Per
questa fic ho utilizzato i nomi originali dei luoghi che popolano la
saga di Harry Potter. Spero di averli messi tutti quanti. Qui di
seguito metterò il nome italiano e il nome in inglese.
Madama
Piediburro => Madama Puddifoot's
Mielandia
=> Honeydukes
I
Tre Manici di Scopa => Three Broomsticks
Mondomago
=> Dervish
& Banges
°*°
Tarot
°*°
Draco
quella mattina si svegliò di cattivo umore. Per tutta la
notte
l'assordante russare di Blaise, che di solito riusciva
tranquillamente ad ignorare, lo aveva tenuto sveglio per ore senza
dargli la possibilità di prendere sonno.
Nemmeno
la secchiata di acqua gelida che lo Slytherin aveva fatto apparire
sopra il compagno in preda ad un esaurimento di nervi, era riuscito
ad interrompere quell'incessante tortura. Blaise non aveva fatto
altro che togliersi i capelli neri dalla fronte e tirarsi la coperta
sopra la testa.
Come
se fosse lui quello ad essere stato disturbato!
Piuttosto
seccato quindi, le coperte dalle gambe e appoggiò i piedi
freddi
nelle ciabatte cercando conforto in quella mattinata incredibilmente
gelida.
Dal
sopra il baule prese la vestaglia e se la allacciò stretta
in vita.
Gettò una rapida occhiata al letto accanto al suo.
Era
vuoto.
Dove
si era nascosto, inutilmente, Blaise Zabini? La pozza bagnata sul
lenzuolo con al centro una vaghe chiazze asciutte gli fece capire che
il malcapitato non si era alzato da molto.
“Buon
per lui.” meditò il biondo “Anche se non
potrà scappare molto
lontano da me.”
Dal
baule prese i vestiti puliti, la borsetta dove riponeva i saponi per
lavarsi e si avviò leggermente cupo verso il bagno.
°*°
Blaise
Zabini nel frattempo, poco consapevole dell'ira che quella notte
aveva causato al suo compagno di stanza, stava leggendo la copia
della Gazzetta del Profeta.
Ancora
un paio d'ore e sarebbero partiti per dirigersi ad Hogsmeade, per una
giornata libera.
L'idea
di passare una giornata fuori dal castello, l'allettava molto. Erano
mesi, fin da prima di Natale, che si limitava a girare lungo il Lago
o ai confini della Foresta Proibita, anche se la cosa, in quel freddo
febbraio inglese, gli piaceva molto.
Aveva
nevicato molto quell'inverno e pochissimi erano gli studenti temerari
che si addentravano appena oltre un metro dal portone principale.
Accennando
un sorriso, girò pagina al giornale. Sentiva che quella
sarebbe
stata una giornata fortunata.
°*°
Blaise
osservò Draco che si era addormentato sul sedile della
carrozza che
li avrebbe portati ad Hogsmeade. Era più o meno a conoscenza
del
fatto che era stato il compagno a fargli il bagno durante la notte,
anche se stentava a capirne il motivo.
Eppure
non si ricordava di aver fatto qualcosa per meritarsi un simile
trattamento. Si ricordava di essersi lavato prima di infilarsi sotto
le coperte, ricordava di aver letto un libro sul Quidditch, libro che
poi era stato ritrovato ai piedi del letto, e poi alla fine gli
sembrava di essere scivolato in un buco nero.
Probabilmente
aveva studiato troppo per gli esami e i suoi neuroni avevano
finalmente ceduto dopo tante ore di sfrenato e raro utilizzo.
Accennò
nuovamente un sorriso.
Che
avesse parlato nel sonno e avesse, giustamente, disturbato il
delicato sonno del Principino?
Alzò
un sopracciglio, titubante. Ne avrebbero discusso davanti una
Burrobirra, in tutta tranquillità, anche se era
più incline a
pensare che Draco avrebbe preferito fermarsi da Madama Puddifoot's,
la silenziosa sala da tè dove era solito andare lo Slytherin
quando
si recava ad Hogsmeade. Doveva trovare assolutamente un modo per
evitare quel posto pieno di merletti e di pizzi.
