a Bokomon e Neemon di restare
indietro per trovarsi un nascondiglio, Takuya aveva fatto
un po’ di confusione con le indicazioni fornitegli dal Digimon
con la pancierina rosa, e non ricordava più il
tragitto da percorrere.
- Sembra che tu abbia smarrito la strada…- commentò Izumi, alzando il sopracciglio destro, con una vocina
pericolosamente alterata.
- Sembra! – rettificò lui, alla svelta- Ma
non è così!
- Sarà- premise la biondina, con due mani poggiate sui fianchi- Ma ho come l’impressione che stiamo girando in
tondo… - poi sollevò gli occhi al cielo, nella speranza di intravedere la cima
delle due torri, ma la fitta boscaglia glielo impedì. – Avremmo dovuto prendere
l’altro sentiero… Quello che non finiva in questa foresta.
- Ci sarebbe voluto più tempo per raggiungere le torri. –
precisò Takuya.
- Ma in questo modo ne stiamo
impiegando il doppio! – commentò stizzita Izumi, e
con tono seccato aggiunse – Fortuna che avevi detto di avere un ottimo senso
dell’orientamento…!
Takuya si sentì subito buggerato.
- Ho solo fatto un po’ di confusione! Capita a tutti, no? E
poi, durante il tragitto non hai fatto altro che
ripetermelo… Mi hai deconcentrato!
- Stai forse dicendo che se ci
siamo persi la colpa è mia?! – replicò a tono la ragazza, folgorando Takuya con uno sguardo.
Quest’ultimo fece altrettanto.
- Non ci siamo persi!
- Ah no? Beh, è da mezz’ora che vaghiamo in mezzo a questa
boscaglia… Se non ci siamo persi, allora mi spieghi
che cosa sta succedendo? – Izumi si piazzò entrambe
le mani sui fianchi e lo sfidò in viso con un’occhiata
torva. Fu in quello stesso attimo che la ragazza si accorse che Takuya non la stava minimamente fissando. Il giovane
sembrava puntare una zona precisa.
-Hey, ma mi stai
ascoltando? – borbottò la ragazzina bionda. Poi seguì anch’ella
lo sguardo dell’amico senza capirci granché. – Si può sapere cosa stai fissando?
Io non vedo niente!
Senza neppure rendersene conto, Izumi
scoprì che Takuya stringeva nella mano destra il Digivice. – Che sta succedendo, Takuya? – domandò infine, con lieve tremore.
Qualcosa non andava. E forse il
ragazzo lo aveva già da tempo intuito.
- Tieniti pronta. – le disse, poi
avanzando si portò d’innanzi a lei come per invitarla ad indietreggiare.
Izumi prese il proprio digivice, ma fu in quello stesso attimo che si udì
nell’aria un fruscio.
Davanti ai ragazzi si materializzò una figura.
Un esserino piccolo, bianco e
simpatico.
Izumi trasalì.
- Nyaomon! – esclamò, ma quando fece per correrle incontro, una mano la trattenne lì. – Ma… Takuya! – si lamentò svelta la
biondina.
Per l’esattezza, la piccola Nyaomon
era sparita dal giorno in cui i ragazzi avevano affrontato Kouichi,
e per di più, senza lasciare taluna traccia.
A Takuya quel piccolo esserino non era mai piaciuto. E
c’era un motivo particolare.
- Ti manda Icedevimon,
non è vero? – tuonò imperterrito il ragazzo, senza staccarle lo sguardo
di dosso. Izumi lo fissò perplessa. - Parla! – insisté ancora, e finalmente il Digimon
emise un leggero gemito.
- Io… - disse semplicemente, nel momento in cui una mano
fredda e gelida la agguantò azzittendola.
- Icedevimon…!? – scandirono in
coro i due umani non appena videro d’innanzi ai loro occhi colui
che fin ora gli aveva arrecato soltanto una marea di guai.
