Love Addict

di beesp
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Love Addict

Love Addict
[Prompt: "And if this feeling is bad then I don't wanna be right"; 339 parole (con il testo);]

Oh, se c’era folla quel giorno. Talmente tanta! Se avessero provato a contarla, ne erano sicuri, sarebbero impazziti dopo le prime paia di centinaia, con quei corpi che si muovevano, saltavano, si spostavano, ondeggiavano, seguivano il ritmo della musica con le teste – ed era un miracolo che ancora non si fossero esibiti nel “Wall Of Death”[1] o che soltanto in dieci fossero svenuti. Max, Ronnie e i componenti dei Family Force Five[2] si dimenavano sul palco, urlando le parole della canzone “Love Addict”, in quei giorni un successone talmente diffuso nel paese che perfino il bassista e il cantante di uno dei gruppi di Las Vegas emergenti più famosi conoscevano il testo di tale opera, nonostante non fosse tra i loro generi preferiti – o almeno non in quelli di Maxwell.
Ogni tanto uno dei due si voltava verso l’altro, tentando di carpire le emozioni sul volto. C’erano soltanto sorrisi – la consapevolezza di avere uno sguardo, tra tanti proprio quello, puntato addosso – addirittura Ronnie s’era guadagnato una risatina isterica, simile a quelle delle ragazzine quando li vedevano trascinarsi a pochi metri da loro nell’adorabile fattezza di drogati. E allora, quelle stesse ragazzine, non si accorgevano delle loro mani intrecciate, oppure delle occhiate che si scambiavano, si concentravano sulle loro facce, correvano dietro i loro passi e aspettavano che firmassero la loro pelle, un quaderno, un diario, qualcosa. Per ricordare.

« Doctor, doctor, I’ve got an emergency
It seems I’m head over heels, a case of L-O-V-E
It’s live I’m glowing inside
Yeah, a light I can’t hide
And if this feeling is bad then I don’t wanna be right
»[3]

Forse Ronnie non avrebbe dovuto mostrarlo così apertamente, di fronte a migliaia di persone. Erano soltanto paranoie di Max, probabilmente, ma credeva che tutti si sarebbero accorti di quel gesto. Eppure nessuno protestò, o li derise. C’era soltanto il cantante più folle del mondo che si esibiva fuori del microfono, rivolto verso il suosuo, solo e soltanto suo – bassista a parlargli di drogati d’amore… come se non ne conoscesse già abbastanza, poi.

 

 

 

 

 

 

 

[1] Il Wall Of Death consiste nella divisione della folla in due parti. Questa divisione si separa nel centro – naturalmente – e aspettano qualche secondo prima di corrersi incontro, causando non-ho-idea-cosa. Penso sia molto pericoloso, comunque; una volta, difatti, lo fecero a un concerto degli Escape The Fate – quando ancora c’era Ronnie – e Ronnie sbraitò dal palco qualcosa contro questa pratica che, per quanto mi riguarda, è molto barbara.
[2] Family Force Five: Una band rap Statunitense che si è esibita assieme a Ronald Joseph Radke e Maxwell Scott Green su un palco (il video lo potete trovare su youtube), con la canzone – appunto – “Love Addict”.
[3] « Dottore, dottore, ho bisogno d’aiuto / Sembra che io sia a gambe all’aria, un caso di AMORE / È come se stessi brillando dentro / Sì, una luce che non posso nascondere / E se questa sensazione è male, beh, allora non voglio star bene »

 


 

Angolo dell’autrice: Questa storia è frutto della mia immaginazione, i fatti narrati – escluso il concerto, a cui hanno davvero partecipato Max e Ronnie – non sono accaduti. Non conosco i personaggi di cui narro e, di conseguenza, posso soltanto ipotizzare come sia il loro carattere, le loro abitudini, etc. E non mi pagano per scrivere.
Salve a tutti! Pensavate di esservi liberati di me, vero? E invece no! Tornata a distruggervi la vita, contenti? Bene, non dico altro perché penso sia sufficiente il testo della canzone “Love Addict”, isn’t it?





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