Le
tovaglie colorate di quell'inquietante rosa chiaro, rendevano quel
posto maledettamente simile all'ufficio della Umbridge.
Fortunatamente
quella megera aveva lasciato Hogwarts due anni prima, dopo aver
causato più danni che benefici.
Con
un brivido di ribrezzo lungo la schiena per quei ricordi terribili
appoggiò una mano sulla spalla di Draco per svegliarlo. In
fondo,
gli dispiaceva lasciarlo dormire solo per dieci minuti. Quando era
sceso per fare colazione, gli era sembrato molto addormentato. Anche
perché aveva tutti i bottoni della camicia sfalsati. Nemmeno
uno era
messo al posto giusto.
«
Draco, svegliati. » mormorò « Draco,
siamo arrivati. »
Lentamente,
Draco aprì gli occhi grigio perla e fissò
intensamente l'amico.
«
Sono sveglio, Blaise. »
Scostò
con un gesto più brusco di quello che era intenzionato a
fare la
mano dello Slytherin dalla sua spalla e si alzò in piedi
stiracchiandosi. Afferrò la borsa che usava per i libri di
lezione e
se la mise a tracolla. Si sistemò per bene la sciarpa
intorno al
collo e si affrettò a scendere dalla carrozza, imitato dai
colleghi
di studio.
L'aria
fredda sembrò svegliare temporaneamente lo Slytherin
addormentato.
Infilò le mani nelle tasche del cappotto lungo fino alle
ginocchia,
poi osservò il compagno di stanza.
«
Dove andiamo prima di pranzo? » domandò mentre
nuvolette di respiro
condensato gli uscivano dalla bocca.
«
Io volevo fare un giro da Honeydukes per fare rifornimento di dolci
fino alla prossima uscita. Poi, se ti va, potremo andare direttamente
ai Three Bromsticks per pranzare. Che ne dici? »
Con
il solito sorriso appena accennato, Blaise si voltò verso
l'amico,
il quale stava annuendo lentamente.
«
Va bene. Dopo pranzo voglio passare da Dervish
& Banges e da
Scrivenshaft per delle nuove piume e nuove pergamene. »
frugò con
distrazione nella borsa di pelle « E anche delle boccette
d'inchiostro. » borbottò fra sé.
«
Perfetto. » Blaise indicò il fondo di High Street,
la via
principale di Hogsmeade, dove si trovava la maggior parte dei negozi
« Allora andiamo. Non vorrai rimanere intrappolato a
Honeydukes in
mezzo a tutte le ragazzine urlanti che sono in fila per pagare?
»
Blaise
si godette la smorfia di disgusto che si dipinse quasi istintivamente
sul volto diafano dell'amico, per accennare un altro sorrisetto
leggero.
Si
lasciò scappare una risatina.
«
Muoviamoci. » replicò Draco afferrandolo per un
braccio « Non
voglio perdere altro tempo. »
«
Si mio principino. » lo prese in giro il
moro « Al vostro
servizio. »
Draco
alzò gli occhi al cielo, senza per questo diminuire la sua
velocità.
Entrarono dentro il negozio e sarebbe stato evidente che non ne
sarebbero usciti prima di un paio d'ore.
°*°
Subito
dopo pranzo Draco e Blaise lasciarono la locanda per dirigersi verso
il fondo della via dove si trovava il negozio di Dervish
& Banges.
Stavano
chiacchierando, quando, da una via laterale poco illuminata, una voce
richiamò la loro attenzione.
Si
trattava di una... chiromante, come l'avrebbero chiamata i babbani.
Oppure,
ingannatrice, come l'avrebbe definita Draco.
Il
giovane Slytherin non credeva alle cose come letture della mano,
fondi di tè, tarocchi e tanto meno alle sfere di cristallo.
La
Trelawney aveva provveduto abbastanza a far cadere in basso quelle
materie, e lo studente non desiderava vederle scendere ancora
più in
basso nella sua graduatoria personale.
