Un
Raggio di Sole nell’Oscurità dell’Anima.
Autore: Piccolo Fiore del Deserto
Titolo: Un Raggio di Sole nell’Oscurità
dell’Anima
Fandom: Originale
Genere: Generale, Introspettivo.
Rating: Verde
Avvertimenti: One-Shot
Frase scelta e nome dell’autore: “Non è
né la carne né il sangue, ma il cuore, che ci
rende padri e figli” ( J. Schiller)
Introduzione: E’ l’incontro tra uno Shogun e una
bambina di appena 10 anni. Le loro vite sono state piene di perdite e
dolori, ma quell’incontro è il segno di un legame,
che li unirà per sempre. Spesso si può essere
padri e i figli, anche non essendo legati da un vincolo di sangue o di
carne. Ma semplicemente seguendo il cuore.
“Non
è né la carne né il sangue, ma il
cuore, che ci rende padri e figli” ( J. Schiller)
Pov.
Azumamaro
Era solo una bambina, ma nel vederla così sola e abbandonata
a se stessa, ero preda dei ricordi concernenti la mia infanzia.
Anch’io, ben presto, non avevo più nessuno ad
accudirmi. Ero solo, con un cane che mi faceva compagnia e mi
riscaldava con il suo morbido pelo. Ma poi, sono riuscito a conquistare
il cuore dello Shogun e col tempo ho finito per prendere il suo posto.
Forse è per questo che, io, Azumamaro Mushanokoji Watanabe,
Shogun e Generale dell’Esercito Imperiale, figura che
rivestiva quasi la stessa importanza dell’imperatore, ero
rimasto incantato nel vedere quella piccola figura che inciampava sulla
neve e tremava al mio cospetto.
Rivedevo in lei me stesso, ma anche quella mia unica figlia persa per
aver voluto seguire le orme di suo padre: diventare un Bushi
dell’Esercito Imperiale, per poi morire con onore in
missione. Il mio cuore era già straziato, ma nel
guardare i grandi occhi della bambina ai miei piedi, rivedevo
lei, la mia
Atsuko…
Ero immobile davanti a lei, circondato
dai miei uomini. Il mio sguardo serio e la postura marziale forse la
spaventavano un poco, ma osservando in quegli occhi pieni di
espressione, scorgevo un’insolita malinconia, e una
remissione di chi ormai ha visto cose ben peggiori, nonostante la breve
vita.
Poteva avere al massimo dieci anni, ma sembrava segnata da una serie di
sofferenze indescrivibili.
Pareva essere cresciuta troppo in fretta, diventando ormai una donna
matura, nel corpo di una bambina.
Le chiesi il suo nome e la sua voce
incantevole e piena di dolcezza mi entrò dentro, scuotendomi
l’anima e quel mio cuore reso ancor più duro dal
mio ruolo e dalle perdite subite nel corso della mia vita.
« Il m-mio n-nome è Michiko, Signore. Sono sola, e
ho bisogno di un luogo caldo dove stare. »
Lei non sapeva di essere al cospetto dello Shogun in persona e, quando
le concessi di venirlo a sapere, la ritrovai stesa di colpo a terra: il
viso e le mani sprofondavano su quel manto bianco e freddo, che le
faceva fremere il corpo minuto. Una posa di estrema riverenza e
rispetto per una figura talmente importante.
« C- chiedo s- scusa Onorevole Shogun-Sama. I- io n- non
volevo essere irrispettosa. C- chiedo p- perdono per non averti
riconosciuto subito. Se ti ho arrecato danno o offesa, fai di me
ciò che vuoi. »
La sua tenera vocina tremava, forse per il freddo, ma ancor
più per la paura che palesava nei miei riguardi. Riuscivo
davvero a scorgere in lei il piccolo me stesso, prostrato davanti al
precedente Shogun e a leggere i sentimenti provati nel suo cuoricino.
Potevo sembrare ancora freddo in
apparenza, e avrei potuto lasciarla tranquillamente nelle mani dei miei
uomini, occupandomi di affari più importanti, ma lei
suscitava in me emozioni che credevo assopite.
