Capitolo uno
Abbastanza in
trepidazione posto questo primo capitolo...l'ansia c'è ed
è tanta. L'idea è nata da un sogno...si lo so, non
è nuova, ma è la verità. Un intreccio tra due
romanzi che amo: Twilight e Jane Eyre. Non so cosa ne uscirà, ma
ringrazio fin da ora chi dedicherà un po' del suo tempo a
leggere.
Alla prima persona che mi ha incoraggiata a scrivere, Silvia,
una fantastica amica, una dolce sorellina...
...una futura speciale mamma.
A Tony, l'altra metà del mio cuore, il completamento della mia anima.
A Micht, che è sempre pronto a leggere e a notare ogni mia svista
sulla saga...la mia enciclopedia vivente su Twilight.
A Juls, Marcy, Momo e Ale...ragazze, siete fantastiche.
CAPITOLO UNO
Nel momento in cui il buio si è abbattuto su di me e le
tenebre hanno preso dimora nella mia anima…ammesso che io ne
avessi ancora una…la mente, costretta nella morsa della sete,
riusciva a formulare un unico pensiero, si aggrappava ad un’unica
speranza.
Avevo visto un angelo tramutarsi in demone, il suo volto, contemplato
solo da lontano come un’opera d’arte, un quadro dalle tinte
più tenui e delicate, una melodia dalle note gentili, si era
deformato in una smorfia mostruosa, gli occhi, lambiti dalle fiamme del
desiderio, si posarono su di me come quelli di una bestia affamata
davanti la sua preda.
Non avevo via di scampo…
Il verdetto era stato pronunciato: la mia vita per un titolo…questa era la mia sorte.
Perché, in quel momento, stretto nella morsa d’acciaio di
quelle che credevo le calde e morbide mani di mia moglie, avevo
compreso il sopraggiungere della fine e, con rassegnazione, mi
abbandonai ad essa…
…e fu l’inferno…
L’oscurità che mi aveva avvolto, le tenebre, che dalle sue
labbra, un tempo così invitanti, così ambite, si erano
insinuate in ogni fibra del mio essere, tramutate nella più
folle delle torture.
All’inizio fu solo caldo…che
aumentava…divampava…un fuoco che cresceva a dismisura,
più forte di qualsiasi sensazione che avessi mai provato in vita
mia.
Muoversi era impensabile, nessuno degli arti che un tempo mi
appartenevano, sembrava riconoscere la mia autorità, la mia
stessa mente non riusciva a formulare un ordine…c’era solo
fuoco, tormento, bruciore.
Avrei voluto urlare, chiamare qualcuno che ponesse fine a quell’interminabile rogo che mi avvolgeva da dentro.
…nessun suono usciva dalla mia bocca…
*…se non potevo urlare, come potevo implorare di uccidermi?...
Potevo solo stare
lì…attendere…sopportare…patire…l’unico
pensiero era la fine…prima o poi…speravo quanto
prima…tutto sarebbe finito…
Passarono ore o giorni o forse di più, ma improvvisamente mi
accorsi di un cambiamento…l’incendio non si era spento, ma
il mio corpo provava a domarlo…finché cominciò
lentamente a scemare, le fiamme si ritraevano…potevo pensare
nitidamente e percepire ogni minima parte di me.
Sentivo…suoni…rumori…alcuni sconosciuti, altri familiari eppure così nuovi nella loro chiarezza.
…un fruscio…
…passi…leggeri…rapidi…
…un peso sul giaciglio della mia agonia…
…una voce…
“Edward…tesoro…”
…mia moglie…la sua voce…
E in quel momento la percepii…confortevole…leggera…dolce…
…l’assenza di dolore…
Aprii piano gli occhi, intimorito dalla realtà che mi avrebbe accolto…
…inferno o paradiso?
Ciò che vidi mi sorprese, era come se una spessa coltre di nubi
si fosse diradata davanti ai miei occhi consentendomi di cogliere ogni
cosa nella sua pienezza.
