~ Memories

di Human_
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La piazza era stranamente deserta quel giorno, e la ragazza non poté che esserne lieta.

Le piaceva sedere sulla sua panchina a pensare, senza l'interferenza della folla che fissava e giudicava senza remore.
E quel giorno non aveva fatto eccezione.
Se ne stava seduta sulla sua panchina, con l'ipod alle orecchie.
Teneva la musica bassa, quel giorno.
Aveva una strana sensazione che la rendeva irrequieta. Come se stesse per succedere qualcosa.
Aveva ancora il suo zaino di scuola, così estrasse una penna ed un quaderno ed iniziò a scrivere. Anche questo le piaceva.
Scrisse solo la frase di una canzone.
I find it hard to trust not only me, but everyone around me.
Ed era vero. La ragazza non si fidava di nessuno. Non più.
«Ci sono delle realtà che rendono bella la vita e delle quali si possa dire che portano come una fioritura, una gioia interiore? Sì, ci sono. Una di queste realtà si chiama fiducia»
La ragazza si voltò e rimase incantata per qualche istante.
Due occhi profondi come l'oceano la fissavano, incorniciati da un bellissimo volto pallido.
«I monaci svizzeri non sono proprio i miei preferiti, ma è una bella frase» rispose al ragazzo, che nel frattempo s'era accomodato al suo fianco.
Era imbarazzata, chiaramente.
«Conosci Frere Roger?» domandò lui stupito.
La ragazza annuì, consapevole del fatto che che Roger non fosse molto noto.
«Come mai qui tutta sola?»
La ragazza si voltò verso il ragazzo e si ritrovò a sorridere.
Le ispirava fiducia.
«Pensavo» rispose allargando il sorriso.
«Anche tu?» fece allora lui «Che coincidenza. Anche io penso spesso»
L'espressione che si dipinse sul volto di lui incantò la ragazza che, per un istante, dimenticò persino di respirare. Si ritrovò ad arrossire.
«Come sei carina quando arrossisci» sussurrò il ragazzo, per poi arrossire a sua volta.
«Oh, anche a te dona molto» lo rassicurò allora lei, diventando se possibile ancor più rossa. Sospirò, tornando all'argomento principale.
«Io penso anche troppo, in verità» mormorò. Osservò il ragazzo, che aveva assunto un'aria pensierosa. Aveva la fronte corrugata e fissava un punto imprecisato.
«Non credo sia possibile pensare troppo. Ed anche se fosse possibile, sarebbe un bene. C'è gente che non pensa mai» Sorrise. Anche lei la pensava così.
«E poi, una persona che conosce Roger non può pensar nulla di dannoso»
Risero, insieme. E alla ragazza sembrò di non aver mai sentito nulla di più bello della sua risata.
«Cosa ascolti?» s'interessò lui indicando la cuffia. Lei gliene passò una.
«Are you locked up in a world that's been planned out for you? Are you feeling like a social tool without a use?» canticchiò lui.
Lei lo guardò stupita «La conosci?» Aveva la sua stessa età, quella canzone.
Lui annuì. Poi incatenò di nuovo i loro occhi «Ti piacciono i Green Day?»
«Sì» rispose lei. Il suo cellulare suonò. Un messaggio; doveva andare.
«Devo andare adesso» Il ragazzo le restituì la cuffia e le sorrise.
«Ci vediamo» mormorò. Sorrise anche la ragazza.
«Quando?» Lui allargò il sorriso e si avviò «Presto» promise.
E lei ci credette. Si fidava di lui.



Non che io mi aspetti niente da questa.. cosa, sia chiaro. Però mi andava di pubblicarla, chissà per quale motivo. Se mi lasciaste un commentino, anche solo per dire "Fa schifo! Chiuditi in un monastero e non farti più vedere!", mi fareste contenta u.u (:
Baci,
Human_




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