Il mio cuore freddo come il ghiaccio si scioglieva di fronte a quel
piccolo petalo di ciliegio, che mi provocava un gran calore. Non potevo
lasciarla lì, qualcosa ormai mi legava a lei.
Forse gli antenati avevano portato dinanzi a me quel raggio di sole,
per illuminare l’oscurità che mi avvolgeva.
Mi chinai di fronte a lei, invitandola
ad alzarsi. Il mio atteggiamento suscitò stupore in lei e
nei miei uomini. La guardai meglio: aveva morbidi e lisci capelli color
della notte, legati in due codine, che la facevano sembrare ancora
più piccola. Labbra come due ciliegie che si spalancarono a
quel mio gesto. Pelle candida come una bambola di porcellana. Ma
ciò che più mi lasciava impressionato erano quei
grandi occhioni color cioccolata, che esprimevano una malinconia che
non dovrebbe esistere in creature così piccine.
Con prudenza e attenzione cercai di
conquistare la sua fiducia e di prendere tra le mie, le sue piccole
manine congelate.
Fu in quel momento che presi la mia decisione: l’avrei
portata con me, non sarebbe più stata sola, e in lei avrei
ritrovato quel Sole e quel calore che avevo perso.
La mia
piccola riuscì a farmi scorrere una lacrima sul viso.
Pensavo avesse una tal paura di me da fuggire via, e invece?
… mi sorrise, lasciando comparire delle adorabili fossette
sulle gote. E come se non bastasse, circondò il mio viso con
quelle piccole e adorabili manine e stampò un piccolo bacio
sulla guancia con le sue soffici labbra.
Non eravamo legati dal sangue o dalla carne, ma da quel giorno Michiko
divenne la mia splendida e adorabile bambina, da difendere ed amare. La
mia piccola principessa.
Avevo seguito il mio cuore e ritrovato la serenità.
*~
o ~*
Pov
Michiko
Sola.
Avevo perso anche lei, Yumi… la mia adorata sorellina, colei
che era tutta la mia vita e tutta la mia famiglia, dopo la perdita dei
nostri genitori a solo un anno di età.
Eravamo felici, nonostante non avessimo una vita tranquilla. Eravamo
povere, lasciate sole in una sorta di orfanotrofio, dove eravamo
costrette anche a lavorare per mantenerci. Riuscivo ad affrontare tutto
con più forza, se c’era lei al mio fianco. Mi dava
quel coraggio che spesso mi mancava. Riusciva a farmi sorridere, ogni
volta che la tristezza mi assaliva. E insieme riuscivamo a sognare una
vita diversa.
Lei era tutto per me, ma la malvagità della gente
è riuscita a portarla via da me, dalla mia vita, ma non dal
mio cuore.
Lei vive nell’aria adesso.
Mi basta chiudere gli occhi e ascoltare il caro vento, che mi porta la
sua voce. Sarebbe stata al mio fianco per sempre.
Quel nuovo paese era a me sconosciuto.
Non sapevo dove andare e quella coltre di neve intralciava i miei passi.
Poi lo vidi.
Un uomo armato, accanto ad altri uomini armati come lui, ma privi di
quell’austerità e di quel carisma che lo
contraddistinguevano. Lo guardai ammirata, ma anche impaurita. Mi
avrebbero fatto del male? Ma perché non scappavo? Eri tu,
Yumi, a mandarmi dritta da lui?
Si avvicinò a me, e quel suo sguardo così serio e
severo mi fece rabbrividire.
« Cosa ci fa una bambina sola in un luogo simile? »
La sua voce era potente e autoritaria, e seppur con paura, risposi che
cercavo unicamente un luogo dove scampare da quel freddo che mi era
penetrato fin dentro le ossa.
« Sono Azumamaro Mushanokoji
Watanabe, Shogun e Generale dell’Esercito Imperiale. I miei
uomini potranno mostrarti una locanda dove alloggiare. »
Quando scoprii il suo ruolo, impallidii ancor di più, e mi
buttai a terra, pronta a dimostrare tutto il mio rispetto.
