Una vita infinita

di Francis93
(/viewuser.php?uid=71912)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


“La vita può divenire infinita, se si scelgono le strade giuste. Il più delle volte, però, sono quelle sbagliate.” Questa frase l’avevo letta sul mio diario di scuola, e ci avevo riso sopra. 
Mi sembrava la classica frasetta ad effetto fatta per impressionare i ragazzini. Io ero sempre stata sicura di me, e di tutto ciò che mi circondava. Di ogni elemento, di ogni decisione che avessi mai preso nella mia vita. 
Sì, ero quel genere di persona che aveva, o credeva di avere, il perfetto controllo sulla sua vita. 

Questo, fino all’esame del sangue di due settimane fa. E mentre leggevo il responso, consegnatomi personalmente dal primario, mi aveva parlato proprio di scelte. Più precisamente, la scelta se diventare un mutante, rimanere un mezzo mutante, o assopire il gene mutante tramite una cura sperimentale. Era la prima scelta nella mia vita nella quale avevo paura, paura di ciò che avrei scelto. 
Paura di non fare la scelta giusta. 
Paura di perdere qualcosa che sapevo non avrei mai più avuto l’occasione di ritrovare. 

“Signora, non deve decidere ora. Ha qualche mese di tempo, e saremo ancora in grado di intervenire. E per qualsiasi dubbio, non esiti a chiamare l’ospedale, e a chiedere di me” rispose con fare falso-condiscendente il medico, sorridendo nel modo finto che soltanto i dottori possono avere. 
Annuii come un automa, uscendo meccanicamente dall’ospedale. Non pensai. 
Qualcuno potrebbe dire che non me ne importava niente, ma in fondo non era così. Era solo che era la prima volta dopo moltissimi anni che sentivo il peso che una decisione avrebbe potuto avere sulla mia vita. 
Quando parcheggiai la macchina, notai il fascicolo allegato al referto medico che mi avevano consegnato. Un piccolo opuscolo informativo riguardante la natura dei mutanti. * per rendere la sua una scelta consapevole* aveva detto il medico, progendomi il piccolo plico. 

Osservai la figura che si trovava in copertina. Un uomo e un mutante, ognuno con un braccio attorno alle spalle dell’altro. Sorridevano, e il titolo recitava a lettere pseudo-futuristiche “La convivenza è possibile” 
In qualsiasi altra situazione mi sarei messa a ridere, ma non in quella situazione. Forse, parlando di società, la convivenza era possibile. Ma era possibile anche all’interno di una persona? Non ne ero per nulla convinta. 
Avrei mantenuto la mia mente, e ogni mio pensiero sarebbe rimasto perfetto. Lo sapevo: faceva parte di ciò che il dottore aveva ritenuto opportuno dirmi. Ma anche se quei ricordi fossero rimasti intatti, sarebbe stata la mia mente ad essere diversa. 
Li avrei ricordati in maniera diversa, anche se loro fossero rimasti identici. 

Come guardare una moneta tenendola dinanzi a sè e farlo dopo averla gettata in una piscina. Ciò di cui avevo paura era proprio di affogare in quella piscina. Paura di non essere abbastanza forte da riuscire a nuotare, paura di non avere a disposizione un salvagente se ne avessi avuto bisogno. Paura, troppa paura. Come un’automa presi il cellulare e composi il numero dell’ufficio del dottore. 
Quando rispose, dissi soltanto. 

 “Accetto.”


Angolo autrice
rieccomi! sono di nuovo qui con una oneshot, questa volta di tipo sovrannaturale. Come avrete notato leggendo la storia, l'elemento sovrannaturale non è molto forte. è una condizione, più che una presenza già assodata. questa fan fiction devo ricordare è stata giudicata quarta al Dark Contest indetto da Nihal. Ringrazio la giudice che ha valutato la storia, assegnandole un punteggio di 48/50 totali. colgo l'occasione di congratularmi con tutte le altre partecipanti al contest.
Grazie di aver letto, spero che vorrete commentare la storia e farmi sapere il vostro giudizio. Un saluto, e alla prossima!




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=491208