Another
Opportunity
CAPITOLO 2
“Buon
viaggiavederci…„
“E’
impossibile!„
“TAGLIATELGLI
LA TESTA!!„
“I matti
sono i migliori.„
“Potrei
Farvi un cappello!„
“Quindi…non
esisto?„
“Solo se
pensi che lo sia.„
“Non
posso…„
“Non
posso…„
“Non
posso…„
“Non
posso…„
*****************************
-Aaaaaah!-
Il Cappellaio Matto
spalancò gli occhi, scattò a sedere e
lanciò un urlo, come un bambino appena svegliato da un
brutto incubo. Oh,
no…non doveva alzarsi in questo modo…non
così in fretta! Un violento urto di
vomito gli invase l’esofago e gli occhi scintillanti
rotearono.
Ecco, ora
sverrò di
nuovo…
-Cappellaio…Cappellaio! Svelto, riprenditi!-
-C-come..cos…-
Quella voce, così
familiare, presto si agganciò ad altri
numerosissimi suoni, messi lì quasi apposta per invadergli
la mente, ancora nel
più completo stato di confusione. Finalmente la vista
dell’uomo riuscì a
tornare a fuoco, a piccoli intervalli, riuscendo così a
realizzare dove si
trovasse: quei rumori metallici, quelle urla, quei tonfi sordi. Non si
sa per
quale assurda stregoneria, il Cappellaio si trovò in mezzo
ad un vero e proprio
campo di battaglia. E non un campo di battaglia qualunque…
là, in mezzo
all’esercito di carte rosse e di pezzi da scacchiera bianchi
intenti a
scontrarsi con furore fino ad incontrare la morte, c’era una
creatura di
dimensioni spaventose. Un deja vù? Forse… quella
bestia…sì, la poteva
riconoscere chiaramente, senza alcun dubbio: un gigantesco drago dalle
squame
affilate come scaglie di vetro, gli occhi che trasudavano odio e
disperazione.
Ma no, era impossibile…assurdo…che fosse
davvero…?
-TARRANT! Vuoi forse
morire?!-
Il Cappellaio si voltò
verso chi continuava disperatamente a
chiamarlo.
-Forza, alzati, ti
prego! Ti farai ammazzare!-
-Sei tu, Ghiro…?-
-Certo che sono io,
per l’amor del cielo! O mio Dio! Attento!!!-
L’uomo fece appena in tempo
a voltarsi e a parare il potente
colpo che aveva tentato di sferrargli un soldato
dell’Esercito Rosso. Il
Cappellaio lo disarmò abilmente, memore
dell’addestramento militare che aveva
ricevuto, come ogni buon abitante di Sottomondo che si rispettasse.
Riuscì a
mozzare la testa di metallo del soldato con un colpo della sua stessa
lancia.
-Ghiro! Sai dirmi
che giorno è?-
-Ma…ma ti senti
bene, Tarrant? Ti hanno colpito alla testa o cosa? Che giorno vuoi che
sia?! E’
il giorno Gioiglorioso!!-
Il cuore del Cappellaio
mancò d’un battito. Il
giorno…Gioiglorioso…quindi, poteva essere
che…? L’uomo cercò con lo sguardo il
gigantesco
drago: allora, se i fatti stavano così, quello non poteva
essere che lui…il
Ciciarampa. La colossale creatura muoveva il suo lungo collo agilmente,
nonostante la lentezza del resto del suo corpo. La sua bocca
s’apriva e si
richiudeva con la velocità d’un respiro, mentre
combatteva chiaramente contro
qualcuno. Poi, apparve: uno specchio luminoso, la madreperla purissima
di cui
era adornato, la precisione serafica con cui era stato affilato quel
lucente
gioiello. Era magnifica, la leggendaria spada Bigralace.
-A…Alice…-
Il Cappellaio Matto gettò
quasi automaticamente la lancia a
terra, il tonfo metallico coperto dal suono della morte che lo
circondava, come
una gabbia dalle sbarre invaricabili. Iniziò a correre, in
mezzo a quel
sanguinoso campo di battaglia che aveva il sapore di odio, vendetta,
rancore.
-Dove credi di
andare?! Hai deciso di farti uccidere? Oh, cielo!-
Regina mia…oh, Regina
mia, l’hai potuto fare davvero…?