Cercò
di allontanarsi il più in fretta possibile, ma Blaise lo
fece
tornare bruscamente indietro.
Per
un attimo, il biondo aveva dimenticato come Blaise fosse
terribilmente suggestionato da qualunque cosa riguardasse le
predizioni. E il fatto che fosse un mago, evidentemente non gli
bastava.
«
Venite ragazzi. » li chiamò la donna con voce
suadente « Per voi
studenti, oggi è gratis. »
Draco
si guardò in giro iniziando a meditare seriamente l'idea di
mettere
in atto qualche incantesimo non proprio consono ad uno studente.
Nemmeno scappare a gambe levate e picchiare Blaise alla prima
occasione lo era.
Ma
sempre meglio che finire, questa volta per davvero, ad Azakaban.
Da
quando la guerra era finita e San Potter aveva graziato lui e la
madre aveva deciso di comportarsi meglio. E ci stava riuscendo.
Niente
battutine, niente sberleffi, niente associazioni a delinquere con
maghi oscuri.
Quella
donna però lo stava veramente tentanto. Un piccolo
incantesimo a
lei, uno a Blaise per cancellargli la memoria, modificare la sua
bacchetta e nessuno avrebbe saputo nulla.
Sospirò.
Troppa
fatica.
Poi
si voltò a fissarla meglio. La donna non avrà
avuto più di
venticinque anni, era straniera, forse gitana.
Indossava
strani abiti, sia per le streghe che per i babbani. La gonna,
completamente fatta con toppe di vario tessuto e colore, si stringeva
alla vita stretta. E la camicia larga, con gli sbuffi alle spalle,
gli ricordavano i romanzi pirateschi che aveva letto quando era
più
giovane.
Sulla
testa la donna portava una bandana che le tirava su i capelli
riccioli e neri come la notte.
Tutto
sommato, non sembrava portatrice di menzogne.
Draco
non seppe mai che cosa lo spinse realmente a cedere alle pressioni di
Blaise Zabini.
°*°
I
due ragazzi percorsero quasi mezzo viale, fino ad arrivare ad un
tavolino in legno posizionato esattamente in mezzo alla strada. Sul
tavolo un mazzo di carte rigirate e sotto tre sgabelli.
«
Prego, sedetevi. » continuò la donna, invitandoli
a sedersi con un
gesto elegante della mano.
Draco
sbuffò trucidando l'amico.
La
voglia di strozzalo che si era impadronita di lui quella stessa
mattina e che era poi lentamente scemata durante il corso della
giornata tornava prepotentemente a fargli visita, ma si costrinse a
non cedere ai suoi bassi istinti animali.
Si
costrinse a pensare ai suoi piccoli e leggi, ma buoni, propositi.
Uccidere
qualcuno non rientrava nelle regole.
Con
un sorriso, lei iniziò a mescolare velocemente le carte e le
dispose
a ventaglio davanti a Draco stesso.
«
Scegline sette, ragazzo. » lo invitò lei.
«
Non credo a queste cose. » rispose aspro lui, incrociando le
braccia
al petto « Non ho intenzione di prestarmi a questi sciocchi
giochi
di prestigio. » borbottò.
«
Draco, per favore, almeno provaci. » lo implorò
Blaise, nonostante
né il suo tono né il suo volto fossero
esattamente l'incarnazione
dell'implorazione.
Lo
Slytherin sospirò seccato. Poi prese le sette carte come gli
era
stato ordinato.
«
Va bene così? » domandò alterato.
«
Perfetto, ragazzo. » sempre con il solito sorriso splendente
la
donna girò le carte, poi le guardò attentamente
per qualche secondo
in perfetto silenzio.
«
Ragazzo, il tuo futuro è brillante. La tua famiglia potente.
E tu
stesso sei dotato di carisma, intelligenza e abilità.
» iniziò «
Ma nulla è affidato al caso. La fortuna per te oggi veste di
rosso.
E direi che ha anche le sembianze di un avvenente giovanotto.
» gli
disse indicando di tanto in tanto qualche carta sul tavolo di legno.