- Non ti facevo così intelligente, mio caro ragazzino! –
sibilò il glaciale essere. – Ad ogni modo, l’ora dei giochi è finita già da un
pezzo, per cui adesso possiamo anche smetterla, non ti
pare?
- E allora facciamolo! Lascia in
pace Digiworld e ritira subito le tue truppe!
- Per darla vinta a te? – Icedevimon
sogghignò- Non sono queste le mie intenzioni, anzi! E poi, vuoi che smetta proprio adesso? Proprio
ora che quella ragazza mi è in pugno?
Takuya si girò verso Izumi.
La Digiprescelta aveva un colorito pallido,
e tremava. Sembrava quasi avere freddo. Molto freddo.
- Izumi?! – esclamò, con fare allarmato – Cos’hai?!
- Mi sento strana… ho… freddo.- rispose a malapena.
Takuya si voltò ancora di scatto
verso il bianco essere.
- Cosa le hai fatto?! – fece per andargli incontro, ma la creatura lo fermò.
- Se ci tieni a quella ragazza,
faresti meglio a non avvicinarti! – poi diede una forte
stretta alla la piccola Nyaomon imprigionata
tra le sue dita, e a quel punto Izumi cadde a terra
urlando. Più la stretta sul piccolo esserino aumentava, più la ragazza del vento stava male. Sembrava
provare in un certo senso lo stesso dolore di Nyaomon.
– La vita di quella ragazza è indissolubilmente legata a quella di questo
misero e fragile esserino. – rivelò Icedevimon, sconvolgendo in pieno Takuya.
– Nyaomon è stata creata utilizzando un capello di Izumi. E’ parte di lei, e se
dovesse accadere qualcosa all’una, innegabilmente succederà qualcosa anche
all’altra. Non trovi che sia una trovata geniale?
Izumi si teneva la testa tra e
mani. Le sembrava scoppiare. Stava male, era più che
evidente. E questo per Takuya
non era per niente geniale.
- Smettila! – urlò il ragazzo, affinché interrompesse la
stretta su Nyaomon.
- Supplicami! – ordinò l’altro, e poi ancora spudoratamente pretese
– In ginocchio!
Il padrone del fuoco serrò gli occhi in due fessure strette.
Avrebbe tanto desiderato spaccargli la faccia, ma le grida dell’amica lo fecero tornare con i piedi per terra.
E così, Takuya
si chinò verso il suolo. Poggiando le mani a terra, abbassò il capo implorando
al nemico di fermarsi. Quest’ultimo lo fece, e non
appena la piccola Nyaomon riprese colore, anche Izumi si sentì meglio.
- A quanto pare, ho un nuovo
cagnolino! – scherzò il malvagio Digimon,
poi scoppiò a ridere. Ma quasi subito, avanzò
un’altra pretesa: - Consegnami il tuo Digivice!
Takuya alzò di
scatto il capo, gli gettò uno sguardo rabbioso. Come poteva fare una
simile cosa? Quell’aggeggio per lui significa tanto.
Ma di certo c’era una cosa molto più importante di
qualsiasi altro Digivice: e questa era Izumi. Per il suo bene, doveva a tutti i costi restare al
gioco. Doveva… obbedire.
Così, si alzò da terra con l’intenzione di eseguire
l’ordine, ma qualcosa lo trattenne.
La padrona del vento lo teneva stretto per l’avambraccio.
- Non provarci nemmeno! Non te lo permetto, Takuya! – si ribellò, cercando di tenerlo fermo.
Senza neppure voltarsi, il giovane dichiarò con voce rauca:
- Ha vinto lui, Izumi.
La giovane scosse con rabbia il capo.
- Niente affatto! Non sei obbligato a fare ciò che ti dice!
Io resisterò, starò bene, ma tu puoi ancora vincere!
- Ma se ciò accadesse, perderei te.
– le rispose, con una semplicità unica.
Izumi sentì le lacrime salirle
agli occhi. Provò un profondo senso di tristezza. Si sentì… inutile.
- Takuya… - riuscì a dire
soltanto, ma non sapendo come proseguire, azzittì.