Ed eccoli. Erano vapore acqueo color
dell’oro che si
divertiva a librarsi nell’aria, i capelli di Alice. Non
poteva credere di
riuscire nuovamente a saziarsi della sua immagine, il Cappellaio, in
quella
visione che gli pareva così maledettamente effimera,
così irreale. Mai, mai
avrebbe pensato di trovarsi ancora una volta a pochi metri da lei, di
avere la
nuova possibilità di sfiorarla…era
così vicina, Alice…
Mi sono
sempre chiesto
quali fossero le parole che iniziano con la M…
More?
Già…succose come
le sue labbra, simili a un frutto maturo…
Magia? No,
nessuna
magia, nessuna illusione, ma la pura, dolce
realtà…
Meravigliosa?
No,
troppo poco per descrivere il velo di perfezione in cui era
avvolta…
Morte.
Il Cappellaio fu scosso da un
violento brivido che partiva
dalla pancia, estendendosi lungo l’intero corpo. Che brutta
parola che gli era
venuta in mente. La parola più brutta che avesse mai
conosciuto. Avrebbe voluto
debellarla, avrebbe voluto fare in modo che nessuno, lì a
Sottomondo, si
ricordasse di quel vocabolo maledetto, mai più. Era
dispiaciuto che gli fosse
volato quel termine nella zucca proprio mentre guardava la cosa che
più lo
metteva al mondo. Sentì freddo, la tristezza
cominciò lentamente a scorrergli
nelle vene e andare ad incontrare ogni singola cellula del suo corpo.
Finalmente, gli occhi chiari della fanciulla riuscirono a ricambiare lo
sguardo
del Cappellaio.
L’aveva
visto, Alice.
Avrebbe
voluto
correrle incontro, il Cappellaio.
Ma allora perché,
perché i piedi dell’uomo non volevano
saperne di muoversi? Voleva, doveva andare in contro a quelle gemme che
lo
stavano fissando!
Per
favore…ti prego!
Gli sarebbe bastato così
poco! Andava bene anche incrociare
nuovamente il suo sguardo un po’ più da vicino,
nella speranza che lei ricevesse
tutto ciò che volevo dirle…non chiedeva altro!
Doveva farle sapere che il Leprotto
aveva rotto un’altra tazza…doveva farle sapere che
il Bianconiglio non trovava
più il suo orologio perché il Ghiro glielo aveva
nascosto…doveva farle sapere
che aveva promesso allo Stregatto di fabbricargli un cappello!
Alice, ho
perso la mia
moltezza.
Cosa stava succedendo, adesso?
L’uomo poté notare il volto
della fanciulla irrigidirsi a vista d’occhio e il colore
della sua pelle
diventare quasi cianotico, nonostante la distanza tra i due fosse
ancora
parecchio ampia. Il Cappellaio osservò la magica Spada
cadere dalle mani della
ragazza, poggiandosi a terra con una lentezza davvero eccessivamente
assurda.
No, effettivamente qualcosa non andava, perché vide Alice
avvicinarsi a lui,
seppur molto lentamente, troppo lentamente, non preoccupandosi
più del
gigantesco Ciciarampa, o dell’esercito che si fronteggiava
sul campo. E fu solo
quando lei lo raggiunse, quando lo afferrò per la schiena,
quando notò le sue
labbra contorcersi in un labiale muto, quando vide colare lacrime dai
suoi
occhi e sangue dalle braccia che lo tenevano stretto che il Cappellaio
divenne
finalmente cosciente di ciò che stava accadendo.
Morte.
Come ho
potuto essere
così stupido?!
Il Cappellaio si sfiorò la
pancia, per poi portarsi la mano
davanti agli occhi. Le sue dita, imbevute di sangue, parlarono per lui,
rendendolo consapevole della spada che qualcuno gli aveva conficcato
all’altezza dello stomaco.
Merito di
morire, lo
merito!
Vedeva Alice, vedeva già
il Paradiso, un angelo pronto ad
accoglierlo nel più bello dei regni…
No.
NO.
NO!
Come poteva andare a finire in quel
modo?! Un vigliacco,
ecco cos’era! Fuggire alla vita non gli avrebbe certo risolto
i suoi problemi.
Fuggire alla vita non gli avrebbe permesso di riaverla.
E…diamine, accidenti!
La Regina Bianca le aveva donato una pozione unica, per aiutarlo! Era
questo,
quindi, il modo di ringraziarla? Se avesse voluto morire, lo avrebbe
potuto
fare anche senza chiedere aiuto alla sua sovrana. E invece no. Se il
destino
aveva fatto in modo di farlo tornare indietro, c’era una sola
spiegazione
plausibile: qualcosa doveva cambiare.