Ne
aggiunse altre due.
«
E guarda per terra. » aggiunse alla fine la chiromante
girando
l'ultima carta « Stai attento ragazzo. Potrebbe farti male
quello
che scoprirai. » lo avvertì.
Draco
lanciò una rapida occhiata all'amico che stava al suo fianco.
«
Stupidaggini. » bofonchiò al limite della pazienza
« Andiamocene
Blaise. E' stato tempo perso, lo sapevo. »
Afferrò
di nuovo il compagno per un braccio e lo strattonò via quasi
con
violenza.
«
Perché, vorrei sapere, ti ho dato retta fino a questo punto.
»
sputò fra sé Draco inferocito con sé
stesso « Ti avevo detto che
era tempo perso. »
«
Non hai perso nulla, dai. » cercò di rimediare
l'altro « In fondo,
ciò che ti ha detto, anche se non ci credi, non è
male. Ti ha detto
che incontrerai fortuna e che devi stare attento a dove metti i
piedi. Non è poi così male come predizione.
»
«
Sciocchezze. A quest'ora potevo già aver finito da
Mondomago, se
solo non avessi ceduto alle tue insulse richieste »
Senza
guardarsi indietro nemmeno una volta, Draco si diresse a grandi passi
verso il negozio dove era originariamente diretto. Raggiunto
Honeydukes girò sulla sinistra e poi imboccò la
prima via sulla
destra.
Là,
davanti a lui, in fondo alla via, il piccolo negozio. Solitamente era
pieno di ogni oggetto che si potesse trovare o anche solo immaginare.
Ogni
tanto Draco vi entrava e ne riusciva con qualcosa che non si sarebbe
mai aspettato di comprare. L'ultima volta era uscito con un carillion
babbano.
Ogni
volta che sistemava il suo baule, lo trovava in fondo al baule. E
ogni volta che lo vedeva si chiedeva che cosa avesse fatto di male
nella sua vita per spendere soldi in quell'oggetto inutile.
Fu
quasi tentato, però, di tornare indietro e dirigersi
direttamente da
Scrivenshaft. Aveva già fatto abbastanza azioni fuori dalla
sua
logica. Non aveva assolutamente voglia di fare il bis.
Chissà quale
diavoleria avrebbe comprato, per poi finire drasticamente sul fondo
del baule.
Insieme
al carillion.
Perso
nei suoi pensieri, Draco alzò gli occhi e si
fermò quasi in tempo.
Davanti a lui si trovava un ragazzo e lo Slytherin lo fissava come se
fosse posseduto da uno spirito maligno.
Sulla
soglia, che usciva dalla porta principale c'era Potter. Si, il
malefico Gryffindor. Quello là, che si ostinava a non
rivolgergli la
parola.
Più
Draco s'impegnava per cercare di instaurarci un rapporto,
più Potter
si ritraeva dentro al suo guscio di pregiudizi.
Alla
fine era giunto alla conclusione che l'avrebbe lasciato cuocere nel
proprio brodo. Non voleva parlargli? Bene, tanto era Potter stesso
che ci avrebbe rimesso.
E
allora perché si era istintivamente mosso indietro? Non
voleva
parlargli? Non voleva vederlo? Affari suoi.
Eppure
perché si sentiva come se si trovasse dalla parte del torto?
Draco
serrò i pugni, furioso. Non aveva avuto scelta. Mai. Tutto
ciò che
aveva fatto era stato ordinato da altri.
Quindi che quel malefico
Potter non...
«
Draco! » lo richiamò Blaise posandogli una mano
sulla spalla.
L'altro
sussultò e si voltò verso di lui.
«
Andiamo. La strada è vuota. Potter si è
allontanato. »
«
Stavo pensando, idiota. Potter non c'entra! »
esclamò riprendendo a
camminare.
Eppure
tornò, contro la sua stessa volontà, ad osservare
il Gryffindor,
lontano qualche metro da loro. Era più forte di lui. E per
poco non
gli si mozzò il respiro quando, ormai a pochissimi metri
l'uno
dall'altro, notò il cappotto rosso vinaccia che il giovane
indossava.