Tutto era così chiaro…limpido…
Quelli che prima erano solo
colori, ora colmavano i miei occhi, suscitando sensazioni inaspettate,
la luce che colpiva ogni cosa, la rivestiva di un aspetto nuovo e
l’aria…non era solo aria…era un tripudio di odori,
di profumi e potevo distinguere ogni singola particella di polvere che
la popolava. Guardai il soffitto e riconobbi la camera matrimoniale che
avevo fatto preparare per lei…il nostro nido
d’amore…palcoscenico della più ignobile
unione…
Il soffitto alto era di un azzurro chiaro, quasi bianco, simile alla
nebbia marina che si alza all’alba, le cornici di gesso, che
terminavano agli angoli con vezzosi motivi floreali, richiamavano il
manto scuro della notte che s’infrangeva contro l’avorio
delle pareti. Riconobbi le tende pesanti alle finestre, che si posavano
sul pavimento in armoniose pieghe e alzando gli occhi, la spalliera del
letto, della più pregiata seta color crema, all’interno di
preziosi intarsi color oro…ogni cosa, nonostante la
familiarità, si arricchiva di particolari che sarei rimasto a
guardare, osservare e annusare per ore…
…il paradiso…
“Edward mi vedete?...Non potete
sapere quanto ho aspettato questo momento…adesso nessuno
potrà dividerci…sarete sempre mio”
Con un movimento inaspettatamente rapido, meravigliato dalla efficace
risposta del mio corpo alle mie intenzioni, mi misi a sedere sul letto
e mi voltai nella sua direzione…
Se ciò che avevo visto fino a quel momento mi era apparso
magnifico, nella sua semplicità, la visione che mi si presentava
davanti era impossibile da definire…
La sua presenza nella stanza annullava tutto il resto…la
fine sottoveste di seta, grezzo lino, se paragonata alla trama della
sua pelle, celava solo in minima parte la sua esile figura. Le gambe,
lunghe e sottili erano di un pallore irreale e rilucevano come una
miriade di piccole stelle, laddove il sole le baciava grato con i suoi
raggi, così come le braccia, su cui poggiava lieve il peso
inconsistente del suo corpo, nell’atto di sporgersi verso di
me…
…il paradiso…
Le spalle delicate erano accarezzate da lunghe onde biondo rame, che
scendevano fino a posarsi morbide sulle lenzuola…allungai la
mano e ne presi una ciocca tra le dita…da esse si diffuse una
sensazione inaspettata in tutto il corpo…era come toccare
l’inconsistenza di una nuvola…
Alzai gli occhi fino a godere della vista del suo ovale…labbra
rosse e sottili, aperte in un sorriso, contornavano una fila di denti
bianchi e regolari…perfetti…il naso era un delizioso
accento che impreziosiva i lineamenti conferendo al volto ulteriore
bellezza…per un attimo ebbi l’irrefrenabile impulso di
allungare la mano per poterla toccare…
…poi mi soffermai su quel sorriso…e non percepii nessuna
dolcezza…e non c’era eleganza in quel corpo, proteso
così impudicamente verso di me, ma era intriso di
lascivia...ogni movimento, seppur impercettibile era carico di
dissolutezza…la mia mente era stata talmente distratta dalla
moltitudine di particolari, che non ero riuscito a cogliere prima
quell’atteggiamento e, soprattutto, non avevo ancora prestato
attenzione ai suoi pensieri…la sua mente, in quel momento,
partoriva immagini di un’oscenità impensabile anche per un
uomo…le sue fantasie sessuali non avevano limiti e attendeva
solo che io mi ridestassi dal torpore del corpo e dal tripudio dei
sensi per poter soddisfare ogni sua voglia più perversa.
Fu allora che realizzai di poter ascoltare la sua mente, che quel
brivido di repulsione che avrei dovuto provare era tale solo nelle
intenzioni…ma rimaneva lì, non avrebbe mai raggiunto lo
strato più superficiale della mia corazza. E la mia agitazione,
il mio sconcerto non erano affatto accompagnati dal ritmo incessante
che avrebbe dovuto avere il mio cuore…
…il cuore…
…prestai attenzione…
…ascoltai…
…nulla…
Quella rivelazione mi bloccò il respiro, aprendo le porte ad una nuova consapevolezza…
…respirare…
…potevo non respirare…non era assolutamente necessario…il mio corpo non necessitava di aria…
Che razza di creatura ero diventata?
Alzai nuovamente lo sguardo e finalmente incontrai il suo…i suoi
occhi, perfetti nella forma, circondati da ciglia lunghe e folte,
avevano un colore di per sé infernale…due profonde pozze
infuocate…non avevo mai visto iridi di quel colore, inquietante,
un rosso vivo, per quanto l’aggettivo stridesse
nell’accostamento con quell’essere…occhi smaniosi,
sinistri, malvagi…e allora mi resi conto che lei…mia
moglie…era il mostro…
Dopo un attimo di esitazione, di innaturale immobilità, il mio
corpo ebbe una reazione, che stupì me per primo. In un attimo mi
ritrovai rannicchiato contro il muro, che avevo raggiunto
fulmineamente, ancor prima di partorirne l’intenzione, con uno
scatto subitaneo avevo raddrizzato la schiena e fendendo l’aria
attorno a me mi ero ritratto da lei assumendo inconsapevolmente una
posizione d’attacco…un ringhio mostruoso, più
simile ad un sibilo, uscì dalle mie labbra e sentii la bocca
riempirsi di fiele.
