Colla
Tra Le Dita
Le
ragazze sciamano fuori dalla sala dopo la lezione di danza,
chiacchierando allegramente.
Ambra
ascolta, a metà tra il divertito e l'incredulo, le ultime
balzane idee dei professori della scuola di Giulia, dalla quale lei
è
uscita appena un anno prima.
“Arrivo,
Silvia!” dice all'amica che passa sempre a prendere prima
della
lezione e riaccompagna a casa.
Silvia
si dondola sulle stampelle: due giorni prima era scivolata e aveva
rimediato una distorsione alla caviglia.
“Non
preoccuparti.” le dice. “Oggi viene a prendermi
Dario.”.
Ambra
si blocca.
“Chi
chi chi? Chi è questo?” chiede Giulia, curiosa.
Ambra
non la sente neppure. I suoi occhi si sono fatti di ghiaccio, la sua
bocca è ormai una linea sottile.
Silvia
la sbircia, nervosa.
“No...
è solo un amico. Cioè, adesso... però
quest'estate siamo stati insieme.” dice.
“Un
idiota.” commenta Ambra sottovoce.
“Ah,
lo conosci?” chiede Giulia, girandosi verso di lei.
“Sì,
è un mio ex.”.
“Io
l'ho conosciuto a maggio dell'anno scorso e le avevo chiesto come
fosse...” interviene Silvia.
“...
Non sono certo stata tenera nell'esprimere le mie opinioni.”
riprende Ambra. “Ma, a quanto pare, è
cambiato...”.
“E'
cambiato, sì” conferma Silvia, convinta.
“Ho
capito.” dice Giulia, mentre un'auto verde scuro si ferma a
poca
distanza da loro.
“E'
arrivato mio padre... ci vediamo venerdì!” esclama
la
ragazza. Saluta le amiche con un bacio sulla guancia e sale in auto.
“Vai
anche tu, se vuoi...” suggerisce Silvia ad Ambra.
“No,
figurati.” risponde lei, con la voce più acuta del
solito.
“Non mi va di lasciarti qui da sola ad aspettare.”.
“Senti,
lo so che ti ha ferita... ma è cambiato, te lo
assicuro!”.
“Difficile
da dire, almeno per me. Non si è fatto più
sentire.”.
Sì,
Dario l'aveva ferita e Ambra se lo ricordava bene, nonostante fossero
già passati quattro anni.
Si
erano conosciuti grazie ad un'amica in comune e ad Ambra, Dario era
piaciuto subito. Avevano gli stessi interessi, credevano nelle stesse
cose. Dopo passeggiate, pomeriggi passati insieme e chiacchierate in
cui Dario affermava di credere in una storia lunga e seria, lui
l'aveva baciata e Ambra aveva sentito il suo cuore prendere il volo.
Tre
ore dopo, il suo cellulare aveva vibrato.
E
nel leggere il messaggio, il cuore di Ambra era precipitato
bruscamente a terra, gonfiandosi di incredulità, rabbia,
delusione.
Dario
diceva che non riusciva a fingere, che non poteva stare con lei.
Non
riusciva a fingere.
Ambra
gli aveva risposto con sprezzante durezza, come meritava una persona
così falsa e vigliacca. Avevano litigato e lui era sparito.
Fino
a quel momento, perché neppure l'estate prima, quando lui
usciva con Silvia, lei l'aveva incontrato. Sapeva che l'amica era
stata felice in quel periodo, ma non riusciva a dimenticare.
Non
poteva.
“Vi
farò incontrare con calma.” azzarda Silvia.
“Così
potrete chiarire.”.
Ad
Ambra sfugge una risatina. “E' lui che deve chiarire, ha
fatto
tutto da solo. Strano, no? Un uomo che arriva, mette tutto alla
rinfusa e poi se ne va come se niente fosse. Peccato solo che poi a
rimetterci sia la donna che ha preso in giro, con la quale ha finto
per tutto il tempo.” ribatte Ambra.
Silvia
la guarda con comprensione: non può certo biasimarla.
“Che
macchina ha?” domanda Ambra. Sono lì fuori da
venti minuti e
lui ancora non si è fatto vedere.
“Un'
Opel Corsa bianca.” risponde Silvia. “Ma quando
arriva te ne
accorgi, ha sempre su la musica da zarro*.”.
“Pure!”
commenta Ambra, senza riuscire a trattenersi.
Poco
dopo, una Panda bordeaux si ferma davanti a loro.
E
anche se non è un' Opel Corsa bianca, Ambra riconosce subito
Dario alla guida.
Appena
il ragazzo la vede abbassa gli occhi, poi si sporge per aprire la
portiera a Silvia e si ritira di nuovo sul sedile di guida a
smanettare sul cellulare.
Di
tutto, pur di non guardare negli occhi la ragazza che ha gettato via
quattro anni prima.
“E'
venuto con la macchina della madre...” spiega Silvia, nel
tentativo
di scongelare l'atmosfera.
Non
ci riesce, perché per Ambra l'atteggiamento del ragazzo
è
troppo. Si avvicina all'auto e, mentre Silvia sta salendo, rivolge a
Dario un chiaro e squillante “ciao”.
Lo
saluta, perché si ritiene un essere civile e anche
perché
è convinta che gli esseri umani siano superiori ai vermi.
Dario
sobbalza, non se l'aspettava. “Ah... ciao, Ambra!”
bonfochia,
fingendo di accorgersi di lei solo in quel momento. La guarda di
sfuggita, poi torna a fissare lo sguardo davanti a sé, e
parte
appena può.
La
ragazza attraversa risoluta la strada e il parcheggio. Sale sulla sua
auto, mette la sicura alle portiere e si prende la testa tra le mani.
Non
pensava che rivederlo le avrebbe fatto quell'effetto e non saprebbe
nemmeno dire perché è così furiosa.
Forse
è l'assurdità di quello che è stato,
del
comportamento di lui allora, sul quale lei si era interrogata per
mesi senza trovare una risposta.
E
Ambra detesta che le cose siano lasciate a metà.
Accende
la radio, prende un cd e lo infila nella fessura, mentre ingrana la
prima e parte.
Le
note di “L'amore si odia” riempiono l'abitacolo.
“Oh,
perfetto. La canzone adatta.” pensa.
Alza
il volume, per una volta non le importa di fare chiasso, e si mette a
cantare.
Ha
bisogno di sfogarsi, ha bisogno che la musica le sciolga i lacci del
cuore e ne porti via la polvere, che faccia come l'acqua del torrente
che lava e purifica il letto arido del fiume.
“Ma
tu non meriti più
un
battito di questa vita...”
“...e
forse non l'hai mai meritato.”.
“Per
tutto quello che conta,
se
conta,
sei
come colla tra le dita”.
No,
non conta.
E
se anche contasse, con te farei come si fa con la colla tra le dita.
La
sciacquerei via.
Note:
*zarro: non
so se questo
termine sia diffuso a livello nazionale, ma qui indica una persona
fracassona, un po' grezza, che pure si crede al centro del mondo. Un
“tamarro”, insomma.
La canzone
che compare alla fine
è “L'amore si odia”, di Noemi e Fiorella
Mannoia.
Angolo
dell'autrice
Davvero,
non credevo che
rivederlo mi avrebbe fatto stare così male, che avrebbe
scatenato in me una tale tempesta di emozioni.
Pensavo
che ormai fosse un capitolo chiuso.... l'ennesima dimostrazione che
le proprie emozioni sono imprevedibili.
Questo
è il risultato della tempesta...
*
Stelly *
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