E
aveva la borsa bucata. Stupido Potter. Ci sarebbe passata una nave.
No, ma a lui non importava. Era il Prescelto, no?
“ La
fortuna vestirà di rosso. ”
cantilenò il Malfoy nella sua
testa truce, continuando a camminare “ E mi
raccomando, guarda
per terra. ”
Senza
rivolgergli parola, Draco lo oltrepassò ed entrò
nel negozio. Al
sicuro fra le mura del fondo magico si lasciò scappare un
sospiro di
sollievo. Non avevano parlato, non avevano discusso e non avevano
tirato fuori le bacchette.
Stava
ragionando che poteva quasi ritenersi soddisfatto, quando
inciampò
in uno scatolone appoggiato malamente vicino a delle librerie e
ruzzolò per terra con decisamente poca eleganza.
«
Tutto bene? » chiese Blaise allungando una mano verso il
malcapitato
amico.
Sapeva
che dimostrare una maggiore preoccupazione e dargli maggior aiuto lo
avrebbe fatto imbestialire ancora di più. Quindi si era
limitato ad
una semplice, e poco umiliante, mano allungata.
Draco
l'afferrò con forza alzandosi in piedi e massaggiandosi
contemporaneamente la testa, con fare più irritato che
doloroso.
«
Su che diamine ho inciampato? » borbottò lo
Slytherin, guardando a
terra.
A
pochissimi passi da lui, si trovava uno scatolone aperto, circondato
da ogni genere di cianfrusaglie accatastate l'una su l'altra e
decisamente ingombranti.
Stava
decidendo di andarsene, quando vide vicino ai suoi piedi un oggetto
di forma rettangolare, di pelle nera, con un semplice elastico che lo
teneva chiuso.
Allungò
una mano e lo prese. Incuriosito e un poco memore dell'avventura del
diario di Tom Riddle al secondo anno, lo aprì.
Per
poco non lo fece cadere per la sorpresa. All'interno si trovavano
delle foto magiche, degli appunti scarabocchiati, dei testi scritti
dagli amici, gli adesivi della squadra di Quidditch e tantissime
altre cose che gli raccontavano la vita di Potter.
Sfogliò
rapidamente le pagine, piene di scritte, piene di parole colorate,
piene di ogni cosa che potesse mai immaginare. Poi, una delle ultime
pagine, lo riguardava.
Lo
richiuse ancora prima che la curiosità lo uccidesse. Aveva
letto
solo il suo nome in cima alla pagina.
Erano,
probabilmente, i pensieri di Potter su di lui. Avrebbe voluto
leggerlo per sapere, con certezza, se aveva delle vaghe
possibilità
di instaurare un rapporto civile.
Ma
non lo avrebbe più fatto. Non aveva più voglia di
perdere tempo con
lui.
In
passato Draco aveva sbagliato e lo sapeva. Ma non si meritava il
silenzio.
Non
di Potter.
Se
anche ci fosse stata una possibilità di parlargli avrebbe
mandato
tutto a monte leggendo quel diario.
Conosceva
Potter meglio di quanto lui stesso avrebbe ammesso. Potter odiava
giocare sporco.
Così
infilò il quadernino nella borsa e si diresse verso l'uscita.
«
Ci vediamo ai Three Broomsticks, Blaise. » disse risoluto
senza
aggiungere altro.
Altro
che tanto, Blaise non voleva sapere.
Quello
che gli importava veramente, pensò roteando la bacchetta fra
le
dita, era aver dato una mano alla fortuna. Sorrise, con il solito
sorriso di superiorità, e iniziò a frugare in
mezzo agli scaffali.
°*°
Draco
uscì dal negozio e il vento freddo gli sferzò
violentemente il
viso.
Strinse
ancora di più la sciarpa sul volto, sperando di trovare un
po' di
calore, poi iniziò la ricerca di Potter. Fortunatamente
Hogsmeade
non era enorme ed erano pochi i posti dove poteva essersi diretto.
