Armatura scintillante, taglia XXL di crimsontriforce (/viewuser.php?uid=1320)
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Torno sul challenge
delle cinquanta frasi, con un vecchio progetto mai sviluppato (e ci
sarà stato un motivo...) e sulla spinta di un fest di
fanfic_italia che sostanzialmente suonava così: "Andate da
1frase e rompete le scatole a loro facendo un set come vi pare". Ooook
cape, ricevuto! E quindi eccomi qua con la mia coppia di personaggi opinabile.
Jakooth
lo so che hai un posticino speciale apposta per me, lalala... dunque,
i presupposti sono i seguenti: Jeff è il più
fervente supporter di
Yeesha che conosciamo, no? La sua visione della Restaurazione
è
quella che ha lei ed è l'unico a pensarla così
almeno fino al 2003,
quando scompare Phil. E ha anche le mani in pasta col Viaggio
più
di chiunque altro. Questo è documentato. Quel che immagino
io è che
la signora abbia bisogno di un angolo di normalità ogni
tanto,
qualcuno che le rimetta i piedi per terra dopo tanta solitudine e
fallimenti e Bahro, un'anima pia con cui poter parlare di tutte le
cose importanti che stanno succedendo e anche di qualche sciocchezza.
Senza perdere la sua autonomia e la sua aura aliena da far invidia a
Samus Aran, beninteso, non la sto accasando: farebbe un'apparizione
ogni tanto, quando pare a lei. E mi piace pensare che questa persona
vicina possa essere proprio lui, che sia un amico un po' particolare
invece di un semplice galoppino (o, peggio ancora, di un fan
psicotico che prende iniziative autonome).
E mi faccio anche
film sul fatto che lei osservasse da lontano le prime spedizioni
laggiù, prendendo le misure a quegli stranieri che erano i
primi
'nuovi cercatori di D'ni' predetti dal sogno di Catherine. E che
abbia contattato Zandi junior già da allora vedendo in lui
quello
più affine alle sue idee.
Le frasi senza
spazio in mezzo sono, prevedibilmente, collegate; le altre no ma
vanno tutte in ordine cronologico, dai primi anni '90 a febbraio
2010. Il primo numero prima del prompt è l'ordine in cui
l'ho
scritto, il secondo è il numero corrispondente al prompt in
tabella.
Armatura
scintillante, taglia XXL
19, 29:
Nostalgia
Nessuno, nella
piccola spedizione, sentì o riconobbe il rumore del
Collegamento
poco distante; nessuno sentì i passi leggeri avvicinarsi;
solo Jeff
si voltò, perché gli dava noia il vento, e vide
la figuretta
ammantata che li scrutava e in quel momento, ancora in pieno deserto,
tre miglia sopra D'ni e parecchie più a est, il sentimento
di cui
aveva parlato suo padre gli sembrò non solo plausibile, ma
presente
e concreto.
46, 8: Sentore
Vide ancora quella
figura – erano già in Città ora, e Jeff
si era staccato
brevemente dal gruppo perché non ne poteva più di
sentirli
sblaterare – e ancora la stessa sensazione, acuita rispetto
all'assurda nostalgia in cui stavano annegando tutti e inizio di
qualcosa di ancora più grande.
15, 7: Tradimento i
Quando si era reso
necessario prendere una parte, finire per rompere almeno un credo o
un affetto qualunque scelta avesse compiuto, nel buio di D'ni la
risposta gli era venuta perfino semplice, quasi le alternative non
fossero da considerare: “No, padre, non è questo
il senso.”
43, 22: Dita
L'aveva vista
Scrivere – disegnare, stilizzare, evocare... quello che
faceva lei
– ed era arrivato un passo più in là
nel capire perché i Ronay
chiamassero quell'attività semplicemente
“l'Arte”.
6, 40: Labbra
Le labbra di roccia
della Cleft raccontavano instancabili le storie di cinque
generazioni, ma quelle dell'ultima erano così tristi,
così sole che
Jeff faticava a restarci a lungo.
39, 43: Ferita ii
La ferita nella
terra raccontava, di lei, lacerazioni e porte chiuse alle spalle
senza che ancora se ne aprissero altre: Jeff non riusciva a non
vedere, in quelle stanze, una ragazzina di sedici anni chinata negli
angoli bui, che chiamava la mamma piangendo schiacciata sotto sogni
più grandi di lei.
44, 13: Passi
La guardò
allontanarsi sulla china del vulcano – a piedi, per un
qualche
guizzo di penitenza – e passo dopo passo, verso la vetta,
sentì
con lei il peso che le curvava la schiena.
