Nick: Barbidoluzza
Genere: Generale.
Avvertimenti: Missing Moment. One Shot.
Titolo: La voce del pensiero
Capitoli: 1
Raiting: verde
Pairing: Rosalie&Edward senso fraterno.
Citazione: "Ho perso le parole eppure ce le avevo qua un attimo fa.
Dovevo dire cose che sai, che ti dovevo, che ti dovrei. {Ho
perso le parole - Ligabue}
Dopo aver attuato la sua vendetta su Royce King e i suoi compagni che
hanno abusato di lei, Rosalie si reca ad un lago poco prima che faccia
giorno, con ancora indosso il vestito da sposa sporco di sangue. Mentre
cerca di fare ordine nella mente, qualcuno la raggiunge.
La
voce del pensiero
Il
riverbero dorato dei tenui raggi del sole che stava facendo capolino
oltre la linea perfetta dell'orizzonte illuminava la superficie del
lago e risaltava i miei occhi color arancione. Muovevo
impercettibilmente i piedi disegnando piccoli cerchi leggeri
sull'acqua. Presto la mia pelle avrebbe iniziato a brillare come un
gigantesco diamante a forma di dea greca dimenticato sulla riva di un
lago qualunque. Presto il mio vestito candido screziato di cremisi
avrebbe rivestito il corpo di un povero angelo di cristallo.
Sì, avrei iniziato a brillare, ma non come un angelo,
bensì come un demone vendicatore baciato dal sole.
- Non sei un angelo, né un demone vendicatore. Sei un angelo
vendicatore. -
Mi voltai. A volte il destino era buffo. Chi avrebbe mai detto che a
parlare fosse stato Edward? Chi avrebbe mai detto che fosse venuto a
cercarmi proprio lui?
Proprio lui... Era venuto per me.
- Non me ne faccio niente delle tue frasi fatte. - scagliai fuori con
il mio solito tono di voce duro e distaccato. Ero sempre stata abituata
ad esprimermi in quel modo, probabilmente non sarei mai cambiata,
nemmeno nell'eternità; anche quando non volevo, esprimevo a
parole un'amarezza che dentro di me non avevo.
Edward rise piano e mi si sedette affianco, appoggiando i gomiti alle
ginocchia, lo sguardo che vagava da una parte all’altra.
– Ho detto quello che penso, non trovo che tu sia cattiva.
Rosalie, sono convinto che se ti sforzi puoi essere meno aggressiva.
– Percepii una sottile vene scherzosa dal tono col quale
pronunciò l’ultima frase.
– Non ho più voglia di sforzarmi a fare niente,
adesso. – ammisi. Ma tanto lui lo sapeva già, lo
aveva già letto nella mia mente. Avrei voluto essere immune
al potere di Edward, avrei voluto poter essere libera di sfogare i miei
pensieri senza il timore di essere spiata. Spesso ero costretta a
nascondere i miei sentimenti e a mascherare le mie emozioni per il
timore che Edward potesse vederli. Provavo vergogna e fastidio
all’idea che lui potesse venire a sapere tutto.
– Come ti senti? –
Voltai la testa per fissarlo dritto negli occhi dorati. – Mi
prendi in giro? –
Edward scosse il capo, serio. In quel momento provai un improvviso,
intenso livore nei suoi confronti, come non avevo mai fatto prima
d’allora: mi ero sbagliata a pensare che i miei occhi
somigliassero ai suoi, si era trattato solo di un’altra mia
innocente illusione; la luce pura che brillava nelle iridi dorate di
Edward era inesistente nelle mie tendenti al rosso. Io non ero pura
come lui. Io avevo assaporato la vendetta, testimone il mio sontuoso
abito da sposa macchiato dal mio peccato e dalla sete famelica con cui
avevo dissanguato sette uomini.
Io ero diversa da Edward, specie dopo ciò che avevo fatto.
Lui era il mostro buono, io quello cattivo.
– Hai appena letto i miei pensieri, ogni maledetta parola che
mi è passata per l’anticamera del cervello in
questo frangente. Quindi non chiedermi come mi sento. – Mi
era tremata la voce, nonostante avessi serrato i denti per controllarla.
Edward denegò col capo. – Non l’ho
fatto, ma anche se l’avessi voluto, non credo che sarei
riuscito a capire molto con tutti i pensieri che ti stanno tormentando.
Nella tua testa imperversa un temporale. –
Inarcai un sopracciglio, sospettosa. – Noto solo adesso la
tua passione per la poesia. – me ne uscii con tono
sarcastico.
Qualcosa si posò sulla mia spalla, trasmettendomi un senso
di calore inaspettato.
Non capivo.
Edward non mi aveva mai dato conforto. Perché lo stava
facendo adesso?
Era strano percepire la sua mano sulla mia pelle, avvertirlo
psicologicamente vicino a me, vederlo disposto a condividere il mio
dolore. Del resto, mi dissi, per quali altri motivi poteva essere
venuto in quel buco di vegetazione dimenticato dal mondo?
Non avrei mai pensato di trovarmi seduta sull’erba accanto ad
Edward nel momento più significativo della mia drammatica
esistenza. Proprio accanto a lui.
Era proprio lui ad essere lì.