Tornò
sulla via principale e lo vide insieme a Lenticchia e Zannuta che
camminavano tranquilli con in mano un sacchetto di Honeydukes.
Li
rincorse e si fermò solo quando il giovane Gryffindor si
accorse che
qualcuno li stava seguendo e così si voltò.
«
Malfoy, che cosa... Anzi, che diamine hai fatto? » chiese
incredulo
indicando il cappotto lungo pieno di polvere.
«
Sono inciampato da Dervish
& Banges. »
gli disse « E vicino allo
scatolone, ho trovato questo. Suppongo appartenga a te. »
concluse
mostrandogli il blocchetto.
Harry
sbiancò. Poi iniziò a frugare disperatamente
nella borsa scolastica
che aveva a tracolla fino a che la sua mano non sbucò fuori
dal
buco.
Il
Gryffindor si guardò la mano con fare allucinato. Bianco
come un
cencio. Bianco come la neve che li circondava.
«
Come... Non ci posso credere che tu... Malfoy! » esplose alla
fine
rosso.
Draco
non seppe dire se era rosso di rabbia o di imbarazzo.
«
Sono venuto a restituirtelo. » continuò il Malfoy
senza aver dato
segno di averlo sentito « Ma ad una condizione. »
«
Sei abbietto. » sputò l'altro.
«
Abbietto, ma determinato. Potter, non credere che tutto questo si
concluderà qua a Hogsmeade, perché non ne ho
alcuna intenzione. »
«
Che cosa vuoi da me? » domandò Harry sospettoso e,
in parte,
curioso di conoscere l'evoluzione della situazione.
Lo
Slytherin si girò il quadernino fra le mani, pensieroso.
Aveva una
grande opportunità fra le mani e non poteva farsela
scappare. Doveva
giocarsi il tutto per tutto.
«
Che ne dici di passare il resto del pomeriggio con me? »
domandò
alla fine, con un ghigno.
°*°
Blaise
attendeva Draco ai Three Broomsticks almeno da venti minuti. Aveva
intravisto l'amico fermo in mezzo alla strada con un Potter
sbalordito e i due compagni ancora più sconvolti. Senza
farsi
vedere, si era infilato dentro al pub, al caldo e con una Burrobirra
fumante, in attesa di novità.
E
quando vide entrare Lenticchia e Zannuta, da soli, capì che
Draco
probabilmente aveva ribaltato la situazione a suo favore.
Spiegò il
giornale che aveva preso poco prima. Era divertito dalla situazione.
Aveva
sempre pensato che stare con Draco era spassoso. Continuò a
sorseggiare la bevanda e non si scompose nemmeno quando Hermione
Granger spostò di malagrazia la sedia davanti a lui e ci si
sedette.
«
Dimmi Granger. Posso fare qualcosa? » domandò con
fare
canzonatorio.
«
Che cosa sta succedendo? Perché Malfoy ha inscenato questa
stupida e
grottesca commedia? » chiese in un sibilo.
«
Non capisco di che stai parlando. » commentò
l'altro vago.
«
Allora te lo dirò più chiaramente.
Perché Malfoy ha chiesto ad
Harry di uscire con lui tutto il pomeriggio? »
«
Mi pare molto ovvio, nonché tremendamente semplice, Granger.
»
rimase in silenzio per una manciata di secondi «
Evidentemente,
Draco trova in Potter una compagnia piacevole. Disgustoso,
non
trovi? » aggiunse con una smorfia sul volto.
«
Cosa...? »
«
Ah, parlo di Potter, ovviamente. Non del fatto che Draco
probabilmente se ne sia innamorato. L'amore, a volte, è
veramente
crudele. » e, con una calma e un'innocenza quasi snervante,
riprese
a bere la Burrobirra.
«
Se questo è uno scherzo, è di pessimo gusto.
» intervenne Ronald.