…l’inferno…
“Edward tesoro…mi rendo conto che la situazione
potrà sembrarvi strana, ma vi assicuro che è tutto
normale, voi state bene e, se vi lascerete condurre da me, potremo
stare insieme per l’eternità”.
“State lontana da me, non vi avvicinate” urlai.
Come se non mi avesse affatto ascoltato, con un balzo felino mi
raggiunse, si avvicinò lentamente, con movenze sinuose, e fece
aderire il suo corpo al mio…era un essere disgustoso, ma sapevo
di non poterla avversare, la forza di cui mi aveva dato prova era
qualcosa di incontrastabile.
Il suo viso a pochi millimetri dal mio, gli occhi nei miei, le labbra che emanavano un respiro dolorosamente dolce e invitante.
Ondate di veleno…impulsi ignobili e devastanti…mi aveva
reso come lei…e non potevo che provare repulsione anche per me
stesso.
“Non è stato facile” disse carezzandomi un fianco
“per un attimo avrei voluto continuare” la mano risaliva sul mio petto, lenta,
“il vostro sangue aveva un sapore delizioso, mai sentito prima, avrei voluto berne ancora e ancora”
Pronunciava quelle parole con la voce rotta dal desiderio, stuzzicando
con le mani punti che non credevo nemmeno di avere, il suo fiato, corto
e ansante, mi riempiva le narici e scendeva giù nel mio corpo
tramutandosi in calore, un calore che mi bruciava in gola come un
attizzatoio rovente.
“Ma se non mi fossi fermata, non sareste qui…con me”
Se avessi dato voce al mio istinto, avrei lasciato che la sua bramosia
mi avvolgesse, mi sarei abbandonato a quegli atti di truce impudicizia
che tanto vividamente la sua mente mi mostrava.
“Prendetemi Edward…qui…ora”
Ma diedi voce alla ragione, non potevo affidarmi a lei…non dopo quello che aveva fatto…
Sfiduciato, con tutta la forza che credevo non avere, poggiai le mani
sul suo petto per allontanarla da me. Ciò che accadde mi
lasciò sbalordito…la forza che riuscii ad imprimere in
quel gesto fece compiere al mostro un volo che gli fece attraversare a
mezz’aria tutta la stanza, ma prima di raggiungere la parete
opposta, con la leggerezza di una libellula, compì una sorta di
capriola e si rimise perfettamente ritta sulle gambe. Non mi guardava
più con desiderio…dai suoi occhi furia…una furia
violenta…ero riuscito non solo a rifiutarla, ma anche a
respingerla.
“Credete di essere migliore di
me eh? Prima o poi mi supplicherete di spiegarvi. Quando la sete
brucerà in ogni fibra del vostro essere…quando vi
ritroverete sporco del sangue di un’ignara vittima, allora
desidererete il mio aiuto”
“Io non sono come voi. Smettetela!”. In quel momento
il bruciore era insopportabile…un dolore secco che come una
morsa mi attanagliava la gola.
…la sete…
Se soddisfarla avrebbe voluto dire macchiarmi del sangue di un
innocente, allora avrei preferito sopportare quell’arsura atroce
per…
…per quanto? Cosa sarebbe successo? E se non fossi riuscito a
dominarmi? Se alla fine avessi ceduto? A lei…a me stesso…
Mi voltai, dandole le spalle e mi scontrai con quella che solo
successivamente capii essere la mia immagine riflessa nello
specchio…un’immagine estranea…l’immagine di
un mostro…lo stesso insano pallore…occhiaie marchiate che
rendevano ancora più spaventoso il colore rosso vermiglio dei
miei occhi…un rosso cupo…rosso sangue…
…sangue…
Un pensiero insostenibile, un desiderio irrinunciabile…
Non potevo cedere…non volevo cedere…
Non avrei ceduto
Non avrei ceduto
Non avrei ceduto
Mi rannicchiai in un angolo, cercando di ignorare tutto: lei, che
furiosa lasciava la stanza, la luce oramai flebile che entrava dalle
finestre, la mia nudità, la mia frustrazione, i rumori, gli
odori, i pensieri che mi arrivavano molteplici e confusi, chissà
di chi, chissà da dove e la sete…quel rogo indomito che
imperversava dentro di me…
Svuotata la mente dal troppo che mi circondava, riuscii a formulare un unico pensiero, una speranza a cui aggrapparmi:
Non avrei ceduto, non sarei stato un mostro.
*frase tratta da Breaking Dawn, cap. 19
Ringrazio
ancora chiunque abbia avuto il fegato di arrivare fin qui. Vorrei
consigliare qualcosa da leggere, storie meravigliose, di persone
meravigliose:
la FF e le OS di Silvietta
la FF e la OS di Juls/Gnuoba
le FF e la OS di Mirya
la FF di Alessia/Eclipse85
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