- Ehi…- mormorai, incerta se continuare quella frase. Quanto
ero stata stupida. Quante cose non avevo mai voluto capire in tutto
quel tempo. Persino la mia mente si rifiutava di crederci, si rifiutava
di pensare quelle parole, forse perché troppo occupata a
nasconderle ad elementi esterni.
-Sì – disse Edward.
Fu la parola perfetta, la parola giusta: quella che lui
pronunciò per infondermi coraggio, per aiutarmi a tirare
fuori ciò che avrei tanto voluto dire, la voce dei miei
sentimenti che una forza invisibile spingeva sulla mia bocca, ma che io
ricacciavo indietro e facevo morire in gola.
Ho perso le parole
oppure sono loro che perdono me,
io so che dovrei dire
cose che sai, tu,
Edward,
che ti dovevo, che ti dovrei….
Ma ho perso le parole
Vorrei che mi bastasse solo quello che ho,
mi posso far capire
anche da te,
se ascolti bene
se ascolti un po'
quello che vorrei dirti,
Edward.
Ma ho bisogno
Che tu mi aiuti a farlo.
Quelle parole sgorgarono spontanee nella mia mente, come un lampo
d’ispirazione che viene a uno scrittore di canzoni. Feci il
possibile per farle sentire ad Edward. Nascosi il viso tra le mani,
vergognandomi.
-Non l’avrei mai creduto. – mormorò
Edward. Doveva essere insolito per lui essersi sbagliato a giudicare
qualcuno. Ebbene, c’era un lato di me che non sarei mai
riuscita a rivelargli, che volevo fargli capire, ma che allo stesso
tempo volevo tenergli celato.
Ma ho perso le parole
Vorrei che mi bastasse solo quello che ho,
mi posso far capire
anche da te,
se ascolti bene
se ascolti un po'
Apprezzai per la prima volta l’abilità di Edward,
perché fu grazie ad essa se riuscii a comunicare senza la
faticosa necessità di esprimermi a parole.
– Starò alla larga dai tuoi pensieri.
Farò il possibile per controllarmi, vedrai,
imparerò. E’ giusto che tu viva il tuo dolore in
solitudine, senza che nessun’altro possa ascoltarti.
– Edward tolse la sua mano dalla mia spalla e mi rivolse un
sorriso appena accennato.
Grazie.
– Forse tra cent’anni proverò rimorso
per ciò che ho fatto. Ma adesso tutto ciò che so
è che non sono pentita delle mie azioni. L’ho
fatta pagare a coloro che mi hanno rovinato la vita e sento una strana
leggerezza farsi spazio in me assieme al senso di vuoto che ho dentro.
–
Edward non mi avrebbe mai più sentito parlare in quel modo.
Lo sforzo che stavo facendo era riservato al solo e irripetibile atto
che aveva sancito il vero, definitivo distacco tra la mia prima vita e
la seconda: la vendetta su Royce King e i suoi vigliacchi compagni.
– Ti è stata data la possibilità di
ricominciare da capo. Non buttarla via.- Edward sospirò,
scrutò l’orizzonte dando il benvenuto al sole
nascente. – Sai Rosalie, anche io ti voglio bene. –
Quel giorno rimanemmo sorpresi entrambi l’una
dell’altro. Eravamo come una sorella e un fratello che si
erano sempre scordati di dimostrarsi il loro affetto.
- Finalmente l’ho capito. Mi sei venuto a cercare,
consapevole di ciò che avrei fatto. Non farai la spia a
Carlisle ed Esme, vero? - assottigliai gli occhi fingendomi minacciosa,
tanto lui capiva che quello era il mio modo di essere.
- No. E’ top secret. – Edward mi fece
l’occhiolino e mi diede una pacca sulla spalla. Abbozzai un
piccolo sorriso, grata.
Ho perso le parole
eppure ce le avevo qua un attimo fa,
dovevo dire cose
cose che sai,
che ti dovevo
che ti dovrei
… dire
Sì, avevo perso le parole. Ma forse, chissà, un
giorno sarei stata capace di ritrovarle e dirle. Sarei stata capace di
dire ad Edward “Ti voglio bene, fratello mio. Grazie di
esistere. ” e gli avrei attribuito un’importanza e
un significato universale.
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Spazio dell'autrice:
ci tenevo a riportare il
giudizio del giudice.
- Ortografia e grammatica 10/10 (5 per l’ortografia; 5 per la
grammatica)
Perfetta, in ogni piccola sfumatura!
- Impressione a primo impatto 5/5
Introspettiva, molto introspettiva. La cosa che mi ha veramente
sorpreso, è che non sei caduta nella banalità ed
hai mantenuto i personaggi IC. Ottiimo!
- Uso della citazione 20/20
Perfetta, veramente! Mi ha stupito molto vedere che l’hai
arricchita con altre parti della canzone. Complimenti!
- Attinenza al regolamento 5/5
Ottimo.
- Forma e stile 10/10
Formidabile, davvero. Faresti impallidire alcune autrici di cui ho
avuto la sfortuna di leggere i libri. Le parole scorrono che
è una meraviglia, non annoiano, ma ti spronano a sapere e
scoprire di più.
- Originalità (10/10)
Molto, molto originale!
Totale: 60/60
Grazie infinite ad emogirl
in pink, sono davvero felice del risultato conseguito ^^
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