«
Non ho l'abitudine di scherzare su queste cose, Wesley. Io non mi
preoccuperei di Potter se fossi in voi. Le cose che possono essere
accadute finora sono tre. Si sono uccisi a vicenda e questo
eliminerebbe dalla mia vita il problema “Potter”,
si stanno
ignorando e stanno quindi congelando fuori, oppure, opzione che
ritengo la più veritiera, si stanno godendo una semplice
giornata
insieme, conoscendosi a vicenda. »
«
Oddio, è terribile. » esclamò di nuovo
Ron.
«
E' più terribile la tua presenza, per me, ma sto cercando di
resistere. » replicò con calma, terminando di
svuotare il boccale
di Burrobirra.
Hermione
represse una risatina, nonostante le orecchie del compagno
iniziassero ad assumere una violenta colorazione rossa.
Blaise
gli lanciò una vaga occhiata, poi tornò a far
posare la sua
attenzione sul giornale. Sinceramente non vedeva l'ora di tornare al
treno. Voleva sapere che cosa era veramente successo in quel
pomeriggio.
Cosa
stava tramando la piccola e principesca testolina di Draco Malfoy?.
«
...siamo costretti a lasciarli da soli. » completò
Hermione
Blaise
non l'aveva ascoltata. Ma aveva sentito abbastanza, perciò
annuì.
«
Se ci tenete alla vostra vita, direi di si. Non sarò
clemente con
chi cerca di frapporsi fra loro due. »
Si
alzò dalla sedia, infilò la giacca e
lasciò le monete della
Burrobirra sul tavolo. Poi, senza aggiungere altro, lasciò
velocemente il pub.
°*°
Dal
canto suo, Draco era rimasto piacevolmente stupito quando Harry aveva
accettato di passare il pomeriggio con lui, anche se solo per riavere
indietro il suo prezioso diario.
In
quel momento stavano camminando verso la periferia di Hogsmeade e
stavano chiacchierando, anche se ogni tanto fra di loro si
frapponevano i soliti silenzi imbarazzanti che li facevano camminare
senza dirsi nulla.
Eppure
Draco era soddisfatto ugualmente.
Dopo
settimane di agguati, di tentativi, di imbarazzanti approcci, aveva
avuto la giusta opportunità e sentiva che se la stava
giocando bene.
Stava gongolando fra sé e sé quando la voce di
Harry lo riportò
sul pianeta Terra,
«
Perché stai facendo tutto questo? » chiese il
Bambino
Sopravvissuto, fermandosi in mezzo alla strada.
«
Perché desidero sviluppare con te qualcosa di più
serio di
un'amicizia. » rispose Draco sinceramente « Potter,
non fare quella
faccia. » sbuffò poi vedendo l'amico impallidire
« Eri davvero
convinto che cercavo di avvicinarti per poter fare insieme la
calzetta? »
«
No, ovviamente no. » mormorò l'altro riprendendo a
camminare «
Solo che non mi aspetto tanta schiettezza in una fase come questa.
»
Draco
si sfregò le mani, cercando di riscaldarle come meglio
poteva. Poi
adocchiò l'insegna di Madama Puddifoot's, la sala da
tè dove lui e
sua madre si recavano di tanto in tanto per stare insieme da soli.
Dopo
l'incarcerazione di suo marito, Narcissa aveva scoperto nel figlio
che aveva sempre e solo educato come un perfetto Lord, un compagno
piacevole, un attento ascoltatore e un vivace conversatore.
Al
loro ultimo incontro non aveva potuto fare a meno di piangere,
sapendo che era stato educato bene.
Lo
Slytherin si riscosse dai suoi pensieri e tornò a fissare
Harry.
«Andiamo
a prendere un tè. Di sicuro ci riscalderà molto
di più che stare
qua fuori a prendere freddo. »
«
Non sono mai stato là dentro. » ammise piano il
Gryffindor fissando
con sospetto l'insegna in legno antico poco lontano da loro.
«
Ti piacerà. » affermò sicuro Draco
« Credo. » aggiunse poi tra
sé e sé notando le perplessità del
compagno.
°*°
Sul
treno Draco trovò dove Blaise si era nascosto. L'ultimo
vagone. Come
sempre.
Quasi
prevedibile.