In quello stesso momento, all’improvviso, si udirono le urla
di Icedevimon.
Nyaomon lo aveva morso alla mano,
ed era riuscita così a liberarsi.
Volò dritta tra le braccia di Izumi che la accolse per darle protezione.
Takuya si parò davanti alle due
con il D-scanner sguainato. Ma
quando fece per pronunciare la fatidica frase che gli avrebbe permesso di digievolvere, tutto restò come prima.
- Ma che…?! – scosse il digivice, riprovò ancora una volta ed ottenne lo stesso
risultato.
- Forse cambia la formula? Ti ricordo che ora possiamo
utilizzare solo la Digievoluzione
Ancient. – gli spiegò in fretta Izumi.
In un battibaleno il padrone del fuoco riformulò la fatidica
frase, questa volta utilizzando la parola “ancient”
al posto della “spirit, ma ci fu ancora silenzio.
- Razza di sciocco! – tuonò imbestialito più che mai il
malvagio Icedevimon – Puoi
avvalerti della trasformazione solo se una delle sette torri si trova a poca
distanza da te! E tu, mio caro, sei fuori portata!
A Takuya sembrò per un istante di
gelare. Lui ed Izumi si guardarono in volto.
E adesso? Che
cosa avrebbero fatto per contrastare la potenza del nemico?
Quest’ultimo non gli diede il
tempo di pensare: si lanciò subito all’attacco, senza farsi sfuggire la preziosa occasione.
Takuya cercò di
indietreggiare, prese Izumi per mano, tremavano
entrambi. E fu a quel punto che, durante il trambusto,
Nyaomon si liberò dall’abbraccio della ragazza e volò
via per pararsi davanti a loro.
Una luce la avvolse, un bagliore illuminò
quel luogo buio per pochi istanti, e, al posto di quella piccola palla di pelo
bianco, apparve una figura maestosa, dalle fattezze simili a quelle di un
grosso felino bianco con le ali.
Shinkomon, era questo il nome
della digievoluzione di Nyaomon.
- E’… è bellissima! – esclamò Izumi, mentre la guardava con occhi incantati.
Icedevimon cercò di attaccare i
due umani, ma l’enorme felino digitale lo scaraventò all’indietro con un attacco
scaturito da uno dei suoi possenti ruggiti.
- Andate via! – gli ordinò. Avrebbe tenuto a bada lei il
nemico, coprendo la fuga ai due ragazzi.
- Non se ne parla nemmeno! – reagì alla
svelta Takuya- Non puoi combattere! Se ti fai male, anche Izumi
sentirà il tuo dolore!
- Ora non più. Se resto in questo
stadio, la simbiosi che c’è tra me e lei si annulla.
- Ma non possiamo lasciarti qui! –
insisté la biondina. – Lui… è troppo forte per te!
- Il mio compito ora è quello di proteggervi. Dovete salvare Digiworld, questa terra ha
bisogno di voi!
Icedevimon nel frattempo si era
rialzato. Arrabbiato come non mai, volò dritto sulla possente corporatura di Shinkomon, e con violenza affondò quei suoi gelidi artigli
sul bianco dorso del felino.
- Shinkomon! – urlò Izumi, avrebbe voluto aiutarla, Takuya
la trattenne a stento. – Shinkomon, vieni via! – la
supplicò, con le lacrime agli occhi.
Il felino girò il capo verso di lei, sorrise.
- Grazie di cuore, Izumi. Senza di
te non sarei mai nata! – il corpo del Digimon
cominciò pian pianino a sgretolarsi. Gli artigli di Icedevimon avevano fatto centro, oramai c’era ben poco da
fare.
Questo Takuya lo intuì subito.
Così, afferrando Izumi per mano, la portò via, di
corsa, per allontanarsi da quel posto.
Grazie al sacrificio di Shinkomon,
i due riuscirono a guadagnare tempo, finché, per riprendere fiato furono
costretti a fermarsi, ma… le lacrime della ragazza, quelle no, non smisero di
cadere copiose.