Come avevo potuto non pensarci prima? Come avevo osato rivolgermi in
quel modo a lui, senza prostrarmi prima ai suoi piedi? Ero pronta a
espiare la mia colpa e subire la sua collera.
Quello che avvenne di lì a poco mi spiazzò non
poco.
Lui si chinò su di me, spingendomi poi a sollevare lo
sguardo verso di lui.
« Una bambina non si deve mai inchinare. Solleva il tuo viso
Michiko-chan, e non avere paura di me. Non ti farò del male.
Anzi, se vorrai, farò in modo di occuparmi io stesso di te.
»
La sua voce forse ancora un po’ severa, mi sembrò
d’un tratto più calda.
Lo guardai con attenzione e scorsi in quell’uomo calvo, ma
dai tratti duri e dall’espressione severa, qualcosa di
più profondo nei suoi occhi scuri.
Era uno Shogun, un guerriero pronto a giustiziare chi commetteva un
crimine, ma sentivo che il suo cuore era buono e segnato forse da
dolori uguali o peggiori dei miei.
Fu proprio quando avvolse le mie piccole
mani fredde, con le sue più grandi e più calde,
che sentii la tua voce, Yumi.
Mi spingevi a lui ed io mi ritrovai a sorridere.
Sapevo nel mio cuore che non sarei stata più sola.
Portai le mani ad accarezzare il suo volto e gli donai un bacio sulla
guancia, delicato ed innocente.
Da quel giorno un raggio di luce
tornò ad illuminare l’oscurità che mi
aveva avvolta, ed io trovai un padre.
Il padre che non avevo mai conosciuto e avuto.
Un padre che per lunghe notti e infiniti giorni avevo sognato e cercato.
Lui, Azumamaro Mushanokoji Watanabe divenne il mio
“papone” ed io gli avrei donato tutto
l’amore che una figlia potesse dare.
Non eravamo legati né dal sangue né dalla carne,
ma da quel giorno non fui più sola.
Avevo seguito il mio cuore e ritrovato la mia serenità.
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Ho
visto un contest sulla famiglia, indetto da Addison89, e trovando la
prima frase - in alto - è scaturita questa storia.
Diciamo
che ho voluto tentare, e non potevo immaginare assolutamente di
arrivare prima! Anzi, tuttora non riesco veramente a crederci, mi
tremano le mani, ho gli occhi lucidi, e trovo quasi
difficoltà a scrivere.
Sarò
pazza, ma sapere di poter entrare nell'animo delle persone, con
ciò che riesco a scrivere, mi fa stare bene, e aumenta
quella ben poca fiducia che ho in me stessa e nelle mie
capacità.
Michiko
ed Azumamaro sono personaggi molto importanti per me. Per la mia vita.
Frutto della fantasia mia e del mio amore. Ho voluto "rubargli" il
personaggio, per inserirlo in questo contesto. Li adoro, immensamente,
e spero che possano entrare anche nei vostri cuori.
Un
grazie speciale ad Addison89, per i tuoi giudizi, e per il bellissimo
contest che hai proposto.
Piccolo
Fiore del Deserto
Prima
classificata Piccolo Fiore del Deserto con Un raggio di sole
nell’oscurità dell’anima
9.5 punti
per la correttezza grammaticale, stilistica e lessicale
15 punti per
la caratterizzazione dei personaggi
15 punti per
l'originalità
10 punti per
l'attinenza al tema
10 punti per
l'apprezzamento personale
Per un
totale di 59.5/60
Giudizio
sintetico:
Una storia
bellissima. Che ha toccato le corde del mio cuore in maniera profonda.
È questo il legame familiare a cui tutti noi aspiriamo,
qualcosa di incondizionato che rende l’altra o le altre,
persone a noi care indispensabili. Sei riuscita a stupirmi ed
incantarmi in poche pagine. Hai descritto la scena da entrambi i punti
di vista e questo ha reso ancora più facile
l’immedesimarsi nell’uno o nell’altro
personaggio.
Veramente
complimenti primo posto meritatissimo ^-^
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