Si
sedette al suo fianco, in silenzio, con i mente tutto quello che gli
era successo in quel giornata partita inevitabilmente male.
Ripensandoci,
lo Slytherin si voltò a guardare il compagno.
«
Di notte russi. » disse solo.
Blaise
alzò lo sguardo dal giornale e lo guardò con fare
perplesso. Ma
notando che era fuori dal mondo, tornò a leggere.
Un
giorno avrebbe avuto tutte le risposte che gli servivano.
°*°
Il
giorno dopo lo Slytherin era sempre perso nei suoi pensieri e girava
pensieroso il cucchiaino nella tazza da tè. Stava facendo
colazione
da solo, si era svegliato troppo tardi e quello scemo di Blaise non
lo aveva svegliato.
Ah,
se l'avrebbe pagata.
A
causa sua aveva perso le due ore di Trasfigurazione e se non si fosse
dato una mossa a finire il tè avrebbe perso anche Pozioni.
Non
che la cosa lo tangesse molto. La sua abilità nel fare
pozioni era
superiore a quella dei suoi compagni di corso.
Poteva
anche passare l'intera mattinata a non fare nulla. E rimanere seduto
là fino all'ora di pranzo.
Stava
rimuginando, quando un'ombra calò sul suo tè,
coprendo il sole che
quella mattina illuminava la Sala Grande.
«
Blaise, perché non mi hai svegliato? »
sospirò girandosi. E
sussultò « Potter, non sei a lezione. »
constatò poi, cercando di
darsi un contegno per la gaffe appena commessa.
«
E stare con Snape che mi prende in giro davanti a tutti? Penso che
per una volta sopravviverà senza di me. »
L'altro
sorrise, mentre Harry si sedeva al suo fianco e prendeva un paio di
biscotti.
«
Ci ho ripensato. Alla tua proposta di ieri, dico. »
iniziò Harry
con la fronte aggrottata « Credo che si possa fare. Magari,
riuscirò
anche a rendermi conto di quello che provo veramente. In questi anni
ho sviluppato una sorta di dipendenza. E non ho mai saputo spiegarmi
perché. Conoscere i tuoi veri sentimenti, potrebbe essermi
di aiuto.
»
«
Se hai bisogno di aiuto per Pozioni... » gettò
vago Draco, sempre
sorridendo.
Harry
notò che da quando Voldemort era morto, Malfoy sorrideva
più
spesso, ed era anche quasi più socievole, anche con i propri
compagni di Casa. Era come se tutto il pessimismo e la paura lo
avessero abbandonato, lasciando posto ad un'insana voglia di stare
con le altre persone.
Ed
Harry aveva anche scoperto, che vederlo sorridere era la cosa a cui
teneva di più al mondo.
Gli
piaceva il nuovo Draco. Credeva che le parole che gli aveva rivolto
dopo la guerra fossero solo bugie.
Solo menzogne.
Invece
aveva notato nel biondo una forza di volontà che non aveva
mai visto
in nessuno. Gli piaceva il nuovo Draco.
Desiderava
conoscerlo di più. Desiderava stare di più con
lui. Desiderava
conoscerlo.
Semplicemente,
conoscerlo.
«
Se sei armato di buona pazienza, potremo provarci. E non solo per
Pozioni, intendo. » ridacchiò il Gryffindor.
«
Oggi pomeriggio hai qualcosa da fare? » domandò lo
Slytherin.
«
No. Sono a tua completa disposizione. » sussurrò
alzandosi «
Andiamo a Pozioni. Voglio vedere che faccia farà Snape nel
vedere il
suo pupillo entrare insieme a me. » esclamò come
se fosse un gioco
far arrabbiare l'insegnante.
«
Tu sei malato. » commentò Draco scuotendo la testa.
Poi
piegò la testa di lato, appoggiandola alla mano.
Osservò Harry che
parlava e parlava, senza sosta, di tutto quanto.
E
rimasero là, perdendo la lezione, mentre Draco sorrideva,
improvvisamente conscio che tutto si sarebbe risolto per il meglio.
Fine
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