E' notte.
E' notte e io non so
cosa fare.
Giro e mi rigiro nel
letto, provando caldo, freddo, irritazione. Poi mi gratto la testa,
sbuffo, scammaccio il cuscino che non si piega al mio volere (come se
pretendessi che lo faccia) e poi chiudo gli occhi.
No, non riesco ad essere
riposata, non riesco a prendere sonno e non sopporto la Notte.
Mi fa venire in mente
troppi cattivi pensieri, troppa malinconia.
Ricordo le mani calde e
lussuriose di chi mi ha tenuto stretto in quei pochi attimi in cui mi
sono lasciata andare.
Ricordo degli
avvenimenti sul lavoro e di quanto mi hanno fatto piangere, strepitare,
reso felice, bestemmiare, le figure fatte, le occasioni sprecate, la
gentilezza della gente e il ritmo che non si fermava.
E gira il mio cervello,
gira. Gira, gira, gira.
Gira sempre sulle stesse
cose, riapre quelle ferite maledette. Fanno male, oh quanto fanno male.
Sono così
convinta del fatto che siano guarite, che durante la Notte pare che
prendano vita, sanguinano sempre più forte, urlando di far
cessare quel dolore, un dolore che può cessare
soltando morendo.
Morendo.
Perchè si
muore, dico io?
Ci sono così
tante cose che mi piacciono e che vorrei fare...
Se voglio scrivere
scrivo, se voglio disegnare disegno. Se voglio masturbarmi basta
pensare a tante cose piacevoli... Oh si, tante cose piacevoli.
E allora penso: se ci si
riesce a masturbare con tutto questo tormento, è attaccato
alla vita come un bambino stretto al suo orsacchiotto. E' questa il
bello della vita, forse, vedere prima o poi quel bambino che ti corre
incontro e ti chiamerà con un "Mamma!" "Papà!"
Mi metto seduta nel bel
mezzo del materasso, rinfrescandomi con l'aria fredda che circola nella
stanza. Vedo un pò di luce filtrare dalle persiane chiuse,
che illuminano malamente i miei vestiti ammucchiati nell'angolo del
letto, creando una specie di mostro o di strana creatura che solo la
mia mente in questo momento del tutto in palla, può generare.
E dire che vorrei solo
dormire, soltanto un pò di più...
Piego le gambe e poggio
la testa malamente sulle ginocchia. Sospiro, presa da uno sconforto che
non so da dove venga, il perchè si sia depositata in me...
E all'improvviso, come
un idea malsana che arriva a devastarmi i sensi, come una scarica
elettrica che mi fa inarcare la schiena, sento odore di
caffè.
E' buono, è
intenso, riempie le narici e mi riscalda il petto, proprio nel centro,
dove sento perennemente freddo.
Quindi mi alzo e facendo
meno rumore possibile, vado in cucina a prepararmi una tazza di
caffè.
Adoro il
caffè.
Adoro immergere lo
sguardo in quella bevanda scura, dove pare che tutti i problemi e tutte
le illusioni anneghino inesorabili in quel mare caldo, mi fa sentire
meglio.
Adoro sentire il gusto
amarognolo e dolce che avvolge la lingua e il palato, come se fosse
sempre la prima volta.
E con questa tazza di
caffè, le ferite si rimarginano, il mio cervello smette di
girare, quella smania incresciosa che mi irritava sotto le coperte
svanisce.
E mi ritrovo da sola, a
soffiare dentro la tazza, riscaldandomi quel tanto che basta per farmi
sorridere all'idea che, quando vorrà, il caffè
sarà sempre buono. Anche alle 2 di notte.
nda
Ehm... °_°
Non so cosa abbia partorito, ma intanto l'ho scritta xD
E' dedicata ai caffeinomani (come me, che ne preparo un sacco ogni
giorno) e a chi ha le ispirazioni lampo. Sapete ogni tanto
capita.
Se siete arrivati sino alla fine, grazie per aver letto u.u
By Shunny!
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