32, 50: Lanterna
Si stupì di
vederla apparire una sera con una normalissima lanterna in mano a
illuminarle la strada – normalissima per il metro D'ni, un
tantinello antica quindi, e pure un tantinello aliena, ma comunque;
speciale com'era, si era quasi aspettato che al buio brillasse come
una dama elfica.
23, 25: Calore
Le offrì la sdraio
più vicina all'aria refrigerata dell'interno della roulotte;
quando
Yeesha rifiutò con una traccia di sdegno Jeff
ricordò le sue
origini e, a confronto, si sentì un ragazzetto viziato di
città.
41, 9: Giovinezza
Con quella giovinezza eterna inumana cucita addosso da
chissà che
potere, fuori dal tempo e da ogni barriera, Jeff era conscio di non
poter fare altro che ammirarla da lontano – e fare del suo
meglio,
nel suo piccolo, perché non si allontanasse del tutto da
terra.
17, 10: Orme
Seguiva le sue
tracce con devozione ma, come i cartoni animati ben insegnano,
raggiungere un roadrunner lanciato per la sua strada non è
impresa
da poco.
7, 48: Vino
Si chiese dove
avesse imparato a reggere così l'alcool, perché
insomma, certo non
in famiglia e – smettila, dannato impiccione, cosa te ne
frega,
saranno magari fatti suoi.
27, 46: Volto iii
Si chiese se il suo
nome tatuato in volto non derivasse da giorni in cui si era svegliata
senza sapere chi era; non ebbe il coraggio di chiederglielo.
5, 36: Crepuscolo
Al calar del sole
avevano indicato insieme le stelle, nominandole prima che apparissero
e, quando Yeesha aveva iniziato a descrivere un altro cielo, Jeff era
rimasto immobile ad ascoltare, temendo con ogni respiro ingombrante
di sottrarla a quell'incanto.
11,12: Stirpe
Il suo lignaggio la
seguiva come uno strascico trapuntato di stelle; con la coda
dell'occhio Jeff riusciva quasi a vederlo.
26, 41: Pensiero
La mente era
l'unica parte di Jeff Zandi che chiunque avrebbe potuto onestamente
definire 'agile', ma al quarto ascolto di quella registrazione era
ancora aggrovigliato in due o tre metafore e boccheggiava cercando un
bicchiere di birra.
37, 21: Canto
Non ci fu verso di
cavarle di bocca la ninna-nanna della sua bisnonna, e sì che
la
curiosità era sincera, nata da nient'altro che stima per
tutte le
voci che l'avevano tramandata negli ultimi due secoli.
12, 39: Fato
Il suo lieto fine
era già scritto, già sognato, ma bisognava ancora
rimboccarsi le
maniche perché si avverasse e Jeff si sentiva l'unico pronto
a farlo
(peraltro, fuor di metafora, faceva un caldo boia per restare
così
in maniche lunghe).
9, 20: Eros
Aveva rinunciato
volentieri a tutti i cupidi, cuoricini e mazzi di fiori, ma anche
all'Eros dei miti più antichi e alle grandi pulsioni, in
cambio di
anni di serena attesa.
10, 35: Possesso
Avrebbe cambiato
volentieri quel cartello in “Proprietà privata
– proprietaria
Yeesha”, se avesse saputo come spiegarlo alle
autorità competenti
(e le facce di Watson e soci, oh, quelle sarebbero valse tutte le
lungaggini burocratiche e anche qualcuna in più), o magari
anche
solo una correzioncina col pennarello indelebile sarebbe bastata a
rendere il concetto?
25, 37: Fautore
Era solo un cavalier servente in ampia armatura, molto ampia, tirata
a lucido nonostante il vento sporco del deserto.
1, 5: Vittoria
Guidò fino in
città per comprare una buona bottiglia di vino, la sera che
il primo
gruppo di esploratori fu giunto alla sua porta e ripartito per altri
mondi, e camminò fino alla Cleft e si sedette sul suo
margine
sbreccato e dedicò a lei un brindisi solitario.
48, 14, Rito:
Gli sembrava di dir
messa ad accoglierli tutti allo stesso modo, ma non trovava parole
migliori per descriverla senza... senza spoiler.
21, 30: Legame
Vederla apparire
dal nulla era un conto, quindici anni di studi di D'ni e ci si fa il
callo, ma vederla scomparire nel nulla gli dava un
mal di
testa quantistico.
22, 22: Tocco
Non che il resto
del carrozzone che si lasciava dietro fosse da meno, si disse
sorridendo sconsolato mentre giocherellava con la pezza sul retro
della sua roulotte e, al suo tocco, la mano disegnata s'illuminava
tutta come prendendo vita.