Takuya la strinse forte, anch’egli
aveva lo sguardo lucido.
Tutto ciò che adesso voleva, era una cosa soltanto:
sconfiggere Icedevimon e liberare Digiworld.
Poi scostò una ciocca di capelli dal viso di
Izumi.
- Questa terra ha
bisogno di noi, giusto? – disse, citando le stesse parole di Shinkomon- E allora non facciamola
aspettare e diamo il meglio di noi per salvarla!
Izumi lo guardò in viso. E con gli occhi ancora lucidi, annuì con decisione.
Dopodichè i due si voltarono, e videro le famigerate torri
che li stavano aspettando.
Adesso, finalmente, era giunto anche il loro turno.
Nello stesso momento, Kouji, Kouichi, Junpei e Tomoki avevano scoperto di avere un problemino
alquanto fastidioso.
Proprio come successo a Takuya,
anche loro non erano stati in grado di digievolvere.
Così, Junpei e Tomoki
avevano contattato mediante i loro D-scanner i due
gemelli, per richiedere aiuto. Sfortunatamente non ottennero nulla.
I quattro si trovavano nella medesima condizione. Inoltre Kouichi si era sporto per vedere se Izumi
e Takuya fossero giunti a destinazione, ma a guardia
delle torri non vide nessuno.
Kouji afferrò il digivice e si decise a contattarli.
Fu quello di Takuya a
rumoreggiare. Intravide una lucina sotto lo schermo,
poi premendo un tasto, proprio come se fosse un atipico walkie
talkie rispose.
- Era ora…! – brontolò una voce. Quella di Kouji. – Dove siete? – chiese poi,
esibendo un tono piuttosto nervoso.
Takuya si guardò intorno. Le torri
erano a circa 100 metri
da loro.
- Siamo quasi arrivati.- affermò, poi insospettito da quella
chiamata improvvisa, si sentì quasi il dovere di chiedere- C’è qualche
problema?
Dall’altro lato ci fu una lunga pausa.
- Non uno… - antepose il moretto col codino- bensì 1000
problemi. I Metalridermon stanno per invadere il
nostro settore e quello ad Ovest, ma nessuno dei nostri digivice
funziona.
- Anche il vostro?! – Takuya sbigottì. Com’era possibile? I suoi compagni si
trovavano praticamente sotto le torri, e stando alle
parole di Icedevimon, loro non avrebbero dovuto avere
problemi nell’effettuare la trasformazione. Tra un pensiero e l’altro, nello
stesso momento lo schermo del D-scan si illuminò. Sia Izumi che Takuya lo fissarono con stupore. Kouji e Kouichi fecero la stessa
identica cosa, dato che anche i loro avevano presero a luccicare insieme a quelli dei restanti due di Junpei
e Tomoki.
Comparve in quel piccolo riquadro la sagoma di Ophanimon.
I sei umani pronunciarono in coro il suo nome.
- Dovete riunirvi al più presto – premise,
il segnale era debole, sembrava cadere da un momento all’altro- Soltanto così
la digievoluzione Ancient
vi sarà possibile.
- Cosa?! – tuonarono in coro Kouji e Junpei, certamente i più
irrequieti. Tomoki si limitò a deglutire non appena
intravide la folta schiera di nemici oramai varcare le porte ed accorciare la
distanza.
Takuya ed Izumi
si guardarono dritti in faccia. Dovevano raggiungere la torre e ricongiungersi
al resto del gruppo. E non c’era tempo da perdere.
Toccava farlo subito.
Kouichi fece notare al fratello
che ormai di tempo ne restava davvero poco.
- Takuya- disse il padrone della
luce, con voce tremante- sbrigati. – fece solo in tempo a
dire, dopodichè la comunicazione crollò giù di colpo.
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Avviso importante! Questo è il penultimo capitolo della fanfiction,
quindi nel prossimo, il numero 24, ci sarà FINALMENTE l’epilogo!
A prestissimo!
Botan