Dov’è…
Strinse i pugni e sorrise. Il volto
di Alice in preda alla
più straziante delle disperazioni, mentre
l’angoscia che riempiva il suo animo
aumentava ad ogni sospiro mozzato che, per il Cappellaio, poteva essere
l’ultimo. L’uomo mostrò la sua dentatura
stramba alla fanciulla, la punta delle
dita della mano destra che, pian piano, raggiunsero le sue candide e
arrossate
guancie.
Stai piangendo,
Alice?
Allora, forse vuol
dire che…
Dolce Alice, ti sono
forse a cuore?
Sento la gioia
rapire la mia anima,
stella preziosa.
Ma tu…
potrai mai
accorgerti dell’emozione
Che accendi in
me…?
Chissà se
accadrà,
se il fato lo
vorrà…
L’uomo strinse tra le mani
la piccola, inestimabile bottiglietta
di vetro. La bagnò del liquido rosso che copioso macchiava
le sue mani
fasciate, col pollice le tolse il tappo di sughero. Utilizzò
le sue ultime
forze per guardare di nuovo la sua piccola Alice. Era estenuante come
in pochi
istanti era riuscito a distruggere due anime per una lieve, ma fatale
distrazione. Aveva sprecato così il primo sorso della
pozione. Aveva così
sperimentato come doveva essere morire. Ma la cosa peggiore di tutto,
persino
di perdere la vita, era l’aver potuto vedere il volto di
quella fanciulla che
tanto amava colmarsi di angoscia e sconforto.
L’ho fatta
soffrire…
E che t’importa? Ti
ha fatto soffrire anche lei, o mi sbaglio?
E’ colpa mia, me
la sono fatta sfuggire dalle
mani come un uccellino…
Stupidaggini. Lei ti
ha lasciato.
Aveva…delle cose importanti da
fare…
Come, scusa? Non
farmi ridere, Cappellaio!
Lei non ti voleva tra i piedi. Perché tu non esisti.
Ti faccio vedere io se
esisto o no. Per
fortuna sono un Cappellaio Matto.
L’uomo, che sentiva oramai
il suo respiro venir meno,
raccolse le sue ultime, poche energie. Alzò il braccio
tremante, avvicinò la
mano alla bocca e lasciò cadere tra le sue labbra serrate
appena una goccia del
liquido candido. Poi, la boccetta cadde a terra e il Cappellaio,
sorridendo,
spirò.
FINE CAPITOLO
Ed ecco un altro capitolo, fresco
fresco! Ho ricevuto dei
commenti meravigliosi (solo due recensioni, ma davvero splendide), che
mi hanno
davvero commosso. Ok, non ammazzatemi, una volta finito di leggere!!
Non credete
che il mio cuore non abbia pianto nello scriverlo… avrete
certamente notato che
la parte finale della piccola catena di pensieri che il Cappellaio
dedica ad
Alice è tratta dalla meravigliosa canzone di Sally, da
Nightmare Before Christmas.
Quella canzone è speciale, a mio parere. Rispecchia la
realtà che la maggior
parte di noi si trova a vivere, e mi fa pensare particolarmente al
Cappellaio
Matto, anzi, mi sembra scritta quasi apposta per lui! Comunque, senza
andare
troppo fuori tema e senza scrivere troppo, spero che abbiate apprezzato
anche
il secondo capitolo della mia Fanfic, vi mando un grande bacio!
PS: In basso le risposte alle vostre
recensioni! ^^
DolceRosellina
X
ANGORIAN
La tua recensione mi ha spiazzata.
Non ho mai ricevuto un
commento così bello ad un mio scritto…leggendo la
tua recensione, gli occhi mi
si sono riempiti di lacrime di gioia, senza trovare parole per poter
descrivere
la mia gratitudine. Grazie, grazie davvero. Oltre questo, non so
proprio cosa
dire. Spero che continuerai con piacere a seguire questa storia!
Un abbraccio.
X SEVICHAN
Oh, anima gemella!
Çwç Dove eri finita fino ad ora?? Sai che
sei stata l’unica a dar ragione a quello che dico, tra tutte
le persone che ho
assillato? °A° Ehi! Propongo di andare insieme da
Burton e minacciarlo con un
bazooka! *-* Uh, dai, a parte gli scherzi, davvero, grazie mille
d’aver letto
la mia Fic!! Davvero! Sono contentissima che ti sia piaciuta, mi riempe
il
cuore di gioia! Spero che continuerai a seguirla con passione!
Un bacio!
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