28, 32: Sembianze
Aveva senza dubbio qualcosa di uccellesco, si disse osservandola
nell'ologramma, ma fosse stato per lui l'avrebbe paragonata
più al
roc o all'araba fenice che non alllo scricciolino crestuto in cui lei
stessa si identificava.
34, 27:
Inebriare
Lo vedeva negli
occhi di chi tornava: avevano ricevuto la sua stessa spinta, il suo
stesso anelito, che velava la ragione per qualche benedetto istante,
prima di fondersi in essa e dar vita a nuovi pensieri.
2, 19: Giardino
L'Albero non era
affar suo, lui si limitava a concimare il terreno, per così
dire, ma
gli sembrava di aver fatto un buon lavoro, che insieme stessero
tirando su un giardinetto metaforico mica male.
29, 31: Erba
Si sentiva un po'
un Obi-Wan Kenobi dei tempi moderni, confinato nel suo piccolo mondo
desertico a dispensar saggezza all'inizio del Viaggio, con la
differenza che il suo maestro Qui-Gon, ribelle e imprevedibile, era
vivo e vegeto e passava a guidarlo di tanto in tanto... la catena di
pensieri si fermò bruscamente con un Cosa
accidenti ti sei
fumato?
4, 38: Sfrontatezza iv
Aveva cercato e
cercato fra le parole dell'Osservatore fino a perderci la vista, ma
tanto lei svettava luminosa fra quei versi, come fulcro, attesa e
paragone, tanto nessuno
–
scoprì –
era
scritto al suo fianco.
16, 48: Favorito
Eppure,
di fronte a 3:122 ] Few ears in the low places
will know
the grower non
riusciva a
nascondere un sorrisone compiaciuto sentendosi parte di un Tutto
già
scritto.
14, 2: Orgoglio v
Comunque, come
avrebbe voluto scriversi su un bel post-it da appiccicarsi in fronte:
ricorda sempre, grosso scemo, che tutto questo NON ti rende superiore
a ognuno dei poveri cristi che ti passano davanti ogni giorno.
8, 16: Languore
Gli sembrò di
distinguere un'ombra di disapprovazione quando si mise a cuocere un
hamburger nel mezzo della conversazione, ma che ci poteva fare.
30, 24: Movenze
Un giorno avrebbe
dovuto prendere il coraggio a due mani e introdurla al concetto che
tutto quel gesticolare distraeva la gente dal messaggio che cercava
di trasmettere, non il contrario.
24, 4: Storia
Aveva finito le
frecce al suo arco: poteva farla parlare di Kahlis, o Aitrus, Tasera,
Kedri o risalire fino a Ri'neref, ma quando lo spettro del discorso
si ampliava la sua posizione sul passato restava di coccio, e
cocciutamente crudele.
31, 45: Furore spoiler
per il finale del Path of the Shell vi
Trovata la lettera
nella prigione di K'veer, Jeff strinse i pugni fino a farseli
diventare lividi, perché... perché no, non lei,
non
quell'arroganza, non dopo tutto quello che predicava, ma
ingoiò la
rabbia e fece sua la lezione di umiltà che la stessa maestra
non
aveva del tutto appreso.
40, 3: Spirito
Poi Yeesha gli
parlò, e forse era una registrazione, forse una presenza
incorporea
che non riuscì a definire (ma in quel marasma di sentimenti
si stupì
di non stupirsi che ne fosse capace), e la furia confusa di prima si
fece certezza di sconfitta, una certezza amara, e Jeff temette per
tutto quello che aveva ritenuto buono.
33, 11: Preda vii
Sharper era un cacciatore, Sharper era un caciaro, Sharper cacciava
il proprio divertimento a spese altrui: facesse quel che voleva dei
suoi bisticci esasperati col DRC, pensò Jeff sfogliando di
nascosto
il suo diario, ma non si azzardasse a toccare i princìpi del
Viaggio
– non si azzardasse.
35, 33: Nettare
Portò lei da bere,
un nettare giallastro da un'Era che non nominò, ma dalla sua
espressione sembrava un addio a qualunque popolo l'avesse distillato.
3, 47: Candore viii
A volte gli
sembrava di ravvedere in lei tracce dell'innocenza che –
smettila,
scemo, Juliette Gosselin è Juliette Gosselin e Yeesha
è Yeesha e
non ama parlare della sua infanzia, quindi cosa ne sai e comunque non
ti deve importare.
18, 6: Guerra ix
“La distruzione
sta arrivando, cercate una via, costruite una casa”: aver
letto il
suo ultimo messaggio su internet lo preoccupava quasi quanto il
contenuto, perché Yeesha era lontana, in fuga da
chissà che, chissà
come, e a lui restava l'attesa estenuante del quotidiano, immobile
per amore di visitatori sempre più radi, sempre
più sperduti.
13, 34: Rossore
E ben gli stava di
restare di vedetta tutto il giorno sul vulcano, ad aspettarla in
ansia come un cane da guardia, come se potesse servire a qualcosa:
tutto quello che ci aveva ricavato era un'insolazione.
38, 17: Mortale
x
La tragedia di
Wheely Engberg colpì come un domino le riflessioni di Jeff
in quegli
assolati giorni di fine maggio, rimettendo in prospettiva le sue
controparti là sotto, gli sconosciuti che stava mandando
allo
sbaraglio, gli esecutori dell'omicidio e, non da ultima, la loro
prima paladina.
45, 26:
Apparizione xi
Sentì il familiare
boato e si girò a salutarla, ma c'era un Bahro davanti a
lui, col
muso imperscrutabile piegato da un lato nell'osservarlo:
d'improvviso, quei ridicoli adesivi con su scritto “What
would
Yeesha do?” che certa gente si attaccava in macchina non
sembrarono
più così insensati.
42, 44: Confine
Per quanto il
paragone fra le due famiglie con le loro figlie speciali
fosse
buffo, possentemente e innegabilmente buffo, regalarle una copia di
Breaking Dawn per vedere con che faccia gliel'avrebbe tirato dietro a
lettura ultimata era un confine che Jeff non era pronto a varcare,
né
ora né probabilmente mai.
20, 49:
Incisione
In un giorno di
nulla, caldo, in attesa e stagnante, tornando al vulcano a
parcheggiare l'Airstream nel solito posto, Jeff trovò,
incisi nella
roccia, i numeri 0.0.-0, le coordinate di uno Zero, un punto fermo
nel mondo, e per poco non gli venne un infarto per cotanta
dichiarazione.
49, 23: Silenzi
La sua Restaurazione era fatta di lunghe penniche col sole appeso
all'orizzonte, di chiacchierate rade e concise che dicevano molto
anche (soprattutto) dopo essersi concluse, di brevi messaggi da
decifrare, mentre nuove consapevolezze si accomodavano sotto terra
come sementi; suo padre, con tutto il suo parlare di vanghe e malta e
barricate, non l'avrebbe mai capito.
47, 1: Terra
Lei era la terra,
terra rossa nelle sue origini, terra in un uccello che non vola,
terra di radici profonde, terra scavata e costruita e immota, terra
secca, terra di infinite Ere sotto gli stivali, terra plasmabile
nella creazione e lui, lui era un puntolino in camicia hawaiiana, su
una sdraio all'ombra da qualche parte là sopra.
50, 5: Tempo
Yeesha viveva nei
vortici del tempo, spirali turbinanti di ricordi confusi,
causalità
inverse, nebbia, ma c'erano a volte dei fari a guidare la sua deriva:
li chiamava 'casa' in molti modi e fra tutti il più vicino,
quello
che poteva ancora toccare allungando una mano stanca, era una vecchia
roulotte scassata coi paraurti gialli, parcheggiata ai piedi di un
vulcano.
36, 42: Ritorno
xii
(E, pur con tutto
il bene che ne seguì, gli bruciò un poco che
fosse stato Watson a
riaprir baracca: sogni e annunci in sordina erano affar loro, in
fondo, e di quello, sì, poteva dirsi geloso.)
iiCinque
generazioni: padre di Anna, Anna, Atrus, Gehn, Yeesha. La quale se ne
va da Tomahna ad anni SEDICI, fermandosi alla Cleft prima di
intraprendere la Descent. Aspettare un po' di più no,
tesorino di mamma e papà? ç_ç
iii
È pure possibile che l'ipotesi sia valida, se diamo credito
a End of Ages, terzo diario seconda pagina...
iv Originariamente Parole
dal set Alpha, 'sfrontatamente' importato perché m'ero
attaccata a un prompt del genere come un bulldog, insomma mi conoscete.
La sfrontatezza di Zandi sta nel cercarsi in Words, chiaramente.
v
'Orgoglio' da evitare, come dice Yeesha.
vi
Porca miseria, quel discorso è uno sfacelo... un'impuntata
di manie di grandezza come poche se ne vedono. Io rabbrividisco se ci
penso, sostengo Yeesha ma uscite come quelle sono pericolose.
viiE
invece, almeno a giudicare dal(l poco che so del)le allegre scorribande
col povero Phil... e_e
viiiJuliette
Gosselin è l'attrice che ha interpretato Yeesha in Myst 4,
quindi l'unica immagine che abbiamo di Yeesha da giovane e forse non
del tutto affidabile.
ixQui,
sottosezione Civil War.
xi“What
would Yeesha do?” l'ho solo sentito proposto in un forum, in compenso...
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